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Riassunto vita: Leonardo Sciascia

Riassunto:
Nato a Racalmuto, presso Agrigento, nel 1921, dopo il diploma magistrale conseguito a Caltanissetta, s'impiega (1941) nell'ufficio dell'ammasso del grano del paese natale: viene così a stretto contatto con il mondo contadino siciliano. Nel 1944 sposa Maria Andronico, maestra nella scuola di Racalmuto; da lei avrà due figlie, Laura e Anna Maria.
Nel 1948, rimane scosso dal suicidio del fratello Giuseppe. L'anno seguente inizia a insegnare nella medesima scuola elementare di Racalmuto. Amante della letteratura fin da giovane (era entrato presto in contatto con Vitaliano Brancati), nel 1950 pubblica le poesie di Favole della dittatura. Più tardi si impiega a Caltanissetta in un ufficio del patronato scolastico.
Come narratore, Sciascia esordisce con cronache scolastiche, cui seguono il libro inchiesta Le parrocchie di Regalpetra (1956), dedicato a una prima messa a fuoco del tema della mafia. Segue Gli zii di Sicilia (1958), raccolta di quattro racconti, bene accolta dalla critica. Impegno civile e intrigo giallo caratterizzavano i romanzi Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno il suo (1966), imperniati su delitti di mafia. Un giallo irrisolto è anche Todo modo (1974), imperniato sulla denuncia dei potenti che tramano alle spalle dell'Italia. Sciascia coltiva poi il genere del libro inchiesta con Morte dell'inquisitore (1964), sul tema dell'Intolleranza religiosa, e La scomparsa di Majorana (1975), dedicato alla vita del fisico nucleare misteriosamente scomparso ai tempi del fascismo.
Altro ambito a lui caro è la critica letteraria attenta agli aspetti della cultura regionale e folkloristica: nascono così i saggi Pirandello e il pirandellismo (1953) e Pirandello e la Sicilia (1961), l'antologia, curata con Salvatore Guglielmino, Narratori di Sicilia (1967) e infine il libro La corda pazza.
Scrittori e cose della Sicilia (1970). Direttore della rivista Nuovi argomenti e collaboratore della casa editrice Sellerio, Sciascia è eletto al Consiglio comunale di Palermo nel 1975 come indipendente nelle liste del Pci, e poi alla Camera nel 1979, tra i radicali. Rimane in parlamento sino al 1983, occupandosi soprattutto dei lavori della Commissione d'inchiesta sulla morte di Aldo Moro (argomento che gli aveva ispirato, nel 1978, il libro inchiesta L'affaire Moro). Specie nell'ultimo periodo, Sciascia ha incarnato il ruolo pubblico dell'intellettuale impegnato, coscienza critica dell'Italia in forme disobbedienti, senza mai identificarsi in un'ideologia precisa. Nell'ultimo suo anno di vita, il 1989, sono usciti Il cavaliere e la morte e Una storia semplice, due romanzi brevi ancora ispirati dalla denuncia del potere mafioso.
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Riassunto vita: Carlo Emilio Gadda

Riassunto:
Nasce a Milano nel 1893. Il padre è un piccolo industriale tessile, la madre è maestra elementare. L'agiatezza familiare viene compromessa dalla dispendiosa costruzione di una casa di campagna a Longone, in Brianza, la dimora che sarà il teatro del romanzo La cognizione del dolore.
Il padre muore quando il futuro scrittore ha 16 anni. Diplomatosi al liceo Parini, s'iscrive, per compiacere la madre, a ingegneria. Richiamato alle armi nel 1915, combatte tra gli alpini; fatto prigioniero dopo Caporetto, è internato in Germania.
Il fratello minore Enrico, aviatore, rimane ucciso, in un'azione di guerra. Frutto di quell'esperienza bellica è il Giornale di guerra e di prigionia (elaborato tra il 1915 e il 1919, ma pubblicato soltanto nel 1955), contrassegnato da forte insofferenza verso le ipocrisie della propaganda, l'inefficienza e la stupidità collettiva.
Rientrato in Italia nel 1919, s'iscrive a Filosofia; poi però torna agli studi tecnici e si laurea in Ingegneria industriale nel 1920. Lavora in Sardegna, in Argentina (1923), poi, al ritorno in Italia, scrive (per partecipare a un premio letterario) il Racconto di ignoto italiano del Novecento, rimasto solo abbozzato. Nel 1925 ritorna a esercitare l'attività di ingegnere; per conto di una società romana dirige la costruzione d'impianti chimici in varie località italiane e, soprattutto, estere.
Stringe intanto rapporti con gli ambienti letterari: frequenta Montale, Bacchelli e altri; sulla rivista Solaria pubblica (1927) l'Apologia (= difesa) manzoniana. Frutto dei suoi studi filosofici (che si arrestano a un passo dalla laurea) è, nel 1928, il trattato filosofico (incompiuto) Meditazione milanese, nel quale il mondo appare una realtà complessa, non fissata in se stessa, ma in perenne movimento.
Nel 1931 esce sulla rivista Solaria il suo primo scritto a stampa, La Madonna dei filosofi, una serie di cinque prose (di cui l'ultima dà il titolo alla raccolta) che vogliono smascherare il marciume che si annida nella società italiana al tempo del fascismo. Il tema ritorna nei racconti, ricordi, frammenti autobiografici del Castello di Udine (1934).
In seguito prende a collaborare all'altra rivista fiorentina Letteratura: qui escono alcuni capitoli dei due romanzi maggiori, La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, ideati il primo nel 1937-38 e il secondo nel 1945-46. Dopo un periodo di impiego come direttore dei Servizi tecnici del Vaticano (un'antica amicizia legava la sua famiglia a quella di papa Pio X, brianzolo), si dimette nel 1934. Nel 1936 muore la madre di Gadda; lo scrittore può vendere la casa di Longone. Nel 1939 esce il volume di prose Le meraviglie d'Italia. Nel 1940, abbandonata l'ingegneria, si trasferisce a Firenze, dove vivrà sino al 1950. Nel 1944 dà alle stampe L'Adalgisa, un romanzo incompiuto (ne restano dieci capitoli o disegni) che satireggia l'ambiente borghese.
Dopo il 1945, Gadda collabora al periodico Il Mondo ed elabora il Pasticciaccio. Nel 1950 accetta un impiego presso la RAI, come redattore letterario del Giornale radio; si trasferisce perciò da Firenze a Roma. Escono, nel 1952, le prose del primo libro delle favole e, nel 1953, Le novelle dal Ducato in fiamme, un titolo che allude al fascismo e alla sua catastrofe. Sollecitato dall'editore milanese Livio Garzanti, Gadda si dimette nel 1955 dalla RAI per riprendere la stesura del romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, pubblicato nel 1957. Grazie a esso conosce un primo momento di notorietà.
Nel 1963 esce l'altro grande romanzo (incompiuto) La cognizione del dolore; due ulteriori, tratti (sezioni) inediti saranno aggiunti nella riedizione del 1970.
Si aggrava intanto la nevrosi dello scrittore; vive isolato, afflitto da disturbi fisici e psichici, coltivando soltanto poche, tenaci amicizie (con il critico Gianfranco Contini e con lo scrittore Goffredo Parise). Muore a Roma nel 1973.
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Elsa Morante Riassunto breve

Riassunto:
Nasce a Roma nel 1912, da una maestra elementare ebrea e da un padre che non la riconosce. Alla fine degli studi liceali, lascia la famiglia; si mantiene dando lezioni private e collaborando a riviste e a giornali, tra cui il Corriere dei Piccoli. Non può però proseguire gli studi universitari di Lettere.
Nel 1936 conosce Alberto Moravia, che sposerà nel 1941. Lavora per il settimanale Oggi e, nel 1941, pubblica con Garzanti la raccolta di racconti Il gioco segreto; l'anno successivo esce il libro di fiabe Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, da lei stessa illustrato. nel 1943 inizia a scrivere il romanzo Menzogna e sortilegio, che interrompe per seguire il marito, in fuga dal fascismo, sulle montagne della Ciociara. Torna a Roma nell'estate del 1944.
Ottiene la notorietà con la pubblicazione di Menzogna e sortilegio (1948), vasto racconto della decadenza di un'aristocratica famiglia siciliana, con largo ricorso alla fantasia e con un tono quasi magico, favoloso. Nel 1957 esce il romanzo breve L'isola di Arturo: un racconto di formazione imperniato sulla figura del giovane protagonista omonimo. Il rapporto con Moravia oscilla tra momenti di comunicazione intensa e altri di distacco e malessere; il loro attico romano di via dell'Oca diviene un ritrovo culturale frequentatissimo dal mondo della nuova sinistra. Nel 1962 però i due si separano.
La Morante compie diversi viaggi, in Europa, nell'Urss e in Cina, negli Stati Uniti.
In questi anni escono le poesie di Alibi (1958), i racconti dello Scialle andaluso (1963), e una nuova opera in versi, Il mondo salvato dai ragazzini (1968). Il tema dei pericoli che minacciano l'umanità è al centro anche di numerosi suoi interventi su giornali e riviste.
Torna alla narrativa con due romanzi, La storia (1974), salutato da vivo successo di pubblico, pur tra polemiche, e Aracoeli (1982), il cui protagonista è un omosessuale ormai anziano, Emanuele, che vive nel ricordo della madre Aracoeli, di origine andalusa. Dopo la frattura di una gamba, l'autrice è costretta a letto; nel 1983 tenta il suicidio, ma viene salvata da una domestica. Muore a Roma nel 1985.
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Biografia: Giorgio Bassani

Biografia:
Nato a Bologna nel 1916 da agiata famiglia della borghesia ebraica di Ferrara, Bassani trascorre l'infanzia e la giovinezza a Ferrara, dove si laurea in Lettere nel 1939. E' attivo antifascista e partecipa alla Resistenza. Dal 1943 si trasferisce a Roma, dove vive, pur con frequenti ritorni a Ferrara, dove si laurea in Lettere nel 1939. E' attivo antifascista e partecipa alla Resistenza. Dal 1943 si trasferisce a Roma, dove vive, pur con frequenti ritorni a Ferrara. Si dedica all'editoria (propone nel 1958 la stampa del Gattopardo per l'editore Feltrinelli), al cinema, al giornalismo culturale: è redattore del periodico Botteghe oscure e della rivista Paragone, collabora con Il Mondo e con la Letteratura. Il successo del romanzo Il giardino dei Finzi-Contini (1962) è avversato dalla Neoavanguardia, che individua nell'opera un modello letterario ormai superato, intimistico e sentimentale. Bassani ricopre nel 1966 la carica di vicepresidente della Rai-Tv e presiede l'associazione Italia nostra, di cui è stato uno dei fondatori. Si è spento a Roma nel 2000.

Opere
La sua ricca produzione comprende opere di narrativa, poesia e saggistica. Esordisce nel 1940 con i racconti Una città di pianura, pubblicati (per ragioni razziali) con lo pseudonimo di Giacomo Marchi. In seguito i suoi romanzi e racconti sono giunti a costituire un ciclo, da lui stesso intitolato Il romanzo di Ferrara (1980), che mantiene, sempre sullo sfondo Ferrara e l'ambiente ebraico della città. Di tale ciclo fanno parte i racconti delle Cinque storie ferraresi (1956) e i romanzi Gli occhiali d'oro (1958), Il giardino dei Finzi-Contini (1962), Dietro la porta ( 1964), L'airone (1968): opere tutte imperniate sui motivi della memoria e dell'introspezione, espressi con i toni bassi e impersonali cari a Bassani. Tali contenuti ritornano anche nei suoi versi (l'autore riunì le sue opere poetiche nel volume In rima e senza, 1982). Ha raccolto infine i saggi critici nel libro di là dal cuore (1984).
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Riassunto vita: Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Riassunto:
Giuseppe Tomasi, principe di Lampedusa, nasce a Palermo nel 1896 da nobile e antica famiglia siciliana. Nel 1916, ventenne, interrompe gli studi per partecipare alla Prima guerra mondiale. Catturato dagli austriaci, riesce a fuggire.
Finita la guerra ritorna a Palermo e conduce d'allora in poi un'esistenza ritirata, interrotta solo da alcuni viaggi all'estero (in Inghilterra, Francia, Lettonia). Nel corso di uno di essi conosce Alessandra Wolff- Stomersee, che sposa nel 1932.
Nella sua casa palermitana incontra amici e intellettuali; collabora alla rivista Le opere e i giorni di Fausto Martini, ma scrive poco, quasi solo appunti e saggi.
Nel 1954 Tomasi accompagna il cugino, il poeta Lucio Piccolo, a un convegno letterario a San Pellegrino Terme. Il contatto con la società letteraria lo scuote dall'inerzia; in pochi mesi, tra il 1955 e il 1956, scrive Il gattopardo, il romanzo a cui stava pensando da più di vent'anni. Non riesce però a vederlo pubblicato: l'opera è infatti rifiutata da Mondadori e Einaudi (anche Elio Vittorini si oppone alla pubblicazione); è invece apprezzata da Giorgio Bassani e quindi stampata dall'editore Feltrinelli nel 1958, un anno dopo la morte di Tomasi, avvenuta a Roma nel luglio 1957.
Il grande successo del romanzo porterà alla riscoperta della figura dell'autore, di cui nel 1961 si è pubblicata una raccolta di Racconti.
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Italo Calvino Riassunto Breve

Riassunto:
Calvino è un autore internazionale, capace di respirare un clima intellettuale ricco e tutt'altro che provinciale: anche in questo senso egli costituisce un caso un po' particolare rispetto alla tradizione italiana. Trascorre la giovinezza a Sanremo, poi partecipa alla guerra nelle file della Resistenza contro i nazifascisti. Dopo il 1945 si trasferisce a Torino, lavorando nel mondo editoriale e partecipando da intellettuale impegnato nella ricostruzione civile e sociale del paese. I suoi vasti interessi culturali lo portano a interessarsi alle nuove discipline (strutturalismo, semiotica), che arricchiscono il mondo della comunicazione e anche a risiedere per alcuni anni a Parigi, dove frequenta gli scrittori dell'Oulipo. Si spegne nel 1985.

Poetica
Nella poetica di Calvino si rintraccia la compresenza di due elementi: un fondo di realtà, di quotidianità, che alimenta una forte propensione verso l'immaginario. Questi due elementi si mescolano variamente nelle diverse opere di Calvino e s'intrecciano tra loro, sempre, però, su un fondo di analisi lucida e razionale. infatti il fantastico calviniano, pur dando vita a mondi improbabili e solo possibili, è sempre arginato da una rigorosa razionalità di fondo, spesso ispirata da tematiche scientifiche o parascientifiche. Nella sua ultima stagione, infine, Calvino privilegia una forma di letteratura combinatoria, labirintica, priva di inizio e di fine, che giunge a dissolvere le strutture narrative tradizionali.

Le opere
L'opera letteraria di Calvino ha attraversato diverse fasi, denotando anche in ciò uno spirito di sperimentazione e di ricerca. Gli esordi sono segnati dall'adesione al Neorealismo, ben visibile nel romanzo Il sentiero dei nidi di ragno e nei racconti di Ultimo viene il corvo: già qui, però, emerge lo sguardo soggettivo e avventuroso tipico di Calvino. Una svolta verso il fantastico si evidenzia nei romanzi della Trilogia degli antenati (usciti tra il 1952 e il 1959). L'adesione alla realtà sociale ispira nel 1963 il romanzo La giornata di uno scrutatore e i racconti di Marcovaldo; ma nel 1965 i racconti fantascientifici delle Cosmicomiche inaugurano il Calvino più nuovo e sperimentale, attivo anche nel Castello dei destini incrociati (1969) e nelle Città invisibili (1972): due libri a incastri, dove la realtà riemerge da visioni solo soggettive. L'arte combinatoria alimenta il romanzo del 1979 Se una notte d'inverno un viaggiatore, incentrato sui temi della lettura. L'analisi rigorosa e scientifica della realtà ispira Palomar, l'ultima opera pubblicata in vita dall'autore (1983). Postume sono uscite le Lezioni americane.
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Commento: Le Città Invisibili, Calvino

di Italo Calvino  
Commento:

Uscito nel 1972 Le città invisibili fa convivere due dimensioni, che in teoria dovrebbero confliggere tra loro, ma che l'autore riesce ad armonizzare e ad arricchire reciprocamente. La prima di tali dimensioni è il desiderio di raccontare. A parere di Calvino questo è un bisogno profondamente umano, che si presenta in forme diverse, senza cessare mai: Gli schemi del romanzo sono quelli d'un rito d'iniziazione, d'un addestramento delle nostre emozioni e paure e dei nostri processi conoscitivi. Calvino riproporrà questa riflessione nei saggi raccolti in Una pietra sopra (1980).
L'altra dimensione viva e operante nelle città invisibili chiama in causa non le emozioni, l'intelletto. L'autore infatti invita a leggere il mondo a partire dai suoi segni. Agiva qui la cultura strutturalistica e semiotica che Calvino stava respirando nella Parigi dell'epoca: essa lo induceva ad ascoltare alla Sorbona (1968) i seminari del narratologo Roland Barthes e a frequentare gli amici scrittori del gruppo dell'Oulipo. Ovviamente un romanzo sorto dai segni e dal linguaggio, invece che dalla realtà comune cara al Neorealismo, non poteva che portare alla dissoluzione delle tradizionali strutture romanzesche; la combinazione dei segni porta a un'evocazione di mondi alternativi a quelli reali.

Una parte importante del libro, la cosiddetta cornice, è costituita dai dialoghi tra Marco Polo e Hublai Kan, che racchiudono alcune riflessioni tra le più rilevanti dell'opera: esse riguardano il tema del linguaggio e della comunicazione, le relazioni tra il soggetto e ciò che lo circonda, la possibilità di conoscere e trasmettere la conoscenza. Emerge pian piano il messaggio finale dell'opera: non esiste in nessun luogo la città perfetta, giacché gli uomini abitano inevitabilmente in un inferno quotidiano; possono però riconoscerlo come tale e, quindi, sforzarsi di migliorarlo.

Il libro è diviso in 9 capitoli, le cinquantacinque città sono ripartite in undici serie, ciascuna comprendente cinque città. Tali serie sono: Le città e la memoria, Le città e il desiderio, Le città e i segni, Le città sottili, Le città e gli scambi, Le città e gli occhi, Le città e il nome, le città e i morti, Le città e il cielo, le città continue, le città nascoste.
Le prime quattro serie cominciano nel capitolo 1, mentre le altre iniziano quando termina una delle serie precedenti (la quinta serie comincia quando si esaurisce la prima; la sesta quando finisce la seconda ecc.).
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Poetica di italo Calvino

Poetica:
Al contrario la sua opera appare mutevole, sollecitata dal gusto dell’esperimento e dal desiderio di superare gli ostacoli tecnici del suo mestiere.
Ciò non esclude che in Calvino si possano riscontrare delle costanti:
  • da un lato, l’accento di meraviglia e di divertimento con cui egli presenta ogni vicenda; nasce da qui la ricerca della leggerezza, la prima delle sei qualità che Calvino (nelle sue tarde Lezioni americane) additò quale tratto tipico e caratterizzante della scrittura letteraria;
  • dall’altro, l’osservazione della società e del mondo circostante, quella vena di bonaria quotidianità che modera l’invenzione e la riavvicina costantemente alla realtà.

Tale alternarsi di fantasia e realtà segna un po’ tutte le opere di Calvino: appare già nei primi racconti neorealistici; ritorna nelle disavventure di Marcovaldo così come nelle Cosmicomiche, il libro del 1965 che inaugura il Calvino più nuovo e moderno; si conferma nelle opere successive, fino all’ultimo libro, Palomar, del 1983.

L’esordio
Gli esordi di Calvino avvennero nel segno del realismo, scelta a cui rispondono diverse opere:
  • il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, incentrato sulle tematiche neorealistiche della Seconda guerra mondiale e sulla Resistenza;
  • i trenta brevi racconti raccolti in Ultimo viene il corvo e ispirati dagli stessi motivi;
  • il nuovo ciclo di racconti intitolato alle disavventure dell’operaio Marcovaldo e della sua strampalata famiglia, nel quadro della civiltà industriale e dei mutamenti antropologici che essa produce;
  • infine, il romanzo breve La giornata di uno scrutatore.
Questa opzione di Calvino a favore del realismo si allineava al clima intellettuale e politico di quegli anni. Dopo il 1945, davanti ai gravi problemi dell’Italia da ricostruire; quasi tutti gli autori di quegli anni. Dopo il 1945, davanti ai gravi problemi dell'Italia da ricostruire, quasi tutti gli autori intendevano realizzare una letteratura impegnata dal punto di vista e sociale; precisamente su tali presupposti era nata la corrente del Neorealismo.
Tuttavia anche in queste opere, che sono le più realistiche di Calvino, affiora il gusto per la pura invenzione, per il favoloso e il sorprendente; un gusto destinato a svilupparsi nel tempo ma che già trasse lo stesso Calvino nella prima delle Lezioni americane: Quando ho iniziato la mia attività, il dovere di rappresentare il nostro tempo era l'impegnativo categorico di ogni giovane scrittore. Cercavo di cogliere una sintonia tra il movimentato spettacolo del mondo, ora drammatico ora grottesco, e il ritmo interiore picaresco e avventuroso che mi spingeva a scrivere. Presto mi sono accorto che, tra i fatti della vita che avrebbero dovuto essere la mia materia prima e l'agilità scattante e tagliente che volevo animasse la mia scrittura, c'era un divario che mi costava sempre più sforzo superare.
Opera dopo opera, la scrittura di Calvino tenderà ad allontanarsi dai fatti della vita per prediligere invece l'avventura, la fantasia (ciò che lui chiama il ritmo interiore), spostandosi verso l'invenzione ai limiti del reale e oltre.

Il sentiero dei nidi di ragno
L'alternanza fantasia/realtà guida l'opera d'esordio di Calvino, il romanzo breve Il sentiero dei nidi di ragno (1947): un'opera vicina, in apparenza, ai tanti racconti di guerra e Resistenza di quegli anni. Protagonista è Pin, un adolescente che vive negli ambienti poveri del porto di una grande città di mare, prima emarginato dagli altri per la sua condizione (vive con una sorella prostituta) e poi giovane partigiano in un gruppo di uomini sbandati. La trama si sviluppa intorno al furto di una pistola ai danni di un soldati tedesco, che Pin nasconde in un luogo segreto, detto il sentiero dei nidi di ragno in cui ha spazio la lingua parlata, con gli accenti gergali degli sbandati tra cui il giovane Pin si trova a vivere. L'opera però non è finalizzata alla celebrazione cara al Neorealismo della lotta partigiana. Luoghi ed eventi sono trasfigurati, filtrati sempre dal punto di vista soggettivo di Pin, il ragazzo un po' selvatico che vuole evadere, con la fantasia, dalle miserie del quotidiano. Pin vorrebbe sdraiarsi nella sua cuccetta e stare a occhi aperti a fantasticare, fantasticare di bande di ragazzi che lo accettino come loro capo, perché lui sa tante cose più di loro, e tutti insieme andare contro i grandi e picchiarli e fare cose meravigliose, cose per cui anche i grandi siano costretti a ammirarlo ed a volerlo come capo, e insieme a volergli bene e accarezzarlo sulla testa. La Resistenza diviene alla fine una specie di fiaba, di grande avventura che rende possibile la scoperta del mondo.

Realismo
I temi della guerra e della lotta partigiana ritornano anche nella maggior parte dei racconti di Ultimo viene il corvo; si conferma, in essi, la particolare ottica narrativa del Sentiero dei nidi di ragno, il suo originale impasto di realtà da una parte e di fiaba (talora ironica) dall'altra. Alcuni di questi racconti trattano del difficile ritorno alla normalità nei primi tempi del dopoguerra.
L'attenzione alla realtà del proprio tempo rimane un tratto caratteristico anche della produzione successiva di Calvino. A confermarlo sono:

  • un gruppo di racconti aventi per oggetto la realtà cittadina e industriale: La formica argentina, la speculazione edilizia, La nuvola di smog.
  • i dieci racconti di Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, raccolti in volume nel 1963, in una collana per ragazzi. I racconti s'incentrano su un operaio torinese e sul difficile inserimento di una famiglia contadina nella realtà industriale.
  • Infine La giornata di uno scrutatore, un'opera che s'impernia sulle riflessioni di un intellettuale laico e razionalista (controfigura dell'autore) mentre presta servizio come scrutatore in un seggio elettorale allestito presso l'istituto Cottolengo di Torino.
La giornata di uno scrutatore
Tra queste opere, un ruolo di primo piano spetta alla Giornata di uno scrutatore: un romanzo breve uscito nel 1963 e dall'impianto realistico, come rivela già l'inizio, così fattuale e descrittivo: Ameriga Ormea uscì di casa alle cinque e mezzo del mattino. La giornata si annunciava piovosa. Questo incipit suonava come una sfida verso le sperimentazioni invocate dalla Neoavanguardia poetica, organizzarsi proprio in quell'anno nel Gruppo 63 e molto polemica, tra l'altro, con il romanzo tradizionale, incentrato sui fatti e sull'intreccio. Ma la novità della Giornata di uno scrutatore era di altro tipo e riguardava la sostanza problematica, filosofica del racconto. La visita al Cottolengo suscita infatti nel protagonista molte domande: a contatto con i casi più pietosi di individui minorati, egli si chiede se davvero la ragione e la politica possano spiegare e risolvere tutti gli aspetti della vita. Erano riflessioni generalmente tenute ai margini dalla cultura laica e razionalistica di Calvino e degli intellettuali impegnati suoi amici. Ora, messo davanti alla malattia, agli errori della natura, ai gravi disturbi psichici, Amerigo Calvino sembra sul punto di perdere la fiducia nella prassi politica e nelle ragioni che la sostengono.
Gli interrogativi e le inquietudini che percorrono La giornata di uno scrutatore spostano l'asse del racconto verso una forma nuova di romanzo saggio, di romanzo d'idee: ennesima tessera dell'incessante sperimentalismo calviniano.

Fiabe italiane
La seconda fase di Calvino supera la rappresentazione realistica per ricercare nuove vie narrative, che coltivano soprattutto una vena fantastica.
Questa nuova stagione si avvia con l'edizione commentata delle Fiabe italiane, scelta di 200 racconti popolari di diverse regioni d'Italia. Il libro nasce da ricerche antropologiche sul folklore popolare, ma si serve anche degli studi dello strutturalista russo Vladimir Propp, in particolare il saggio Morfologia della fiaba. A Calvino la fiaba interessa per i suoi valori narrativi e perché mette al centro dell'attenzione le prove che il protagonista è chiamato a superare per realizzare se stesso. Ha scritto lui stesso: Lo stampo delle favole più remote: il bambino abbandonato nel bosco o il cavaliere che deve superare incontri con belve e incantesimi, resta lo schema insostituibile di tutte le storie umane, resta il disegno dei grandi romanzi esemplari in cui una personalità morale si realizza muovendosi in una natura o in una società spietate.

Città invisibili
Oltre alla scienza letteratura, la narrativa di Calvino evolve in direzione apertamente fantastica nel romanzo Le città invisibili: un'opera che aggiornava il realismo magico e il fantastico degli anni trenta e quaranta in una chiave più moderna e sperimentale. Il libro prende vita dalla narrazione tutta soggettiva del viaggiatore veneziano Marco Polo (autore del Milione), incaricato dal Gran Kan Kublai di fargli una relazione sui tanti luoghi da lui visitati. Il resoconto dell'immobile viaggiatore evoca, nel corso di diciotto dialoghi, cinquantacinque diverse città invisibili, che vengono a costituire una sorta di romanzo a incastri.
Queste città l'imperatore può soltanto sognarle; e lo stesso Marco, forse, non le ha mai viste. Esse emergono come ipotesi dal suo immaginario e dallo struggente ricordo della prima e più bella di tutte, Venezia. Come Marco dice a Kublai, è pura utopia una vera conoscenza; non si può mai approvare alcuna realtà, perché altrimenti essa cesserebbe di resistere. Bisogna saper riconoscere in ogni segno, anche piccolo, una realtà più grande, che la letteratura evoca in forma di racconto.

Se una notte d'inverno un viaggiatore
Questi caratteri ritornano potenziati, nel romanzo del 1979, se una notte d'inverno un viaggiatore. Si tratta di un antiromanzo: l'opera infatti si struttura su dieci diverse storie che per varie ragioni, rimangono tutte interrotte dopo essere appena cominciate. Il vero protagonista del racconto è il lettore (anzi lettore e lettrice), chiamato a rimettere ordine, come può e se può, nel labirinto dei possibili. Il libro assomiglia alla fine a un grande puzzle, dove si mescolano gusto del raccontare e riflessione teorica (il cosiddetto metaracconto), simmetria e casualità.
Siamo davanti a un libro postmoderno (sulla poetica del postmoderno ricco di echi letterari e allusioni, nutrito di parodia. Il suo messaggio è che, oggigiorno, non si può più scrivere, né leggere, un vero romanzo (mi sembra che ormai al mondo esistano solo storie che restano in sospeso e si perdono per strada, si legge nel capitolo undicesimo); e così il sentimento dell'autore oscilla tra ironia e nostalgia: Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l'eroe e l'eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte.
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Definizione di Diritti Reali

Nel nostro ordinamento giuridico il più importante diritto reale è quello di proprietà. Accanto a questo si è affiancato il diritto della multiproprietà, di contro al diritto di proprietà troviamo i diritti reali su cose altrui, detti anche diritti frazionari o parziali o diritti reali di minori.

I diritti reali di godimento su cose altrui sono di due specie:
  1. Tutti quei diritti che limitano l'altrui diritto di proprietà detti anche diritti reali di godimento su cosa altrui.
  2. L'assoggettamento di una cosa al soddisfacimento esclusivo di un diritto di credito, questi prendono il nome di diritti di garanzia che sono pegno e ipoteca.
Per quanto riguarda i diritti di godimento sono usufrutto, uso, abitazione, superficie, enfiteusi, e le servitù prediali.  

I diritti reali hanno delle caratteristiche: patrimonialità, immediatezza, assolutezza, tipicità, diritto di seguito.

L'immediatezza è il potere riconosciuto del diritto reale, viene esercitato direttamente e immediatamente sulla cosa, prende il nome di signoria, se ho 50.000 € esercito su esse tale potere.

Tipicità: cioè di diritti reali sono a numero chiuso, sono soltanto quelli espressamente indicati e disciplinati dal Codice civile quindi gli individui non ne possono creare di nuovi. Viceversa per i diritti di credito o obbligazioni dato che in qualsiasi rapporto giuridico le parti possono manifestare liberamente la propria volontà quale massima espressione dell'autonomia dei privati.
Ne deriva che le parti interessati, possono dar vita a nuove figure di rapporti obbligazionari.

Diritto di seguito: nel nostro ordinamento giuridico vengono riconosciuti nelle facoltà ai titolari dei diritti reali su cose altrui che consiste nell'inseguire da un punto di vista immaginaria, il bene che forma oggetto del proprio diritto, quando viene trasferito in capo al nuovo acquirente o compratore per esempio se chiede come finanziamento a una banca e come garanzia costituisco l'ipoteca sull'abitazione se vendo l'appartamento il titolare del diritto di garanzia si fa valere in capo al nuovo proprietario.
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Definizione di Diritto Soggettivo

Definizione:
Il diritto soggettivo si suddivide in diritto pubblico e privato. I diritti soggettivi si possono distinguere in pubblici e privati che si suddividono in patrimoniale e non patrimoniali e fra quelli patrimoniali distinguiamo diritti reali.
I diritti soggettivi privati non patrimoniali sono tutte quelle situazioni riguardanti prevalentemente interessi di natura morale: diritti della personalità; quelli patrimoniali riguardano interessi economici del singolo quindi si tratta di rapporti valutabili in denaro, questi ultimi si suddividono in diritti reali e diritti di obbligazione o di credito che hanno in comune il carattere delle patrimonialità.

I diritti reali si definiscono come quel potere che il titolare del diritto può esercitare direttamente e immediatamente sulla cosa: oggetto del suo diritto che può essere fatto valere nei confronti di tutti e per questo prendono il nome di diritti assoluti.
I diritti di obbligazione si definiscono in un diritto riconosciuto ad un soggetto che prende il nome di pretesa al che un'altro soggetto tenga un dato comportamento o consistente nell'esecuzione di una prestazione di natura patrimoniale e che può essere di fare, non fare o dare qualcosa.
Quindi troviamo un soggetto attivo al quale viene riconosciuta una pretesa, e un soggetto passivo che deve tenere un dato comportamento. Possono essere infatti solo nei confronti delle persone obbligate (interessate).
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Ammortamento dei Titoli di Credito

In caso di perdita del possesso del titolo per smarrimento, sottrazione o distruzione) in base al principio dell'incorporazione il titolare del diritto non lo può più esercitare ed è esposto al rischio che questo può essere fatto valere da un terzo magari in buona fede.
Per evitare tale inconveniente vi è un'apposita procedura detta d'ammortamento consistente nel ricostituire la legittimazione del titolare con un duplicato del documento o con un provvedimento dell'autorità giudiziaria in sostituzione al titolo originario.

Privare di efficacia il titolo di circolazione
Perché possa essere attuata il possessore deve fare denuncia al debitore dell'avvenuta perdita e chiedere con ricorso all'autorità giuridica (nel luogo dove è pagabile) l'ammortamento del titolo, di cui si devono indicare i requisiti esistenziali e si tratta di un titolo in bianco quelli sufficienti per identificarlo.
Il presidente del tribunale compiute le opportune indagini e sul diritto del possessore pronuncia l'ammortamento con decreto che a cura del richiedente deve essere notificato al creditore; prima della notificazione l'eventuale pagamento al detentore del titolo libero il debitore nonostante la denuncia fatta del legittimo possessore.
Gli effetti dell'ammortamento cioè la restituzione della legittimazione dal titolare e la perdita di efficacia del titolo in circolazione si producono dopo 30 gg. dalle pubblicazioni se entro tale termine il detentore del titolo non ne fa opposizione.
Se invece viene opposta opposizione da parte del detentore che deve depositare il titolo presso la cancelleria del tribunale, si instaura un giudizio ordinario.
Se l'opposizione viene rigettata, il titolo viene consegnato a chi ha ottenuto l'ammortamento, se invece viene accolta l'ammortamento può avere luogo e il pagamento dovrà essere compiuto a favore dell'apponente.
Tale procedura è esclusa per i titolo al portatore, però la legge consente ai possessori l'esercizio del diritto, nel caso di smarrimento o di sottrazione del titolo al portatore, il possessore può farne denuncia all'emittente e ha diritto di ottenere le prestazioni che vi è contenuto decorso il termine di prescrizione, ma il debitore che prima della scadenza di tale termine, esegue la prestazione a favore di chi gli presenta il titolo è liberato (a meno che non si provi che era a conoscenza dell'illegittimo possesso del titolo).
Il possessore che provi la distruzione di un titolo al portatore ha diritto di ottenere dall'emittente un duplicato o un titolo equivalente.
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Titoli di Credito Definizione

Riassunto:
I titoli di credito sono documenti che incorporano un diritto di credito letterale e autonomo, consentendo una circolazione dei crediti più rapida e sicura.

Le caratteristiche dei titoli di credito sono:

Incorporazione: significa che vi è un nesso tra il diritto e il documento così che i titoli di credito o a diffidenza di qualsiasi altro documento probatorio ne viene utilizzato solo come mezzo di prova, ma rappresenta un elemento essenziale del diritto, cioè venendo a mancare il titolo viene a mancare il diritto perché il diritto viene immedesimato nel documento con la conseguenza che se trasferisco il documento viene trasferito anche il diritto la perdita del documento comporta anche la perdita del diritto a ricevere la prestazione e solo chi è in possesso del titolo ha diritto a ricevere la prestazione, ciò significa che il possessore di un titolo ma come il rischio che possono ricevere le prestazioni risultanti dal documento scritto.

Letterarietà: il terzo possessore di buona fede ha il diritto (soggettivo) ad ottenere e a ricevere la prestazione nella misura e secondo le modalità e secondo il contenuto del diritto a enunciato nel diritto titolo stesso.
Per esempio se viene girata una cambiale per un importo di 250.000 € riceve titolo che vale 250.000 € il debitore alla scadenza deve eseguire le prestazioni come enunciato dal titolo perché il debitore non può più pretendere ad eseguire le prestazioni in una misura minore di quelle risultante dalla scrittura adduce di aver pagato una parte del debito direttamente al suo creditore se ciò non risulta dal titolo stesso, ma ciò in virtù della letterarietà.

Autonomia: nel caso di trasferimento di un titolo di credito la persona alla quale viene trasferito acquista il diritto a titolo originario quindi automaticamente, cioè indipendentemente dal diritto dei precedenti possessori.
Quindi il terzo deve eseguire le prestazioni senza poter opporre eccezioni che avrebbe potuto far valere nei confronti dei precedenti possessori.

Un altra classificazione è secondo la prestazione:
Titoli di credito pecuniario: che danno diritto ad ricevere una prestazione in denaro.
Titoli di credito rappresentativi: titoli che danno al possessore il diritto alla consegna della merce, il possesso delle merci, o di poter disporre delle merci attraverso il trasferimento del titolo.
Per esempio fede di deposito e nota di pegno, duplicato della lettera di vettura o ricevuta di carico.
(duplicato della lettura di vettura: chi stipula un contratto di trasporto di merci e il vettore se ne fa richiesta ha diritto di ricevere dal mittente la lettera di vettura dove vengono indicate le modalità trasporto, luogo destinazione ecc.
A sua volta se richiesta dal mittente il vettore deve rilasciare o il duplicato della lettera di vettura sottoscritta dal vettore.
Titoli di partecipazione: fanno acquistare al titolare una particolare attività giuridica o status a cui si ricollegano diritti e doveri.

Classificazione secondo di trasferimento:
- al portatore per semplice consegna del titolo.
- nominativo si tratta di titoli a doppia intestazione, sia sul titolo che sul registro questi devono essere effettuati con una giurata che non può essere in bianco ma in pieno.

Altra caratteristica:
- Titolo astratto: se dal titolo non risulta il rapporto giuridico sottostante che ha dato vita all'emissione dei titoli (cambiale, assegno).
- Titolo causale: (fede di deposito, duplice nota di vettura).
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Amministrazione Straordinaria delle Grandi imprese in Crisi

L'amministrazione delle grandi imprese in crisi è stata introdotta nel nostro ordinamento nel 1979 con la legge del 3/4/79 n° 95 e successive modifiche, questa procedura straordinaria è stata introdotta come fine di fronteggiare la crisi che aveva colpito alcune grandi imprese, nel senso di salvaguardare il livello di occupazione e contemporaneamente assicurarne la continuazione della produzione. A tal proposito esaminiamo i soggetti e i presupposti di questa procedura straordinaria.
Possono essere ammesse tutte quelle imprese che esercitano un'attività commerciale quali abbiano un numero di dipendenti non inferiori a 300, che abbiano un'esposizione debitoria nei confronti degli enti creditizi di previdenza o assistenza sociale il cui ammontare sia superiore a 5 volte il capitale sociale versato ed esistente secondo l'ultimo bilancio approvato e sia non inferiore all'ammontare annualmente stabilito dal ministero dell'industria.

I presupposti per dar luogo a tale procedura sono:
- stato di insolvenza
- mancato pagamento di 3 mensilità di retribuzione.

Procedura
- L'amministrazione straordinaria esclude il fallimento.
- L'amministrazione straordinaria predisposta con decreto da parte del ministro dell'industria di concerto col ministro del tesoro dopo aver accettato lo stato d'insolvenza omesso il pagamento di 3 mensilità accettato giudizialmente.

Con tale decreto viene nominato uno o 3 commissari nonché un comitato di sorveglianza composto da 3 o 5 membri di cui 1 su 3 o 2 su 5 devono essere scelti tra le persone dei creditori chirografari.
La procedura straordinaria dura nel caso in cui il ministro autorizza la posizione dell'esercizio dura per un periodo non superiore a 2 anni prorogabile per non più di due volte, e complessivamente per non più di 2 anni.
Funzione di gestire i commissari 102, devono stilare un programma avente per un oggetto un piano di risanamento che deve risultare coerente con la politica industriale perseguita dall'impresa se per esempio il piano di risanamento risulta irrealizzabile, l'impresa viene messa in liquidazione quindi assoggettata alla procedura della liquidazione coatta amministrativa.
Durante la gestione straordinaria per le aziende in crisi gli eventuali debiti contratti dall'impresa a mezzo di commissari  possono essere garantiti dal ministero del tesoro, per risanare lo stato di squilibrio dell'impresa.
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Liquidazione Coatta Amministrativa

Si svolge come il fallimento solo se la procedura è affidata all'autorità governativa per cui gli organi sono:
- L'autorità governativa e il commissario liquidatore.

Sono assoggettati a questa procedura tutte quelli imprese su cui sono controllati determinati interessi pubblici, quindi enti ereditari assicuratrici, società cooperative ed enti pubblici economici.
La procedura è quella vista a proposito del fallimento.
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Amministrazione Controllata

E' un altra procedura concorsuale, a differenza del concordato preventivo l'imprenditore a seguito di crisi nel settore in cui opera o comunque a seguito di eventi non imputabili all'imprenditore, questi può chiedere l'amministrazione controllata che consiste nell'ottenere una dilatazione del pagamento dei suoi debiti per un periodo non superiore ai due anni.
Dev'essere accettata dai creditori perciò viene richiesta una duplice maggioranza numerica e maggioranza nell'ammontare dei crediti.
I documenti vengono esaminati dal tribunale che emana la sentenza. Se non viene rispettato il limite di due anni si viene dichiarati falliti.
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Concordato Preventivo

E’ una procedura concorsuale per evitare il fallimento, può essere richiesto da chi si trova in uno stato d’insolvenza dovuto non a negligenza o inettitudine, ma ad un ristagno del settore economico in cui l’impresa opera. L’imprenditore può chiedere al tribunale l’ammissione al concordato preventivo dove se viene accolta la richiesta il tribunale dichiara con sentenza il concordato preventivo e gli organi che sono il giudice delegato e il commissario giudiziale.
Con il concordato preventivo significa che l’imprenditore iscritto nel Registro Imprese da almeno 2 anni o da quando ha iniziato la sua attività, che abbia tenuto una regolare contabilità, che nel quinquennio precedente non sia stato sottoposto al fallimento né a procedere concorsuali, né a concordato preventivo, né condannato per bancarotta può fare istanza per l’ammissione o al concordato preventivo a patto che presenti idonee garanzie di pagare almeno il 40% dei creditori chirografari entro 6 se oppure se viene stabilito un periodo superiore devono essere corrisposti gli interessi legali che devono essere garantiti e infine il pagamento integrale dei creditori preferenziali.
La proposta di concordato preventivo dev’essere accettata dai creditori con la doppia maggioranza dei votanti che ha rappresentato almeno i 2/3 dell’ammontare dei creditori aventi diritto al voto.
Se per esempio la procedura non viene accettata perché non si raggiunge la maggioranza dei voti possono essere completati nel aggiunta i voti espressi successivamente perché pervengono entro 20 gg.
Nella procedura del concordato preventivo sono quelli:
Passivo, formazione dell’attivo, pagamento oppure cessione dei beni ai creditori purché l’amministratore dei beni ceduti copra il 40% previsto per legge.
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Tema su Italo Calvino

Tema Svolto:
Italo Calvino è stato uno dei protagonisti del secondo Novecento, sia come scrittore, sia come intellettuale: collaboratore del Politecnico di Elio Vittorini, con il quale fondò, nel 1959, l’importante rivista culturale Il Menabo, è stato uno delle più importanti della casa editrice Einaudi. Impegnato in politica nelle file del Partito comunista italiano, ne uscì dopo la crisi dei fatti d’Ungheria (1956).
Curioso delle scienze, attratto dalle trasformazioni della società e dalle contraddizioni della cultura di massa, Calvino è stato uno scrittore tra i più sperimentali del Novecento italiano. La sperimentazione, in lui, non riguarda tanto (come accade per esempio a Gadda) l’aspetto linguistico ed espressivo, quanto piuttosto le strutture stesse del narrare e del comunicare: Calvino è stato tra i primi a riversare nelle strutture della narrativa il nuovo approccio al mondo dei segni rivelato da strutturalismo e semiotica, le discipline che studiano le regole della comunicazione.
Calvino nasce nel 1923 a Cuba, a Santiago de Las Vegas, dove il padre, agronomo, si trova per ragioni di lavoro. Dopo due anni la famiglia torna in Italia, a Sanremo, dove il futuro scrittore trascorre gli anni giovanili. Frequenta le scuole elementari valdesi e poi il ginnasio liceo (consegue la licenza nel 1942). S’iscrive alla facoltà di Agraria a Torino (dove insegna il padre), ma poi (1943) si trasferisce a Firenze. Gli studi sono però interrotti dalla guerra. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, non si presenta alla leva militare della Repubblica di Salò (erede dello Stato fascista di Mussolini) e si nasconde per alcuni mesi. Nel 1944 si unisce, insieme al fratello Floriano, futuro geologo di fama internazionale, alla divisione partigiana Garibaldi; il suo nome di battaglia è Santiago.
Finita la guerra, nel 1945,Calvino si stabilisce a Torino, dove abbandona gli studi scientifici per i prediletti studi letterari. Nel 1946 comincia a vendere libri a rate per l’editore Einaudi di Torino. Nel 1947, si laurea in Lettere con una tesi su Joseph Vonrad, grande scrittore d’avventure. Diviene amico di Cesare Pavesee di Elio Vittorini; quest’ultimo lo invita a scrivere già nel 1946 sulla sua rivista Il Politecnico. Nel 1950 viene assunto nella redazione di Einaudi, editore per cui più tardi dirigerà l’ufficio stampa. Partecipa attivamente alla vita del Pci e collabora con il quotidiano l’Unità.
L’esordio letterario, incoraggiato da Pavese, avviene nel 1947, l’anno in cui esce il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno. Nel 1949 Calvino raccoglie nel volume Ultimo viene il corvo i migliori tra i suoi racconti. Nel 1952 viaggia nell’Urss staliniana e scrive reportages per l’Unità; nello stesso anno pubblica Il visconte dimezzato, primo romanzo della Trilogia degli antenati.
Calvino partecipa da protagonista al dibattito politico e culturale. Nel 1957 però come altri intellettuali di sinistra abbandona il Partito comunista e la militanza politica, dopo la rivolta popolare e la tragica invasione sovietica dell'Ungheria (1956). Da tempo, ormai, Calvino era insofferente delle direttive culturali del Pci, che voleva legare l'attività letteraria esclusivamente al fine della rivoluzione sociale e dell'educazione del popolo.
La sua attività prosegue intensa: scrive saggi di critica letteraria e pubblica altri racconti (poi raccolti in volume): La formica argentina (1952), La speculazione edilizia (1957), La nuvola di smog (1958).
Nel 1959 fonda con Vittorini la rivista Il Menabo, che diviene una delle testate di punta nel dibattito in corso: la tesi del periodico è che l'industria culturale ha ormai mutato la funzione dello scrittore, imponendo nuovi contenuti e invenzioni, mediante la strategia della finzione. Sono anni di viaggi, a New York (dove Calvino si stabilisce per alcuni mesi nel 1960) e a Parigi (dal 1961); il lavoro da Einaudi diviene un rapporto di consulenza. Nel 1963 escono il romanzo breve La giornata di uno scrutatore e le storie di Marcovaldo, ultime opere intitolate a un realismo di fondo.
Nel 1964 si sposa, a L'Avana (Cuba), con una donna argentina conosciuta a Parigi; nel 1965 gli nasce la figlia Giovanna. Sempre nel 1965 pubblica i racconti fantastici delle Cosmicomiche, seguiti due anni dopo da quelli di Ti con Zero. Nel 1967 Calvino si trasferisce a Parigi, studia lo strutturalismo e frequenta gli scrittori francesi attivi nel gruppo dell'Oulipo, che sperimenta le possibilità della letteratura combinatoria. Sempre a Parigi assiste agli inizi della contestazione studentesca.
Nel 1969 pubblica Il castello dei destini incrociati e nel 1972 Le città invisibili.
Nel 1979 esce l'ultimo, importante romanzo di Calvino: Se una notte d'inverno un viaggiatore, incentrato su tematiche metanarrative (una riflessione sullo scopo e i modi del raccontare). Nel 1980 si trasferisce con la famiglia a Roma e pubblica la raccolta di saggi Una pietra sopra. Dal 1983 sono le prose di Palomar, rielaborazione narrativa di articoli su la Repubblica e il Corriere della Sera.
Muore improvvisamente a Siena nel settembre 1985, mentre sta lavorando a una serie di conferenze in programma presso l'università americana di Harward; le conferenze saranno pubblicate postume (1988) con il titolo di Lezioni americane, estrema sintesi della poetica calviniana.
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Neorealismo in Sintesi

Sintesi:
Il Neorealismo nasce da una reazione morale alle difficili condizioni dell'Italia del 1945, uscita da una guerra rovinosa e alle prese con i problemi drammatici della ricostruzione. Gli intellettuali sentono di doversi assumere un ruolo più attivo e influente rispetto alla tradizionale letteratura consolatoria, secondo la definizione di Elio Vittorini.
Proprio quest'ultimo, dalle colonne della sua rivista Il Politecnico, patrocina il dovere dell'impegno dell'intellettuale nella società; un impegno sostenuto dall'ideologia marxista (nella linea di Gramsci). Ciò porta, sul piano letterario, a rinnovare forme e contenuti. Gli scrittori neorealisti assumono temi vicini alla realtà, cercano un linguaggio comprensibile al grande pubblico e si sforzano di comunicare messaggi positivi. Il rischio però è quello di ridurre l'arte e passivo rispecchiamento della realtà, anziché valorizzata come reinvenzione, in chiave critica, del mondo esistente.

Gli autori e le opere
Fu il romanzo il genere più praticato dal Neorealismo, secondo quattro filoni tematici principali.
Due si legano alle recenti esperienze della guerra e della Resistenza al nazifascismo: tra gli interpreti principali, ricordiamo Primo Levi con i suoi memoriali sulla persecuzione antiebraica, Pavese con il romanzo La casa in collina, infine i romanzi di Fenoglio sulla Resistenza. Gli altri due filoni si collegano al meridionalismo (spiccano i nomi di Brancati, Carlo Levi e Jovine) e al populismo. In quest'ultimo ambito si segnalano Pratolini e alcune opere di Moravia e Pasolini.
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Una Questione Privata, Fenoglio

di Beppe Fenoglio
Riassunto:

Il romanzo, scritto nel 1960 e rimasto incompiuto, fu ritrovato dal critico Lorenzo Mondo e pubblicato nell'aprile 1963, due mesi dopo la morte di Fenoglio, in un volume che, sotto il titolo Un giorno di fuoco, comprendeva anche undici prose brevi di argomento resistenziale e contadino, di cui sei già ordinate dall'autore per la pubblicazione.
Il giovane partigiano Milton, pur partecipando alla tragedia privata, la fine cioè di un amore. I due piani del racconto s'intrecciano a ogni passo: come un moderno cavaliere errante, Milton si lancia in cerca dell'amata Fulvia, fra battaglie e viaggi avventurosi, sullo sfondo delle colline intorno ad Alba, dove si aggirano soldati e bande di partigiani, fascisti e irregolari.
Durante una ricognizione, si offre a Milton la possibilità di rivedere la villa dove, sino a pochi mesi prima abitava Fulvia. La vecchia custode gli rivela che negli ultimi tempi, prima di allontanarsi dalla villa, la ragazza aveva frequentato con assiduità un giovane, Giorgio, amico del protagonista: egli pure partigiano, anche se in una diversa formazione. Queste parole gettano Milton nell'angoscia: di Fulvia egli ha assoluto bisogno, per poter continuare a sfidare la morte.
Per conoscere la verità, vorrebbe recarsi da Giorgio; apprende però che i fascisti lo hanno catturato il giorno precedente e allora, dopo molti tentativi, riesce a prendere uno di loro in ostaggio: lo scopo è scambiarlo con l'amico-rivale; ma il prigioniero tenta la fuga e Milton deve sopprimerlo. Cerca allora di ritornare, da solo, alla villa di Fulvia, per interrogare nuovamente la custode sui rapporti tra i due giovani. Poco lontano dalla casa viene intercettato da una formazione fascista.
Qui la narrazione si arresta. Forse l'autore voleva proseguire con lo scambio e la liberazione di Giorgio; da altri frammenti risulterebbe la morte di Milton.
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Beppe Fenoglio Riassunto Breve

Riassunto:
Beppe (Giuseppe) Fenoglio nacque ad Alba (Cuneo), nel 1922, da modesta famiglia. Frequentò il liceo classico. Agli anni giovanili risale la sua passione per la lingua e la letteratura inglese e americana.
Iscrittosi alla facoltà di Lettere di Torino, dovette interrompere gli studi per la chiamata alle armi. Traferitosi a Roma, dopo l'armistizio dell'8 settembre, riuscì a tornare ad Alba. Qui si arruolò tra i partigiani: prima in un gruppo comunista, poi, nell'estate 1944, nelle formazioni monarchiche (gli azzurri o badogliani). Funse da ufficiale di collegamento con la missione inglese di stanza nel Monferrato; per rappresaglia, i suoi genitori vennero arrestati dai fascisti, ma poi rilasciati.
Dopo il 1945 cominciò a dedicarsi alla narrativa; molti suoi manoscritti vennero vergati sul retro delle carte commerciali dell'azienda vinicola per cui lavorava. Gli esordi non furono facili, ostacolati anche dal suo carattere scontroso: nel 1949 l'editore Einaudi rifiutò i Racconti della guerra civile; nel 1950 Elio Vittorini gli sconsigliò di sacrificare il romanzo La paga del sabato per ricavarne due racconti. Solo nel 1952 lo stesso Vittorini fece pubblicare, nella collana I gettoni di Einaudi, la sua raccolta di racconti I ventitré giorni della città di Alba. Nel 1954 uscì il romanzo breve La malora, ambientato nel mondo delle Langhe (lo stesso di Pavese), ma poco apprezzato dai critici.
Deluso, Fenoglio interruppe i rapporti con Einaudi. Nel 1959 pubblicò con Garzanti il romanzo primavera di bellezza, per il quale nel 1960 ricevette il premio Prato. In quello stesso anno sposò Luciana Bombardi, dalla quale ebbe una figlia, Margherita. Morì a Torino nel febbraio del 1963 per un cancro ai polmoni.
Postumi uscirono i romanzi Una questione privata, Il partigiano Johnny e la paga del sabato, ritrovati tra i manoscritti dell'autore.
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Riassunto: Ragazzi di Vita, Pasolini

di Pier Paolo Pasolini
Riassunto:

Il romanzo, pubblicato nel 1955, fu elaborato dal 1950, a partire dai primi contatti dell'autore con il mondo delle borgate, dopo il suo trasferimento a Roma dal Friuli. L'azione si svolge nella periferia della città; l'inizio della vicenda s'inquadra verso la fine della Seconda guerra mondiale, con i tedeschi che presidiano Roma. Suddiviso in 8 capitoli, il romanzo procede per episodi, che paiono quasi indipendenti l'uno dall'altro, anche se in realtà si collegano con una rete di nessi e di richiami.
Protagonista è il Riccetto, che abita con la famiglia in un edificio scolastico divenuto centro di raccolta per sfollati. E' un tipico ragazzo di vita: garzone di pescivendolo, da poco fidanzato, vive di espedienti, come molti suoi coetanei (Agnolo, Marcello ecc.), scaltriti dalla guerra e dalla miseria.
Il mondo in cui si aggirano è quello pittoresco e crudele dei bassifondi di periferia, tra avventurieri, imbroglioni, prostitute. Mossi dagli istinti primari (la fame, il sesso) i protagonisti ora si appropriano di cose e oggetti altrui, ora li perdono, per l'azione di altri e più agguerriti concorrenti alla lotta per la vita.
Talora il Riccetto si rivela imprevedibilmente generoso, come quando, durante una gita in barca sul Tevere, si getta a nuoto a rischio di affogare per salvare una rondinella che si dibatte a fior d'acqua. Ma a sua bontà naturale man mano si incrina: il gioco d'azzardo, l'incontro con la prostituta Nadia, con la quale avviene la sua iniziazione sessuale, le imprese di vario genere e i furti compiuti con i compari Lenzetta, Alduccio, Lello, lo trasformano infatti, pagina dopo pagina, in un fijo de na mignotta completo. Il Riccetto però riesce sempre a scapolarsela, tranne una volta in cui per ironia della sorte, si brusca tre anni di galera per un furto non commesso: è l'episodio antologizzato.
La seconda parte del romanzo vede il Riccetto avviarsi a una prima maturità e a un'integrazione nel mondo del lavoro.
La sua figura finisce così per perdere interesse, agli occhi del narratore, mentre altri personaggi acquistano maggiore risalto. Vediamo Alduccio, alle prese con una disgraziata famiglia, composta da un padre alcolizzato, da una madre isterica ed epilettica e da una sorella incinta con manie suicide; il Begalene, suo compagno in uno squallido incontro con un omosessuale; il Piattoletta, un nanerottolo deforme e rachitico, vittima degli atroci scherzi dei coetanei. Egli finirà bruciato al palo della tortura al termine di un crudele gioco trasformatosi in tragedia contro la volontà dei suoi ideatori.
Tragico è anche l'epilogo del romanzo, con la morte per annegamento, sotto gli occhi terrorizzati dei fratellini, del povero Genesio, un altro ragazzino sbandato, più triste e meditativo degli altri. Il Riccetto assiste alla scena da lontano, ma ora che è integrato nel mondo del lavoro, preferisce squagliarsela, per non cacciarsi nei guai.
Molto interessante, nel testo, è la sperimentazione linguistica. L'autore si propone di dar voce a un'umanità di emarginati, mai ritratta fino a ora nelle pagine della letteratura; ma restituendole la sua propria voce, ricorrendo al gergo e al dialetto. L'operazione è non solo linguistica, ma anche ideologica: Pasolini utilizza il crudo impasto linguistico dei piccoli teppisti di borgata, il loro gergo spinto talora fino al turpiloquio o al bercio e all'imprecazione, in modo da testimoniare la loro realtà esistenziale nella sua viva e immediata emotività, senza tentare d'imbrigliarla negli schemi di un'espressione media o tradizionale.
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Riassunto vita: Pier Paolo Pasolini

Riassunto:
Nacque a Bologna nel 1922. Il padre, di origini romagnole, era un severo tenente di fanteria, che ebbe con il ragazzo un rapporto conflittuale. La madre, mite e affettuosa, era originaria di Casarsa in Friuli.
A Bologna frequentò il liceo classico, poi si iscrisse a Lettere e Filosofia. Nel 1942 pubblicò a proprie spese le Poesie a Casarsa, in dialetto friulano.
L'8 settembre del 1943 disertò e si rifugiò presso la madre a Casarsa. Nel 1945 si laureò con una brillante tesi su Pascoli. Lo colpì profondamente la tragica morte del fratello partigiano, ucciso con altri compagni, dai partigiani rossi e filo-jugoslavi.
Nel 1949, denunciato e processato per omosessualità, Pasolini dovette rinunciare all'inseguimento. Si trasferì a Roma con la madre, tra gravi difficoltà economiche. Scrisse romanzi e sceneggiature cinematografiche. Nel 1955 pubblicò il romanzo Ragazzi di cita, da quell'anno iniziò a lavorare alla rivista Officina di Bologna, che promosse un aggiornamento delle posizioni culturali del marxismo.
Nel 1957 pubblicò l'importante raccolta di versi Le ceneri di Gramsci. Nel 1959 uscì il secondo romanzo, Una vita violenta, più vicino ai canoni del realismo socialista. Nello stesso anno Officina fu costretta a chiudere a causa di un epigramma di Pasolini contro il papa Pio XII.
Dal 1960 svolse intensamente l'attività di regista cinematografico, firmando opere quali Accattone (1961), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Teorema (1968), Medea (1970), fino alla trilogia della vita, costituita da Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle Mille e una notte (1974).
Dal 1966 diresse l'importante rivista Nuovi Argomenti, insieme a Moravia e a Enzo Siciliano. Su di essa pubblicò, tra l'altro, il Manifesto per un nuovo teatro (1968), che accompagnò la rappresentazione della tragedia Orgia (1968).
Pasolini era ormai uno dei protagonisti della vita pubblica italiana; un intellettuale impegnato, critico verso le storture della società italiana, verso i partiti politici tradizionali, verso ogni acquiescenza borghese, a cui egli contrapponeva il richiamo della civiltà contadina, il motivo della felicità del popolo.
Pasolini visse lo scandalo della propria omosessualità come una provocazione, come sfida a un mondo divenuto sordo ai valori. In lui le radici del cattolicesimo s'incontravano, e si scontravano, con l'appello del marxismo, senza che nessuna delle due fedi potesse placarlo.
La sua posizione di intellettuale eretico e luterano ricorda la figura di Gesù del suo film Il Vangelo secondo Matteo, che vuole porsi radicalmente come segno di contraddizione per la società del suo tempo. Sono i temi che alimentano le poesie della Religione del mio tempo (1961) e i saggi raccolti in Passione e ideologia (1969).
Negli ultimi anni scrisse articoli polemici sui giornali quotidiani (specie Il tempo e il Corriere della Sera); questi sono stati poi raccolti nei volumi Scritti corsari (1975) e Lettere luterane (postume, 1976). Morì assassinato il 2 novembre 1975, all'Idroscalo di Ostia, in uno squallido scenario di borgata che ricordava da vicino tante sue sequenze cinematografiche, e proprio per mano di uno di quei ragazzi di vita da lui ritratti con un umana simpatia.
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Vasco Pratolini: Metello

Riassunto:
Ambientato nella Firenze dei sobborghi e dei cantieri edili, Metello (1955) è un romanzo corale, una storia collettiva che narra il mondo operaio e le sue lotte sociali. L’opera rappresentò nella narrativa neorealistica lo sforzo più cosciente e notevole di imporre la fiducia nella funzione attiva, costruttiva della letteratura.
Il libro sollevò però polemiche di carattere ideologico per l’interpretazione data dall’autore dei conflitti di classe, che apparvero ai critici marxisti troppo addolciti, sia per l’ottimismo di Pratolini, sia per la sovrabbondanza del tema amoroso.
La vicenda si svolge tra il 1875 e il 1902. Metello Salani è un popolano fiorentino, che il romanziere, segue dall’adolescenza all’età adulta. Cresciuto in campagna, in una famiglia di contadini, Metello viene a lavorare a Firenze come muratore. Qui dopo i primi contatti con gli anarchici (i vecchi compagni di suo padre), aderisce al movimento socialista. Vive le prime esperienze sentimentali, di lavoro e di lotta sindacale: gli scioperi, il crumiraggio, poi la prigione.
Metello ama Ersilia, figlia di un anarchico morto sul lavoro e che per lui rinuncia all’amore del figlio del padrone. Memorabile la descrizione delle donne dei galeotti che, dal cortile del carcere, chiamano i mariti, i fidanzati, i figli: tra le donne vi è anche Ersilia.
Uscito dal carcere, Metello la sposa. Nel 1902 viene proclamato lo sciopero degli operai edili; dopo qualche settimana, diversi scioperanti cominciano a cedere, mentre Metello è distratto dall’amore per un’altra donna sposata, Idina. Alla fine, lo sciopero ha successo e il lavoro riprende; Metello viene arrestato con tutti i dirigenti sindacali, ma trova ad attenderlo nuovamente Ersilia, che lo ha perdonato.
Il romanzo è la storia della graduale maturazione interiore del protagonista. Col tempo egli acquisisce una coscienza di classe nuova, che allarga in senso più ampio i suoi orizzonti, all’inizio troppo individualistici: è questo il messaggio poetico dell’opera.
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Riassunto vita: Vasco Pratolini

Riassunto:
Nato nel 1913 a Firenze da umile famiglia (il padre era un cameriere di caffè, la madre una sarta, i nonni degli operai), in gioventù svolse vari mestieri, tra cui l’operaio e il tipografo.
Autodidatta (la sua formazione avvenne nell’ambiente dei poeti ermetici fiorentini), cominciò a pubblicare nel 1935 scritti politici sul Bargello. Nel 1938 divenne il direttore, con il poeta Alfonso Gatto, dell’importante rivista Campo di Marte. Determinante fu per lui l’incontro con Elio Vittorini, che lo aprì alle più significative esperienze letterarie straniere. Politicamente fece parte del cosiddetto fascismo di sinistra, ma durante la guerra si affiancherà alla Resistenza antifascista.
Le prime opere di Pratolini furono Il tappero verde e Via de’ Magazzini, entrambe del 1941. Nel Quartiere, del 1943, compaiono già i temi dei successivi romanzi Cronache di poveri amanti e Cronaca familiare (entrambi del 1947), ovvero gli ambienti popolari di Firenze e gli episodi dell’infanzia, trasfigurati nella memoria. Il quartiere è anche la misura ideologica tipica di pratolini: una comunità popolare intatta, caratterizzata da solidarietà e sincerità di vita.
In Cronache di poveri amanti si narra anche l’inizio del fascismo e le imprese delle squadracce contro gli oppositori. Lo stile oggettivo del Neorealismo anima Metello (1955), primo romanzo di una trilogia (dal titolo complessivo Una storia italiana) pensata come un grande affresco della società italiana dal 1875 al 1945; ne fanno parte anche i due successivi romanzi Lo scialo (1960) e Allegoria e derisione (1966). Il mantello di Natascia, del 1985, comprendente poesie e prose di epoche varie, è stato l’ultimo volume pubblicato da Pratolini prima della morte, avvenuta a Roma nel 1991.
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Traduttore latino italiano di frasi gratis online

Quando si frequentano scuole come i licei, cioè scientifico, linguistico e ovviamente classico si studia il latino. Con la riforma Gelmini, al linguistico si studia il latino solo al biennio (primi due anni) per due ore a settimana. Per qualcuno è una materia morta per altri invece è puro divertimento tradurre e non credono sia giusto criticare una materia solo per il semplice motivo che si prendono cattivi voti.

Esistono diversi siti per tradurre una frase dal latino all'italiano:

1) Google Traduttore (il più usato, ma spesso presenta errori).

2) Softonic (si deve scaricare)

3) Intertran (più un vocabolario che un traduttore)

4) Latin.it (Miglior sito che contiene quasi tutte le versioni di latino)

5) Studentville: tantissime versioni dai libri di testo.

6) Dizionario latino: affidabile dizionario latino italiano online.

7) Amazon: se dovete acquistare dizionari di latino italiano o che contengano espressioni e frase già predisposte vi consiglio di dare un'occhiata su Amazon.

Odiare il latino, imparare ad apprezzarlo e... (Anonimo)

Io il latino ho imparato ad amarlo all'università. Alle medie lo odiavo per via della professoressa, che lo usava come arma per ridicolizzare l'impreparazione di noi alunni. All'università ci ho messo due anni per capirlo, ma ne è valsa la pena. Tanto mi piace, che, scrivendo in latino, posso corrispondere via email con studenti e professori di tutto il mondo, conoscere usi e costumi di popoli distanti che abitano in posti dove forse non andrò mai di persona. A dispetto di chi dice che sia una lingua morta! Tra gli altri, ho scritto anche alla principessa del Giappone, Masako, latinista doc. Certo il latino che si fa a scuola alla lunga può annoiare, ma è un esercizo necessario per imparare una lingua parlata dalla civiltà occidentale fino a qualche secolo fa, e quindi uno straordinario strumento di indagine di una cultura
millenaria. Vi confesso che una delle mie gioie più grandi è aprire un libro antico sepolto in qualche biblioteca e mai tradotto in lingua moderna e, attraverso il latino, avere la possibilità unica di penetrare nelle sue trame segrete.

Come si fa la traduzione dal latino all'italiano?

Beh il mio consiglio è di partire dal verbo principale, controllare se sono presenti subordinate che si ricollegano al verbo principale e dopo aver analizzato i verbi guardare prima al soggetto e poi al complemento direttamente legato al verbo (sogg e compl con i vari attributi, participi ecc). Vi faccio un esempio:

1) Rosa Pulchra est:
Qui è chiarissimo che "est" si presenta come il verbo reggente, "Rosa" come il soggetto e "pulchra" come l'attributo del soggetto, da qui a tradurre "la rosa è bella" potrebbe passarci al massimo un'occhiata al dizionario

Chiaramente altro punto fondamentale è conoscere a menadito la grammatica studiato, i verbi, le declinazioni, strutture, sintassi dei casi ecc ecc

2)Die Dicta legati reverterunt:
il verbo reggente è chiaramente "reverterunt", che regge il soggetto "legati" (lo si capisce bene dal fatto che legati è plurale così come il verbo). "Die" è un sostantivo in caso ablativo di 5 declinazione, che significa "giorno" e che può rappresentare diversi complementi, che chiaramente vanno saputo grazie alla grammatica, in questo caso si lega al participio perfetto "dicta" ed esprime un complemento di tempo: "nel giorno fissato (die dicta) gli ambasciatori (legati) tornarono (reverterunt)

3)Cum Hannibal Capuam, in qua Romanus exercitus erat, obsideret, Paeligne cohortis preafectus, vexillum trans vallum proiecit. [Valerio Massimo]
Questa frase è più complessa delle precedenti, allora cerchiamo di individuare il verbo principale che dev'essere all'indicativo, ne abbiamo due "erat" e "proiecit": il verbo "erat" però fa chiaramente parte (in qua [qua è pronome relativo "nella quale"]) di una relativa, dunque il verbo principale è "proiecit" (lanciò). Chi è il soggetto di proiecit? Abbiamo tre elementi in nominativo: Hannibal, exercitua e Preafectus, quale dei 3 è il soggetto della principale, beh, non è molto difficile da capire, Hannibal è il soggetto della preposizione introdotta dal "cum" e conclusa da "obsideret" (cum + congiuntivo, una struttura che se non hai ancora studiato, studierai), "exercitus" è ancora il soggetto della relativa, dunque rimane "preafectus" che ha assegnati un genitivo attributato "cohortis prealigne" dunque lo possiamo tradurre "il prefetto della corte Preligna". Analizziamo dunque la principale: il prefetto della corte preligna lanciò (proiecit) cosa? "vexillum" il vessillo dove? trans Punicum vallum (trans + accusativo= oltre) oltre il muro Punico.
Cum + congiuntivo lo traduciamo o con una causale o con una temporale, in questo caso stanno bene tutte due: Poiché/quando Annibale (Hannibal soggetto della subordinata con "cum") obsideret, cioè "assediava", verbo della subordinata, "Capuam" (Capua), complemento oggetto della sub. "In qua" (nella quale, introduzione della relativa) "erat" (c'era, verbo della relativa) "exercitus romanus" (soggetto della relativa).
ora che abbiamo analizzato tutta la frase e i rispettivi significati (da cercare sul dizionario) andiamo alla traduzione definitiva:
"Quando Annibale assediava Capua, nella quale c'era l'esercito Romano, il prefetto della corte Preligna lanciò il vessillo oltre il muro punico."

Dunque per sintetizzare il tutto, per tradurre serve:
  1. il dizionario (ovvio xD)
  2. conoscenza della grammatica
  3. cercare il verbo reggente ed eventuali verbi subordinati
  4. cercare i soggetti
  5. analizzare i complementi e le costruzioni che si ritrovano nella frase
  6. tradurre.
Avendo fatto questa domanda suppongo che tu ancora sia ai primi stadi di traduzione, dove le frasi si limitano ad essere tipo "in villam matrona erat cum ancillis" = nella villa (in+acc) c'era (erat) la matrona (matrona (sogg)) con le ancelle (cum + ablativo). Però è bene inziare fin da subito ad analizzare il periodo nella giusta maniera, cosicchè quando si complicheranno tu avrai già il giusto andazzo.


Altre frasi già tradotte dal latino all'italiano.

1. In pulchra atque magna villa puellarum causas domina audiet et veniam audaciae cum clementia dabit.
In una bella e grande villa la padrona ascolterà le ragioni delle ancelle e darà venia all'audacia con clemenza

2. Marcella superbia sua ab amicis reliquetur
Marcella per la sua superbia sarà abbandonata dagli amici

3. Multar capellae et agnae luparum aquilarumque praeda erunt
Molte capre e agnelli saranno prede dei lupi e aquile

4. Nec divitis movebimur neque tyrannomur verbis vincemur
Non saremo mossi dalle ricchezze nè vinti dalle parole dei tiranni

5. Silvarum umbrae agricolarum somnum tenebunt
Le ombre dei boschi conserveranno il sonno dei contadini
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La luna e i falò Capitolo 9

Dei trentadue brevi capitoletti di cui si compone il libro questo è il nono che dà il titolo al romanzo. Come gli altri, esso presenta alla base un livello realistico (le Langhe, la terra, il lavoro dei contadini), nel quale il livello psicologico (il recupero del passato, la poesia del paesaggio e i ricordi dell'infanzia) si intreccia, in un complesso gioco d'incastri, con elementi di natura sociologica e politica, che emergono dal dialogo di Anguilla con l'amico Nuto.

Temi: il ritorno ai luoghi dell'infanzia, la nostalgia del passato e il bisogno di radici, la necessità del progresso e l'eredità delle tradizioni, la voglia di andare e l'esigenza di rimanere per migliorare le cose.
Anno: 1950.

Analisi del testo
L'inizio del capitolo ci presenta il commiato di Anguilla dal Cavaliere (il loro colloquio si è svolto nel capitolo precedente) e le riflessioni solitarie del protagonista, immerso nel paesaggio della sua infanzia.
Il seguito presenta il dialogo tra Anguilla e Cinto sui falò: la tradizione vuole che siano accesi in campagna la notte di san Giovanni (24 giugno), forse per far piovere, o forse per ingrassare la terra. Segue un intermezzo sul ragazzo (Cinto) che ascolta con interesse i racconti di Anguilla sul porto di Genova e sulle navi.
La parte centrale del capitolo è occupata da un nuovo dialogo, questa volta tra Anguilla e l'amico d'infanzia Nuto. Quest'ultimo si oppone al tentativo di Anguilla di svegliare Cinto, parlandogli di nuovi orizzonti: chi nasce povero, dice Nuto, deve rassegnarsi alla propria condizione. I due amici rievocano poi la Mora, la grande fattoria in cui crebbero da ragazzi e che fu per loro un'autentica scuola di vita. Ma Nuto è turbato a ricordare la Mora e coloro che l'abitavano (in particolare le ragazze). Perciò sposta il discorso sui falò e sull'altra credenza contadina della luna e del suo influsso sui lavori agricoli.
Nella chiusa Anguilla osserva, come in una larga panoramica, tutto il paesaggio circostante, che gli suscita un'intensa nostalgia del passato (mi misero voglia di essere ancora in quella vigna della Mora, sotto la vendemmia, e veder arrivare le figlie del sor Matteo col cestino). Da qui scaturisce la conclusione: in nessun posto come qui, nelle Langhe, egli può sentirsi veramente a casa.

Il significato del testo
Sono tre i temi salienti del testo, affidati ai diversi momenti in cui si sviluppa la narrazione.
Nel dialogo tra Anguilla e Cinto emerge il motivo del partire, del conoscere il mondo che pulsa al di là delle Langhe: Anguilla vorrebbe trasmettere la propria esperienza al ragazzino storpio e sfortunato in cui rivede se stesso bambino; Nuto invece vuole rimanere nella propria terra per migliorare le cose vivendoci. Egli è però una figura singolare, diviso com'è tra accettazione della realtà e voglia di lottare, anche politicamente, per riscattare le sofferenze sociali.
Un secondo tema, incarnato dai falò accesi nelle campagne e dalla luna, e quello delle persistenti tradizioni del mondo contadino. Anguilla non ci crede più: egli è l'uomo che ha conosciuto il mondo, l'individuo intellettuale, e da questo punto di vista sembra essere la controfigura dell'autore; l'amico Nuto, invece, ci crede ancora. Pur essendo attivo sul piano della lotta politica, Nuto crede alle tradizioni come segno di appartenenza al mondo della campagna e alla sua mentalità secolare. Egli, in tal modo, insegna ad Anguilla che molto deve cambiare, ma non tutto.
Nel monologo interiore finale di Anguilla emerge il terzo tema, quello della nostalgia verso la propria terra: guardando le vigne, le case, gli alberi delle sue colline, Anguilla si accorge di aver conosciuto la storia della luna e dei falò; in altre parole, è ciò che si impara fin dall'infanzia a costituire ciò in cui si crede. La luna e i falò incarnano la vita e la mentalità campagnola: tornarci, per il protagonista, significa recuperare una dimensione di sé che era andata perduta e di cui egli non può fare a meno.

Analisi dettagliata
Il testo presenta una serie di elementi interessanti a livello psicologico:
  • il tema del viaggio e quindi della scoperta del mondo;
  • la memoria dell'infanzia;
  • gli affetti del protagonista (la paternità mancata e il motivo amoroso);
  • il rapporto affettivo con il paesaggio (già all'inizio del passo le colline sono paragonate a schiene).

Nel testo è vivo anche un livello di significato di tipo sociale e politico, affidato a due elementi:
  • alcune notazioni riguardano la miseria e le ingiustizie che gravano sul mondo contadino;
  • nel corso del capitolo emerge anche la prospettiva politica, legata alla figura di Nuto.

L'intreccio delle due dimensioni (quella realistica e quella psicologica) si coglie nel particolare valore attribuito alla terra: essa è da una parte l'ambiente della fatica contadina, il simbolo della concretezza e della necessità per l'uomo di radicamento nel corpo sociale; ma gli altri momenti è vista (specialmente da Anguilla) anche come un luogo fiabesco, idilliaco.
Consideriamo ora il simbolo della luna: quella di Pavese è una luna antieroica, quotidiana, sottoposta a obblighi connessi con attività materiali, come innestare, far legna.
Il protagonista sostiene che bisogna partire per poter cambiare. Nuto invece afferma che L'America è già qui.


Linguaggio Linguistico
Il linguaggio del romanzo appare semplice e antiletterario; in realtà Pavese ha operato un profondo lavorio stilistico, per giungere a una prosa vicina al parlato e quindi alla realtà. Il lessico e i costrutti sintattici stendono sulla pagina una patina dialettale.

L'autore ricorre all'uso sistematico di due elementi, attinti dall'esempio della letteratura statunitense (in particolare da Hemingway):
  • le battute di dialogo, l'elemento su cui s'innerva il racconto, inframezzato spesso dal verbo dire;
  • la paratassi, cioè una sintassi costituita da frasi coordinate tra loro, disposte sullo stesso piano, così da imitare il ritmo semplice del parlato.
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Riassunto: La Luna e i Falò, Pavese

di Cesare Pavese
Riassunto:

Il romanzo fu composto nell'autunno del 1949. Protagonista è l'emigrante Anguilla (tutti lo chiamano con il suo soprannome), che parla e racconta in prima persona. Ormai quarantenne, egli fa ritorno dall'America nelle Langhe, nei luoghi dove è nato e ha trascorso la fanciullezza.
E' tornato perché, dice, un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
I contadini del posto lo scambiano però per un ricco commerciante in cerca d'una ragazza da prendere in moglie. Il passato di Anguilla riemerge a strappi, nel corso della narrazione, durante gli incontri e i colloqui che egli ha via via con diversi interlocutori. Si viene così a sapere che egli era un trovatello (bastardo), allevato in una cascina di poveri contadini; per questo essi ricevevano una piccola indennità.
Poi era stato garzone nella grande cascina della Mora, presso una famiglia ricca. Emigrato nel Nuovo Mondo, ha fatto fortuna; ora è ritornato sulle colline natali, forse in cerca della propria maturità di uomo (La maturità è tutto, ha lasciato scritto l'autore nella dedica dell'opera).
Nelle Langhe Anguilla ritrova in primo luogo il saggio e taciturno Nuto, il compagno di un tempo, che allora suonava il clarino e oggi è falegname. E' Nuto ad accompagnare l'amico in un mondo che appare uguale, ma che in realtà è molto diverso, perché la guerra lo ha trasformato.
Alla Gaminella,la fattoria dove Anguilla visse da bambino, si è insediato il Valino, un mezzadro in miseria, con il figlio Cinto, un ragazzo storpio che commuove Anguilla, perché in lui rivede se stesso bambino.
Da Nuto, Anguilla viene anche a sapere che due delle tre sorelle della Mora (Irene, Silvia e la più giovane Santa) sono morte: in particolare la bella Santina è stata uccisa perché faceva la spia per i tedeschi contro i partigiani. Il racconto si chiude sull'immagine dei falò: adesso è la Gaminella che brucia, perché il Valino impazzito, dopo aver ucciso i familiari, ha dato fuoco alla casa e si è impiccato. Solo Cinto si è salvato. In un falò simile, dice Nuto, i partigiani avevano bruciato il corpo della Santina, la ragazza dagli occhi come il cuore del papavero.
La luna e i falò riassume i motivi di fondo che caratterizzavano un po' tutta l'opera di Pavese: il realismo, il mito, la solitudine e insieme lo sforzo del comunicare. Realistica è la descrizione della guerra civile da poco finita; realistiche le polemiche contro la dittatura appena rovesciata.
Invece ha un valore simbolico-mitico il tema del ritorno, un viaggio alla ricerca delle proprie radici.
Allo stesso modo, nel romanzo, i falò sono oggetti mitici (con le superstizioni a essi collegate), ma sono anche il rogo che brucia il corpo di Santina, fucilata dai partigiani. Nell'opera, mondo esterno e io interiore s'intrecciano, fino a confondersi: forse perché, secondo Pavese dobbiamo ancora fare chiarezza dentro di noi e il nostro io.
Ciò che Anguilla scopre alla fine è il significato del racconto, è di aver smarrito per sempre il legame con il suo mondo d'un tempo, il quale gli appare, ormai, irreparabilmente mutato. Il tempo travolge ogni cosa, cancella i ricordi, l'amore; un vero ritorno non è possibile, o almeno non lo è mai come lo avevamo sognato, perché non c'è più, ad accoglierci, chi avremmo voluto che ci riconoscesse.
Il romanzo è percorso in ogni sua pagina da una struggente malinconia: nell'assieme, costituisce quasi un testamento e un addio a quella vita che Pavese stava per decidersi a lasciare tragicamente. Per l'autore, forse è la morte il vero ritorno, l'unica maturità per lui possibile.
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Cesare Pavese Riassunto Breve

Riassunto:
Nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe del Cuneese, dove il padre, cancelliere al Tribunale di Torino, aveva un podere. Qui trascorse le vacanze estive fino al 1916, quando la famiglia dovette vendere la proprietà. A Torino frequentò prima l'Istituto Sociale dei padri gesuiti, poi il prestigioso liceo D'Azeglio, dove fu allievo di Augusto Monti, intellettuale antifascista. Qui conobbe anche il futuro editore Giulio Einaudi.
Laureatosi in lettere (1930) con una tesi sul poeta americano Whitman, insegnò saltuariamente in diverse città piemontesi e anche al D'Azeglio. Assieme all'amico Leone Ginzburg collaborò alla rivista La Cultura, chiusa però al regime nel 1935. L'antifascismo gli valse una condanna a tre anni (poi ridotti a uno): nel 1936 fu confinato a Brancaleone Calabro (RC). Sempre nel 1936 esordì da poeta con i versi di Lavorare stanca, e cominciò a collaborare per Einaudi, traducendo autori statunitensi e inglesi (Melville, Dos Passos, Dickens, Defoe, Joyce).
Nel 1941 pubblicò il romanzo Paesi tuoi. Durante la guerra rimase in clandestinità. Dal 1945 lavorò come consulente editoriale di Einaudi. Tra i nuovi autori italiani scoprì Italo Calvino, che grazie a Pavese poté pubblicare Il sentiero dei nidi di ragno (1947).
Per ragioni morali e umanitarie, più che ideologiche, s'iscrisse al Pci. Collaborò con il quotidiano L'unità (organo del Pci), con diversi articoli sul ruolo dell'intellettuale e sui rapporti letteratura-società. Pavese però non accettava la linea ufficiale del partito, ne riuscì mai a superare la chiusura in se stesso, l'insoddisfazione, l'amarezza che lo caratterizzavano.
Nascevano intanto le sue opere migliori: del 1946 è il volume di racconti Feria d'agosto; del 1947 il romanzo Il compagno e i Dialoghi con Leucò, raffinate prose filosofiche alla maniera di Leopardi. Nel 1949 uscirono i tre racconti di La bella estate (premio Strega 1950) e il volume Prima che il gallo canti, che comprende i due romanzi brevi: Il carcere e La casa in collina. Il capolavoro di Pavese, il romanzo La luna e i falò, uscì nell'aprile del 1950, pochi mesi prima del suicidio dell'autore, avvenuto in un'anonima camera d'albergo a Torino. Postumi usciranno la raccolta di versi Verrà la morte e avrai i tuoi occhi e il toccante diario Il mestiere di vivere.
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Radio per ascoltare le partite di calcio online

Radio

Vi piace il calcio? Non avete un abbonamento Sky, Dazn, Amazon Prime o Mediaset Premium? Avete una connessione internet lenta che non vi permette di guardare una partita in streaming senza che il video si blocchi? E allora dovrete assolutamente correre ai ripari!



Radio partite online

Un noto proverbio dice che "chi si accontenta gode", pertanto vi presentiamo una valida alternativa per restare sempre aggiornati sulle partite di calcio in modo completamente gratuito: la radio. Una radio famosa italiana per ascoltare le partite di Serie A, Champions League, e della nazionale. È un servizio gratuito della Rai, nello specifico il canale è chiamato Rai Radio 1 Sport, ed è la prima rete radiofonica della RAI, diretta dal Giornale Radio Rai. La programmazione viene trasmessa dal Centro di Produzione RAI di Saxa Rubra a Roma. Se invece cercavate frequenze diverse dovrete consultare l'archivio di Wikipedia.

Per ascoltare la Radio delle Partite sincronizzatevi 2 minuti prima che inizia la partita sul sito Rai per poter ascoltare la radiocronaca in diretta. Per funzionare non è necessario alcun particolare programma, solamente una normale connessione internet.


Cosa fare quando la partita non è disponibile?

Può capitare che Radio 1 non trasmetta la partita desiderata perché ce ne sono più di una allo stesso orario: in questo caso dovrete pazientare finché non parlano anche della partita da voi cercata, dato che verranno prese in considerazione tutte, con maggiore attenzione sui big match. Nel caso in cui non trovate alcuna partita, bensì qualche trasmissione politica o qualche altro programma che non può interessare a un tifoso nello stesso orario della partita, dovrete attendere qualche secondo, perché potreste essere capitati nel momento GR1 che dura qualche minuto e si occupa delle informazioni principali.

Le radio ufficiali per squadra (disposte in ordine alfabetico):
Squadra Canale radio
Radio partite Radio 1
Atalanta Radio Alta
Bologna Radio Bruno
Cagliari Radiolina
Catania Radio Cuore
Chievo Verona Radio Verona
Fiorentina Lady Radio o Radio Bruno
Genoa Radio Nostalgia
Inter Topcalcio
Juventus Topcalcio
Lazio Radio Sei
Milan Topcalcio o Radio Rossonera
Napoli Kiss Kiss Napoli o Radio Marte
Palermo RGS
Parma Radio Bruno
Pescara Radio Delta 1
Roma Tele Radio Stereo o Roma Radio
Sampdoria Radio19
Siena Radio Siena
Torino Radio Nostalgia
Udinese Easy Network


Su 7Gold è presente la videocronaca di tutte le partite, un'ottima alternativa a Radio1.

Se proprio la partita continua a non esserci nemmeno nelle altre radio proposte, provate a cercare sui siti di calcio streaming.




Domande &  Risposte
Dove posso ascoltare le partite alla radio?
La migliore radio per ascoltare le partite è Rai Radio 1 Sport.
Ci sono altre radio per la radiocronaca delle partite?
Puoi ascoltare la radiocronaca delle partite anche su: Radio Bruno, Radio Sei, Radiolina, Lady Radio.
Si può ascoltare la Radio su computer e smartphone?
Le radio delle partite si trovano nei rispettivi siti, ogni squadra ha la sua radio dedicata.
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Contratto di Deposito

Il deposito è un contratto reale dove troviamo 2 parti, il depositario cioè colui che riceve la cosa con l'obbligo di custodirla e dall'altra parte il depositante che può far valere il suo diritto previo versamento di una somma di denaro che prende il nome di compenso per la custodia

Si distingue in:
1. Deposito regolare in questo caso il depositario ha l'obbligo di conservare le cose con la diligenza del buon padre di famiglia, non può utilizzarlo e deve restituirla non appena il depositante la richiede, il depositario è responsabile in caso di perimento, di distruzione a meno che non prova che la perdita della detenzione, previa denuncia immediata dei fatti risulta dovuta o ad un fatto a lui imputabile.

2. Deposito irregolare in questo caso il depositario ne acquista la proprietà della cosa, però ha l'obbligo alla scadenza o quando il depositante ne faccia richiesta di restituire cose della stessa specie come il deposito bancario.

In tal caso abbiamo un duplice effetto reale in senso inverso, perché produce un duplice trasferimento di proprietà prima del depositante al depositario e poi alla scadenza del depositario al depositante (banche).
Oltre ad una funzione di custodia per colui che la esegue svolge una funzione di finanziamento per colui che la riceve può disporre della somma di denaro o delle cose fungibili che gli vengono consegnate con l'obbligo di restituirle in futuro in egual qualità e entità. pertanto il compenso è dovuto dal depositante ma dal depositario.

Deposito in albergo
Figura particolare di deposito caratterizzata dal fatto che il depositario è necessariamente un imprenditore commerciale, ricorre nel caso di deposito in albergo o in locali assimilati, si tratta di un'ipotesi tipica di responsabilità oggettiva in quanto l'albergatore è responsabile, anche quando da parte sua non vi sia stata alcuna colpa, per il rischio d'impresa che assumi. In caso di deterioramento, distruzione o sottrazioni  delle cose del cliente l'albergatole è tenuto a risarcire i danni a meno che non provi che sono dovuti a un fatto stesso del cliente (o di altri) o a causa di forza maggiore o alla natura della cosa.
L'albergatore è responsabile in generale per le conservazioni delle cose che sono state portate dal cliente ma per non esporlo a rischi di ingenti risarcimenti, la sua responsabilità è limitata ad una somma massima pari a 100 volte il prezzo giornaliero dell'alloggio.

Deposito dei magazzini generali
I magazzini generali sono imprese gestite sotto C.C.I.A.A e offrono ai clienti un servizio alla conservazione delle merci in locali appositamente attrezzati. Ne rispondono per l'eventuale perdita o calo, avaria delle merci depositate a meno che non provino che si è dovuto ad un caso furtivo.
Colui che ha depositato la cosa presso i magazzini generali può chiedere dei documenti rappresentativi di mesi che perdono il nome di fede di deposito con allegata la nota di pegno.
Se vengono trasferiti sia la fede di deposito che la nota di pegno il titolare di questi documenti diviene proprietario della merce e si ottiene il deposito di consegna. se viene trasferita solo la nota di pegno acquista un deposito reale di garanzia sulla cosa depositata e viene trascritta sia per l'ammontare del credito indicato sulla rata e trascritta su fede deposito; nel caso in cui viene trasferita solo la fede di deposito vuol dire che la merce non è libera.

Commissioni o spedizioni
Sono contratti di mandato che hanno per oggetto il compimento di atti giuridici infatti nel contratto non c'è né prestazione di servizi di cose commerciali il commissionario compie atti giuridici consistenti nella compravendita di merci in nome proprio ma per conto del committente,
se il commissionario spetta l'obbligo di garantire il buon fine dell'operazione spetta un compenso aggiuntivo che prende il nome di star del credere.

Contratto di spedizione
L'oggetto del contratto è compiere atti giuridici consistenti nello stipulare contratto di trasporto in nome proprio ma per conto di colui che gli ha conferito l'incarico.

Contratto di agenzia 
L'agente di commissione di commissione si occupa a promuovere la conclusione di uno o più affari per conto e nome dell'imprenditore.
La stabilità dell'incarico sta a significare che si tratta di un contratto di durata nel tempo, mentre l'esclusività sta a significare  che in una determinata zona la promozione degli affari spetta solo a quell'agente a cui è stato affidato il diritto di esclusiva.

La durata del contratto può essere a tempo indeterminato e le parti possono recedere contratto con un preavviso di un mese nel 1° anno, di 2° nel secondo, e via dicendo via fino al VI, dal settimo in poi è sei mesi.
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