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Neorealismo in Sintesi

Sintesi:
Il Neorealismo nasce da una reazione morale alle difficili condizioni dell'Italia del 1945, uscita da una guerra rovinosa e alle prese con i problemi drammatici della ricostruzione. Gli intellettuali sentono di doversi assumere un ruolo più attivo e influente rispetto alla tradizionale letteratura consolatoria, secondo la definizione di Elio Vittorini.
Proprio quest'ultimo, dalle colonne della sua rivista Il Politecnico, patrocina il dovere dell'impegno dell'intellettuale nella società; un impegno sostenuto dall'ideologia marxista (nella linea di Gramsci). Ciò porta, sul piano letterario, a rinnovare forme e contenuti. Gli scrittori neorealisti assumono temi vicini alla realtà, cercano un linguaggio comprensibile al grande pubblico e si sforzano di comunicare messaggi positivi. Il rischio però è quello di ridurre l'arte e passivo rispecchiamento della realtà, anziché valorizzata come reinvenzione, in chiave critica, del mondo esistente.

Gli autori e le opere
Fu il romanzo il genere più praticato dal Neorealismo, secondo quattro filoni tematici principali.
Due si legano alle recenti esperienze della guerra e della Resistenza al nazifascismo: tra gli interpreti principali, ricordiamo Primo Levi con i suoi memoriali sulla persecuzione antiebraica, Pavese con il romanzo La casa in collina, infine i romanzi di Fenoglio sulla Resistenza. Gli altri due filoni si collegano al meridionalismo (spiccano i nomi di Brancati, Carlo Levi e Jovine) e al populismo. In quest'ultimo ambito si segnalano Pratolini e alcune opere di Moravia e Pasolini.



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