di Beppe Fenoglio
Riassunto:
Il romanzo, scritto nel 1960 e rimasto incompiuto, fu ritrovato dal critico Lorenzo Mondo e pubblicato nell'aprile 1963, due mesi dopo la morte di Fenoglio, in un volume che, sotto il titolo Un giorno di fuoco, comprendeva anche undici prose brevi di argomento resistenziale e contadino, di cui sei già ordinate dall'autore per la pubblicazione.
Il giovane partigiano Milton, pur partecipando alla tragedia privata, la fine cioè di un amore. I due piani del racconto s'intrecciano a ogni passo: come un moderno cavaliere errante, Milton si lancia in cerca dell'amata Fulvia, fra battaglie e viaggi avventurosi, sullo sfondo delle colline intorno ad Alba, dove si aggirano soldati e bande di partigiani, fascisti e irregolari.
Durante una ricognizione, si offre a Milton la possibilità di rivedere la villa dove, sino a pochi mesi prima abitava Fulvia. La vecchia custode gli rivela che negli ultimi tempi, prima di allontanarsi dalla villa, la ragazza aveva frequentato con assiduità un giovane, Giorgio, amico del protagonista: egli pure partigiano, anche se in una diversa formazione. Queste parole gettano Milton nell'angoscia: di Fulvia egli ha assoluto bisogno, per poter continuare a sfidare la morte.
Per conoscere la verità, vorrebbe recarsi da Giorgio; apprende però che i fascisti lo hanno catturato il giorno precedente e allora, dopo molti tentativi, riesce a prendere uno di loro in ostaggio: lo scopo è scambiarlo con l'amico-rivale; ma il prigioniero tenta la fuga e Milton deve sopprimerlo. Cerca allora di ritornare, da solo, alla villa di Fulvia, per interrogare nuovamente la custode sui rapporti tra i due giovani. Poco lontano dalla casa viene intercettato da una formazione fascista.
Qui la narrazione si arresta. Forse l'autore voleva proseguire con lo scambio e la liberazione di Giorgio; da altri frammenti risulterebbe la morte di Milton.
Riassunto:
Il romanzo, scritto nel 1960 e rimasto incompiuto, fu ritrovato dal critico Lorenzo Mondo e pubblicato nell'aprile 1963, due mesi dopo la morte di Fenoglio, in un volume che, sotto il titolo Un giorno di fuoco, comprendeva anche undici prose brevi di argomento resistenziale e contadino, di cui sei già ordinate dall'autore per la pubblicazione.
Il giovane partigiano Milton, pur partecipando alla tragedia privata, la fine cioè di un amore. I due piani del racconto s'intrecciano a ogni passo: come un moderno cavaliere errante, Milton si lancia in cerca dell'amata Fulvia, fra battaglie e viaggi avventurosi, sullo sfondo delle colline intorno ad Alba, dove si aggirano soldati e bande di partigiani, fascisti e irregolari.
Durante una ricognizione, si offre a Milton la possibilità di rivedere la villa dove, sino a pochi mesi prima abitava Fulvia. La vecchia custode gli rivela che negli ultimi tempi, prima di allontanarsi dalla villa, la ragazza aveva frequentato con assiduità un giovane, Giorgio, amico del protagonista: egli pure partigiano, anche se in una diversa formazione. Queste parole gettano Milton nell'angoscia: di Fulvia egli ha assoluto bisogno, per poter continuare a sfidare la morte.
Per conoscere la verità, vorrebbe recarsi da Giorgio; apprende però che i fascisti lo hanno catturato il giorno precedente e allora, dopo molti tentativi, riesce a prendere uno di loro in ostaggio: lo scopo è scambiarlo con l'amico-rivale; ma il prigioniero tenta la fuga e Milton deve sopprimerlo. Cerca allora di ritornare, da solo, alla villa di Fulvia, per interrogare nuovamente la custode sui rapporti tra i due giovani. Poco lontano dalla casa viene intercettato da una formazione fascista.
Qui la narrazione si arresta. Forse l'autore voleva proseguire con lo scambio e la liberazione di Giorgio; da altri frammenti risulterebbe la morte di Milton.