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Riassunto: Lo stivale ingioiellato, Calvino


Lo stivale ingioiellato è una fiaba scritta da Italo Calvino, appartenente alla raccolta "Fiabe italiane", il cui titolo completo è "Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti".
Fa parte della tradizione popolare italiana, in questo caso della Sicilia, ma come avverte lo stesso Calvino nella prefazione della raccolta, le fiabe non hanno patria perché si tratta di vicende che possono essere raccontate in ogni parte del mondo.





Riassunto:

Don Giuseppe è un uomo rimasto orfano in giovane età, che vive assieme alla sorella a cui è molto legato. Essendo una persona istruita riesce a trovare lavoro alla Corte del re di Portogallo, scrive così bene che il re decide di prenderlo come segretario. Anche il re di Spagna che si è visto arrivare lettere così ben scritte se ne è subito innamorato e, potendo contare sull'amicizia del re di Portogallo, decide di portarselo con sé. Don Giuseppe deve a malincuore partire e, per non sentire la mancanza della sorella decide di portarsi un suo ritratto. Il re di Spagna è orgoglioso di avere un segretario così bravo e tutto per sé, e tutti questi elogi finiscono per far ingelosire gli uomini di corte.
Uno di questi, il Bracciere, confida al re di aver visto Don Giuseppe baciare e piangere un ritratto. Quando il re va da Don Giuseppe per avere spiegazioni, questi si difende dicendo che è sua sorella, mentre il Bracciere lo fa innervosire dicendogli che lui quella donna la conosce molto bene perché ci ha dormito assieme. Inizia così una furiosa lite tra Don Giuseppe e il Bracciere a cui il re pone fine imponendo un tempo massimo al Bracciere per trovare una prova affinché dimostri la sua conoscenza: se sarà vero taglierà la testa a Don Giuseppe, altrimenti sarà il Bracciere a dover morire.
Il Bracciere comincia a far domande sulla ragazza e viene a sapere solo che è bellissima e che non esce mai di casa. Rassegnato al suo destino riceve aiuto da una vecchietta che con l'inganno riesce a procurargli tre piccoli peli d'oro dalla spalla della sorella di Don Giuseppe, ovvero la prova che stava cercando. Il re allora punisce Don Giuseppe con un mese di prigione e poi con la condanna a morte. Questi scrive una lettera alla sorella raccontandole come sono andati i fatti. Dispiaciuta per il terribile equivoco in cui è andato a finire cerca e trova un modo per salvarlo: vende tutte le proprietà terriere, si fa costruire un bel stivale d'oro ricoperto di gioielli e vestita da lutto parte per la Spagna. Quando raggiunge il luogo dell'esecuzione, la donna, inizia a gridare che il Bracciere, dopo aver dormito con lei, le ha rubato l'altro prezioso stivale. Il Bracciere cade scioccamente nel suo stesso gioco e per discolparsi nega di essere stato l'autore di tale furto perché non l'ha mai vista prima d'ora. A quel punto la donna rivela di essere la sorella di Don Giuseppe e che affermando di non averla vista prima non avrebbe potuto averci dormito assieme, pertanto il suo caro fratello è stato accusato ingiustamente. A poco servono le suppliche di perdono da parte del Bracciere, infatti il re, una volta capite la situazione, fa liberare Don Giuseppe e, al suo posto fa tagliare la testa al Bracciere. Poi affascinato da una ragazza così bella e intelligente, la prende in sposa.


Analisi del testo

La struttura del testo è tipica della fiaba, infatti l'equilibrio iniziale, dove Don Giuseppe e la sorella vivono in modo tranquillo e armonioso, viene stravolto da un evento imprevisto, che è la partenza di Don Giuseppe per la Spagna. I due protagonisti riescono a superare le difficoltà e l'inganno dell'antagonista, che ne esce sconfitto da questa storia... mentre loro vengono "premiati" e per questo c'è il lieto fine.

Ha uno stile semplice, che conserva tracce della tradizione orale da cui proviene il testo (per esempio le espressioni sorellina mia, le cose stanno così e così… la sua faccia non l’ha mai vista neanche un grillo…).

Lo spazio è presentato in modo generico: i nomi dei luoghi sono reali ma servono solo a farne capire la distanza, lo spostamento.

Il tema dominante è quello della "donna", ritenuta onesta e perbene solo se si adegua alla condizione di non uscire di casa. Anche una menzogna, come quella detta dal Bracciere, basta per rovinarle la reputazione. Ma la donna di questa fiaba è una tipa tosta, non solo riesce a salvare il fratello, ma si sposa pure il Re...


Personaggi


Protagonisti: Don Giuseppe e la sorella, ovvero la vittima e l'eroina.

Antagonista: il Bracciere (era colui che porgeva il braccio alla dama durante il passeggio).

Altri personaggi: il Re (neutrale) e la vecchietta (aiutante dell'antagonista).



Commento

Di solito le donne sono raffigurate nelle fiabe come personaggi deboli e indifesi, che trovandosi in pericolo, dovranno essere salvate da un uomo forte e coraggioso. Stavolta i ruoli sono invertiti: Don Giuseppe è quello che deve essere salvato e la sorella, l'eroina. Chi la fa l'aspetti...
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Frasi e aforismi sulla bicicletta


La bicicletta, comunemente chiamata anche bici, è un veicolo azionato dalla forza muscolare delle gambe, nonostante questo può raggiungere anche velocità di 100 km/h. L'inventore della bici è il tedesco Karl Drais, il primo modello aveva due ruote e un manubrio ma andava a spinta e si frenava usando i piedi.
Nulla come la bicicletta dona un senso di libertà e umanità: questo incredibile mezzo a due ruote permette di vivere a ritmi sostenibili, di esplorare, di raggiungere luoghi impensabili. Si dice che andare in bici non si scorda mai, perché è un esperienza del tutto nuova quella di mantenersi in equilibrio su un mezzo di trasporto e, anche a distanza di anni riesce sempre a regalare immense emozioni.

In questa pagina trovate una raccolta di frasi, aforismi e citazioni sulla bicicletta, per persone che adorano andare in bici e, preferiscono spostarsi pedalando almeno fino a quando tempo e forze lo permettono.

1) Le persone sono come le biciclette: riescono a mantenere l'equilibrio solo se continuano a muoversi. (Albert Einstein)

2) Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza. (Herbert George Wells)

3) Adoro andare in bicicletta, vedo cose che altrimenti non avrei mai visto. Le vie hanno doppi sensi anche dove ce n’è uno solo. (Stephen Littleword)

4) La bicicletta è bella per quello che ti può dare. Ti fa stare bene, ti dà la possibilità di sentire, di parlare, di vedere il mondo da un’altra angolazione. La bicicletta ti fa tornare indietro nel tempo. Ti fa tornare ragazzo. (Davide Cassani)

5) La vita è come la bicicletta; sta su perché va. (Anselmo Bucci)

6) La vita è come una bicicletta con dieci velocità. La maggior parte di noi ha marce che non userà mai. (Charles M. Schulz)

7) La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere – non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri – insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi. (Ivan Basso)

8) La bicicletta è l’immagine visibile del vento. (Cesare Angelini)

9) La bicicletta è il mezzo di trasporto più civile che l’uomo conosca. Altre forme di trasporto diventano ogni giorno più da incubo. Solo la bicicletta resta pura di cuore. (Iris Murdoch)

10) Il peggior nemico delle biciclette non sono le automobili, sono i pregiudizi. (Margot Wallström)

11) Quella della bici, è l'unica catena che ci rende liberi. (Vincenzo De Felice)

12) Praticare la cyclette, è come fare surf in una Jacuzzi. (Didier Tronchet)

13) La parte più dura dell'allevare un bambino è insegnargli ad andare in bicicletta. Un bambino traballante sulla bicicletta per la prima volta ha bisogno sia di sostegno che di libertà. Rendersi conto che questo è ciò di cui avrà sempre bisogno il bambino può essere un brutto colpo. (Sloan Wilson)

14) Dall’alto della bicicletta, il mondo è diverso. Innanzi tutto, proprio grazie all’innalzamento del punto di vista il ciclista è indiscutibilmente, fuori dalla mischia. Busto eretto, mento in alto, il ciclista fluttua al di sopra della moltitudine, senza disprezzo, ma senza nemmeno curarsi delle desolanti contingenze della terraferma. (Didier Tronchet)

15) La bicicletta siamo noi, che vinciamo lo spazio e il tempo: soli, senza nemmeno il contatto con la terra che le nostre ruote sfiorano appena. (Alfredo Oriani)

16) La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano: essa riduce al minimo il contatto con la terra, e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare. (Mauro Parrini)

17) Il paradiso in terra non esiste, ma chi va in bicicletta ci arriverà comunque. (Mauro Parrini)

18) Due amanti in bicicletta non attraversano la città, la trapassano come una nuvola, su pedali di vento. (Didier Tronchet)

19) L’idea di una città in cui prevale la bicicletta non è pura fantasia. (Marc Augé)

20) Non si smette di pedalare quando si invecchia, si invecchia quando si smette di pedalare. (Anonimo)

21) La bicicletta è bella per quello che ti può dare. Ti fa stare bene, ti dà la possibilità di sentire, di parlare, di vedere il mondo da un’altra angolazione. La bicicletta ti fa tornare indietro nel tempo. Ti fa tornare ragazzo. (Davide Cassani)

22) Perché a tutti i bambini piace la bicicletta? Perché il primo set di ruote rappresenta la liberazione e l'indipendenza. Una bicicletta è libertà di vagare, senza regole, senza adulti. (Lance Armstrong)

23) La simpatia che ispira la bicicletta deriva anche dal fatto che nessuna invasione è stata fatta in bicicletta. (Didier Tronchet)

33) Una recente ricerca: «Andare in bici frena la vecchiaia». Basta poi beccare la buca giusta o l'automobilista distratto e non arriverà mai! (VentoTagliente, Twitter)
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Differenza tra lago chiuso e lago aperto


Il lago è una distesa di acqua raccolta in una conca (buca) del terreno, senza diretta comunicazione col mare.
Il fiume è uno dei modi con cui può essere alimentato un lago e dal lago può nascere un altro fiume che scorre lungo una valle. Il fiume che entra in un lago si chiama immissario, quello che esce dal lago si chiama emissario.

Un lago è aperto quando riceve le acque da un fiume chiamato immissario e le scarica in un altro fiume, detto emissario. Il livello dell'acque varia ma rimane contenuto entro i limiti perché hanno una via di uscita. Generalmente questo tipo di laghi ha acque dolci.

Un lago è chiuso quando l'acqua del fiume entra e finisce nel lago, cioè è privo di emissari. Lo scarico delle acque avviene lentamente per evaporazione e per filtrazione, per questo possono assumere proporzioni assai più grandi, specialmente in caso di abbondanti piogge. I laghi chiusi sono comuni nelle aree steppiche e desertiche; e dato che in essi manca un regolare scorrimento dell'acqua, tutto il sale portato dai fiumi e dalle sorgenti tende ad accumularsi fino a rendere le loro acque salate.
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Tesina sull'illusione - Terza Media


Collegamenti per tesina di terza media sull'illusione, sia visiva (illusione ottica) che come stato mentale (delusione).

Letteratura:
- Il legame tra Ugo Foscolo e l'illusione.
- Pirandello: illusione e realtà.

Storia: 
- L'illusione della Germania dopo le vittorie iniziali (seconda guerra mondiale).
- L'illusione di Mussolini di far entrare l'Italia nel circolo degli Stati più potenti con l'entrata in guerra (seconda guerra mondiale).
- L'illusione della guerra lampo (prima guerra mondiale).

Inglese:
-  Il romanzo "La fattoria degli animali" (Animal Farm) di George Orwell, ha come tema l'illusione della libertà.
- Oscar Wilde, nello specifico Doryan Grey e l'illusione di poter essere felici grazie ad una buona forma estetica e quindi la promessa dell'eterna giovinezza.
- Mary Shelley, ovvero illusione dell'uomo di poter dominare la natura e sostituirsi a Dio (Frankestein che da la vita)
- Charles Dickens, tra speranza e illusione
- Virginia Woolf, confronto tra realtà e illusione
- Middle-class, voleva dare l'illusione di un Inghilterra ricca, senza problemi... mentre in realtà la classe operaia pativa la fame e la miseria.

Scienze:
- Le stelle (anticamente si credeva che si trovassero su una sfera cristallina che girava attorno alla Terra).
- La Terra (si credeva che fosse piatta, o che il Sole le ruotasse attorno).
- Offuscamento della vista.
- Il cervello, è lui che organizza e interpreta le informazioni.

Arte:
- Surrealismo, René Francois Ghislain Magritte è il maggior esponente (potete portare il suo dipinto "L'impero delle luci").
- Dalì e uno dei suoi dipinti con illusioni ottiche.
- Escher e uno dei suoi dipinti con illusioni ottiche.

Francese:
- Baudelaire

Tecnologia:
- Illusioni prospettiche

Ed. fisica:
- La resistenza fisica nella corsa, ovvero partire a razzo ed essere primi in una corsa e poi non avere più le forze necessarie per raggiungere il traguardo.
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Differenza tra immissario ed emissario


Quando in un terreno è presente una depressione (una conca) l’acqua si accumula e si forma un lago. Se un lago è collegato a un fiume, possiamo avere un immissario e/o un emissario; per non confondere i due termini, vi lascio le rispettive definizioni:

Un immissario è un corso d'acqua che da solo o assieme ad altri fa affluire l'acqua in un lago, solitamente naturale.

Un emissario è un corso d'acqua (un fiume) che esce da un lago.

Se i laghi posseggono un emissario, sono detti aperti; e in tal caso le variazioni annue di livello sono contenute entro ristretti limiti. Se manca un emissario, i laghi sono detti chiusi (o endoreici) e, possono assumere dimensioni notevoli. (es. il mar Caspio). Quest'ultimo tipo di laghi s'incontra comunemente nelle aree steppiche e desertiche; nonostante l'evaporazione e la filtrazione del terreno manca un deflusso regolare, quindi il sale portato dalle acque fluenti finisce per accumularsi gradualmente e il lago diventa salato. I laghi provvisti di emissario sono invece generalmente ad acque dolci.
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Differenza tra rubare e derubare


Rubare e derubare sono due termini che, pur essendo collegabili al furto e somiglianti nella forma, non sono sinonimi. Quindi a seconda dei casi va utilizzato l'uno o l'altro.

Rubare significa appropriarsi illecitamente di un oggetto o di un bene che appartiene ad altri. Si ruba genericamente: il portafoglio, la paga (lavorando male), l'idea, il mestiere, il cuore, il tempo, un segreto. Di conseguenza chi ruba è un ladro.

Derubare significa privare una persona, di ciò che le appartiene. Di conseguenza il derubato è colui che ha subito il furto.

La differenza tra i due verbi consiste che: si rubano le cose, si derubano le persone.


ESEMPIO:
- I ladri hanno rubato i gioielli.
- Mi hanno derubato del portafogli.
- Il derubato ha denunciato il furto.
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Poesie 25 Aprile sulla resistenza e la liberazione


Il 25 aprile è una data importante per l'Italia e gli italiani, una bella giornata di festa e di impegno. Si celebra la liberazione dalla dittatura nazifascista, per quanto sia criticata questa festa da gente che di storia ne capisce ben poco, essa rappresenta un simbolo per la storia italiana in quanto si son trovate unite persone di tutte le ideologie politiche per combattere contro un nemico comune quale il fascismo e le oppressioni da esso derivate. Un chiaro segnale di attaccamento ai valori del 25 aprile, della Resistenza, dell’antifascismo, della democrazia, della solidarietà, della pace, dell’ambiente, dei diritti... per contrastare una società basata sull'egoismo, sulla paura, sui privilegi di pochi, sull'ingiustizia ecc.

In questa pagina trovate una raccolta di poesie sulla resistenza e la liberazione, che ricordano il 25 aprile. È presente un'altra raccolta dove potete leggere le frasi e gli aforismi sul 25 aprile.


(Aprile 1945 - D. Buzzati)
Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno
qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell'aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici


(25 Aprile 1945 - Pietro Calamandrei)
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.


(25 Aprile - Giuseppe Bartali)
L’importante è non rompere lo stelo
della ginestra che protende
oltre la siepe dei giorni il suo fiore
C’é un fremito antico in noi
che credemmo nella voce del cuore
piantando alberi della libertà
sulle pietre arse e sulle croci
Oggi non osiamo alzare bandiere
alziamo solo stinti medaglieri
ricamati di timide stelle dorate
come il pudore delle primule:
noi che viviamo ancora di leggende
incise sulla pelle umiliata
dalla vigliaccheria degli immemori
Quando fummo nel sole
e la giovinezza fioriva
come il seme nella zolla
sfidammo cantando l’infinito
con un senso dell’Eterno
e con mani colme di storia
consapevoli del prezzo pagato
Sentivamo il domani sulle ferite
e un sogno impalpabile di pace
immenso come il profumo del pane
E sui monti che videro il nostro passo
colmo di lacrime e fatica
non resti dissecato
quel fiore che si nutrì di sangue
e di rugiada in un aprile stupendo
quando il mondo trattenne il respiro
davanti al vento della libertà
portato dai figli della Resistenza.


(Ad Un Partigiano Caduto - Giuseppe Bartali)
la strada che conduce
a quei giorni lontani di smeraldo
dove sostammo come creduli ragazzi
a creare coi sogni nelle vene
fantasie di speranze e di parole
fra pugni di “canaglie in armi”
Forse potrei dimenticare il giogo
che mi lega all’arco dei rimpianti
se soltanto le voci dei compagni
tornassero a cantare
come quando la vita dilagava
e tu portavi alla gioia di tutti
il tuo sorriso di fanciullo
e la forza serena dei tuoi occhi
Ma anche se il tempo non ricama
che fili d’ombra sulla memoria
e il tormento di quel assurdo giorno
quando attoniti restammo
davanti alla pietà della tua forca
è pur sempre l’ora della tua lotta
del tuo caldo vento di libertà
immenso come grembi di colombe
in volo fra fiori d’acquadiluna
Tu solo amico adesso
puoi scegliere i ritorni
e dirci ancora
col battito delle tue ali
le bellezze della vita
e le dolci innocenze della morte.


(Avevo Due Paure - Giuseppe Colzani)
La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni
Poi venne la notte del silenzio
In quel buio si scambiarono le vite
Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa
Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa
Poi spuntò l’alba
Ed era il 25 Aprile


(di Giuseppe Colzani)
Una volta che avevo diciassette anni ed ero quasi a forza partigiano
trovammo nel perlustrare una cantina due fascisti
Senza le armi son come scatole svuotate
e a noi due morti in più portavan niente
Così li aiutammo a sparire a calcinculo
Ma poi anni dopo uno lo incontrai che aveva una bambina
e mi guardò e mi disse
Ti devo la mia vita e lei
E io pensai che se avesse vinto lui la guerra
non ci saremmo stati né io né i miei due figli.


(Per il 25 Aprile Festa della Liberazione - Francesco De Gregori)
Viva l’Italia
Viva l’Italia, l’Italia liberata,
l’Italia del valzer, l’Italia del caffè.

L’Italia derubata e colpita al cuore,
viva l’Italia, l’Italia che non muore.
Viva l’Italia, presa a tradimento,
l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l’Italia, l’Italia che non ha paura.
Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare,
l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare,
l’Italia metà giardino e metà galera,
viva l’Italia, l’Italia tutta intera.
Viva l’Italia, l’Italia che lavora,
l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora,
l’Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l’Italia, l’Italia sulla luna.
Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre,
l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre,
l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l’Italia, l’Italia che resiste.


(La Resistenza e la sua luce - Pier Paolo Pasolini)
Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile:
fu stile tutta luce, memorabile coscienza
di sole. Non poté mai sfiorire,
neanche per un istante, neanche quando
l’ Europa tremò nella più morta vigilia.
Fuggimmo con le masserizie su un carro
da Casarsa a un villaggio perduto
tra rogge e viti: ed era pura luce.
Mio fratello partì, in un mattino muto
di marzo, su un treno, clandestino,
la pistola in un libro: ed era pura luce.
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino
del piano friulano: ed era pura luce.
Nella soffitta del casolare mia madre
guardava sempre perdutamente quei monti,
già conscia del destino: ed era pura luce.
Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce……

Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Poi variò: da luce diventò incerta alba,
un’alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge.
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l’alba nascente fu una luce
fuori dall’eternità dello stile….
Nella storia la giustizia fu coscienza
d’una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.


(25 Aprile - Alfonso Gatto)
La chiusa angoscia delle notti, il pianto
delle mamme annerite sulla neve
accanto ai figli uccisi, l'ululato
nel vento, nelle tenebre, dei lupi
assediati con la propria strage,
la speranza che dentro ci svegliava
oltre l'orrore le parole udite
dalla bocca fermissima dei morti
"liberate l'Italia, Curiel vuole
essere avvolto nella sua bandiera":
tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell'azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d'improvviso ci apparve in mezzo al petto.


(Io non c’ero - Eufemia Griffo)
Così voglio ricordarvi
sorridenti al sole d’aprile
una stagione di fiori
addormentati tra la neve

Tra le mani una chitarra
dalle corde senza suoni
assopiti tra i rumori
di mille anni tutti uguali

Nascosti sotto terra
il cuore senza balzi
tra voci senza voci
e lacrime incolori

E così voglio ricordare
le parole che dicevi
nelle notti di un’estate
nei tuoi occhi tanti volti
di generazioni senza sogni


(Il 25 Aprile - Giuseppe Batoli)
L'importante è non rompere lo stelo
della ginestra che protende
oltre la siepe dei giorni il suo fiore
C'é un fremito antico in noi
che credemmo nella voce del cuore
piantando alberi della libertà
sulle pietre arse e sulle croci
Oggi non osiamo alzare bandiere
alziamo solo stinti medaglieri
ricamati di timide stelle dorate
come il pudore delle primule:
noi che viviamo ancora di leggende
incise sulla pelle umiliata
dalla vigliaccheria degli immemori
Quando fummo nel sole
e la giovinezza fioriva
come il seme nella zolla
sfidammo cantando l'infinito
con un senso dell'Eterno
e con mani colme di storia
consapevoli del prezzo pagato
Sentivamo il domani sulle ferite
e un sogno impalpabile di pace
immenso come il profumo del pane
E sui monti che videro il nostro passo
colmo di lacrime e fatica
non resti dissecato
quel fiore che si nutrì di sangue
e di rugiada in un aprile stupendo
quando il mondo trattenne il respiro
davanti al vento della libertà
portato dai figli della Resistenza.


(La nonna e i tedeschi - Share and Enjoy)
Volete mangiare?
Prendete quello che volete.
Io non vi darò niente.
Cosa cercate? Vi prego
Questa stanza non l’aprite!
I miei bambini dormono lì…
Cosa fai soldato?
Perché prendi in braccio mio figlio?
Cosa vuoi fargli?
Il tedesco mi guardò
Piangeva.
Mi mostrò la foto di un bambino.
Biondo e riccio.
Bello
Sembrava il mio.


(25 aprile : Liberazione - Vera Barbini)
Ilare pe’ l’Italia è
giunto il dì de la libertà
tra l’esultanza del popolo
e il sacrificio di tanti cittadini.
Forte il valor de la
Resistenza, di gioia e
dolor la fine de la guerra,
di sangue il suol toccato
dai nostri eroi, d’amor
patrio la lotta de le
città contro lo straniero.
Di grandi gesta ancor parla
la storia ai posteri,
racconta la vita nel pianto
dei nostri anziani,
l’emozioni dei nostri bambini,
una pagina de cultura
pe’ i nostri studenti.
Liberazione, il tuo nome
grata parola nel cuor
d’ogni italiano, che è
or è nato , che or ricorda,
che or commosso dice:
quel giorno un ricordo
va ai miei genitori, nei
loro occhi sventolò il tricolore.


(Uomo del Mio Tempo - Salvatore Quasimodo)
Sei ancora quello della pietra e della fionda;
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
-t’ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“;Andiamo ai campi!”. E quell’eco fredda, tenace
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.


(Alle fronde dei salici - Salvatore Quasimodo)
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.


(La madre del partigiano - Gianni Rodari)
Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.


(25 aprile - Italo Calvino)
Forse non farò
cose importanti,
ma la storia
è fatta di piccoli gesti anonimi,
forse domani morirò,
magari prima
di quel tedesco,
ma tutte le cose che farò
prima di morire
e la mia morte stessa
saranno pezzetti di storia,
e tutti i pensieri
che sto facendo adesso
influiscono
sulla mia storia di domani,
sulla storia di domani
del genere umano.


(Per i morti della resistenza - Giuseppe Ungaretti)
Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.
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Frasi sul 25 aprile, festa della liberazione


Il 25 aprile in Italia è festa nazionale perché ricorre l'anniversario della liberazione d'Italia, (anche detto Festa della Liberazione o anniversario della Resistenza).
È un giorno molto importante sia in ambito politico che militare per il nostro Paese: si festeggia la vittoriosa lotta di resistenza attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale. I partigiani erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente, ognuno con i propri mezzi, per ottenere in patria la democrazia e il rispetto della libertà individuale e l'uguaglianza. Il 25 aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città italiane (Milano, Torino, Genova...) liberandole dal regime nazi-fascista, segnando così la fine della guerra che ha oppresso l'Italia e l'intero mondo.

In questa pagina trovate una raccolta di frasi, aforismi e citazioni sulla resistenza e la liberazione, incentrate sulla democrazia e sui valori di libertà e di pace.


Le frasi

L'unione di uno Stato è data da quanto ogni cittadino si senta parte di esso. Mai come in questo giorno ricordiamo che: l'unione fa la forza. Che questo 25 aprile rafforzi in tutti noi questa consapevolezza. (Anonimo)

Un popolo ha la libertà per cui è disposto a lottare. (Stephen Littleword)

Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. (Antonio Gramsci)

Oggi, in questa ricorrenza storica del 25 aprile, nel cuore di ognuno di noi un solo battito: "Uniti supereremo tutte le avversità!" (Anonimo)

La libertà non si festeggia, si difende.

Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo. (Primo Levi)

E quest’Italia, un’Italia che c’è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade. (Oriana Fallaci)

Il 25 aprile è la Festa della Liberazione d’Italia, un italiano veramente libero è colui che vive, lavora, ama la propria terra. Lo stato in nessun modo non dovrebbe ostacolare questa sua sacrosanta libertà di uomo italiano. Siamo sicuri che questo accada? (Stephen Littleword)

Non festa della libertà, come un’illusione comoda. Ma festa della liberazione, come dono ricevuto ieri e da costruire ogni giorno. (Don Dino Pirri, Twitter)

Puoi non festeggiare il 25 Aprile, ma è un lusso che puoi permetterti grazie a quegli uomini che si sacrificarono anche per te il 25 Aprile. (Diavolo, Twitter)

C'è chi ha dimenticato che il 25 aprile dei nostri padri e nonni era il dividere il poco che avevano con chi non aveva neanche quello. (AlexSetolosi, Twitter)

Siamo quelli nati in una società libera grazie a persone che hanno dato la vita perché ciò avvenisse. (alemarsia, Twitter)



Frasi divertenti

L'unica cosa che le nuove generazioni possono liberare è il divano, perché la mamma deve passare l'aspirapolvere. (pellescura, Twitter)

Io accorperei 25 aprile e 1 maggio e festeggerei la festa della liberazione dal lavoro. (arcobalengo, Twitter)

Tutti partigiani, con il coraggio degli altri. (pellescura, Twitter)

Anche se abbiamo deluso le aspettative dei partigiani, Buon 25 Aprile! (FranAltomare, Twitter)

Precisazione per i più giovani: la Resistenza non ha niente a che vedere con la giornata mondiale degli elettricisti. (Comeprincipe, Twitter)

Gli unici valori della resistenza che ci sono rimasti si misurano in ohm. (rattodisabina, Twitter)

Io obbligherei tutti quelli che non vogliono festeggiarlo ad andare a lavoro. Diventerebbero partigiani. (Diavolo, Twitter)

È tutto merito dei nostri nonni che hanno combattuto per la patria se ora sono libero di fare quello che vuole la mia fidanzata. (Zziagenio78, Twitter)

Oggi i pastori di pecore festeggiano il 25 aprile cantando Bela Ciao. (diodeglizilla, Twitter)

Oggi saluterete le ragazze dicendo non "ciao bella", ma "bella ciao". (Iddio, Twitter)

Dato un corpo elettorale sottoposto a tensioni politiche, la sua capacità di opporsi alle correnti fasciste è detta Resistenza. (Iddio, Twitter)

Come spiegare il 25 Aprile? Fosse stato il 24, avresti avuto qualche amico in più. Fosse stato il 26, forse non saresti qui a leggere questo commento. (Diavolo, Twitter)

Le polemiche sul 25 Aprile dimostrano che la libertà di espressione, in mancanza di cervello, è l'arma più pericolosa che ci sia. (m4gny, Twitter)

È soprattutto merito di mio nonno che ha combattuto per la patria se sono un uomo libero di fare delle scelte e sbagliarle tutte perché sono un coglione. (Zziagenio78, Twitter)
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Non sanno parlare, Moravia: riassunto

Moravia

Non sanno parlare è un racconto scritto da Alberto Moravia che fa parte dei "Racconti romani", una raccolta di 70 racconti, scritti in prima persona. Questa è una delle opere più significative del neorealismo perché rispecchia le condizioni della società romana del secondo dopoguerra. Moravia critica alcuni ceti sociali nelle sue opere e in questo testo mette in chiaro le pessime condizioni delle classi più basse della società.


La Trama

Giovacchino è uno stracciaiolo e bottigliaio, che decide di investire quel poco che aveva per la costruzione di una baracca. Questa sarebbe dovuta essere il "primo gradino", un punto di inizio. Per risparmiare se la costruisce da sé e di fianco casa sua. Il risultato è della costruzione è uguale all'impegno messoci per realizzarla: è sprovvista di piano rialzato, pavimento, finestre e, inoltre, le mura sono state fatte coi mattoni forati e il tetto con una lamiera. Nonostante ciò riesce comunque a darla in affitto ad un manovale con moglie e 3 figlie, per 8000 lire al mese. Si tratta di una famiglia di selvaggi e lui, per timore che gliela sporchino, non gli fa neppure utilizzare il bagno e la cucina. Disgustato per il loro modo di presentarsi e di parlare, pensò sin da subito che ci avrebbe rimesso. Viene l'inverno, e il manovale, Surunto, perde il lavoro. Le cose peggiorano quando una delle sue figlie si ammala, perché vedono lo stato in cui si è ridotta la cosa. Inoltre la moglie di Giovacchino si mette a cucinare per tutti. In una notte di pioggia il Suruntu bussa alla porta di Giovacchino che si ritrova costretto ad andare a riparare la baracca poiché all'interno piove. Il mattino seguente, forse per compassione, forse disperazione, dice al Surunto che avendo di recente perso il lavoro, non c'è bisogno di pagare il mese trascorso e che può iniziare ad utilizzare la cucina. Infine Giovacchino si rivolge alla moglie dicendole che così il gradino, invece di salirlo, lo hanno sceso.



I personaggi

I poveri che non hanno una abitazione:
- Michele (soprannominato Surunto), la moglie di Michele e le tre figlie (una si chiama Leonilda).

I sottoproletariati che vivono proprio al margine della società e non hanno un lavoro fisso.
- Giovacchino, la moglie e la figlia Rosetta.

In questo mondo non c'è una solidarietà né cooperazione tra la gente ma c'è solo crudeltà, arrivismo e opportunismo: i più forti cercano di calpestare i più deboli per migliorare la propria condizione di vita.


Analisi del testo

Il racconto è in prima persona e viene raccontato attraverso Giovacchino, il protagonista. L'autore usa il discorso diretto, quindi la sua scrittura è veloce, sobria e asciutta, senza ornamenti e ripetizioni. Moravia usa espressioni romanesche come "bottigliaro", "stracciarolo" e "zozza.

Il colore ha un ruolo molto importante nel testo: ci sono colori che indicano la pulizia del protagonista come il bianco della sua casa e il rosa della sua baracca. Ci sono anche dei colori che indicano la sporcizia e il disordine della famiglia di Michele come il colore scuro delle loro pelli e il colore nero delle loro pareti che sembrano la bocca di un forno.

La struttura del racconto può essere divida in due parti: nella prima parte le due famiglie sono distaccate e i loro rapporti formali, nella seconda parte c'è un progressivo riavvicinamento. Prima l’amicizia che si instaura tra le bambine delle due famiglie, tra pidocchi e insetti, e poi le sollecitazioni della moglie di Giovacchino di trattare Michele e la sua famiglia come dei cristiani e non come bestie.

La pioggia che cade a secchi contro i poveri rifugi dei baraccati è simbolo delle disgrazie della vita che si abbattono contro i poveri e i diseredati, in un momento storico in cui un rapido sviluppo economico promette nuova ricchezza per qualcuno, relegando tuttavia molti a un’esistenza poco dignitosa.



Commento

Da ciò possiamo desumere che la "società" non è altro che un gruppo di esseri umani tenuti come schiavi da alcuni delinquenti infami e folli. Ognuno di noi appena nato viene buttato nella mischia e deve uccidere per non essere ucciso. Ovviamente possiamo mettere i piedi in testa solo ad altri schiavi come noi o di rango più basso... Possiamo anche decidere di non far del male più a nessuno, ma chi lo fa rischia di diventare a sua volta schiavo.. finché non muore.
Giovacchino ci prova a mettere i piedi in testa ai "selvaggi", loro sono così brutti e sporchi e, non sanno nemmeno parlare... Ma, ironia della sorta si ritrova a essere lui e la sua famiglia al di sotto dei nuovi arrivati: gli dovranno cucinare, prestare le cose, riparare la casa e altro ancora. Il finale lascia intravedere uno spiraglio di buon senso da parte di Giovacchino, riconosce che una persona senza lavoro non può pagare e gli abbuona la mesata e poi gli concede l'uso della cucina. Nonostante l'insistenza della moglie, non gli concede ancora il bagno, forse perché dandoglielo diverrebbero al suo stesso livello, mentre lui invece vorrebbe prolungare questo momento di superiorità che ancora non è riuscito a godersi.
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Frasi sulla Giornata della Terra


La Giornata della Terra (in inglese Earth Day) è una celebrazione nata il 22 aprile 1970 per sottolineare l'importanza di salvaguardare il nostro pianeta e le sue risorse. Coinvolge 175 paesi e, le nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno, un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera, il 22 aprile. I temi trattati sono l'inquinamento dell'aria, dell'acqua, del suolo, l'estinzione di piante e specie animali, uso spregiudicato di risorse non rinnovabili ecc.
Chiunque può dire di avere delle buone abitudini quotidiane, ma nessuno di noi porta il giusto rispetto alla Terra: a cominciare dalla luce accesa quando non serve, al rubinetto che gocciola, al detersivo, l'uso della macchina per brevi distanze e così via. Forse ci vorrebbe un sistema completamente diverso di utilizzare le risorse, evitando il consumismo ossessivo. Ognuno di noi dovrebbe ogni giorno fare qualcosa, un piccolo eco-gesto, per curare e guarire la Terra e che, quindi, ogni giorno possa essere un Earth Day. Ma certamente non basta una giornata simbolica da parte di certe organizzazioni per lavarsene le mani... Ci penseremo quando sarà troppo tardi, purtroppo.

In questa pagina trovate una raccolta di frasi, aforismi e citazioni sulla Giornata della Terra, una giornata che dovrebbe servire per mobilitare il pianeta e per sensibilizzare la popolazione.

1) Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare. (Andy Warhol)

2) Il miracolo non è quello di camminare sulle acque, ma di camminare sulla terra verde nel momento presente e d’apprezzare la bellezza e la pace che sono disponibili ora. (Thich Nhat Hanh)

3) La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. (Proverbio dei nativi americani)

4) La Terra è un paradiso. L'inferno è non accorgersene. (Jorge Luis Borges)

5) L’uomo è dotato d’intelligenza e di forza creativa per moltiplicare ciò che gli è dato, sinora però egli non ha creato, ma distrutto. Le foreste si fanno sempre più rade, i fiumi si seccano, la selvaggina si è estinta, il clima si è guastato, e di giorno in giorno la terra diventa sempre più povera e più brutta. (Anton Čechov)

6) La Terra non rimpiangerà l'uomo, né l'Uomo la terra. Una coppia troppo litigiosa, che con le sue urla disturbava gli astri vicini. (Guido Ceronetti)

7) Solo quando l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume avvelenato e l’ultimo pesce pescato ci renderemo conto che non possiamo mangiare il denaro. (Sioux, capo indiano d'America)

8) L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando. (Hubert Reeves)

9) Il pianeta ha superato cose molto peggiori di noi. Ha superato terremoti, vulcani, tettonica a placche, deriva dei continenti, venti solari, macchie solari, tempeste magnetiche, inversione magnetica dei poli, centinaia di migliaia di anni di bombardamento da parte di comete e asteroidi e meteoriti, inondazioni mondiali, onde anomale, incendi planetari, erosione, raggi cosmici, ere glaciali ricorrenti, e pensiamo che qualche busta di plastica e qualche barattolo di alluminio faranno qualche differenza? (George Carlin)

10) La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva. (Albert Einstein)

11) Dio affidò all'uomo la terra non per sfruttarla, ma per proteggerla. (Luise Rinser)

12) Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli. (Proverbio navajo)

13) La terra è la nostra eterna madre e donna, e come ogni donna fa, anch'essa dona qualcosa alla nostra ricchezza. (Ernst Jünger)

14) Il pianeta non ci appartiene, siamo noi ad appartenergli. Noi siamo di passaggio, lui rimane. (Pierre Rabhi)

15) La Terra è la culla dell'Umanità, ma non si può vivere per sempre in una culla. (Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij)

16) La Terra è un pianeta che tuttavia ha una sua coscienza, un suo spirito e una vita. (Hernán Huarache Mamani)

17) La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di poche persone. (Mahatma Gandhi)

18) È inutile per l’uomo conquistare la Luna, se poi finisce per perdere la Terra. (François Mauriac)

19) Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita. (Albert Einstein)

20) In tutte le cose della natura c’è qualcosa di meraviglioso (Aristotele)

21) Alla natura di comanda solo ubbidendole (Francis Bacon)

22) La terra [...] è come la donna: non vuole si sia con essa né timidi né brutali. (Anatole France)

23) Alberi massacrati. Sorgono case. Facce, facce dappertutto. L'uomo si estende. L'uomo è il cancro della terra. (Emil Cioran)

24) Tutto ciò che viene dalla terra ritornerà alla terra (Ecclesiastico)

25) Gli alberi sono l’estremo sforzo della terra per parlare al cielo (Tagore)

26) Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere (Carlo Goldoni)

27) La terra è un bel posto e per essa vale la pena di lottare. (Ernest Hemingway)

28) Devo lasciare un biglietto a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo migliore di quello che è. (Andrea Zanzotto)

29) La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa. (Franklin Delano Roosevelt)

30) Non sprecate il vostro tempo prezioso chiedendovi "Perché questa terra non è un posto migliore?" "Sarebbe solo tempo sprecato. La domanda che dovete porvi è "Come posso rendere migliore questa terra?" A quella vi è una risposta. (Leo Buscaglia)


Frasi divertenti

Per la giornata della Terra dite ad una pianta grassa che la trovate dimagrita. (RubinoMauro, Twitter)

Sono ottimista: un giorno la terra servirà a concimare un pianeta lontano. (Altan)

Salviamo la Terra! È l'unico pianeta col cioccolato. (Anonimo)

La più grande arroganza di tutte: salviamo il pianeta... Cosa? Mi state prendendo per il culo? Salvare il pianeta? Ma se ancora non sappiamo prenderci cura di noi! (George Carlin)

Giornata Mondiale dell'Ambiente: la Terra è malata, ma i medici sono ottimisti. I parassiti che la infestano stanno in crisi economica. (Iddio, Twitter)

Ricordiamo ai nostri parlamentari che oggi è la GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA, con l'invito ad andarla a zappare. (matteograndi, Twitter)

Oggi è la Giornata della Terra: ricordati che prima o poi ci finisci sotto. (TristeMietitore, Twitter)

Oggi è la Giornata della Terra. Che non celebrerebbe mai una Giornata dell’Uomo. (Manginobrioches, Twitter)
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Riassunto del libro La mia corsa, Sommariva


di Gianluigi Sommariva
Riassunto:

Il racconto è incentrato sul tema della corsa, intesa sia come disciplina sportiva, sia come metafora della vita. Il protagonista è Andrea, un ragazzo con la passione per la corsa e come tutti gli atleti che praticano questa disciplina sogna un giorno di poter correre la maratona. Grazie alla corsa impara a conoscere meglio se stesso e gli altri; è un tipo tranquillo e vive la vita come un qualsiasi adolescente. Le cose cambiano quando inizia a sentire dei dolori alla gambe, l'esito della visita medica è uno dei più tristi e che lo farà precipitare in una nuova dimensione: i dolori avvertiti tempo prima ai piedi, sono il sintomo di una malattia che lo priverà dell'uso delle gambe. Il sogno di Andrea va in frantumi e, a questa triste situazione si va ad aggiungere quella del padre, già in crisi depressiva dopo il licenziamento da parte della sua ditta, che sparirà per qualche tempo. Ma in compenso Andrea potrà contare sull'aiuto degli amici (in particolare di Nick) prima, e poi anche sul padre ritornato da lui. L'affetto da parte di tutte le persone che gli vogliono bene sarà per Andrea un valido motivo per risalire la china e, grazie alla sua forza di volontà, riuscirà ad accettare la sua nuova condizione di invalidità e tornerà ad amare la vita.

Il libro lo potete trovare su Amazon.
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Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova


Secondo un recente sondaggio, i genitori italiani sono considerati troppo protettivi e iperpresenti, ciò a come conseguenza che quando i loro figli diventeranno grandi non avranno la giusta indipendenza che li permetta di muoversi e prendere decisioni da soli.

Non tutti, ma buona parte dei genitori (soprattutto le madri) si oppongono alla scelta del figlio di intraprendere nuove scelte di vita che comportano l'allontanamento da casa,  in particolar modo se ci si mette in viaggio solo per "fare fortuna altrove" perché stanchi della monotonia quotidiana, pur riconoscendo di non avere avere idee originali o una destinazione ben definita. Questo per non fare la fine del personaggio 'Ntoni di Giovanni Verga oppure di Artemio (Renato Pozzetto) nel film Il ragazzo di campagna. Beh è anche vero che ci sono pure quelli che ce l'hanno fatta, come Cristoforo Colombo, che cercando una strada per le Indie, trovò qualcosa che non si aspettava, l'America. Ed è stato un notevole successo.

Adesso credo che sia più facile immaginare il senso di questa frase:
Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova.



Significato e uso

Si tratta di un proverbio, il cui significato è che non bisogna lasciare la strada vecchia (se si ha la possibilità di scelta), perché ne conosciamo già i suoi pregi e i suoi difetti, mentre di quella nuova non possiamo sapere se sia peggiore della precedente. 



Riflessione

Ma quante persone restano "ferme" sempre allo stesso punto, proprio per paura di intraprendere una strada nuova? 

Di solito chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia e... per questo che lascia.

Allora la domanda conclusiva è: meglio stare fermi accontentandosi di quelle poche e relative "certezze" che abbiamo... o intraprendere strade nuove con il "rischio" di migliorarsi e migliorare la propria vita?


Strada vecchia o strada nuova?
I proverbi spesso si rivelano inattendibili, questo più di altri perché altrimenti bisognerebbe dar ragione anche a "chi non risica non rosica" (si cambia strada pur sapendo di correre dei rischi) e allo stesso tempo a "chi si accontenta gode" (si rimane nella stessa strada pur riconoscendo che non è la miglior scelta)...

Ovviamente ognuno risponderà in base alla propria visione, ed è giusto che sia così:
- "bisogna saper apprezzare quel che si ha come se fosse un dono",
- "viaggiare sempre per imparare dagli sbagli",
- "ci vuole più coraggio e fatica a trasformare la vecchia strada in qualcosa di nuovo tutti i giorni che scegliere quella nuova".

Su una cosa siamo tutti d'accordo: bisogna sempre muoversi, migliorarsi e avere fame di conoscenza e di nuovo... ma con la giusta umiltà. Purtroppo c'è anche chi non riesce ad opporsi alla paura, l'unica "forza" che ci impedisce di cambiare strada e intraprenderne una nuova.
Ad ogni modo non esistono scelte giuste o sbagliate, ma solo scelte che ci portano a fare delle esperienze per vivere la vita da protagonisti.


LEGGI ANCHE: Frasi sul cambiamento e il cambiare vita
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Differenza tra proverbio, detto e modo di dire


Un proverbio è una frase completa e conchiusa che può costituire un'affermazione isolata nel corpo di un dialogo. Si presta come un "consiglio" derivato dalla saggezza popolare (che poi sia saggezza o ignoranza, dipende dai casi): in pratica, dovrebbe rappresentare una norma di comportamento o addirittura una "lezione di vita".
Ma di solito la loro origine è lontana e frutto di culture passate e per questo spesso si rivelano inattendibili.

Un esempio di proverbio è "Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia e non quel che trova".


Un detto è una frase sentenziosa, il cui significato è sinonimo di massima, proverbio. Si usa dire "detto" in senso più ampio, ad esempio nel caso di una raccolta di detti popolari.

A differenza dei proverbi, i modi di dire non hanno nulla a che vedere con la saggezza popolare; hanno bisogno di appoggiarsi ad altri elementi del discorso, per descrivere qualcosa, per esempio un'azione o un modo di fare, utilizzando un'analogia. A volte tale analogia può apparire strana perché non se ne conosce l'origine o il significato originario è stato travisato.

Un esempio di modo di dire è "tagliare la testa al toro" (prendere una decisione pur danneggiando qualcuno o rinunciando a qualcosa).


Qui potete leggere i proverbi italiani e invece qui invece modi di dire italiani. Non sono presenti tutti ma solamente quelli più belli e famosi.
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Prendere due piccioni con una fava - Significato


Molte persone credono di avere la sfiga addosso, di essere perseguitati dalla sfortuna, ma non sempre è così. Talvolta, dopo aver superato un ostacolo o raggiunto uno scopo, può capitare che senza averlo previsto prima, ne abbiamo superato/raggiunto pure un secondo. Quindi quel che abbiamo fatto è stato "Prendere due piccioni con una fava".

È un'espressione idiomatica, un detto, che anche ai giorni nostri viene largamente usato in ogni dove.


Significato e uso

L'espressione "Prendere due piccioni con una fava" sta a significare che sono stati raggiunti due obiettivi con un unico sforzo. Va usata per esaltare la bravura di chi riesce a conseguire, in una sola volta, due risultati favorevoli. Minimizzando gli sforzi o i costi, a volte, si riesce ugualmente ad ottenere il massimo risultato.

Se per catturare un piccione basta farlo cadere in trappola usando una fava, per catturarne due, in teoria, servirebbero due fave. Quindi chi con una sola fave riesce a catturare due piccioni deve essere un tipo davvero bravo, oppure molto fortunato. In questo caso con un solo mezzo di investimento (1 fava), si guadagna il doppio (2 piccioni).


Origine

Il modo di dire trae la sua origine dalla tecnica di mettere una fava nelle trappole per catturare i colombi selvatici (essendo le fave un ortaggio che piace molto ai piccioni), in cui si usava come esca una grossa fava legata a un filo fissato a terra. Una volta inghiottita l'esca, il volatile non era più in grado di espellerla, come il pesce che abbocca all'amo.
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Tagliare la testa al toro - Significato


Può capitare che rimanendo ingabbiati in una difficile scelta da prendere sul momento, ma che invece richiede tempo per valutare i pro e i contro di ogni caso, ci sia una seconda persona che, impaziente, ci metta fretta a scegliere e, per aiutarci, propone anche la sua idea: "Tagliamo la testa al toro, secondo me si deve fare così perché...".


Significato e uso

L'espressione "tagliare la testa al toro", in senso figurato significa "prendere una decisione drastica" (anche se ciò può comportare una rinuncia o un danno).

Si utilizza quando si vuole risolvere una volta per tutte una determinata situazione, anche a costo di scontentare o trattare ingiustamente qualcuno.


Origine

Vi sono diversi motivi per cui si dice "tagliare la testa al toro", ad esempio:

- Può derivare dalla corrida, infatti tagliando la testa al toro si ha la fine del gioco, dello spettacolo, con una soluzione efficace, semplice e sbrigativa.

- Può trarre origine da un racconto popolare in cui si narra di un toro che, forse per la curiosità, mise la testa all'interna di una giara e non ne poté più uscire. Il padrone del toro, un uomo molto avaro (come Don Lollò di Pirandello), non volendo rompere la giara per liberare l'animale, chiese consiglio a un amico. Questi non trovò soluzione migliore se non quella di tagliare la testa al toro, salvando in tal modo la giara.

- Qualcuno racconta invece che intorno al XII secolo il Papa Adriano IV obbligò Venezia ad accettare ogni anno, al posto dei colpevoli di una disputa con Aquilea, 1 toro, 12 pani e 12 maiali ben nutriti perché potessero festeggiare la liberazione di Grado. I veneziani mettevano in scena per l’occasione un processo-farsa che giudicava e condannava degli animali, che poi venivano pubblicamente decapitati. Questa barbara usanza durò a lungo ed ebbe fine intorno al 1800.

- Secondo il vocabolario della lingua italiana di Zingarelli deriverebbe dalla pratica della tauromachia (= in greco, "salto del toro"). risalente alla civiltà minoica-micenea. Un sacerdote acrobata si lanciava verso l'animale in corsa per poi afferrargli le corna e con il contraccolpo eseguire una capriola sul dorso. È possibile che successivamente l'animale venisse sacrificato.
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Fare le ore piccole - Significato


Sicuramente vi siete sentiti dire dai vostri genitori la frase "fare le ore piccole", per essere tornati a casa più tardi del solito e nel bel mezzo della notte. Talvolta viene usata anche dagli insegnanti quando vedono uno dei propri studenti assonnati, ciò li porta a pensare che siano andati a letto molto tardi. Si tratta di una comune espressione italiana, un modo di dire, una frase che apparentemente non ha nessun significato letterale.


Significato

Le ore grandi (poiché i valori dei numeri sono grandi) sono le ventidue, le ventitré e le ventiquattro; di conseguenza le ore piccole (perché piccoli sono i numeri) sono quelle che vengono dopo la mezzanotte, ovvero l'una, le due, le tre ecc..
Quindi questa frase non avrebbe senso se detta a una persona che è rincasata prima di mezzanotte, ossia entro le 24:00.


Uso

Ad esempio:
- Ieri sera ci siamo fermati a bere in un bar e abbiamo fatto le ore piccole (= siamo tornati a casa molto tardi).
- Ho fatto le ore piccole in ufficio (= sono stato in ufficio fino a notte tarda).
- Stamattina ho sonno perché ieri sera ho fatto le ore piccole. (= sono andato a letto molto tardi)
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Poesie e filastrocche sull'estate


L'estate, si potrebbe considerare la più bella stagione dell'anno, perché ci regala il sole, lo svago, le sere sotto le stelle e… il mare. Già, il mare, questa meravigliosa dimensione, dove ci si può immergere nelle sue acque, nuotare e trarne tanti benefici.
È vero che con l'ingresso dell'estate perdiamo la freschezza della primavera e, poi, subentra pure il caldo afoso che assieme alle zanzare sono il binomio perfetto per notti insonne, ma in compenso il cielo resta sempre limpido e la calura notturna permette anche di fare le ore piccole nell'insegna del divertimento e lunghe passeggiate rilassanti.

In questa pagina trovate una raccolta di poesie e filastrocche sull'estate, una stagione di caldo e relax. Tra i temi correlati si vedano le bellissime frasi sull'estate.


Le poesie e le filastrocche

(Estate - H. Hesse)
Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.

La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell'approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.


(Ultimi Giorni d'Estate - H. Hesse)
Nonostante il caldo opprimente di questi giorni, sto molto fuori.
So fin troppo bene quanto questa bellezza sia effimera,
come rapidamente si accomiata ed io sono così bramoso,
così avido di questa bellezza dell'estate che declina!
Vorrei vedere tutto, toccare tutto, odorare e assaporare
tutto ciò che questo rigoglio estivo offre,
vorrei conservare tutto questo e tenermelo per l'inverno,
per i giorni e gli anni futuri, per la vecchiaia.

In giardino, sulla terrazza, sulla torretta sotto la meridiana,
ogni giorno sto seduto per ore, e con matita e penna,
con pennello e colori disegno accuratamente le ombre mattutine
sulla scala del giardino e le contorsioni dei grossi serpenti
del glicine e cerco di riprodurre le lontane, limpide tinte
delle montagne al crepuscolo, diafane come un sospiro
eppure fulgide come gioielli.

Quindi rientro in casa stanco, molto stanco,
e quando la sera metto i miei fogli nella cartella,
quasi mi dà tristezza vedere quanto poco del tutto
ho potuto segnare e fissare per me.


(L’Estate Sui Campi - Alfonso Gatto)
Splende a distesa il giorno
rosato alla pianura,
la tremula calura
richiama a lungo intorno
dall’alto il visibilio
dei passeri nel sole.
...Il grano trema e nere
si schiudono farfalle
all’afa azzurra; d’oro,
riversa a quel ristoro
di luce, nelle gialle
stoppie bisbiglia l’aria...
...Così morbido e solo
scorre sul fiume il verde
silenzio che alle valli
odoroso si perde.
Restano i campi gialli,
monotona campagna
dei grilli e della sera...


(Sera d'Estate - Georg Trakl)
E' sera.
Tace il lamento
del cuculo
nel bosco.
Piegano il capo
il frumento
e il papavero rosso.
Nereggia il temporale
sopra la collina.
L'antico canto
del grillo
si spegne
nel campo


(Notte d'Estate - F.Garcia Lorca)
L'acqua della fonte
suona il suo tamburo
d'argento.
Gli alberi
tèssono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela
immensa
fa della luna
una stella.


(Vento di Prima Estate - G.Caproni)
A quest'ora il sangue
del giorno infiamma ancora
la gota del prato,
e se si sono spente;
le risse e le sassaiole
chiassose,nel vento è vivo
un fiato di bocche accaldate
di bimbi,dopo sfrenate
rincorse.


(Giorno d'Estate - G.Camerana)
Il pioppo nell'azzurro
è un vivo tremolio grigio e argento;
fa in mezzo ai rami il vento
lento sussurro.
Per la marea dorata
delle messi,olmi e noci hanno sembianza
grave;la lontananza
splende infiammata.
Rosseggia il cascinale
fra pianta e pianta;il muricciol di creta
piove una larva quieta
dentro il canale.
Verranno le luccioline
stasera,or pieno è il prato di farfalle:
candide,glauche e gialle,
grandi e piccine.


(Temporale Estivo - Federigo Tozzi)
Le nuvole grigie e nere si urtano,
si pigiano spinte dal vento, nascondono
il sole, oscurano il cielo.
Ci son ancora, qua e là, lembi d'azzurro,
ma vanno facendosi sempre più piccoli,
sempre più radi.
Ecco un lampo: guizza, abbaglia,
sembra incendi il cielo.
Poi scoppia il tuono.
Un tonfo forte, un brontolio lungo.
I passeri si rifugiano
sotto i tegoli, le rondini volano basse,
senza stridi.
Cadono le prime gocce d'acqua, si fanno
fitte, sembrano grossi aghi lucenti.
Poi la pioggia scroscia impetuosa.


(D'Estate - G.Pascoli)
Le cavallette sole
sorridono in mezzo alla gramigna gialla.
I moscerini danzano al sole
trema uno stelo sotto una farfalla.


(Estate - A.Russo)
Un tuffo nel cielo d'estate.
L'uccello ritrova
la gioia perduta
tra i campi pieni di sole
e di chicchi di grano maturo.
Il bimbo
ora pensa a giocare.
E tempo di correre al mare.


(Estate - P.Neruda)
Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco.
E a sera
salgono mille stelle fresche
verso il cielo cupo.
Son lucciole vagabonde.
crepita senza bruciare
la notte dell'estate.


(Meriggio d'Estate - U.Saba)
Silenzio!Hanno chiuso le verdi
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua gloria,o sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli,poi tacciono,vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini,tanto è ora pace
e silenzio... Quand'ecco da tutti
gli alberi un suono s'accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così:le cicale.


(Oh Estate ! - P.Neruda)
Oh estate
abbondante,
carro
di mele
mature,
bocca
di fragola
in mezzo al verde,
labbra
di susina selvatica,
strade
di morbida polvere
sopra
la polvere,
mezzogiorno,
tamburo
di rame rosso,
e a sera
riposa
il fuoco,
la brezza
fa ballare
il trifoglio,entra
nell'officina deserta;
sale
una stella
fresca
verso il cielo
cupo,
crepita
senza bruciare
la notte
dell'estate.


(Il Mese di Giugno - G.Rodari)
Filastrocca del mese di giugno,
il contadino ha la falce in pugno:
mentre falcia l'erba e il grano
un temporale spia lontano.
Gli scolaretti sui banchi di scuola
hanno perso la parola:
apre il maestro le pagelle
e scrive i voti nelle caselle...
"Signor maestro,per cortesia,
non scriva quel quattro sulla mia:
Quel cinque,poi,non ce lo metta
sennò ci perdo la bicicletta:
se non mi boccia,glielo prometto,
le lascio fare qualche giretto".


(Casa In Contruzione - C.Pavese)
Coi canneti è scomparsa anche l'ombra.
Già il sole,di sghembo,
attraversa le arcate e si sfoga per i vuoti
che saranno finestre:Lavorano un po'i muratori,
fin che dura il mattino. Ogni tanto rimpiangono
quando qui ci frusciavano ancora le canne,
e un passante accaldato poteva gettarsi sull'erba.
I ragazzi cominciano a giungere a sole più alto.
Non lo temono il caldo. I pilastri isolati del cielo
sono un campo di gioco migliore che gli alberi
o la solita strada. I mattoni scoperti
si riempion d'azzurro,per quando le volte
saran chiuse,e ai ragazzi è una gioa vedersi dal fondo
sopra il capo i riquadri di cielo. Peccato il sereno,
che un rovescio di pioggia lassù da quei vuoti
piacerebbe ai ragazzi. Sarebbe un lavare la casa.
Dopo un po' i muratori si buttano all'ombra.
é il momento che il sole ha investito ogni cosa
e un mattone a toccarlo ci scotta le mani.
S'è già visto una biscia piombare fuggendo
nella pozza di calce: è il momento che il caldo
fa impazzire perfino le bestie. Si beve una volta
e si vedono le altre colline ogn'intorno,bruciare,
tremolare nel sole.


(Ho Sentito l'Odore - G.Vigolo)
Ho sentito l'odore della terra
dopo mesi di sole;
ho sentito l'odore della pioggia
vasta che scende dai monti
col turbine d'agosto come un fumo
e il giorno s'oscura;
ho sentito l'odore della terra
portato lontano dal vento
che era passato nei canneti
e dentro i boschi arati dall'uragano;
ho sentito l'odore delle radiche
che avidamente suggevano l'acqua
dal gonfio lievitato terreno.


(Estate - Anonimo Eschimese)
Oh calore estivo che spazza il paese!
Non un alito di vento,
non una nuvola.
E tra i monti
la renna pascola,
nell'orizzonte azzurro.
Oh estasi!
Oh gioia!
Mi siedo sulla terra singhiozzando.


(Estiva - V.Cardarelli)
Distesa estate ,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini,
dell'albe senza rumore-
ci si risveglia come in un acquario-
dei giorni identici,astrali,
stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca;
stagione estrema,che cadi,
prostrata in riposi enormi;
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che procede
qualche cadenza dell'indugio eterno.


(Sensazione - A.Rimbaud)
Le sere blu d'estate,andrò per i sentieri
graffiato dagli steli,sfiorando l'erba nuova:
ne sentirò freschezza,assorto nel mistero.
Farò che sulla testa scoperta il vento piova.
Io non avrò pensieri,tacendo nel profondo:
ma l'infinito amore l'anima mia avrà colmato,
e me ne andrò lontano,lontano e vagabondo,
guardando la Natura,come un innamorato.


(Paesaggio Estivo - A.Machado)
Lucertola sul muro....Fonte secca.
Cardo bruciato,cenere,
vetro affumato,
rosolaccio sullo stelo lanoso.....
Scorre una stella....
Il grillo canta occulto.
E l'arboreta mormora
una frase,una sola:Poi ritorna
a restarsi in silenzio.
Lucciola o brina?
Arrota la cicala
il silenzio....
Tra i fusti del giardino,percepiamo
verde anch'essa-la vipera.


(Paesaggio - D.Valeri)
Lungo la spiaggia di sabbia fine,
sull'orlo di un mare a pecorelle,
lento procede in triplice fila
un branchettino di paperelle.
Vanno di passo regolare
come un collegio di chierichini,
girano solo la testa,a beccare
pallidi insetti salterini.
Dietro c'è un mare che freme selvaggio,
sopra c'è un sole che avvampa in leone.
Restano,a traccia del lieve paesaggio,
tante crocette a fior del sabbione.


(Dies - O.Guerrini)
Il sole brucia implacabile,uguale,
le stoppie gialle del pian vaporoso,
L'azzurra volta del ciel luminoso
riflette in terra la fiamma estiva.
Non muove foglia. La vita animale
langue in un grave sopor neghittoso.
Turba la pace al meriggio affannoso
solo un modesto frinire di cicale.


(Estate - Pablo Neruda)
Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco...
...E a sera
riposa il fuoco,
la brezza
fa ballare il trifoglio,
sale
una stella
fresca
verso il cielo
cupo,
crepita senza bruciare
la notte
dell’estate.


(Meriggiare pallido e assorto - Eugenio Montale)
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'e' tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


(Notte d'Estate - A Machado)
E’ una bella notte d’estate.
Tengono le alte case
aperti i balconi
del vecchio paese sulla vasta piazza.
Nell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi ed acacie
simmetrici disegnano
le nere ombre sulla bianca arena.
Allo zenit la luna, e sulla torre
la sfera dell’orologio illuminata.
Io in questo vecchio paese vo passeggiando
solo, come un fantasma.


(Se la notte d'estate - Sandro Penna)
Se la notte d'estate cede un poco
su la riva del mare sorgeranno
- nati in silenzio come i suoi colori -
uomini nudi e leggeri che vanno.
Ma come il vento muove il mare, muovono
anche, gridando, gli uomini le barche.
Sorge sull'ultimo sudore il sole.


(Scorreva un vento caldo - Maria Luisa Spaziani)
Scorreva un vento caldo sugli abeti
tenebrosi da secoli, e portava
da fondali africani un grido lungo
come un corno da caccia. Solo il tonfo
delle pigne ritmava il suo ruggito
lontano, quasi musica, e rasente
il disco della luna, rari uccelli
notturni sciabolati sul confine
d'ombra e di luce qui da te giungevano
a portare messaggi che ora il tempo
mi esalta e mi confonde. Fu una notte
di aspettazione, e lento San Lorenzo
si annunciava con pianti di comete,
gigli che si sfogliavano nel buio
senza mani a raccoglierli. Passavano
lungo il tratturo i cani dei pastori,
neri dentro la tenebra dei pini,
i cani, occhi provvidi del giorno
e ora anime perse, inquieti lemuri
dell'estate che scavano entro zone
precluse il loro grido di rivolta,
e da millenni lo affidano al canto
delle sorgenti in corsa verso il mare.


(Sera d'estate - Rainer Maria Rilke)
S’è sciolto in spruzzaglia il gran sole.
La sera d'estate, divampa;
riarde di febbre nel volto.
Sospira di schianto: « Vorrei.... »;
ma quindi ripete - « Son stanca... »

Sussurran preghiere i cespugli.
Nel folto, una lucciola splende
(eterna fiammella) a mezz'aria.

Recinge ogni candida rosa,
vermiglia raggiera - il tramonto.


(Estate chiara e ardente - Nikolay Aseev)
Delle quattro stagioni dell'anno
l'estate è la più chiara e la più
ardente, fa maturare i frutti
e sparge risa e luce.

Com'è bello, discendendo al fiume,
fermarsi sopra l'acqua,
per ascoltare in lontananza il cuculo,
per vedere la giovane luna.


(Estate - Marino Moretti)
Il contadin che tanto ha faticato
guarda il grano che indora.
Già si coglie la ciliegia che il sole
ha maturato.
Strillano le cicale tra le foglie,
giocano i bimbi dopo aver studiato.
Chi bene seminò ora raccogle
dice il capoccia, e già pronto
al lavoro
pensa a mietere le belle spighe d'oro.


(Vacanze per tutti - G. Rodari)
Filastrocca vola e va
del bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia delle cascate..
E chi quattrini non ne ha?
Solo resta in città:
si sdraia al sole sul marciapiede,
se non c’è un vigile che lo vede,
e i suoi battelli sottomarini
fanno vela nei tombini.
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente:
- Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi;
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decreto
va in prigione difilato.


(Voci della sera estiva - E. Fabbre)
Alcuni pipistrelli svolazzano attorno
alla casa con un piccolo grido lieve.
Dal seno delle erbe in fiore si alza
il monotono concerto dei grilli;
un rospo solitario, collocato al fresco
sotto una pietra, emette di tanto in tanto
la sua nota flautata, mentre le rane
riempiono i fossati delle praterie
vicine dei loro
rauchi gracidamenti.
Le civette alternano le loro dolci voci
di richiamo; la capinera, infine, dà l'addio
della sera alla chioccia,
già sonnecchiante sulle sue uova.


(Estate - R. Rompato)
Calda Estate tutta d'oro,
che cos'hai nel tuo tesoro?
Pesche, fragole, susine,
spighe, e spighe senza fine,
prati verdi e biondi fieni,
lampi, tuoni, arcobaleni,
giorni lunghi, notti belle
colme di lucciole e stelle


(Alla festa del sole - M. A. Scavuzzo)
Alla festa del sole
son mille gli invitati:
un mare di grano biondo
e i papaveri dei prati,
le onde azzurre azzurre,
le vele bianco neve.
e, tra le verdi fronde,
la brezza lieve lieve,
i castelli di sabbia
accanto agli ombrelloni,
risate di bambini,
voli di aquiloni.


(Filastrocca dell'estate - Marzia Cabano)
Sono tante le sudate
sotto il caldo solleone,
anche sotto l'ombrellone!
Filastrocca dell'estate
con le bibite ghiacciate,
la barchetta va sull'onda,
sta il bagnante sulla sponda;
filastrocca dell'estate,
sono buone le insalate
con il tonno,i pomodori,
le verdure ed i colori,
filastrocca dell'estate,
quante belle passeggiate!
Sotto l'albero il riposo
con il gatto un po' scontroso;
filastrocca dell'estate
son le feste programmate
nelle strade,sulle piazze
...Le serate si fan pazze!


(Questa è l'estate - Roberto Piumini)
Quando la terra
è calda e matura,
quando la sera
si cerca frescura,
quando la valle
è piena d'oro
e le cicale
gridano in coro,
quando le gole
sono assetate
questa è l'estate


(Filastrocca dell'estate)
Arriva l'estate e io vado al mare
con la mia mamma imparo a nuotare
gioco con la sabbia e con il secchiello
faccio le buche e un bel castello
gioco con la palla e la butto nel mare
faccio un gran tuffo e la vado a pigliare.
Evviva l'estete, mi diverto un mondo!
Vieni con me, facciamo il girotondo.


(I tesori dell'estate)
Calda estate tutta d’oro,
che cos’hai nel tuo tesoro?
Pesche, fragole, susine,
spighe e spighe senza fine;
prati verdi e biondi fieni,
lampi, tuoni e arcobaleni;
giorni lunghi, notti belle
con le lucciole e le stelle.


(In riva al mare)
Con la sabbia ed il secchiello
oggi ho fatto un bel castello
con le torri ed i fossati
per giocare coi soldati.
Tutti vengono a guardare
le mie torri in riva al mare
e mi vanto un po’ perché
del mio regno sono il re.
Certo che però è un peccato:
prima o poi sarà schiacciato
da un’ondata prepotente
e non resterà più niente.
Ma io no, non mi lamento
perché è un gran divertimento:
lo ricostruirò in fretta
col secchiello e la paletta.


(Filastrocca dell'estate)
Filastrocca dell’estate
son più lunghe le giornate,
splende alto il sole d’oro,
le cicale fanno il coro.
Filastrocca di stagione
c’è la pesca, c’è il melone,
giù nei campi il grano biondo,
su nel cielo un blu giocondo.
Filastrocca monti e mare
in vacanza a riposare,
che risate ci faremo,
quanto ci divertiremo!


(di Anonimo)
Già si sente del sole il tepore,
già l'aria è piena di profumo e colore,
una nuova vibrazione che sale alla mente
questa è l'estate ormai imminente.
Lasciati alle spalle i ricordi del gelo,
e anche quelli del triste e grigio cielo
ora ho solo nuove idee che mi girano in testa
voglio che tutto si trasformi in una festa.
Voglio sentire il caldo sulla tua morbida pelle
quando insieme la sera conteremo le stelle.
Ogni stagione ha le sue perle di bellezza
ma l'estate mi avvolge come un'unica carezza.


(Canzoncina delle vacanze - Marcello Argilli)
Viva l’estate, i fiori, le farfalle,
le ciliegie rosse, le zucche gialle!
Viva la rondine che in cielo vola,
viva la fine della scuola!
Care vacanze, siete arrivate;
al cuore di tutti gioia portate!
Bimbo allegro, la scuola è finita!
Cogli e sfoglia la margherita;
per ogni petalo un amico trovi:
tanti, tanti amici nuovi!


(Filastrocca dell'estate - Giuseppe Bordi)
Filastrocca dell’estate:
in vacanza dove andate?
Dentro il mare che vi bagna
o sulla cima della montagna?
Forse andate giù in paese
o in campagna per un mese?

Tante cose in verità
sono anche qui in città;
c’è un amico, c’è un’amica
c’è la vespa e la formica,
spunta un fiore quando piove
e le zanzare da ogni dove.

Cantano i grilli e le cicale,
i passerotti sul davanzale;
brilla qui la buona stella
se si posa una coccinella.


(Estate - Flora Cardenti)
Ecco l’estate,
stagione odorosa,
con tanto sole
e frutta gustosa.

È la stagione
delle vacanze,
facciamo festa
con canto e danze.

C’è chi va al mare
e chi va in montagna,
chi va in collina
e chi in campagna:

alla ricerca
di aria pura,
solo a contatto
con la natura.

Torni ogni anno,
gioiosa estate,
ricca di doni
e feste amate.


(Luglio - Marzia Cabano)
Luglio “col bene che ti voglio”,
il mare è come l’olio,
la barca va sull’onda
e l’acqua, là, è profonda,
la sabbia è fine fine,

granelle, granelline,
il sole è già un leone
che graffia l’ombrellone,
il bagnino sta a scrutare
chi nuota in alto mare.

Luglio, ”col bene che ti voglio”,
si pesca da uno scoglio
che fa un po’ male ai piedi…
Prova se non ci credi!


(Di luglio - Giuseppe Ungaretti)
Quando su ci si butta lei,
si fa d'un triste colore di rosa
il bel fogliame.

Strugge forre, beve fiumi,
macina scogli, splende,
è furia che s'ostina, è l'implacabile,
sparge spazio, acceca mete,
è l'estate e nei secoli
con i suoi occhi calcinanti
va della terra spogliando lo scheletro.
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