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Si scrive Olivo o Ulivo? Olive o Ulive?


La nostra lingua nazionale si fonda sul dialetto fiorentino del Trecento, illustrato letterariamente da Dante, dal Petrarca e dal Boccaccio, e perciò adottato come lingua letteraria da tutti gli scrittori italiani. Ma alcuni dei suoi caratteri fiorentini si sono andati attenuando da quando, oltre Firenze, altri centri italiani hanno vivamente contribuito alla vita letteraria, e soprattutto da quando, dopo l’unificazione politica dell’Italia, si è affermata l’influenza della capitale e, negli ultimi decenni, l’uso dell’italiano si è esteso a tutti i cittadini anche come lingua parlata, producendo un forte scambio e conguaglio linguistico tra le varie regioni. La forma ulivo, uliva, che è fiorentina (Dante, nella Commedia, la usa tre volte) è un chiaro esempio di come le cose possano cambiare nel tempo.

Con i termini "olivo" e "ulivo" (maschile singolare) s'intende l'albero sempreverde tipico della zona mediterranea. Il maschile plurale per olivo è "olivi", per ulivo è "ulivi".


Con i termini "oliva" o "uliva" (femminile singolare) s'intende il frutto della pianta dell'olivo. Il femminile plurale è "olive".


Sembra che oggigiorno "ulivo", col derivato "uliveto", venga usato come varietà dialettale in alcune regioni della penisola italiana (es. la Toscana), come impiego nella liturgia cattolica (domenica degli ulivi, Monte degli Ulivi) e come ex partito politico italiano (L'Ulivo, di centro-sinistra).
L'uso letterario contemporaneo è orientato verso "olivo"; d'altra parte è evidente che olivo viene maggiormente usato pressoché in tutti i settori ed è destinato a diffondersi sempre più, come testimoniano le forme derivate olivicoltore, olivicoltura, olivastro che praticamente non prevedono la variante in u. Ad avvalorare la tesi si può andare a consultare un dizionario (anche online) aggiornato e notare che rinvia da "ulivo a olivo" come forma prevalente.
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Riassunto: Edgar Degas


Edgar Degas nacque a Parigi nel 1834 da un ricco banchiere. Seguì dei corsi di pittura, frequentò la scuola di Belle Arti e viaggiò molto in Italia. Fu un pittore impressionista che, tra tutti i pittori di quella corrente, è quello che conserva la maggiore originalità e distanza dagli altri.
Nel 1862 realizzò il suo primo quadro che lo rese famoso: «La famiglia Bellelli». In esso raffigura la famiglia della sorella sposata ad un fiorentino di nome Bellelli. Nel quadro compaiono il marito, la moglie e due figlie. L’inedito taglio compositivo, insieme ad una precisa riflessione psicologica dei personaggi, ne fanno un’opera di un realismo e di una modernità eccezionali.
Negli anni successivi iniziò ad uscire dal suo ambiente borghese per frequentare un café dove strinse amicizia con Manet e gli altri pittori che avrebbero formato il gruppo degli impressionisti. Fu tra i fondatori del gruppo e fu proprio egli ad organizzare la mostra presso il fotografo Nadar; partecipò a quasi tutte le otto successive mostre impressioniste.

Le sue differenze con gli altri impressionisti sono legate soprattutto alla costruzione disegnata e prospettica dei suoi quadri generalmente impostata su linee oblique. Le forme non si dissolvono e non si confondono con la luce. Sono invece rese plastiche con la luce e non con il chiaroscuro. Ciò che contraddistingue i suoi quadri sono sempre dei squarci prospettici molto originali. Per questi scorci si è molto parlato dell’influenza delle stampe giapponesi, anche se è evidente che i suoi quadri hanno una inquadratura tipicamente fotografica. Edgar Degas va ricordato come un grande pittore di figura, che realizzò quasi sempre negli interni. A differenza degli altri impressionisti egli non eseguirà mai un quadro all'aperto.

I suoi soggetti preferiti furono le figure in movimento e si dedicò molto allo studio diretto delle danzatrici del balletto classico.
Le esercitazioni delle ballerine del Teatro dell'Opera di Parigi furono l'occasione per osservare il corpo umano in ogni forma di movimento. Anche in questo, Degas coincide con l’impressionismo: la scelta poetica di dar immagine alla vita urbana, con i suoi riti e i suoi miti.

Degas realizzò anche delle sculture, soprattutto figure femminili e danzatrici, modellandole in creta o in cera.

La sua vista poi cominciò ad indebolirsi e morì quasi cieco nel 1917.


GUARDA ANCHE: La classe di danza, Degas
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Tesina sul Muro - Terza Media


La tesina è incentrata sul termine "muro", che è appunto più generico di una tesina riferita solamente al "muro di Berlino", quindi per chi sceglie questo argomento sarà più facile spaziare su più argomenti. Per muro s'intende una struttura che può essere in mattoni, pietre, cemento ecc. oppure in senso figurato una barriera fra persone o fra ideologie.

In questa pagina trovate suggerimenti per ogni materia al fine di realizzare una tesina sul muro, e a seguire fra parentesi è presente il perché della scelta di quello specifico argomento. Senza alcun dubbio è una delle tesine di terza media più originali tra quelle elencate.



La tesina

Storia
- Il muro di Berlino e Guerra fredda


Scienze
- Il muro del suono


Geografia:
- Germania (per il muro di Berlino)

- Cina (Grande muraglia cinese)


Arte:
- Graffiti e murales

- Keith Haring (famoso writer statunitense)

- "La camera di Vincent ad Arles" di Vincent van Gogh (la parete della stanza)


Ed.fisica
- Fondamentali della pallavolo (tra cui il muro inteso come azione di gioco)

- Il calcio e la barriera (quando si batte un calcio di punizione)


Tecnologia
- La diga (è uno sbarramento artificiale)


Letteratura:
Meriggiare pallido e assorto di Eugenio Montale ("in questo seguitare una muraglia")

San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti ("brandello di muro")

- L'infinito di Giacomo Leopardi (la siepe intesa come un ostacolo, come un muro)


Religione:
- Il muro del pianto (Muro del Pianto del Tempio di Gerusalemme era ed è tuttora il luogo più sacro per l'ebraismo)


Inglese:
- Wall Street (prende il suo nome dalle mura della città ormai da tempo smantellate ed ospita la prima sede della Borsa di Wall Street)


Francese:
- Mur des Lamentations (testo in francese sul muro del pianto)
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La classe di danza, Degas - Analisi


Il dipinto "Classe di danza" (La classe de danse in francese) è un'opera di Edgar Degas (olio su tela 85x75 cm, 1873-1875) che si trova conservata al Museo d'Orsay di Parigi. Questo non è l'unico nome del dipinto che è noto anche coi titoli: Lezione di danza, Lezione di ballo o Classe di danza.
Si tratta di uno dei primi grandi dipinti appartenenti alla serie delle ballerine, contiene in se già tutti i temi della maturità artistica di Degas.
Edgar Degas iniziò a sviluppare diversi quadri sul tema delle ballerine dopo il 1874, periodo nel quale la morte del padre coincise con le sue difficoltà economiche, così per vivere dovette vendere i suoi quadri. Degas era un assiduo frequentatore di opere, balletti e spettacoli teatrali, per sua fortuna non era l'unico ad avere questa passione dal momento che si trattava di un tema particolarmente gradito ai collezioni e al suo pubblico abituale. Bisogna precisare, però, che non era attratto tanto dalla grazia del ballo, quanto dalle pose faticose e forzate dei corpi, dai loro equilibri instabili, dalla varietà di gesti e di movenze delle ballerine.



Spiegazione

In esso l'artista rappresenta il momento in cui una ballerina sta provando dei passi di danza sotto l'occhio vigile dell'anziano maestro Jules Perrot (famoso ballerino e coreografo francese, e amico di Degas) che dà il tempo battendo il bastone a terra, mentre le altre ragazze attendono il proprio turno, oppure si rilassano.
Degas dà un taglio fotografico al dipinto e, come un istantanea, le figure risultano fuoriuscire dall'inquadratura e ciò suggerisce una pittura a getto atta a cogliere l'impressione di un momento, in realtà l'opera è frutto di un lunghissimo studio in atelier, infatti i gesti delle ballerine sono indagati con attenzione quasi ossessiva. Quella con il fiocco giallo seduta sul pianoforte sta grattandosi la schiena (notare la smorfia di fastidio); quella di spalle con un fiocco rosso nei capelli si sta facendo aria con un ventaglio, poi vi è quella che si accomoda l'orecchino, quella che si sistema l'acconciatura, quella che ride e quella che parla con la compagna, come in una classe scolastica quando sul finire della lezione l'atmosfera diventa più rilassata. Nessuno dei personaggi è in posa, cogliere questi aspetti reali del quotidiano è una scelta precisa dell'artista (come egli stesso diceva "è come se venissero guardati dal buco della serratura").



Analisi pittorica

Come di consueto, Degas sceglie un angolo decentrato per inquadrare la scena e il forte scorcio è accentuato dalle linee oblique delle tavole del parquet.

La scena è costruita secondo una prospettiva diagonale tipica di molti quadri di Degas; l’inquadratura è decentrata, le linee oblique del parquet allungano lo spazio e guidano lo sguardo dello spettatore in profondità. La naturalezza del quadro è suscitata dal taglio fotografico dell'immagine ripresa dal basso verso l'alto.

Degas ricostruisce l'atmosfera della sala con garbo e raffinatezza, inserendo le sue fanciulle in una luce morbida e pallida (proviene in parte da destra dove immaginiamo ci sia una grande finestra e in parte dal fondo dall'altra finestra della stanza affianco) che ne ingentilisce ulteriormente le già eleganti movenze, illuminando la pelle bianchissima delle allieve, i tutù e l'evanescenza dei tessuti di raso. I passaggi cromatici dal bianco dei costumi al rosa della pelle sono tratteggiati con estrema delicatezza. Sia il disegno prospettico del pavimento sia il tono neutro del parquet e delle pareti, sul quale meglio risaltano gli abiti delle ballerine, contribuiscono a dare all'insieme un senso di quieto realismo.

Il colore, steso con zone ampie e pennellate sintetiche, non descrive ma evoca materie e volumi. Un altro particolare di questo quadro risulta essere la sensazione di estensione oltre i margini della tela; questo effetto suggerisce la transitorietà del momento immortalato dal pittore e la volontà dell'autore di superare la pittura accademica immobile. Ad esempio le figure a destra e a sinistra non sono tutte all'interno della "foto", alcuni stanno fuori come rappresentato dalla ragazzina con la gamba destra verso l'esterno.

Il vecchio maestro, probabilmente Jules Perrot, è situato al centro del semicerchio, ma non al centro del dipinto. L’uomo emerge per il colore grigio – contrapposto ai colori tenui ma più allegri delle giovani – e rappresenta così un elemento fisso e stabile, una figura guida.



Curiosità

- La ballerina che si gratta la schiena è Marie van Goethem, una ragazza di 14 anni che è stata anche il soggetto dell'unica scultura esposta volontariamente da Degas. Rappresentava uno dei "ratti della danza", termine utilizzato per indicare le ballerina di fila, ovvero quelle che non hanno parti da solista. Sia negli schizzi che nei modelli di studio la ritraeva nella scomoda posizione del capo, inclinata come nella scultura di cera. La sua storia è molto triste perché venne costretta dalla madre a diventare una prostituta minorenne.

- La base di partenza di questo quadro sono degli schizzi che lui realizza dal vivo, impiegandoci 3 anni nella realizzazione completa di questa opera.

- Degas si sente affine alla poetica degli impressionisti ma intraprende scelte autonome e non adotta il metodo di pittura all'aria aperta tipico del gruppo. Inoltre contrariamente alla tecnica impressionista usa sia il nero (per esempio nel nastro della bambina in primo piano) e il bianco (nel tutù di tutte le ballerine).

- Oltre l'apertura sulla parete sinistra si può notare una finestra attraverso la quale si intravede appena un paesaggio urbano.

- È un quadro dipinto in plein air, poiché non dipinge nel suo studio, ma in una classe di danza , infatti la tela è piccola, facile da trasportare.

- Degas si recava spesso nell'Opéra di Parigi non soltanto in veste di spettatore ma intrufolandosi anche dietro le quinte, nel foyer di danza, dove era stato introdotto da un suo amico musicista d'orchestra.

- Sempre in questi anni Degas condurrà significativi studi sul colore, usando sempre di più la pratica dell'accostamento di un colore all'altro per averne più luminosità possibile ed evitando di mischiarli. Userà sempre di più quindi i colori puri, come si può vedere nel fiocco rosso della ragazza che sventola il ventaglio.
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Frasi sul viaggio, il viaggiare e i viaggiatori


Un viaggio è lo spostamento che può avvenire secondo parametri spazio-temporali o altrimenti prescindendo questi parametri, quindi un viaggio in questo caso che va oltre il terreno, viaggio nella fantasia percorrendo itinerari anche fantasiosi come il viaggio di Dante Alighieri nella Divina Commedia.
La geografia s'impara viaggiando: viaggiare permette di vedere cose nuove, fare cose diverse e imparare a conoscere gli altri e se stessi. È importante viaggiare perché invecchiando potremmo ricordare le cose fatte e viste in gioventù, ma se in gioventù non si è fatto nulla, o si è visto poco, da anziani cosa ci resta da ricordare? Inoltre chi viaggia ha molto da dire, ha molto da insegnare rispetto a chi non si sposta oltre l'isolato di casa.

In questa pagina trovate una raccolta di frasi, aforismi, citazioni, battute divertenti, detti e proverbi sul viaggio, il viaggiare e i viaggiatori, da dedicare a tutte quelle persone che hanno la passione per il viaggio e non perdono occasione di partire verso una meta più o meno lontana, alla scoperta di nuovi orizzonti, o anche solo per motivi di lavoro, oppure per spronare quella categoria di persone pigre e chiuse che non hanno voglia di viaggiare pur avendone la possibilità.


Le frasi

Tra vent'anni sarai più infastidito dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri. (Mark Twain)

Il mondo è un libro, chi non viaggia ne legge una pagina soltanto. (Sant'Agostino)

Colui che vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero. (Antoine De Saint Exupery)

Viaggia più veloce chi viaggia da solo. (Rudyard Kipling)

Viaggi. Visto che non posso cambiare me stesso, almeno cambio scenografia. (Gianni Monduzzi)

Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone. (John Ernst Steinbeck)

Il viaggiatore più veloce è colui che va a piedi. (Henry David Thoreau)

Anche un viaggio di mille miglia inizia con un primo passo. (Lao Tse)

Al ritorno da un viaggio ci si domanda se è la terra che s'è impiccolita o se siamo noi che siamo ingranditi. (Paul Morand)

Un buon viaggiatore non ha piani precisi e il suo scopo non è arrivare. (Lao Tse)

Viaggiare, per i giovani, è una parte dell'educazione, per i vecchi una parte dell'esperienza. (Francis Bacon)

Viaggio perché la vita è breve e il mondo è grande. (Stephanie B.)

Non c'è modo migliore di sapere se ami o odi una persona che fare un viaggio con lei. (Mark Twain)

La meta del viaggio sono gli uomini; non si va in Spagna o in Germania, ma fra gli spagnoli o fra i tedeschi. (Claudio Magris)

Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato?  Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con l'individuo dal quale volevi fuggire. (Socrate)

Se fosse vero che i viaggi educano la mente, i controllori dei treni sarebbero gli uomini più saggi del mondo. (Santiago Rusiñol i Prats)

Non viaggio per sfuggire dalla vita, viaggio perché la vita non mi sfugga. (Anonimo)

Un viaggiatore prudente non disprezza mai il suo paese. (Carlo Goldoni)

Non è vero che i viaggi avvengono nella testa, che si può viaggiare rimanendo a casa, che si possono fare viaggi stupendi con la mente. No, non è vero. Il viaggio nasce nella testa, matura, ma per esistere ha bisogno di assorbire linfa attraverso i sensi, toccare, sentire, annusare, assaggiare. Quello mentale è un sogno, non un viaggio. (Marco Aime)

L’importanza del viaggio non sta tanto nel sapere dove ci troviamo, ma in quale direzione stiamo andando. (Romano Battaglia)

È sempre più lungo arrivare che tornare indietro. (Arthur Bloch)

Quando siete in viaggio, ricordate che un paese straniero non è stato progettato per farvi stare comodi. È stato progettato per far stare comodo il proprio popolo. (Clifton Fadiman)

La geografia è più importante della storia perché la contiene. (Guillermo Cabrera Infante)

Ci sono due modi di godersi i viaggi: visitare posti diversi con la stessa donna, oppure rivedere gli stessi posti con donne diverse. (Gianni Monduzzi)

Un compagno allegro è una carrozza in un viaggio a piedi. (Johann Wolfgang Goethe)

Ciò che dà valore al viaggio è la paura. (Albert Camus)

Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla. (Tiziano Terzani)

Per le persone che hanno il gusto della solitudine, essere in un luogo in cui nessuno può collocarti precisamente è una gioia rara: forse sta tutto lì anche il piacere dei viaggi. (Cesarina Vighy)

Viaggiare – ti lascia senza parole, poi ti trasforma in un narratore. (Ibn Battuta)

Un viaggio, per quanto terribile possa essere, nel ricordo si trasforma in qualcosa di meraviglioso. (Banana Yoshimoto)

Stare al mondo può essere caro, ma c'è incluso nel prezzo un viaggio attorno al sole gratis ogni anno. (Anonimo)

PARTIRE per mettersi in discussione, MUOVERSI verso la META e non solo per la META, SCOPRIRE il tragitto senza "spogliarlo", AVVICINARE la diversità per sentirsi più UGUALI, APRIRSI al “diverso”, MISURARE le distanze per prendere coscienza del TEMPO e dello SPAZIO, essere PERMEABILI e UMILI per SINTONIZZARSI, LENTI nel muoversi e VELOCI nell’AVVICINARSI, avere la capacità di STUPIRSI per TROVARE ciò che forse non si cercava. TORNARE cresciuti pronti per ripartire. (Anonimo)

Un uomo gira tutto il mondo in cerca di quello che gli occorre, poi torna a casa e là lo trova. (George Moore)

Non si arriva mai tanto lontano come quando non si sa più dove si va. (Johann Wolfgang Goethe)

Viaggiamo, inizialmente, per perderci. E viaggiamo, poi, per ritrovarci. Viaggiamo per aprirci il cuore e gli occhi, e per imparare più cose sul mondo di quante possano accoglierne i nostri giornali. E viaggiamo per portare quel poco di cui siamo capaci, nella nostra ignoranza e sapienza, in varie parti del globo, le cui ricchezze sono variamente disperse. E viaggiamo, in sostanza, per tornare a essere giovani e sciocchi – per rallentare il tempo ed esserne catturati, e per innamorarci ancora una volta. (Pico Iyer)

Molti di noi viaggiano non alla ricerca di risposte, ma di domande migliori. (Pico Iyer)

Per me la prima grande gioia di viaggiare è semplicemente il lusso di lasciare a casa tutte le mie convinzioni e le mie certezze per vedere ciò che pensavo di sapere in una luce diversa. (Pico Iyer)

Se rifiuti il cibo, ignori le usanze, hai paura della religione ed eviti le persone, faresti meglio a startene a casa. (James Albert Michener)

Leggere, scrivere, è dovere; viaggiare, è potere. (Paul Morand)

Si viaggia per cambiare, non di luogo, ma di idee. (Hippolyte Taine)

Viaggiare è il modo più piacevole, più impraticabile è più costoso di istruirsi. (Paul Morand)

Spostarsi, andar da un punto all'altro è una delle caratteristiche delle specie superiori. (Paul Morand)

Aver visitato molti paesi significa giungere giovani alla maturità, uno dei segreti della felicità. (Paul Morand)

L'uomo che viaggia solo può partire oggi; ma chi viaggia in compagnia deve aspettare che l'altro sia pronto. (Henry David Thoreau)

Ci sono viaggi che si fanno con un unico bagaglio: il cuore. (Audrey Hepburn)

Si dice che la porta sia la parte più lunga di un viaggio. (Proverbio latino)

Ah, com'è bello viaggiare... la tua auto, la tua playlist preferita, i paesaggi mozzafiato, l'autovelox dopo la curva, le bestemmie. (dbric511, Twitter)

I viaggi più straordinari li facciamo con i sogni.. (kallac_carta, Twitter)

L'offerta più vantaggiosa per viaggiare spendendo poco, resta sempre leggere. (AlexSetolosi, Twitter)

Ti fanno sentire inadeguata e fuori moda perché viaggi controcorrente..ma solo chi non è libero di essere se stesso si adegua e pensa questo.. (kallac_carta, Twitter)

Quando ti si rompono le cuffiette prima di un viaggio capisci che la giornata ti sta comunicando qualcosa. (InsanityPage, Twitter)

Incredibile come un viaggio in pullman si allunghi se accanto a te c'è seduto uno che puzza. (amonginstwit, Twitter)

Se oggi tornassi da un viaggio in barca e dicessi di aver scoperto un nuovo continente nessuno mi crederebbe.
Un tempo c'era più fiducia.
(p_episcopo, Twitter)

La mia testa dice sole, vacanze, spiagge, viaggi in paesi esotici.
La mia banca risponde "ma dove cazzo vuoi andare che non hai un soldo?"
(InsanityPage, Twitter)

*chiama l'agenzia di viaggio*
X:"salve, volevo chiedere quanto ci mette un volo da Milano a New York"
Y:"Un minuto..."
X:"oh okay."
(chevitaorribile, Twitter)

Ogni volta che vedo un matrimonio penso a quanti viaggi meravigliosi si sarebbero potuti fare con quei soldi. (_RoteFuchs, Twitter)

La maggior parte degli Italiani si vanta dei mille viaggi che fa all'estero ma non conosce niente del proprio Paese dotato di un patrimonio culturale inestimabile. (_RoteFuchs, Twitter)

Puoi girare il mondo, ma il viaggio più bello è sempre quello dalla cucina al divano. (esterviola_, Twitter)

Talmente sfigato che se inizio a viaggiare con la fantasia, mi becca il controllore. (_iaci, Twitter)

Volo A/R per Ibiza a solo 9,99€ e poi:
- 50€ di bagaglio
- 300€ di tasse
- 8372€ di assicurazione
- viaggi nella stiva
- dirottano l'aereo
(Droghiere, Twitter)

Vogliono viaggiare a 1€ e poi si lamentano:
- Dei ritardi
- Dei bagagli
- Del servizio
- Del posto
- Del trattamento
(Droghiere, Twitter)

Ho fatto più viaggi io nella mia testa che Cristoforo Colombo. (Droghiere, Twitter)

Viaggio ogni volta che ho voglia di cambiare aria.
E cambiare me.
(Pupitto, Twitter)

La vita è un viaggio: quanto più alta sarà la capacità di affidarti all'essenziale, più basso sarà il peso del bagaglio che dovrai portare.
(Pupitto, Twitter)

Viaggio con una donna e cerco:
hotel almeno 4 stelle
vasca idromassaggio
piscina
palestra
SPA

Viaggio solo:
"scusi, la caverna più vicina"?
(Pupitto, Twitter)

I desideri dei viaggiatori hanno forma di nuvole. (erykaluna, Twitter)

Scoprire che l'aeroporto lo chiamano Terminal non mi fa viaggiare tranquillo. (BrambillaLuca, Twitter)

Viaggiando molto e conoscendo nuovi popoli imparerai che i tamarri sono una razza interculturale. (darioloc81, Twitter)

Ricorda che ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo. Ma tu inciamperai. (Ty_il_nano, Twitter)

Viaggiare, pensò la mente.
Esplorare, tuonò il cuore.
Inebriarsi di nuove culture, ribollì il sangue.
Mandocazzovai, disse il portafoglio.
(IlBomma, Twitter)

Il mondo comincerà a piacermi davvero quando inizieranno a pagarmi per viaggiare. (Ri_Ghetto, Twitter)

All'agenzia di viaggi, quando gli ho detto che budget avevo, mi hanno proposto una notte lì nel loro ufficio. (mixmic76, Twitter)

Il vero viaggiatore non si misura dai paesi che ha visitato, ma dagli autogrill a cui è sopravvissuto. (robgere, Twitter)

I viaggi migliori li fai quando dimentichi a casa te stesso. (saraturchina, Twitter)

Il viaggio è metafora della vita, soprattutto quando manca l'aria condizionata. (m4gny, Twitter)

"Amo viaggiare" e poi:
- Certo che puzzano
- Dio che darei per della pasta
- Bella, eh, ma vuoi mettere con Roma?
- Come niente bidet?!
(diodeglizilla, Twitter)

"Assieme" è il viaggio che ho prenotato.
"Accanto" il posto che ho scelto.
(CannovaV, Twitter)

L'unica donna a cui bastava il bagaglio a mano per viaggiare era Mary Poppins. (dbric511, Twitter)

Quelli che "Esci, viaggia, il mondo è pieno di posti meravigliosi".
Certo, come no. I VIAGGI SONO GRATIS? PIOVONO BIGLIETTI AEREI DAL CIELO? GLI ALBERGHI SI PAGANO DA SOLI? OLTRE AI CONSIGLI MI REGALI ANCHE 5.000 EURO?
Non mi pare.
(masse78, Twitter)

Quelli che "Amo il mare e fare lunghi viaggi" come se a noi piacesse non avere un euro e stare a guardare il soffitto di casa. (masse78, Twitter)

Gente che "Adoro il mare e fare lunghi viaggi" come se a noi piacesse stare in città e fare viaggi corti al cassonetto sotto casa. (masse78, Twitter)

Questa cosa che per viaggiare le agenzie di viaggio ti chiedono i soldi, mi sembra di un'arroganza insostenibile. (masse78, Twitter)

Ma che ne sanno i piccioni che cagano in giro dell'emozione di risedersi sul water di casa nostra dopo un viaggio? (diegoilmaestro, Twitter)

Ho questo talento di pianificare viaggi in macchina, anche lunghi, in modo che il sole mi batta sempre sullo stesso orecchio. (ftzj, Twitter)

Ho chiesto alla mia ragazza di cambiare ma lei non vuole. So che state per darle ragione ma non possiamo fare tutto il viaggio in seconda. (ftzj, Twitter)



Proverbi italiani

Chi va piano, va sano e va lontano.

Con la compagnia non si sente la via.

Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova.

Chi viaggia per il mondo impara a vivere.

Correndo non si viaggia.

Domandando si va a Roma.

Il cuor del coraggioso è il miglior compagno di viaggio.

In lunghi viaggi anche la paglia pesa.

La pioggia non è spada, chi deve andare vada.

Non bisogna uscir senza mantello, per quanto il sole risplenda bello.

Piedi piccoli in grandi scarpe non fanno lungo viaggio.

Prima cerca il compagno e poi la strada.

Tutte le strade portano a Roma.

Viaggiando e leggendo s'impara.

Un bel discorso accorcia il viaggio.
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Chi la dura la vince - Significato


Chi la dura la vince è un noto proverbio italiano abbastanza antico: lo troviamo in una novella di Lorenzo De Medici (La ginestra): "perché nissuna cosa infine è difficile a chi vuole, et chi la (= la cosa difficile) dura (= 'sopporta') la vince".

Da precisare che non va assolutamente scritto con il verbo avere "chi l'ha dura la vince". L'errore nasce dall'interpretazione della parola dura come aggettivo e non come voce del verbo durare, nel significato comune 'sopportare'. Questa forma errata del proverbio non ha altro uso se non per fare battute provocatorie e a riferimento sessuale.

La locuzione latina è "Vincit qui patitur". Il significato letterale è "Vince chi resiste".

Gli inglesi invece dicono "No pain no gain", che sta per "Se non c'è dolore, non c'è guadagno".


Significato

Il proverbio sta a significare che chi continua a insistere con determinazione riesce ad ottenere quello che vuole e a raggiungere i propri obiettivi. Potrebbe apparire semplicistico ma tant'è: la vera forza delle azioni non risiede nell'intensità ma nella progressiva ripetizione nel tempo.

Non è una certezza assoluta, ma è anche logico pensare che ha più probabilità di ottenere ciò che vuole "chi tiene duro" fino alla fine, perché sta a significare che tiene a cuore al raggiungimento di un determinato obiettivo.
Al contrario, quante possibilità di successo può avere chi ha deciso di "mollare" in partenza?


Si potrebbe pensare anche in questo modo: se si difende la propria posizione con tutte le forze, nonostante "vinca l'altro", si avrà comunque vinto lo stesso perché non si è perso la propria dignità e siamo stati coerenti con noi stessi e con gli altri.
Tutto ciò, presume che ci sia un fondo di verità in ciò che si sostiene ovviamente. Se si rimane sulla propria posizione anche quando si è in torto, allora è presunzione.



Uso

Questo proverbio va utilizzato per spendere parole di incoraggiamento verso chi, di fronte agli ostacoli, si sente sfiduciato di poter raggiungere la meta che si era prefissa.


Esempio:

- Due pugili fortissimi si sfideranno questa sera. Si preannuncia un incontro alla pari molto spettacolare. Chi la dura la vince!
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Frasi sulla ricchezza e i ricchi


Per ricchezza s'intende una larga disponibilità di beni appartenente a una persona o, in senso più ampio, a un paese. È una cosa a cui ambiscono tutti perché il pensiero comune è che si vive molto meglio da ricchi che da poveri, ma il più delle volte rimane solo un sogno irrealizzabile. Secondo il rapporto di Oxfam la metà della popolazione più povera, circa 3,5 miliardi di persone ha un reddito annuale pari a quello degli 85 uomini più ricchi del pianeta. Di questi alcuni hanno raggiunto la ricchezza grazie a un'idea rivoluzionaria, cioè hanno creato un qualcosa che alla gente serve e che prima della loro invenzione non esisteva nulla di simile; gli altri invece gestiscono strutture che generano soldi o possiedono risorse che evidentemente sono preziose per il mondo intero. Ora ho per voi due notizie: una buona ed una cattiva. Quella cattiva è che per diventare ricchi partendo da zero la strada è lunga e in salita (ma non impossibile), ci vogliono comunque degli investimenti iniziali importanti e giustamente anche moltissima pazienza dato che è impensabile riuscire a fare il botto al primo tentativo; quella buona è che per vivere una vita felice e serena serve meno denaro di quanto crediate.
La vera ricchezza è ovviamente quella interiore, il potersi accorgere che i soldi sono necessari, indispensabili, ma non sono il fine ultimo da raggiungere. Quante volte sentiamo dire che chi ha ottenuto dalla vita una grande ricchezza in termini economici, poi si è reso conto che non è quello che aveva desiderato. Ecco perché ricco è chi sa accorgersi delle piccole cose, quelle che non si possono comprare con i soldi. È il tipo di ricchezza che non si ha mai paura di perdere, quella che non varia secondo l'andamento dei mercati, quella che non diminuisce e che anzi aumenta e ci fa sentire bene con noi stessi e con gli altri, quella che si può donare con gioia perché non si deve guadagnare, quella che si riceve senza averla chiesta...

In questa pagina trovate una raccolta di frasi, aforismi, citazioni, battute divertenti, detti e proverbi sulla ricchezza, da dedicare alle persone ricche solo grazie alla famiglia, a quelle che si sono arricchite con il lavoro, a quelle che sognano di arricchirsi tentando la fortuna.


Le frasi

Non è ricco colui che ha molto ma colui che dà molto. (Erich Fromm)

Ci sono persone così povere, che l'unica cosa che hanno sono i soldi. (Anonimo)

È il modo in cui gestisci il fallimento che determina il modo in cui raggiungerai il successo. (David Feherty)

La ricchezza arriva a coloro che fanno accadere le cose, non a coloro che lasciano che le cose accadano. (John M. Capozzi)

L'esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale. (Socrate)

Il denaro non ha mai reso un uomo felice, né lo farà mai. Più un uomo ha, più vuole. Invece di riempire un vuoto, ne crea un nuovo. (Benjamin Franklin)

La ricchezza non consiste nell'avere grandi possedimenti, ma nell'avere pochi desideri. (Epitteto)

Per diventare ricco ci sono molti modi, ma neanche uno che funzioni.
Per diventare ricco si può vincere al superenalotto, Ci sono tantissime possibiltà: 1/85304624986.
Si può truffare.
Puoi farti adottare da Bill Gates.
Puoi aspettare Robin Hood che ti porti un po' di soldi.
Puoi fare un colpo in banca.
Puoi sognartelo di notte.
(Nonciclopedia)

È grande chi sa essere povero nella ricchezza. (Lucio Anneo Seneca)

Persone che invidio:
- I ricchi
- I super ricchi
- I ricchissimi
(Anonimo)

Un uomo è veramente ricco quando i suoi figli corrono tra le sue braccia, anche se è arrivato a mani vuote. (Anonimo)

Il regalo più grande che puoi fare a un altro non è condividere le tue ricchezze, ma fargli scoprire le sue. (Benjamin Disraeli)

Se hai una famiglia che ti ama. Qualche buon amico. Cibo sulla tavola. Un tetto sulla testa. Sei più ricco di quanto pensi. (Anonimo)

Non serve essere ricchi per possedere qualcosa, le cose più belle della vita sono gratis: abbracciare, sorridere amare, baciare, sognare e sperare. (Anonimo)

Se i ricchi non sono felici, vuol dire che nessuno può essere felice. (Charles Wright Mills)

Arricchire non è poi tanto difficile: basta che continui a guadagnare anche quando non ne avresti più bisogno. (Gianni Monduzzi)

Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del Metrò. (Marilyn Monroe)

Il ricco va in paradiso solo se muore in culla. (Proverbio tedesco)

La cosa migliore che una persona può compiere per il suo sviluppo culturale, quando è ricca, è di cercare di attuare quei progetti che aveva coltivato quando era povero. (Henry David Thoreau)

Bastano poche cose, un sogno da condividere, mani che ti sanno tenere e un segreto inconfessabile. Questa è la vera ricchezza. (CannovaV, Twitter)

"La ricchezza rende tristi". Ma nulla che una bottiglia di champagne su uno yacht a Montecarlo non possano far dimenticare. (pellescura, Twitter)

A quelli che “l'importante è la ricchezza interiore” volevo chiedere se possono andare loro a pagarmi le bollette a fine mese. (Ri_Ghetto, Twitter)

La vera ricchezza non deriva dall'abbondanza dei beni materiali, ma da una mente serena. (Maometto)

La vera ricchezza è potersi permettere il lusso di essere se stessi. (CannovaV, Twitter)

I soldi non danno la felicità. Ma voglio essere ricco da fare schifo, andare alla Maldive e stare triste tutto il giorno al sole, in barca. (Masse78, Twitter)

Sono un passo dall'essere ricco.
L'unica cosa che mi mancano sono i soldi.
(InsanityPage, Twitter)

I soldi non daranno la felicità ma ti permettono di alzarti la mattina e fare quello che cavolo ti pare.
Decidere di andare in vacanza, fare shopping o dire “Che me ne frega, torno a letto, tanto sono ricco da fare schifo”.
Praticamente non esistono lunedì.
Solo domeniche.
(IlDroga, Twitter)

Vivo con la speranza che un giorno i miei genitori mi dicano:
"In realtà noi siamo ricchi, volevano solo insegnarti il senso dell'umiltà."
(Droghiere, Twitter)

Metodi di rimorchio sicuri:
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- Avere il papà ricco
(Droghiere, Twitter)

L'unica matematica che vorrei mai fare consiste nel contare i miei soldi quando sarò ricco. (DisagiatoComune, Twitter)

Che bello essere ricchi e poter non fare niente tutto il giorno. Cioè anche adesso non faccio niente, ma coi soldi è tutto più bello. (Ri_Ghetto, Twitter)

Sogno bancomat tipo i cubi di Super Mario che per prelevare i soldi devi prenderli a testate, almeno i ricchi soffrirebbero più dei poveri. (Pao_LOST, Twitter)

Rapida guida su come diventare ricchi sin da giovani:
1) nascere da genitori ricchi
2) fine
(Pao_LOST, Twitter)

"Le prime otto persone più ricche del mondo posseggono la metà della ricchezza di tutto il pianeta". Poverino il nono, che sfiga. (pellescura, Twitter)

Non smettete mai di credere nei vostri sogni, lavorate duro e ricordatevi di nascere ricchi.
Vedrete che i risultati arriveranno.
(Dio, Twitter)

Se è una capra in geografia ma sa dove si trova Panama allora è ricco. (ItsCetty, Twitter)

La mia favola preferita è La Bella e la Bestia perché insegna che anche uno mostruoso può trovare l'amore, se è ricco e vive in un castello. (diodeglizilla, Twitter)

Persino per arrendersi occorre essere ricchi, se vuoi tirare i remi in barca, serve una barca. (Comeprincipe, Twitter)

Quando criticate i ricchi che ostentano ricchezza vorrei essere dalla vostra parte ma poi penso che se io fossi ricco andrei in città in sella ad un elefante tutto ornato di Swarovski con la corona il mantello ed un pavone come animale domestico quindi evito. (Tremenoventi, Twitter)

La ricchezza più grande è il rispetto che hai di te stesso. E non ci compri la macchina. (MaxMangione, Twitter)

Comunque noi con il nome normale non possiamo mai essere ricchi cioè è risaputo che per fare soldi devi chiamarti pierfrancesco, pierferdinando, jean pierre papin cose così. (Tremenoventi, Twitter)

- La vera ricchezza non la ottieni con beni effimeri ma viene da dentro.
- L'animo umano?
- No i reni. Sai quanto te li pagano al mercato nero?!
(MaxMangione, Twitter)

Un ricco signore che a 60 anni lavora ancora per accumulare ricchezza non è avido, è semplicemente troppo ottimista. (azael, Twitter)

Io comunque ai ricchi non invidio i soldi. Ai ricchi invidio la possibilità di alzarsi e decidere se andare a lavorare, prendere un aereo per le Maldive oppure pensare “No dai, oggi non faccio un cazzo tanto sono ricco da fare schifo”.
Ai ricchi invidio la possibilità di scelta.
(Masse78, Twitter)

Esser ricchi vuol dire non avere sveglie la mattina e lunedì di merda, vuol dire viaggiare, vedere concerti, shopping, case in montagna, ville al mare piscine e soprattutto visite mediche senza dover aspettare mesi.
I soldi non danno la felicità è vero,
I SOLDI SONO LA FELICITÀ.
(Masse78, Twitter)

Ho lavorato sodo per cercare di arrivare a 40 anni ricco, famoso e pieno di donne e ora sto quasi per arrivare al primo obiettivo: i 40 anni. (postofisso2012, Twitter)

L'errore più grosso che ho fatto in vita mia è stato quello di non nascere ricco. (postofisso2012, Twitter)

Mai una volta che uno zio sfacciatamente ricco, che non sapevi di avere, ti nomini erede universale del suo immenso patrimonio,quando serve. (valemille, Twitter)

La vera ricchezza è l'amore delle persone intorno a te, ma soprattutto partire per le ferie pensando "se ho dimenticato qualcosa di importante lo compro là". (Ftzj, Twitter)



Proverbi italiani

Al povero manca il pane, al ricco l'appetito.

A rubar poco si va in galera a rubar tanto si fa carriera.

Chi è ricco ha ciò che vuole.

Chi ha la sanità, è ricco e non lo sà.

Chi sa essere contento del poco che ha, è sempre molto ricco.

Contentezza supera ricchezza.

Dio dà il cappone al ricco e al povero l'appetito.

I ricchi hanno il paradiso in questo mondo, e nell'altro se lo vogliono.

La maggior ricchezza è nulla desiderare.

La ricchezza acceca l'intelletto.

La ricchezza cambia sovente di padrone.

La ricchezza del contadino sta nelle braccia e chi ne vuole se ne faccia.

La ricchezza è buona quando è di buona lega e se ne fa buon uso.

La ricchezza è come il concime: un mucchio puzza, sparsa ingrassa.

La ricchezza è una rosa irta di spine.

Le ricchezze fatte in fretta presto svaniscono.

Pazzo è colui che vive povero, per morire ricco.

Per essere ricco occorre avere un parente in casa del diavolo.

Ricchezza e fortuna cambiano come la luna.

Ricchezza e scienza, insieme non hanno residenza.

Ricchezza non fa gentilezza.

Ricchezza poco vale a quel che l'usa male.

Ricchezza senza saviezza e cavallo senza briglia non si possono tenere.

Ricco non è chi possiede ma chi spende.

Tre cose fanno l'uomo ricco: guadagnare e non spendere, promettere e non mantenere, accettare e non rendere.

Un ricco solo impoverisce molti.
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A Scapito o A Discapito: come si scrive?


Scapito e discapito sono due forme corrette ed esistenti nella lingua italiana, entrambe derivano dal verbo "scapitare" che significa subire un grave danno di natura economica o morale. Hanno significato uguale e sono diffuse allo stesso modo nell'italiano contemporaneo, pertanto non bisogna frastornarsi molto nella scelta di uno o dell'altro. Ad ogni modo, in questa pagina, attraverso alcuni esempi andremo a spiegare a cosa servono e quando vanno utilizzati.


Scapito

Letteralmente scapito vuol dire danno pecuniario, perdita di capitale. Più in generale, si usa per indicare danno, perdita di valore o di stima subito solitamente per disavvedutezza.
Non hai avuto alcuna esitazione ad accettare la parte in teatro a scapito di chi si era preparato con dedizione e da lungo tempo.
Ne hanno avuto scapito tutti i paesani della parrocchia. 



Discapito

Discapito è un termine composto da DIS, che denota idea contraria e il latino CAPUT = Capitale.
Il suo significato non differisce da quello indicato in precedenza per scapito.
L'insegnante sta assegnando molti compiti a discapito dei suoi alunni che non potranno godersi la vacanze.



Principali differenze

Entrambe vengono usate soprattutto nella locuzione a scapito di, a discapito di che, come abbiamo visto equivalgono a "con danno di, con svantaggio di".

Come avete potuto notare negli esempi, per quanto riguarda "scapito" ne sono stati messi due proprio perché può funzionare nella frase anche se non è preceduto dalla preposizione semplice "a", lo stesso discorso non può essere applicato per "discapito" che può funzionare soltanto in questa locuzione.

Inoltre il termine "scapito" ha significato più economico (perdita di capitale, di denaro). Se invece il senso è meno materiale si tende a utilizzare "discapito". Ciò non toglie che siano entrambe le forme corrette e che quindi possano essere considerate intercambiabili.
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L'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza


L'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza è un proverbio italiano che ha origini antichissime. Risale ai tempi di Tito Maccio Plauto (250 a.C. – 184 a.C.), un commediografo romano.
Per gli antichi Greci l’ospitalità era un diritto-dovere voluto dagli dei e, pertanto, il rispetto dovuto all’ospite aveva un carattere sacro. Ulisse, archetipo dell’ospitalità, è stato accolto da Calipso, da Nausicaa, dal re Alcinoo e dal suo popolo, e, con inganno, pure da Polifemo, ma gli dei hanno punito il Ciclope poiché è venuto meno al suo dovere di ospitalità.
Un esempio ancora più concreto e universale di accoglienza e ospitalità è quello tramandatoci dalla vita quotidiana a Roma, dove la straordinaria disponibilità di Roma all'accoglienza, è stata, purtroppo, anche una delle tante cause del suo decadere.

La locuzione latina è "Post tres saepe dies vilescit piscis et hospes".

Nella lingua inglese diventa "Guests, like fish, stink after three days".


Significato

Il proverbio sta a significare che gli ospiti sono più graditi se le loro visite non sono troppo frequenti. Inoltre anche le permanenze devono essere brevi.

Ritornando a Plauto, questi sosteneva che un ospite diventa odioso dopo tre giorni per il padrone di casa, e dopo dieci inizia a essere un impiccio pure per i servi!

I proverbi, si sa, servono a descrivere, spesso con caustico sarcasmo, scene di vita vissuta e situazioni con cui noi tutti, ogni giorno, ci confrontiamo. Non sempre però la saggezza popolare trova riscontro nella realtà. Alcuni ospiti, infatti, puzzano fin da subito, fin dal primo momento che mettono piede in casa nostra.



Uso

Chi non si è mai ritrovato nella situazione di dover ospitare - momentaneamente - qualcuno nella propria casa, con l'iniziale convinzione di poter trascorrere e condividere piacevoli momenti di serena e innocua quotidianità, per poi ritrovarsi, dopo soli tre giorni, a dover fare i conti con i subentranti comportamenti, maniacalmente ingiustificati, dell'ospite di turno.

Questo proverbio è offensivo nei confronti dell'ospite (si chiederebbe a cosa l'abbiamo ospitato a fare) e solitamente viene usato per sparlare alle sue spalle (e non è una cosa di cui vantarsi).


Esempio:

- È la mia migliore amica e dovrei essere gentile con lei, forse dovrei prolungarle l'ospitalità finché non trova una casa in affitto ma mi sento come se mi stesse togliendo l'aria. È proprio vero... l'ospite è come il pesce, dopo tre giorni inizia a puzzare.
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A mali estremi, estremi rimedi - Significato


A mali estremi, estremi rimedi è un noto proverbio italiano di cui non si conosce l'autore e pertanto non possiamo dire a quale periodo risale.

La locuzione latina è "Extremis malis, extrema remedia".


Nella lingua inglese diventa "Desperate times call for drastic measures".


In questa pagina andremo a spiegare ciò che vuole trasmettere questo proverbio e in quale contesto potrebbe essere utilizzato.


Significato

Il proverbio evidenza come, in certe situazioni di particolare gravità, sia indispensabile cercare ogni mezzo utile a risolverle favorevolmente. Se il male è estremo, anche il rimedio dev'essere uguale.

Quella di sapersi adattare è un’abilità, se non addirittura un'arte, da non sottovalutare. Cavarsela con ciò che si ha a portata di mano, uscire dagli schemi e non essere schiavi degli oggetti che si posseggono (o che non si posseggono) è davvero possibile se si gode di un acuto ingegno come preziosa risorsa.

Sinceramente non amo molto questo proverbio: mica si possono usare proprio tutti i mezzi! Esiste anche un proverbio che lo contraddice ed è "Al peggio non c'è mai fine". Non è detto che il rimedio estremo funzioni sempre, estremo può essere anche sinonimo di pericoloso. Chi ci dà la certezza che nel tentativo di risolvere "alla disperata" un problema, non ne creiamo un altro?



Uso

Il proverbio va usato quando ci si trova in una situazione difficoltà e la soluzione c'è ma è estrema (pericolosa, insolita, imbarazzante). Adottando questo proverbio giustifichiamo la nostra durezza e drasticità, in quanto necessaria per risolvere il problema.


Esempio:

- Fa troppo caldo! A mali estremi, estremi rimedi... mi rinfresco con questa bottiglietta d'acqua.

- Che sbadato! Ho chiuso macchina lasciandogli le chiavi dentro! A mali estremi, estremi rimedi... romperò il finestrino con questo tubo di ferro.

- Non riesco ad aprire il pacchetto delle patatine. A mali estremi, estremi rimedi... lo aprirò coi denti.
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Tesina sulla Ginnastica artistica - Terza Media


La ginnastica artistica è uno sport che possono praticare sia i maschi che le femmine. Dal punto di vista tecnico si è definita la ginnastica artistica uno degli sport più complessi, faticosi e di grande impegno, ma anche in grado di dare delle immense soddisfazioni.


Ed. fisica:
- Ginnastica artistica (origine, strumenti, competizioni, atleti italiani famosi e vincenti).

- I muscoli più stimolati e perché tremano sotto sforzo.


Letteratura:
- Poesia sulla danza (ginnastica artistica applicata alla danza)


Geografia:
- La Cina (la prima propagatrice dell'attività ginnica)


Inglese:
- Londra (per le Olimpiadi di Londra 2012)


Storia:
- La battaglia d'Inghilterra della seconda guerra mondiale (collegata a Londra).

- Storia della ginnastica artistica (veniva praticata nella Grecia antica, nell'età romana venne snobbata, a Berlino venne aperta la prima palestra pubblica all'aperto, in Germania si sviluppò la ginnastica collettiva, in Italia nel 1807 Girolamo Bagatta introdusse la ginnastica nel suo istituto)


Arte:
- Armonia delle forme (fare un confronto con le pose della ginnastica artistica che, per risultare ben fatte, devono essere armoniche ed equilibrate).


Tecnica:
- Gli attrezzi utilizzati in questa disciplina in generale.

- La pedana (è un attrezzo che dà una spinta quindi si potrebbe collegare alle leve di 3° genere)


Scienze:
- Alimentazione: basata principalmente su frutta e verdura e cibi con pochi grassi.

- La velocità di recupero dopo uno sforzo.
- I muscoli più stimolati e perché tremano sotto sforzo (se non lo portate già in ed. fisica).
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Finché c'è vita c'è speranza - Significato


Finché c'è vita c'è speranza è un noto proverbio italiano che proviene da Marco Tullio Cicerone (106/43 a.C.), uno dei massimi letterati dell'antica Roma, ed è contenuto nelle Epistulae ad Atticum, le lettere indirizzate all'amico Tito Pomponio Attico.
In realtà la locuzione latina di Cicerone è la seguente: "Aegroto dum anima est, spes est" (per chi è ammalato si dice che, finché c'è respiro, c'è speranza), mentre oggi viene utilizzata in maniera abbreviata.

In inglese diventa "Whilst there's life, there's hope".


In questa pagina andremo a spiegare ciò che vuole trasmettere questa frase e in quale contesto potrebbe essere utilizzata.


Significato

È un'esortazione a non disperare, anche in situazioni difficili. Bisogna continuare a sperare e a pensare positivo perché quello che si aspettava da tanto tempo potrebbe un giorno anche diventare realtà.
Finché siamo vivi possiamo ancora realizzare i nostri sogni, magari anche a 90 anni, ma se siamo morti cosa possiamo più sperare? Che ci sia un'altra vita? Ma se non ci dovesse essere una seconda vita, resteremo fregati!

Il suo significato è molto simile a quello di un altro celebre proverbio: "La speranza è l'ultima a morire".

Invece è opposto a quest'altro proverbio: "Chi di speranza vive, disperato muore".



Uso

Ci sono svariate situazioni dove può essere utilizzato questo proverbio, sia in modo serioso, per dare un conforto, che ironico, verso chi continua a sperare anche quando ormai è troppo tardi.


Esempio:

- Ho saputo che del tuo licenziamento. Mi spiace, ma non dannarti perché finché c'è vita c'è speranza. Sono convinto che a perderci saranno loro, tu sei un gran lavoratore e troverai di meglio

- Hai 50 anni e non hai ancora trovato moglie... ma finché c'è vita c'è speranza.
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Differenza tra maleducato e ineducato


Spesso gli adulti al sentire brutte parole provenienti dalle bocche innocenti dei bambini o dei ragazzini, si infastidiscono e li ammoniscono verbalmente con termini del tipo "maleducato!" o "ineducato!". Questa è più che altro un'abitudine perché anche loro sono passati in questa fase in cui venivano continuamente rimproverati dai propri genitori o dagli insegnanti di scuola per ogni comportamento sbagliato. Le parolacce sono una cosa davvero sgradevole, e lo diventano ancora di più quando vengono dette dai più giovani; l'impressione che danno è che crescendo continueranno a dirne sempre di più e sempre più volgari, come un vizio che va eliminato sul nascere.

Se andiamo ad analizzare le due parole abbiamo che:
  • Maleducato è il contrario di beneducato,
  • Ineducato è il contrario di educato (= educato bene).

Come avrete potuto vedere nemmeno questo è sufficiente a spiegare il perché le due parole non sono sinonimi. Ma allora qual è la differenza sostanziale tra "maleducato" e "ineducato" e come aggettivo qual è quello più indicativo di scorrettezza? E quale quello più offensivo?


Maleducato

Si dice che una persona sia maleducata quando si pensa che abbia ricevuto una cattiva educazione ed è questa la reale ragione dei suoi abituali comportamenti giudicati dalla società come scorretti o comunque per nulla esemplari.
Sei una gran maleducata! Tua mamma non ti ha insegnato cos'è l'educazione?

Sicuramente "maleducato" è il termine più offensivo tra i due, viene detto direttamente alla persona rimproverata.


Ineducato

Si dice che una persona sia ineducata quando si pensa che questa non abbia ricevuto alcuna educazione. Una persona ineducata è incolta, ha una mancanza comportamentale perché nessuno gliene ha data una. Ineducati lo sono anche coloro che pur avendone la possibilità, si rifiutano di ricevere un'educazione.
Non ti dico che sei maleducato, ma ineducato. Maleducato vorrebbe dire che i tuoi genitori ti abbiano dato una pessima educazione... cosa impensabile dato che li conosco e sono delle brave persone. Sono certa che te l'hanno data, il problema è solo tuo, perché non la vuoi recepire.

L'aggettivo "ineducato" è una forma meno offensiva e meno formale, in quanto si cerca di dare minore colpa alla persona che viene rimproverata. Non si possono addossare troppe colpe a un individuo che non ha potuto godere di una sufficiente educazione, non solo morale e sociale ma anche intellettuale.


Un'altra differenza, ma meno importante, è che "maleducato" viene utilizzato maggiormente per riferirsi alle persone (ho dei vicini maleducati!), invece "ineducato" viene usato maggiormente per qualificare cose (comportamento ineducato). 
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La virgola prima o dopo del MA?


La virgola indica una pausa breve e corrisponde nella lettura a un minutissimo intervallo della voce. Su questo immagino che siamo d'accordo tutti in quanto sono cose che si imparano alle elementari, tuttavia qualcuno potrebbe chiedersi quale sia la regola grammaticale della virgola in presenza del "ma"; essendo una congiunzione avversativa questa a seconda dei casi va ad eliminare la virgola, in altri, invece, la richiede prima o dopo di essa.
La regola di base è che quando la congiunzione avversativa "ma" coordina due frasi brevi la virgola non serve, invece quando coordina due frasi lunghe diventa necessaria. Non essendoci una regola precisa che si possa applicare per ogni frase, cercheremo attraverso degli esempi di sciogliervi questo dubbio.


La virgola prima del "ma" 

Nella maggior parte dei casi è giusto mettere la virgola prima del "ma", essa è usata per dare un'evidenza espressiva, cioè per mettere a fuoco l'elemento che la precede.
Tutti quanti avrebbero preferito andare a Madrid, ma io non ero d'accordo.


Senza la virgola

Quando il ma è posto tra due aggettivi non serve usare la virgola.
- Quella giornata, bella ma stancante, era finita.
- Stiamo parlando di una realtà avvincente e sfidante ma anche complessa e articolata


La virgola dopo il "ma"

Come abbiamo già visto, il più delle volte la virgola si mette prima del "ma", ad eccezione delle incidentali. In questo caso si trova in mezzo a due virgole e serve a dare un effetto; ovvero il "ma" viene usato non tanto per legare le due frasi, ma per catturare maggiormente l'attenzione, poiché la prima frase si è chiusa e fa una pausa prima della seconda.
Mi piace la frutta, ma, come mi ha detto il dottore, devo evitare quella con troppi zuccheri.


Come avrete notato, il "ma" e le virgole possono interagire in vari modi, tutto dipende da come si vogliono mettere le pause quando la frase andrà letta. Che poi è quello che vale per tutta la punteggiatura in linea di massima.
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