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L'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza

Cosa significa il proverbio "L'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza" riferito alle fastidiose abitudini degli ospiti; origine, spiegazione e come si usa nella lingua italiana.

L'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza è un proverbio italiano che ha origini antichissime. Risale ai tempi di Tito Maccio Plauto (250 a.C. – 184 a.C.), un commediografo romano.
Per gli antichi Greci l’ospitalità era un diritto-dovere voluto dagli dei e, pertanto, il rispetto dovuto all’ospite aveva un carattere sacro. Ulisse, archetipo dell’ospitalità, è stato accolto da Calipso, da Nausicaa, dal re Alcinoo e dal suo popolo, e, con inganno, pure da Polifemo, ma gli dei hanno punito il Ciclope poiché è venuto meno al suo dovere di ospitalità.
Un esempio ancora più concreto e universale di accoglienza e ospitalità è quello tramandatoci dalla vita quotidiana a Roma, dove la straordinaria disponibilità di Roma all'accoglienza, è stata, purtroppo, anche una delle tante cause del suo decadere.

La locuzione latina è "Post tres saepe dies vilescit piscis et hospes".

Nella lingua inglese diventa "Guests, like fish, stink after three days".


Significato

Il proverbio sta a significare che gli ospiti sono più graditi se le loro visite non sono troppo frequenti. Inoltre anche le permanenze devono essere brevi.

Ritornando a Plauto, questi sosteneva che un ospite diventa odioso dopo tre giorni per il padrone di casa, e dopo dieci inizia a essere un impiccio pure per i servi!

I proverbi, si sa, servono a descrivere, spesso con caustico sarcasmo, scene di vita vissuta e situazioni con cui noi tutti, ogni giorno, ci confrontiamo. Non sempre però la saggezza popolare trova riscontro nella realtà. Alcuni ospiti, infatti, puzzano fin da subito, fin dal primo momento che mettono piede in casa nostra.



Uso

Chi non si è mai ritrovato nella situazione di dover ospitare - momentaneamente - qualcuno nella propria casa, con l'iniziale convinzione di poter trascorrere e condividere piacevoli momenti di serena e innocua quotidianità, per poi ritrovarsi, dopo soli tre giorni, a dover fare i conti con i subentranti comportamenti, maniacalmente ingiustificati, dell'ospite di turno.

Questo proverbio è offensivo nei confronti dell'ospite (si chiederebbe a cosa l'abbiamo ospitato a fare) e solitamente viene usato per sparlare alle sue spalle (e non è una cosa di cui vantarsi).


Esempio:

- È la mia migliore amica e dovrei essere gentile con lei, forse dovrei prolungarle l'ospitalità finché non trova una casa in affitto ma mi sento come se mi stesse togliendo l'aria. È proprio vero... l'ospite è come il pesce, dopo tre giorni inizia a puzzare.



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