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Novelle del Decamerone di Boccaccio

Questo è l'elenco delle novelle principali del Decamerone realizzate da Giovanni Boccaccio e che sono state ovviamente riassunte da noi di Scuolissima. In questa pagina sono presenti brevi riassunti ma se cliccate sul titolo di ogni novella è presente una sintesi più completa e ordinata con analisi dettaglia e commento personale, qualora non dovessero bastarvi utilizzate il forum per chiedere il nostro aiuto.

GUARDA: RIASSUNTO NOVELLE DEL DECAMERONE

Chichibio e la Gru o Chichibio il Cuoco
Viveva a Firenze Currado Gianfigliazzi, un gran signore, ricco e amante della caccia. Avendo un giorno catturato una bella gru, la diede al suo cuoco, Chichibio. Mentre la gru coceva sullo spiedo si spanse tutt’intorno un profumo di arrosto che attirò una servetta del rione di cui Chichibio era invaghito. Questa allora chiese a Chichibio una coscia del volatile ma Chichibio le rispose che non poteva regalargliela. Quella allora lo minacciò sul piano affettivo e al cuoco non rimase che accontentarla. Quella sera si tenne una bella cena con degli ospiti, e Currado, vedendo che alla gru mancava una coscia, chiese spiegazioni, al che il cuoco per difendersi disse che le gru avevano una sola gamba, non due. Allora Currado decise di sfidare il cuoco a dimostrargli, all’alba del giorno seguente, la veridicità delle sue parole. Così al mattino si recarono al lago dove le gru riposavano poggiate su una sola zampa. Proprio mentre Chichibio cominciava a credersi salvo Currado lanciò un forte grido a causa del quale tutte le gru presero il volo mostrando così entrambe le zampe. Al che il cuoco rispose al suo padrone che, se avesse lanciato un urlo simile la sera prima, anche quella gru avrebbe mostrato entrambe le zampe. Currado sorpreso e divertito di quella battuta decise allora di perdonare il cuoco.

Novella di Griselda
Nell’ ultima novella viene raccontata la storia del marchese di Saluzzo che sposa Griselda malvolentieri seguendo le preghiere dei suoi uomini. Griselda, figlia di un villano, viene sottoposta dal marchese a struggenti prove di fedeltà: il marchese finge di avergli ucciso i figli, finge di non essere più innamorato di lei e le porta dentro casa una donna facendola passare per la sua amante e finge addirittura di risposarsi. Dopo addirittura dodici anni, con i figli ormai grandi e maritati, svela tutto a Griselda e con lei trascorre la vecchiaia.

Tancredi e Ghismunda
Nell’ ultima novella viene raccontata la storia del marchese di Saluzzo che sposa Griselda malvolentieri seguendo le preghiere dei suoi uomini. Griselda, figlia di un villano, viene sottoposta dal marchese a struggenti prove di fedeltà: il marchese finge di avergli ucciso i figli, finge di non essere più innamorato di lei e le porta dentro casa una donna facendola passare per la sua amante e finge addirittura di risposarsi. Dopo addirittura dodici anni, con i figli ormai grandi e maritati, svela tutto a Griselda e con lei trascorre la vecchiaia.

Federigo degli Alberighi
Nell’Isola di Ischia viveva marin Bulgaro con la sua bellissima figlia Restituta. Gianni, abitante di procida si innamorò perdutamente della bella Restituta e andava tutti i giorni a Ischia persino a nuoto pur di vederla. Un giorno però ella venne rapita da un gruppo di ragazzi che la portarono al re Federigo d’Aragona che la chiuse nel palazzo arabo-normanno che ha nome Cuba. Sulle tracce della donna amata, Gianni arrivò a Palermo e intravide Restituta dietro una finestra del palazzo. Durante la notte Federigo scoprì i due amanti addormentati e ordinò che fossero legati ed esposti nudi sulla pubblica piazza, prima di essere arsi vivi. Grazie alla testimonianza dell’ammiraglio Ruggeri di Lauria, i due giovani furono perdonati, perché identificati come il nipote di Gian di Procida, un partigiano degli Aragonesi e uno dei capi della rivolta dei Vespri (1282), e come la figlia del famoso Marin Bòlgaro.

Lisabetta da Messina
Nella città di Messina vi abitavano tre fratelli, ricchi mercanti, con la sorella minore Elisabetta, fanciulla molto bella che loro non avevano ancora maritato. Questa si innamorò di un giovane di nome Lorenzo che lavorava presso il fondaco dei tre fratelli. Anche Lorenzo si innamorò di Elisabetta e i due incominciarono frequentarsi segretamente. Il fratello maggiore accortosi della relazione ne parlò agli altri due fratelli e tutti e tre , dopo aver portato Lorenzo in luogo solitario lo uccisero e lo seppellirono. Una notte comparve in sogno a Elisabetta Lorenzo che le diceva di essere stato ucciso dai suoi fratelli e le rivelò dove era seppellito. Le fanciulla vi si recò, scavò e taglio la testa dal corpo che dopo averla fasciata mise in un vaso e ricoprì di terra e vi piantò delle piante. Spesso la fanciulla riversava lacrime sul vaso e i fratelli avvertiti dai vicini, le tolsero il vaso e scoperta la testa la sotterrarono. Dopo i tre fratelli partirono per Napoli affinché non si sapesse la storia e la sorella continuando a versare amare lacrime morì.

Nastagio degli Onesti
Un nobile ravennate, Nastagio degli Onesti, nonostante fosse ancora molto giovane, si ritrovò ricchissimo in seguito alla morte del padre e dello zio; presto s'innamorò di una ragazza di un'ancora più nobile famiglia, quella dei Traversa, e per attirare la sua attenzione, cominciò a spendere smisuratamente in banchetti e feste. La giovane però non si mostrò mai interessata all'amore del ragazzo, e per questo lui più volte si propose di suicidarsi, di odiarla o di lasciarla stare, ma mai riuscì nei suoi propositi. Vedendo che, seguendo questo suo sogno, Nastagio si stava consumando nella persona e nel patrimonio, i suoi amici e parenti gli consigliarono allora di andarsene da Ravenna, in modo che riuscisse poi a dimenticare il suo amore inappagato; il ragazzo, non potendo continuare ad ignorare questo consiglio, si trasferì a Classe, poco lontano dalla sua città. Un venerdì all'inizio di Maggio, Nastagio, addentratosi nella pineta, vide una ragazza correre nuda e in lacrime, inseguita da due cani che la mordevano e da un cavaliere nero che la minacciava di morte: lui si schierò a difesa della fanciulla ma l'uomo a cavallo, dopo essersi presentato come Guido degli Anastagi, disse a Nastagio di lasciarlo fare in quanto, essendo in realtà già morto per essersi suicidato, stava solo scontando la propria pena infernale, accanendosi su colei che disprezzando il suo amore lo aveva portato a togliersi la vita. Rassegnatosi al volere divino, assisté allo strazio del corpo della giovane da parte del cavaliere, al termine del quale i due furono costretti a ricominciare da capo il loro inseguimento, fino a fuggire dalla vista di Nastagio. Il ragazzo decise allora di approfittare di questa situazione, e perciò invitò i propri parenti e la sua amata con i suoi genitori a banchettare in quel luogo il venerdì seguente. Come Nastagio aveva previsto, alla fine del pranzo si ripeté la scena straziante alla quale lui aveva assistito una settimana prima, e questa ebbe l'effetto sperato, infatti, la giovane Traversa, ricordandosi di come aveva sempre calpestato l'amore che il padrone di casa provava nei suoi confronti, per paura di subire la stessa condanna acconsentì immediatamente a sposare Nastagio, tramutando il proprio odio in amore.

Guglielmo Rossiglione
Questa novella parla dell’amore tra Gerbino e la figlia del re di Tunisi. Guglielmo II, re di Sicilia, ebbe due figli:Ruggero e Costanza. Ruggero ebbe un figlio di nome Gerbino, che cresciuto dal nonno divenne molto bello e famoso per la sua cortesia e bravura.questa fama giunse presso la figlia del re di Tunisi che si innamorò di lui. Anche Gerbino si innamorò della fanciulla che era molto bella. Ma il re di Tunisi aveva promesso in sposa sua figlia al figlio del re di Granata perciò Gerbino non poteva sposare la fanciulla. Guglielmo, senza sapere dell’amore di suo nipote promise fedeltà e sicurezza al re di Tunisi e gli inviò un guanto segno di impegno assoluto. La nave su cui viaggiava la fanciulla per andare a Granata venne raggiunta e assaltata dalle due navi di Gerbino; ma la fanciulla fu uccisa e gettata in mare dai marinai della sua stessa nave. Ciò provocò l’ira di Gerbino che, salito sulla nave avversaria uccise molti uomini. Il re di Tunisi venuto a conoscenza dell’episodio,fece decapitare Gerbino in presenza di suo nonno Guglielmo come simbolo della fedeltà che egli gli aveva promesso.

Madonna Oretta
Filomena intende dimostrare quanto le donne siano capaci di motti arguti, e come essi si addicano alla donna stessa, e a tal fine porta l’esempio di come una donna zittì un cavaliere incapace. Madonna Oretta era rispettata e conosciuta, e un giorno, viaggiando insieme con delle persone, ricevette da un cavaliere la proposta di salire sul suo cavallo ed essere da lui intrattenuta. Oretta salì allora sul cavallo, ma il cavaliere era incapace di raccontar le storie, e così, esasperata alla fine gli disse che il cavallo aveva un andamento troppo duro per lei e che quindi avrebbe preferito continuare a piedi.

Andreuccio da Perugia
C’era a Perugia un noto mercante di cavalli, Andreuccio, che un giorno partì per Napoli con una borsa di fiorini d’oro. La stessa sera, arrivato nei pressi di Napoli, mentre cenava in un’osteria, trasse fuori la borsa con i soldi che furono subito notati da due scaltre donne. La sera dopo, la più giovane di queste due, invitò Andreuccio a casa sua e, piangendo, gli disse che lei era sua sorella. Dopo aver convinto Andreuccio, lo costrinse a rimanere la sera e la notte a casa sua. Il povero commerciante cadde in una botola, che si trovava nel bagno, e la donna poté così rubargli la borsa; uscito fuori della casa ed avendo cominciato a capire l’inganno, bussò, inferocito, più volte alla sua porta ma, ovviamente, nessuno rispondeva. Perse le speranze, s’incamminò verso l’osteria e sulla strada incontrò due contadini che, ascoltata la storia, sembrava volessero aiutarlo; così lo condussero ad un pozzo per farlo lavare dal fetore che aveva addosso. Ma, una volta calato Andreuccio nel pozzo, scapparono impauriti da alcune persone che stavano arrivando al pozzo; lo sfortunato ragazzo, dopo aver risalito il pozzo, saltò fuori terrorizzando tutti e, corse via. Ma incontrò nuovamente i due astuti contadini che lo obbligarono a rubare un rubino che si trovava al dito di un cardinale sepolto recentemente nella chiesa del paese.Andreuccio trovato l’anello se l’infilo’ in tasca e diede il resto delle pietre, sotterrate con il cadavere, ai due loschi individui, che lo chiusero nella cripta assieme al morto. Il giorno dopo, un prete, incuriosito dal tombino aperto, si calò nell’ipogeo e così, Andreuccio pote’scappare dopo aver spaventato a morte il prete, e ritornare a Perugia con il rubino.

Cisti Fornaio
Un giorno giunsero a Firenze degli ambasciatori inviati lì da papa Bonifacio. Essi erano ospiti di Geri Spina, marito di Oretta. Il gruppo, ogni giorno passava davanti al negozio del fornaio Cisti, il quale, pur facendo un lavoro umile, aveva potuto arricchirsi. Quest’ultimo aveva una riserva di vini bianchi, la migliore di Firenze, ed era desideroso di offrirne un po’ anche alla brigata che ogni giorno passava di lì. Tuttavia, a causa della sua umile posizione, non poteva invitarli, e così decise di tentarli, mettendosi per due mattine di seguito a gustare il suo vino davanti al locale. Il secondo giorno, Geri, chiese al fornaio di poter assaggiare un po’ del suo vino. Questo piacque talmente tanto agli ambasciatori, che tutte le mattine passarono da lui per berne. Un giorno, Geri decise di organizzare un banchetto in onore degli ambasciatori che stavano per ripartire, e per questo mandò un suo servo dal fornaio a prendere un po’ di quel vino. Il servo si presentò allora da Cisti con un recipiente talmente grande che quando il fornaio lo vide, ridendo, disse al ragazzo che certo il suo padrone non lo aveva mandato da lui. Riferito questo, Geri disse al servo di tornare dal fornaio e chiedergli a chi dunque lo aveva mandato, e Cisti rispose che sicuramente lo aveva mandato a prendere acqua nell’Arno. Geri comprese dunque che era a causa della grandezza eccessiva del fiasco e così, dopo aver rimproverato il servo lo inviò di nuovo dal fornaio, stavolta con un fiasco adeguato. Cisti allora glielo riempì senza problemi e il giorno stesso si recò da Geri per spiegare il suo comportamento.

Ser Ciappelletto
Il protagonista di questa novella, Ser Ciappelletto, è descritto da Boccaccio come “il peggior uomo che mai nascesse”. Egli è un falsario pronto ad utilizzare tutti i suoi mezzi per contorcere la realtà, un abile bugiardo e uno spietato disseminatore di litigi e contrasti all’interno di parenti e amici; assassino, bestemmiatore, traditore della Chiesa e della religione (che naturalmente non segue), ladro, ruffiano nei confronti di uomini e donne è, oltretutto, un accanito bevitore di vino: un uomo, quindi, non estraneo al peccato.Egli viene assunto da Musciatto Franzesi per la gestione dei suoi intricati affari sparsi in innumerevoli regioni. Durante il suo viaggio, trova accoglienza in casa di due fratelli usurai e qui è vittima di un malore. I due proprietari sono timorosi delle ripercussioni che la diffusione della notizia della morte di un personaggio simile nella loro abitazione senza l’estrema unzione avrebbe comportato. Il loro dialogo, però, non sfugge a Ser Ciappelletto, che rassicura i suoi ospiti garantendo loro nessuna preoccupazione futura. Per questo, fa venire il più “santo” tra i parrochi, per una sua prima ed ultima confessione. Durante la visita del prete, Ciappelletto gli fa credere di essere un uomo perfetto, che non abbia mai commesso un peccato, quasi un santo. Il frate, stupito da una simile purezza, dopo la morte dell’uomo, raccoglie tutti i suoi fratelli in riunione con il solo obiettivo di lodare il defunto. Al funerale partecipa un gran numero di persone che, convinte che ciò che è stato detto riguardo il morto sia del tutto vero, adorano la sua salma proprio come se si trattasse di un individuo degno di essere beatificato ed adorato.

Calandrino e l'elitropia
La novella è ambientata a Firenze e il protagonista è il pittore Calandrino, vittima di una burla di Maso del Saggio e suoi amici. I buontemponi gli raccontarono che vicino Firenze c’era un fiume dove si trovavano pietre nere e di diversa grandezza che davano l’invisibilità. Saputo ciò Calandrino decise di cercarle con suoi due amici, Bruno e Buffalmacco, che appresa questa notizia, capiscono subito che si tratta di una burla, finsero meraviglia e decisero di andare con lui. Una mattina andarono vicino questo fiume in cerca delle pietre; dopo un po’ di ore i due amici, come stabilito, vedendo Calandrino carico di pietre, finsero di non vederlo più, così pensò di essere invisibile. Allora i due se ne andarono e Calandrino li precedeva, pensando di non essere visto; ma i due amici, come era stato preparato, si dissero che se avessero visto Calandrino gli avrebbero tirato le pietre per essersi preso gioco di loro: così iniziarono a tirare pietre davanti a loro prendendo sempre Calandrino il quale però soffriva in silenzio il dolore per non farsi scoprire. Prima di tornare a casa alcuna persona fermò o rivolse la parola al pittore: infatti tutti erano stati avvisati da Bruno e Buffalmacco. Però la moglie, non essendo stata avvertita, vide Calandrino e gli parlò: allora egli, pensando che la moglie gli avesse tolto l’invisibilità, la menò. Quindi i due amici lo andarono a trovare a casa e videro la moglie picchiata e lui affannato così vollero delle spiegazioni; Calandrino narrò loro tutti i fatti infuriato con la moglie. I due con una gran voglia di ridere riuscirono a riappacificare marito e moglie con grande fatica e se ne andarono ridendo.
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Riassunto: Chichibio e la Gru

Titolo: Chichibio e la gru
Genere: Novella
Autore: Giovanni Boccaccio

Intreccio
Currado Gianfigliazzi, trovando una gru uccisa, la manda al cuoco Chichibio, il quale la cucina. Il profumo della gru invita la donna Brunetta a chiedere al cuoco una coscia e Chichibio, essendo innamorato della donna, gliela offre .
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Riassunto: Calandrino e l'Elitropia

Riassunto:
Calandrino, famoso pittore di Firenze, aveva altri due amici: Buffalmacco e Bruno. Essendo quest ultimi molto più furbi di lui, lo prendevano spesso in giro. Un giorno un altro suo amico, Maso, gli racconta dell'esistenza di una pietra, l'elitropia, che dona la visibilità a chiunque la possegga. il poveretto crede alla storia, e chiede ai suoi amici di accompagnarlo in tale viaggio. I due, che ridevano alle sue spalle, lo accontentano, e arrivata l'ora di punta, Calandrino era carico di pietre; gli amici fingono di non vederlo più, e lui decide di non parlare per non far scoprire loro che l'aveva trovata veramente.
Arrivato in città nessuno lo saluta, così che egli diventa ancora più sicuro circa la sua invisibilità. In casa la moglie lo rimprovera, dicendo di aver fatto tardi, e lui la picchia. Spiegherà dunque ai suoi amici che aveva trovato veramente l'elitropia, ma sfortunato come sempre, sua moglie ne aveva annullato l'effetto, poiché, è risaputo che le donne annullano qualsiasi virtù.


Intreccio
Calandrino era un uomo semplice e di scarsa intelligenza, di mestiere faceva il pittore e stava sempre insieme ai suoi due amici Bruno e Buffalmacco, i quali lo burlavano per la sua stupidità.
Un giorno Maso del Saggio, un giovane capace, avendo sentito parlare di Calandrino, decise di procurargli una beffa facendogli credere che esisteva una pietra che rendesse invisibili. Subito, Calandrino lo disse ai suoi due amici, i quali facilmente capirono la beffa ma non la svelarono al povero sciocco.
I tre uomini si diressero al Mugnone, un posto in cui si trovavano quelle pietre. Calandrino ne raccolse molte e credette di essere divenuto invisibile.
I due amici lo assecondarono e, ridendo sotto i baffi, iniziarono a tirargli delle pietre incolpandolo poiché li aveva lasciati soli. Lui era lì, ma non disse nulla a Bruno e a Buffalmacco.
Calandrino tornò a casa, ma nel frattempo la notizia della burla era stata diffusa per tutta la città dai suoi due amici.
Quando tornò a casa, Calandrino si accorse che la moglie poteva vederlo e diede la colpa a lei se l’effetto della pietra era sparito, per questo iniziò a picchiarla. In quel momento arrivarono a casa sua Bruno e Buffalmacco che, dopo aver riconciliato i due sposi trattenendo a stento le risate, se n'andarono.


Fabula
1. Calandrino è amico di Bruno e Buffalmacco.
2. Maso del Saggio rivela a Calandrino l'esistenza dell'elitropia prendendosi gioco di lui.
3. Calandrino racconta della pietra dell'invisibilità ai suoi amici e tutti si dirigono al Mugnone per prenderle.
4. Calandrino raccoglie molte pietre e i due amici fingono di arrabbiarsi perché Calandrino è diventato invisibile.
5. Calandrino si dirige a casa e picchia la moglie perché si è reso conto che lei può vederlo.
6. Bruno e Buffalmacco arrivano a casa di Calandrino e mettono pace, ma non svelano la beffa.


Dimensione spaziale
I luoghi nella novella non sono ben definiti. Si parla di luoghi come il Mugnone, in cui si trovano le pietre desiderate da Calandrino, e Firenze luogo in cui l’uomo abita e in cui si svolge l’intera narrazione.
E' presente il luogo in cui avviene l’incontro tra Maso del saggio e Calandrino,
cioè il Battistero di Firenze oppure come menzionato nella novella Battistero di San
Giovanni.
Un altro luogo è la casa di calandrino in cui l’uomo si dirige dopo essere stato malmenato dagli amici e dove al seguito picchierà la moglie accusata di aver fatto svanire l’effetto della pietra che rendeva invisibili; ma anche in questo caso non si hanno particolari che ci forniscono un’ accurata descrizione.

Manca, come solito nelle novelle di Boccaccio, la descrizione dettagliata del luogo.

Dimensione temporale

Il tempo del racconto sono 5 pagine in cui la narrazione si svolge con un ritmo abbastanza veloce ed incalzante.
Il tempo della storia non è chiaro, ma si svolge probabilmente nell’arco di qualche settimana, massimo un mese.
Per mancata descrizione del particolare non sappiamo se il tempo in cui la narrazione ha luogo sia mattina, pomeriggio o sera.

Narratore
Il narratore di primo grado è un narratore eterodiegetico, per cui conosce accuratamente ciò che nella storia accade e rimane esterno alla narrazione. La parola viene passata poi ad altri narratori di secondo grado. L’autore struttura la novella utilizzando un linguaggio mimetico, adatto a riprodurre i dialoghi in maniera adeguata ai personaggi. La struttura rimanda alle conoscenze del mondo classico, in particolare alla prosa ciceroniana, di cui Boccaccio è un grande estimatore.

Personaggi
Il personaggio principale della narrazione è Calandrino, il quale fa il pittore a Firenze e viene descritto come un uomo molto semplice e poco intelligente. Non è un caso se la storia si muove proprio sulla beffa organizzata a lui per la sua stupidità.
Altri personaggi sono Bruno e Buffalmacco, anche loro pittori di Firenze, i quali, sono i primi a prendersi gioco di Calandrino ridendo alle sue spalle e rendendo nota la sua ingenuità alla città intera.
Maso del saggio invece, è un uomo capace e di bell’aspetto, il quale venuto a sapere dell’ingenuità di Calandrino ne approfitta per farsi due risate. Illude Calandrino circa l’esistenza di una pietra che fa diventare invisibili; in realtà usa solo un modo semplice in cui l’uomo non esita a cadere in pieno nella beffa.
Infine c’è la moglie, anche quest’ultima è una donna semplice al pari del marito ma non ha un’ importanza fondamentale nella storia.
La donna, viene picchiata da Calandrino nel momento in cui lui scopre di essere visibile. Calandrino dà la colpa alla moglie per aver fatto sparire l’effetto magico della pietra, ma anche la donna sa bene che la famosa pietra non è altro che uno stupido gioco inventato dagli amici per prenderlo in giro.

GUARDA ANCHE: Analisi e trama Calandrino e L'Elitropia
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Novella: Griselda Decamerone, Boccaccio

Riassunto, analisi e commento
Autore: Giovanni Boccaccio
Titolo: Griselda
Genere: Novella (tratta dal Decameron)

Intreccio
Gualtieri, marchese di Salluzzo, viene spinto dai suoi sudditi a prender moglie.
Tra le tante la sua scelta cade sulla giovane Griselda, umile guardiana di pecore e alquanto bella, la quale accetta la proposta di matrimonio del signore.
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Riassunto: Tancredi e Ghismunda

Riassunto:
Tancredi, principe di Salerno, è un signore di indole benigna; ha una figlia, di nome Ghismunda, di bell'aspetto, forte e saggia. Un giorno questa si innamora di uno scudiero del padre, chiamato Guiscardo, uomo umile, ma nobile per virtù; il giovane ne è lusingato e allo stesso modo si innamora di lei. In tal modo la ragazza cerca di manifestare il suo amore in modo malizioso e il giorno dopo gli scrive una lettera con la quale gli suggerisce di andare in una grotta, da molto tempo disabitata, dove possono incontrarsi senza essere visti da Tancredi.
I due continuano a vedersi nella grotto di giorno in giorno finchè la fortuna si mostra contraria; infatti un giorno Tancredi scopre la verità ma all’inizio decide di tacere. La volta seguente manda due servi ad arrestare Guiscardo, il quale viene portato al suo cospetto dove Tancredi lo svergogna. In quel momento Ghismunda piange la cattura dell’amante ma con grande coraggio svela al padre il suo amore per Guiscardo e lo difende con forte decisione. Ma Tancredi, nonostante riconosca la grandezza d’animo della figlia, non le crede e ordina ai servi di giustiziare Guiscardo e di portargli il suo cuore. Il giorno seguente Tancredi mette il cuore di Guiscardo in una coppa d’oro e lo pone alla figlia. La giovane, si dispera e giura che raggiungerà Guiscardo per riunire le loro anime, poi riempie la coppa del siero velenoso di alcune piante e si avvelena. Tancredi, con le lacrime agli occhi, decide di seppellire i due amanti nello stesso sepolcro.


Personaggi

GHISMUNDA è presentata come una donna caratterialmente molto forte, astuta, coraggiosa, magnanima e dignitosa. È il personaggio protagonista attivo che compie le decisioni importanti con fermezza e moralità, come quella di scegliere di amare Guiscardo, seppur valletto, secondo il padre disdicevole per la sua condizione di nobiltà. È lei che, progettando il piano segreto, gli scrive una lettera per potersi incontrare nella grotta e che, per amore, decide di suicidarsi e di affrontare con coraggio e fermezza la morte; quindi è una donna che affronta la fortuna.

TANCREDI è descritto come un personaggio tortuoso e incoerente, ma soprattutto è debole, privo di dignità, che cerca di spezzare l’amore della prova figlia ricorrendo addirittura alla condanna dell’amante; rappresenta l’antagonista.

GUISCARDO è un nobile servo dotato di buone qualità e nobiltà che attirano Ghismunda; è un personaggio che non smette mai di pensare alla propria amante neanche nei momenti più tragici e fa di tutto per incontrare Ghismunda nonostante il rischio che lo sappia Tancredi.


Sequenze

1) Ghismunda incontra Guiscardo e si innamora di lui
2) Guiscardo e Ghismunda si incontrano di giorno in giorno in una grotta
3) Tancredi scopre la verità e fa arrestare Guiscardo
4) Ghismunda non si difende e rivela il suo amore il suo amore per Guiscardo al padre
5) Tancredi ordina di giustiziare Guiscardo e di portargli il cuore
6) Ghismunda addolorata si uccide per amore
7) Tancredi decide di seppellire gli amanti nello stesso sepolcro


Tempo della Storia e del Racconto

Non abbiamo una datazione precisa di quando avvengono i fatti, ma molto probabilmente tutto ciò deve essere avvenuto all’inizi dell’anno Mille; i fatti sono accaduti in più di un giorno ma non sappiamo precisamente quanti. In quest’opera abbiamo un conflitto tra mondi diversi; Tancredi ha un punto di vista di quello degli antichi aristocratici, invece Ghismunda rappresenta l’avvio verso una nuova cultura. I fatti sono segnalati da indicatori temporali, infatti abbiamo la presenza della frase “Il giorno dopo”. Per quanto riguarda il tempo del racconto le vicende vengono raccontate in 8 pagine che descrivono l’amore di Ghismunda per Guiscardo, i loro incontri; una buona parte delle righe parla dello svelamento dell’amore per Guiscardo; riassunto in poche righe è, invece, il dolore di Ghismunda per la morte di Guiscardo.


Spazio 

Gli spazi in cui vengono narrate le vicende non hanno una descrizione precisa, per esempio Salerno, dove vive Tancredi, oppure della stanza di Ghismunda e del sepolcro dove i due amanti vengono seppelliti; abbiamo però una piccola descrizione della grotta dove Ghismunda e Guiscardo si incontrano.


Tematica amorosa

In quest’opera si parla di un amore contrastato, infatti Tancredi cerca di porre fine all’amore della figlia con Guiscardo, ma si può parlare anche di un amore tragico, perché la morte di Guiscardo spinge Ghismunda ad uccidersi; inoltre il suicidio di Ghismunda rimanda ad atmosfere tipiche del romanzo cortese, cioè che l’amore viene visto come fonte di elevazione e ingentilimento, come anche il momento in cui ella beve il veleno nella coppa; il suo è un amore intellettuale, platonico. Per effetto di questa supremazia della donna l’uomo svolge un ruolo subordinato alla donna amata, infatti a Guiscardo spetta solo il compito di presentarsi agli appuntamenti.


Commento 

Il narratore, che in quest’opera è esterno, racconta la vicenda di un amore spezzato addirittura dal padre, fa provare quindi emozioni negative; sicuramente noi penseremo che l’amore è un dono bellissimo perché ci fa vivere insieme alla persona che si ama e non siamo obbligati ad amare l’uomo che non si ama, ma nell’opera notiamo che non si è liberi di scegliere il proprio amore e perciò si è costretti a farlo segretamente e sfidando la fortuna. Io ho trovato l’opera emozionante perché ci insegna come ci si deve comportare quando devi amare qualcuno di nascosto e come ci si deve comportare quando il padre scopre la verità; l’amore è un’ emozione molto bella e non deve mai essere contrastato perché in questo modo si ferisce la figlia a morte.
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Riassunto: Federigo degli Alberighi

di Giovanni Boccaccio
Riassunto:

Tema della quinta giornata è la forza del sentimento d'amore che vince la sventura. La regina della giornata, Fiammetta, prende parola per narrare l'amore generoso di Federigo degli Alberighi, pronto a donare tutto, anche il falcone, ultimo suo prezioso bene, alla donna che ha saputo suscitare in lui quel sentimento così grande e prezioso che già solo è una ricompensa per chi lo prova.

Per facilitarti la lettura ti presentiamo il riassunto della novella.

Riassunto:
Questa novella narra di un certo Federico degli Alberighi, il quale si invaghì di una giovane donna, monna Giovanna, che però non ricambiava il suo amore..e Federigo spese tutti i suoi risparmi per cercare di renderla almeno un tantino felice, ma invano. Decise di tenersi solamente il suo adorato falcone. Quando un giorno però il figlio di monna Giovanna si ammalò, egli disse alla madre che per poter guarire, aveva bisogno del falcone di Federigo. Ella fu quindi costretta ad andare nella casa di quest ultimo, ed egli, appena la vide, decise di organizzarle un bel banchetto, cucinando ciò che aveva di più caro: il suo falcone. La giovane lo mangiò con gusto, non sapendo cosa fosse, e appena finito il pranzo, chiese a Federigo se poteva darle il suo falcone. Egli scoppiò in un pianto disperato, rivelandogli che glielo aveva già dato, ma sotto forma di arrosto. Pochi giorni dopo, il bambino morì, e la donna, sotto pressione dei fratelli, fu costretta a risposarsi, questa volta però con Federigo, che tanto l'amava e aveva sofferto per lei.
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Riassunto: Lisabetta da Messina

Titolo: “Lisabetta da Messina” (tratta dal Decameron)
Genere: novella
Autore: Giovanni Boccaccio


Riassunto:
La novella narra di Elisabetta, una giovane e bella ragazza, che viveva a Messina insieme ai suoi tre fratelli, mercanti di professione, arricchiti dall’eredità del padre. Elisabetta, nonostante fosse una bella ragazza, non si era ancora sposata, ma ben presto s'innamora di un aiutante dei fratelli. Costui è Lorenzo, il quale dimostrò subito di contraccambiare i sentimenti della giovane.
Una sera uno dei tre fratelli si accorge della loro relazione segreta e dopo aver discusso con gli altri, decidono di uccidere il giovane, il tutto all'oscuro di Lisabetta. Così un giorno i tre condussero con l'inganno Lorenzo fuori città, dove l’uccisero e poi lo seppellirono. Tornati in città dissero di averlo mandato lontano per portare a termine alcuni affari, e visto che lo facevano spesso, le persone credettero alle loro bugie. Elisabetta, vedendo che Lorenzo non tornava, cominciò a chiedere sue notizie ai fratelli in maniera sempre più insistente, finché una notte lui le apparve in un sogno raccontandole che i suoi fratelli lo avevano ucciso, e per questo motivo non poteva più tornare. Le indicò il luogo in cui era stato sepolto e poi scomparve.
Il giorno seguente, senza avere il coraggio di affrontare i fratelli, andò nel luogo che Lorenzo le aveva indicato in sogno e trovato il corpo, sapendo di non potergli dare degna sepoltura, ne tagliò la testa che portò con sé.
Arrivata a casa mise la testa dell'amato in un vaso, riempì questo di terra e vi piantò numerosi rami di basilico salernitano, che innaffiò per lungo tempo con le proprie lacrime; questo comportamento fu notato da alcuni vicini, i quali informarono i tre fratelli che, dopo aver più volte rimproverato la ragazza, decisero di sottrarle il vaso.
Elisabetta continuò a chiedere con insistenza la restituzione del vaso, continuando a piangere e ammalandosi. I fratelli, incuriositi da queste continue richieste, guardarono all'intero del vaso e subito trovarono sul suo fondo i resti della testa di Lorenzo, e per paura che questo fatto si venisse a sapere, trasferirono tutti i propri affari a Napoli. Nel giro di poco tempo, Elisabetta muore continuando a domandare del vaso.

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Riassunto: Nastagio degli onesti

Titolo: “Nastagio degli onesti” (tratta da Decameron)
Genere: novella
Autore: Giovanni Boccaccio

Riassunto:
Un giorno Nastagio stava come sempre pensando alla sua crudele donna, mentre passeggiava liberamente in un bosco. Ad un tratto vide accorrere verso sé una giovane donna nuda, inseguita da due mastini e da un cavaliere. Stava per aiutarla, quando il cavaliere lo fermò dicendogli che oramai il destino della giovane era quello di morire, poiché lui l'amava, e molto anche, come Nastagio amava la sua giovane Traversaro.
Ella però non ricambiò mai il suo amore, e pertanto il cavaliere si uccise con la stessa spada che oggi stava brandendo. In seguito anche la giovane morì, e per questo suo peccato venne mandata all'inferno, a subire, ogni venerdi alla stessa ora, questa pena, che sarebbe durata tanti anni quanti sono stati quelli in cui ella aveva rinnegato l'amore del cavaliere. Così Nastagio si prestò da parte, e lasciò il principe il dovere di uccidere la donna con la sua stessa spada.

Intreccio
La novella racconta la storia di un nobile giovane di Ravenna, Nastagio, innamorato della figlia di Paolo Traversari. La fanciulla rifiutava l’amore di Nastagio, che stava spendendo tutte le sue ricchezze per cercare di conquistare la giovane. I suoi compagni gli consigliarono di lasciare la città per dimenticarla, così Nastagio si trasferì a Chiassi. Un venerdì sera, mentre passeggiava per la pineta, vide un uomo a cavallo che insieme a due cani, inseguiva una fanciulla. Nastagio cercò di intervenire, ma fu fermato dal cavaliere. Questo gli disse che in vita lui era follemente innamorato di quella donna che lo aveva sempre rifiutato, così disperato si uccise. Adesso per l’eternità era costretto ad inseguirla e sfigurarla ogni qual volta la riusciva a raggiungere. Nastagio dopo aver ascoltato il racconto del cavaliere decise di invitare a cena la famiglia de Traversari, il venerdi successivo, cosicché tutti potessero assistere al raccapricciante spettacolo. E così fu. Tutti rimasero scioccati alla vista del cavaliere e della dama, in particolar modo la figlia di Paolo Traversari, che temendo di poter essere anche lei vittima di una condanna simile, decise di sposare Nastagio.

Fabula
1.Nastagio è innamorato della figlia di Paolo Traversari, ma non riesce a conquistarla.
2.I suoi compagni gli consigliano di lasciare la città per dimenticarla e soprattutto per non perdere tutta la sua ricchezza.
3.Nastagio va a vivere a Chiassi e riesce a dimenticare quasi del tutto la sua amata.
4.Un venerdi passeggiando per la pineta vede il cavaliere con la dama che gli rivelano il loro segreto.
5. Nastagio decide perciò di invitare a cena la famiglia dei Traversari il venerdì successivo.
6.La giovane spaventata da quanto visto decide di sposare Nastagio.

Dimensione spaziale
La vicenda è ambientata inizialmente a Ravenna, per poi spostarsi a Chiassi, altra località della Romagna. Ambientazione principale della narrazione è però la pineta, dove Nastagio incontra il cavaliere e la sua dama. La descrizione della pineta non è particolareggiata, ma serve solo a rendere l’idea del luogo in cui avvengono gli episodi. In “Nastagio degli Onesti”, così come in tutte le novelle di Boccaccio, non è presente una descrizione minuziosa, in quanto la figura dell’uomo domina su quella del particolare. Vengono descritti luoghi reali, proprio come avviene nelle altre novelle.

Dimensione temporale
Non ci sono delle indicazioni precise riguardo la condizione temporale. Inizialmente non c’è equilibrio tra tempo dello spazio e tempo del discorso, perché in poche righe viene descritta una situazione relativa a diversi mesi. Unico riferimento esplicito è quello relativo al giorno in cui Nastagio incontra il cavaliere e la sua dama, ossia un venerdì sera. Non è espresso chiaramente in quanto siano avvenuti i fatti, si tratta sicuramente di un periodo di tempo di circa 6 o 7 mesi, dal momento della partenza di Nastagio da Ravenna.

Personaggi
Il protagonista, Nastagio, è un nobile giovane di Ravenna, divenuto ricco grazie all’eredità acquisita alla morte del padre. Un ragazzo sensibile disposto a rinunciare a tutto, anche al suo inestimabile patrimonio, pur di conquistare la donna dei suoi sogni.
La giovane Traversari è una nobil donna, appartenente a una delle famiglie più ricche di tutta Ravenna, di una bellezza straordinaria ma scontrosa e ostile verso il povero Nastagio.
Il cavaliere e la dama fantasma svolgono la funzione di aiutanti nella novella: grazie alla loro vicenda Nastagio riesce a sposare la fanciulla, terrorizzata all’idea che possa accadere anche a lei una cosa simile dopo la morte. Il cavaliere è in sella a un cavallo nero, il suo volto esprime chiaramente il suo stato d’animo furioso verso colei per la quale si è ucciso e che adesso inseguirà e ucciderà per l’eternità. La dama invece viene descritta come una donna senza abiti, con i capelli in disordine, che piange e cerca di scappare dal cavaliere, implorandogli il perdono, senza essere però ascoltata.
I compagni di Nastagio rappresentano, allegoricamente, la coscienza poiché gli mostrano cosa sarebbe meglio per lui. Anche per i personaggi si ripete il discorso fatto già per la dimensione spaziale, dove la descrizione è solo di supporto alla narrazione.

Narratore
Anche nella novella di “Nastagio degli Onesti”, come in tutte le novelle di Boccaccio, il narratore è onnisciente, esterno alla vicenda e narra sempre in terza persona. Il linguaggio usato è anche in questo caso semplice, adatto alle donne che nonostante non facciano parte del ramo più acculturato della borghesia, riescono a comprenderlo.

Commento
Nella novella di “Nastagio degli onesti” viene trattato uno dei temi più presenti all’interno del Decameron, l’amore. Un amore, inizialmente, non corrisposto ma che si risolve con un lieto fine. Un amore impossibilitato dalle condizioni sociali dei due giovani, Nastagio è infatti di umili origini, mentre la fanciulla appartiene a una delle più nobili famiglie di Ravenna. Boccaccio vede l’amore come aspetto naturale della vita, a differenza di Dante che lo concepiva come strumento per giungere a Dio. Egli lo descrive in tutte le sue forme a lieto e brutto fine, impossibile, illecito. Talvolta viene giudicato anche osceno, nel momento in cui si trova a descrivere situazioni equivoche tra persone appartenenti al ramo ecclesiastico. Importante è anche il rimando che viene fatto alla legge del contrappasso della “Divina Commedia” di Dante, attraverso l’episodio del cavaliere e della dama, che in questo caso viene attuata per contrario.
In conclusione diremo che Boccaccio è riuscito a fondere in questa novella elementi propri della sua produzione e quelli di altri autori a lui antecedenti.
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Riassunto: Chichibio il cuoco

di Giovanni Boccaccio
La novella di Chichibio e la gru
Nella sesta giornata la narratrice Neifile racconta la novella di Chichibìo con cui intende dimostrare come la fortuna possa essere importante, accanto alla battuta intelligente, per risolvere una situazione difficile. E veramente difficile è la situazione in cui si è messo il cuoco Chichibìo per accontentare Brunetta, la giovane di cui si è innamorato.
Ti proponiamo la sintesi breve di questa novella.


Riassunto: 
Un giorno il nobile signor Currado Gianfigliazzi, cattura una gru "cicciotta" e la fa cucinare al suo cuoco di fiducia, Chichibio. Il profumo è così buono che attira Brunetta, la donna amata da Chichibio, e lo prega di dargliene una coscia. Questi, alla fine, cede, e gliela porge. Arrivato il momento del banchetto, Currado si accorge dalla mancanza di quest' ultima, elo accusa di averla tenuta per sé; il cuoco si difende dicendo che e gru hanno una sola zampa, e Gianfigliazzi, non volendolo rimproverare davanti agli invitati, gli dice che l'indomani glielo avrebbe dovuto dimostrare. Così, la mattina seguente, Chichibio nota una gru con una zampa e la fa vedere subito al padrone, il quale, provocando un forte rumore, le fa poggiare l'altra zampa facendola così volare. Allora il cuoco gli risponde dicendo che sì, le gru hanno due zampe, ma che egli non aveva fatto alcun rumore la sera prima di ucciderla, e che di conseguenza l'avrebbe uccisa mentre aveva una sola zampa. Tale risposta suscita una forte risata a Currado, che alla fine non lo rimprovera neanche.
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Riassunto: Cisti Fornaio

Riassunto:
Questa novella racconta di Bonifacio ottavo, il quale avrebbe mandato dei suoi ambasciatori sotto la tutela di Geri Spina. Ogni mattina si recavano dal miglior fornaio del paese, Cisti, il quale possedeva anche una gran quantità di vini pregiati.
Per questo voleva invitare Geri affinché potesse assaggiar un po' del suo vino, ma per una forma di cortesia, volle che fosse lui ad invitarsi da solo. Così ogni mattina, mentre Geri passava, il fornaio metteva davanti la porta delle botti di vino. Un giorno Gerri l'assaggiò, e si accorse che era veramente ottimo. Così un giorno, volendo organizzare una festa, mandò un suo schiavo a prendere un po' di quella "bevanda" squisita. Ma lo schiavo portava sempre un fiasco troppo grande per il suo vino così prezioso (in modo da averne un po' per sé, non avendolo mai assaggiato). E quando Messer Geri scopre l'errore del servo lo rimprovera e lo invia a Cisti con un fiasco contenuto, anche perché intende darne solo un bicchiere a commensale. Accettando di dargli il suo vino, Cisti va alla festa di Geri, dove era stato invitato, per scusarsi della sua insistenza, chiarendo che non voleva dare il vino non per cupidigia, ma per le dimensioni esagerate del fiasco, adatto piuttosto all'acqua. Dichiarando il dono di tutto il suo vino, di cui è solo custodia ormai, a Messer Geri, i due diventano ottimi amici nonostante il divario sociale.
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Riassunto: Andreuccio da Perugia

Riassunto:
Andreuccio si era recato a Napoli per comperare, visto gli ottimi prezzi, un cavallo. Un'astuta signora si accorge dell'enorme ricchezza che Andreuccio possiede, e allora decide di tendergli una trappola, invitandolo in casa propria, e fingendosi sua sorella.
Egli, ignaro del pericolo, accetta e, mentre si trovava in bagno, la donna ne approfitta per togliergli tutti i suoi averi. Il povero Andreuccio, disperato e spaventato da un uomo che lo aveva sentito gridare, fugge via. Durante il suo tragitto incontra due briganti che vogliono profanare una tomba di cui si dice che contenga ricchi gioielli appartenenti ad un vescovo. Decide di entrare nell'operazione, anche se sapeva già che i due l'avrebbero sicuramente ingannato, non dandogli la sua parte. E così fu. Dopo aver aperto l'uscio, i due lo rinchiudono, poiché avevano sentito arrivare un altro gruppo di persone capitanate da un sacerdote. Quest ultimo, entrato, si sente afferrare una gamba e, terrorizzato, scappa via assieme agli altri, lasciando il ricco anello (il gioiello più prezioso) ad Andreuccio.
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Riassunto: Madonna Oretta

Riassunto:
La narratrice di questa novella, Filomena, mette in evidenza l'importanza dei motti. Madonna Oretta infatti, interrompe con un motto il resoconto di un cavaliere che pretendeva con ciò di farla distrarre durante un trasferimento a piedi in campagna, e conclude scendendo dal cavallo sul quale era seduta, dicendo che oramai fosse diventato troppo duro.
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Riassunto: Guglielmo Rossiglione

Riassunto:
Guglielmo Guardastagno si innamora follemente della moglie del suo amico Guglielmo Rossiglione. Quest ultimo, dopo aver scoperto il tradimento dell'amico che credeva leale,lo uccide, e serve il suo cuore alla moglie infedele.
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