Riassunto, analisi e commento
Autore: Giovanni Boccaccio
Titolo: Griselda
Genere: Novella (tratta dal Decameron)
Intreccio
Gualtieri, marchese di Salluzzo, viene spinto dai suoi sudditi a prender moglie.
Tra le tante la sua scelta cade sulla giovane Griselda, umile guardiana di pecore e alquanto bella, la quale accetta la proposta di matrimonio del signore.
Ella si rivela assai dolce e gentile comportandosi con tanta gentilezza e onorevolenza al punto che tutti imparano a volerle bene.Dopo un giusto intervallo di tempo nasce la loro prima figlia, entrambi sono felici ma Gualtieri,"con matta bestialità", decide di mettere alla prova Griselda per vedere se ella è davvero obbediente e sottomessa al suo volere. Dapprima egli cerca di turbarla dicendole che il suo popolo non è soddisfatto di lei in quanto è di origine plebea e neanche la bambina è vista di buon occhio tanto che è a rischio il trono del marchese. Un giorno Gualtieri manda dalla moglie un "famigliare" il quale chiede alla donna di consegnargli la figlia poichè il marito la vuole morta. A ciò ella obbedisce senza ribellarsi pur soffrendo molto. Ha solo una richiesta, che la sua bambina abbia degna sepultura. La medesima situazione si ripeterà con il secondogenito. In realtà Gualtieri, criticato aspramente anche dai suoi sudditi per tali crudeltà, all'insaputa di tutti ha inviato i figli da alcuni parenti a Bologna. Dopo tredici anni il marchese sottopone Griselda ad un'ultima prova: ella viene convocata dallo stesso dinanzi tutta la corte dove l'uomo le dice di aver ottenuto il permesso dal papa per sposare una nobil donna in quanto lei è di un'estrazione sociale troppo inferiore rispetto a lui. Questa deve lasciare immediatamente il palazzo così come vi era entrata. Griselda, che il giorno delle nozze Gualtieri aveva fatto rivestire da capo a piedi prima di portarla via dalla sua misera casetta, chiede solo, se possibile, di potersene andare in camicia e non nuda come vi era, per l'appunto, entrata, perchè non è bene nemmeno per lui che i suoi sudditi vedano nuda la madre dei suoi figli e perchè l'unica dote che aveva portato con sè era la sua verginità che lui non le può più restituire. Gualtieri, generosamente glielo concede ("E tu una camicia ne porta").
Qualche tempo dopo il signorotto fa rientrare di nascosto i suoi figli da Bologna facendo credere ai suoi sudditi che la giovane fanciulla sarà la sua sposa. Egli fa quindi richiamare a palazzo Griselda dicendole di dover sistemare la residenza per le nozze. Questa ancora una volta sottostà all volere del marchese. Il giorno del banchetto tutti gli invitati ammirano la beltà della nuova sposa di Gualtieri e anche la stessa Griselda la quale lo prega di risparmiarle le "punture" che ha dato a lei perchè la fanciulla è stata allevata "nelle dilicatezze" e non in "continue fatiche" come lei e non ce la farebbe a sopportarle. Con ciò Gualtieri considera concluso il travaglio della donna e rivela alla stessa e al popolo le ragioni della sua crudeltà.
Fabula
1: Gualtieri, marchese di Salluzzo sposa la umile Griselda, spinto dai suoi sudditi a prender moglie;
2: Gualtieri sottopone Griselda a dure prove per testare la sua obbedienza e la sua sottomissione;
3: Gualtieri fa portare via i figli facendo credere a Griselda di voler ucciderli, in realtà vengono mandati presso dei parenti a Bologna;
4: Griselda viene cacciata da palazzo poichè Gualtieri le fa credere di aver ottenuto dal papa il permesso per sposare una nobil donna,in realtà quest'ultima non è altro che la figlia rientrata da Bologna;
5: Gualtieri richiama Griselda nella residenza per adibire il palazzo per nuove nozze;
6: Gualtieri rivela alla donna e allo stesso popolo la verità e le ragioni della sua crudeltà.
Dimensione spaziale
La novella è ambientata completamente nel marchesato di Salluzzo, ultimo baluardo francese in Italia,a capo del quale vi è Gualtieri. viene poi citata la città di Bologna, nella quale vengono mandati i figli del marchese e di Griselda. in entrambi i casi Boccaccio non si sofferma nella descrizione di tali luoghi, a meno che siano funzionali allo svolgersi della vicenda.
Questa peculiarità è tipica dello stesso Boccaccio ma anche di altri autori a lui coevi nei quali è maturata l'idea che la descrizione in quanto tale è solo un elemento decorativo e quindi inutile per gli eventi. Ciò deriva da una visione non più medioevale, ma ormai tipica dell'umanesimo in cui è l'uomo che si trova al centro dell'universo e come tale è lui a dominare lo spazio che lo circonda. Anche se con Boccaccio siamo ancora nel medioevo, questi anticipa quelli che saranno i valori tipici di questa nuova epoca dei quali le sue novella sono impregnate.
Dimensione temporale
Anche per quanto concerne la dimensione temporale non abbiamo elementi dettagliati. L'unica notizia certa è che l'intera vicenda si svolge in un arco di tempo di circa 13 anni.
In tutta la novella sono disseminate espressioni quali: "e così stando le cose...", "avvenne che...", "ultimamente...", "dopo tredici anni..."a sottolineare la mancanza di elementi temporali esatti e il continuo rimando a momenti successivi.
Come si è detto poc'anzi la vicenda dura 13 anni corrispondenti agli anni del matrimonio tra Griselda e Gualtieri, raccontati in circa otto pagine. in tutto il racconto sono inoltre presenti varie ellissi e analessi che rendono la narrazione veloce e evidenziano maggiormente la non coincidenza tra tempo della storia e tempo del discorso al fine di tralasciare parti superflue e inutili.
Personaggi
A livello di personaggi i più rilevanti sono senza dubbio Griselda e Gualtieri. La giovane che passa da una condizione di poverta a ricca dama è il personaggio principale che veste i panni di un eroe in quanto le vengono proposte una moltitudine di prove alquanto iperboliche dall' "antagonista", anche se solo in un primo momento, Gualtieri, suo marito. Abbiamo poi personaggi di secondo piano come ad esempio i due figli , la massa del popolo, la parente di Bologna, il padre di Griselda e il "famigliare" inviato da Gualtieri alla moglie per portare via i figli. Quest'ultimo svolge funzione di aiutante dell'antagonista, mentre i due figli non hanno un ruolo pressochè rilevante, così come il padre di Griselda ai quali viene fatto semplicemente un accenno dall'autore.
Narratore
La seguente novella si trova a conclusione del Decamerone (X novella, X giornata). Questa volta a narrare tale storia in veste di narratore di secondo grado è Dioneo che ha la facoltà di raccontare novelle al di fuori della tematica imposta dal re della determinata giornata che in questo caso è Pamfilo. Il narratore di primo grado, come ben sappiamo, è Giovanni Boccaccio, il quale è inoltre narratore onniscente ed eterodiegetico. Per quanto riguarda la focalizzazione questa è zero.
Commento
I lettori del Decameron incontrano Griselda nella centesima novella, ossia nella decima novella della decima giornata, alla fine del capolavoro "boccaccesco". In quest'ultima giornata di novelle, nate «sotto il reggimento di Panfilo», si riflette su chi «liberalmente o vero magnificamente alcuna cosa operasse intorno a’ fatti d’amore o d’altra cosa». A narrare è Dioneo che racconta il caso di Griselda: donna plebea, mite e forte, che affronta le crudeli vessazioni che le sono inflitte dal marito Gualtieri, marchese di Saluzzo.
Fin dall'inizio della novella Dioneo mette in risalto l’estrema crudeltà del marchese, che si contrappone all’enigmatica saggezza della povera Griselda.
Gualtieri è descritto come un uomo quasi disumano (la sua è «matta bestialità»), che ha paura delle donne e, per questo, tortura la giovane con angherie sempre più crudeli. È un uomo di potere, che esercita in modo ingiusto e vigliacco il proprio vantaggio gerarchico. È un marchese che sceglie la plebea Griselda, convinto di poter dominare meglio gli eventuali rischi di un matrimonio. Lo stesso marchese chiarisce le ragioni di tale crudeltà, quando, nella rivelazione finale, confessa a Griselda il motivo del proprio accanimento: la paura. In particolare: la paura di sposare una donna che non gli si addicesse («quando venni a prender moglie, gran paura ebbi che non m’intervenisse»). La condizione di paura crea i presupposti per la manifestazione della matta bestialità, intesa come un desiderio violento, irrazionale e incontrollabile di dominio assoluto di ciò che si teme.Se la matta bestialità del marchese dipende dalla paura del matrimonio, Griselda dal canto suo dimostra una fermezza d’animo e un coraggio che annientano, la brutalità e la violenza cui viene sottoposta. Il comportamento della donna risulta incomprensibile ed enigmatico: il suo viso è sempre immobile e imperturbabile. Più volte il narratore si sofferma su questo particolare: Griselda non fa trapelare alcuna inquietudine e sopporta con fierezza ed orgoglio la propria sorte («con fermo viso si dispose a questa dover sostenere»).
Gualtieri resta prima meravigliato, poi addirittura turbato fino alle lacrime. Egli si domanda persino come tutto ciò possa essere possibile, dato che riconosce nella donna una notevole saggezza. In effetti la saggezza di Griselda si rivela nelle sue reazioni, sempre misurate e composte: a ogni tormento risponde tenendo sempre ben presente la propria posizione sociale («Signor mio», così chiama il marito). Se da un lato ha la capacità di ingentilire i suoi modi e di trasformarsi formalmente in una "Dama", dall’altro dentro di sé non dimentica mai le proprie origini. La conferma di tale aderenza alla propria realtà sociale è soprattutto nell’ultima risposta al crudele Gualtieri: con fermezza e dignità Griselda disarma il marchese, affermando che la sua unica dote è il proprio corpo, un corpo che chiede orgogliosamente di coprire, nonostante la contraria volontà di Gualtieri. In altre parole Griselda si colloca sempre su un altro piano rispetto al marchese: un piano inferiore dal punto di vista sociale, ma nettamente superiore dal punto di vista delle qualità umane, tanto che nella conclusione Dioneo definirà Griselda come uno Spirito Divino.
La novella di Griselda è l’ultima novella del Decameron: la centesima. La posizione che ha all’interno dell'opera impone una riflessione generale, che riguarda la struttura dell’intero capolavoro. La rilevante posizione di questa ultima novella ha intrigato anche il grande Petrarca, primo interprete del Decameron. Petrarca, infatti, aveva sottolineato che la novella di Griselda si trova inserita alla fine dell’opera, «dove le norme retoriche impongono di collocare le cose migliori» (Senile XVII, 3).
Egli infatti traducce in latino tale novella e ne dà un'interpretazione prettamente religiosa, presentando Griselda quasi come una santa e il rapporto che questa ha con il marito alluderebbe al rapporto creatura-creatore in cui l'uomo deve saper affrontare tutte le prove che il creatore stesso gli pone dinanzi accettandole per amore e devozione di questo e per ricevere poi il meritato premio. Infatti le sventure di Griselda potrebbero alludere a quelle patite da Giobbe. Anche alcuni critici moderni hanno dato un'interpretazione della novella in chiave religiosa sostenendo che questa con la sua umiltà e le sue virtù ricordi la Vergine. Nel disegno generale dell’opera Griselda rappresenta un insieme di virtù che Boccaccio desidera conservare per la rinascita di una nuova umanità, dopo la terribile catastrofe della peste: la fermezza, la costanza, la magnanimità, unite alla grazia e alla mitezza femminili. Contro i malvagi Griselda propone una visione del tutto opposta, che rende i due mondi assolutamente incomunicabili. La nuova visione del mondo di Boccaccio, già proiettato verso l'Umanesimo, rovescia le antiche separazioni feudali tipicamente medioevali.
Senza dubbio Boccaccio con questa novella intende consegnare al lettore un ultimo e importante messaggio, il cui significato rimane tuttavia controverso.
Autore: Giovanni Boccaccio
Titolo: Griselda
Genere: Novella (tratta dal Decameron)
Intreccio
Gualtieri, marchese di Salluzzo, viene spinto dai suoi sudditi a prender moglie.
Tra le tante la sua scelta cade sulla giovane Griselda, umile guardiana di pecore e alquanto bella, la quale accetta la proposta di matrimonio del signore.
Ella si rivela assai dolce e gentile comportandosi con tanta gentilezza e onorevolenza al punto che tutti imparano a volerle bene.Dopo un giusto intervallo di tempo nasce la loro prima figlia, entrambi sono felici ma Gualtieri,"con matta bestialità", decide di mettere alla prova Griselda per vedere se ella è davvero obbediente e sottomessa al suo volere. Dapprima egli cerca di turbarla dicendole che il suo popolo non è soddisfatto di lei in quanto è di origine plebea e neanche la bambina è vista di buon occhio tanto che è a rischio il trono del marchese. Un giorno Gualtieri manda dalla moglie un "famigliare" il quale chiede alla donna di consegnargli la figlia poichè il marito la vuole morta. A ciò ella obbedisce senza ribellarsi pur soffrendo molto. Ha solo una richiesta, che la sua bambina abbia degna sepultura. La medesima situazione si ripeterà con il secondogenito. In realtà Gualtieri, criticato aspramente anche dai suoi sudditi per tali crudeltà, all'insaputa di tutti ha inviato i figli da alcuni parenti a Bologna. Dopo tredici anni il marchese sottopone Griselda ad un'ultima prova: ella viene convocata dallo stesso dinanzi tutta la corte dove l'uomo le dice di aver ottenuto il permesso dal papa per sposare una nobil donna in quanto lei è di un'estrazione sociale troppo inferiore rispetto a lui. Questa deve lasciare immediatamente il palazzo così come vi era entrata. Griselda, che il giorno delle nozze Gualtieri aveva fatto rivestire da capo a piedi prima di portarla via dalla sua misera casetta, chiede solo, se possibile, di potersene andare in camicia e non nuda come vi era, per l'appunto, entrata, perchè non è bene nemmeno per lui che i suoi sudditi vedano nuda la madre dei suoi figli e perchè l'unica dote che aveva portato con sè era la sua verginità che lui non le può più restituire. Gualtieri, generosamente glielo concede ("E tu una camicia ne porta").
Qualche tempo dopo il signorotto fa rientrare di nascosto i suoi figli da Bologna facendo credere ai suoi sudditi che la giovane fanciulla sarà la sua sposa. Egli fa quindi richiamare a palazzo Griselda dicendole di dover sistemare la residenza per le nozze. Questa ancora una volta sottostà all volere del marchese. Il giorno del banchetto tutti gli invitati ammirano la beltà della nuova sposa di Gualtieri e anche la stessa Griselda la quale lo prega di risparmiarle le "punture" che ha dato a lei perchè la fanciulla è stata allevata "nelle dilicatezze" e non in "continue fatiche" come lei e non ce la farebbe a sopportarle. Con ciò Gualtieri considera concluso il travaglio della donna e rivela alla stessa e al popolo le ragioni della sua crudeltà.
Fabula
1: Gualtieri, marchese di Salluzzo sposa la umile Griselda, spinto dai suoi sudditi a prender moglie;
2: Gualtieri sottopone Griselda a dure prove per testare la sua obbedienza e la sua sottomissione;
3: Gualtieri fa portare via i figli facendo credere a Griselda di voler ucciderli, in realtà vengono mandati presso dei parenti a Bologna;
4: Griselda viene cacciata da palazzo poichè Gualtieri le fa credere di aver ottenuto dal papa il permesso per sposare una nobil donna,in realtà quest'ultima non è altro che la figlia rientrata da Bologna;
5: Gualtieri richiama Griselda nella residenza per adibire il palazzo per nuove nozze;
6: Gualtieri rivela alla donna e allo stesso popolo la verità e le ragioni della sua crudeltà.
Dimensione spaziale
La novella è ambientata completamente nel marchesato di Salluzzo, ultimo baluardo francese in Italia,a capo del quale vi è Gualtieri. viene poi citata la città di Bologna, nella quale vengono mandati i figli del marchese e di Griselda. in entrambi i casi Boccaccio non si sofferma nella descrizione di tali luoghi, a meno che siano funzionali allo svolgersi della vicenda.
Questa peculiarità è tipica dello stesso Boccaccio ma anche di altri autori a lui coevi nei quali è maturata l'idea che la descrizione in quanto tale è solo un elemento decorativo e quindi inutile per gli eventi. Ciò deriva da una visione non più medioevale, ma ormai tipica dell'umanesimo in cui è l'uomo che si trova al centro dell'universo e come tale è lui a dominare lo spazio che lo circonda. Anche se con Boccaccio siamo ancora nel medioevo, questi anticipa quelli che saranno i valori tipici di questa nuova epoca dei quali le sue novella sono impregnate.
Dimensione temporale
Anche per quanto concerne la dimensione temporale non abbiamo elementi dettagliati. L'unica notizia certa è che l'intera vicenda si svolge in un arco di tempo di circa 13 anni.
In tutta la novella sono disseminate espressioni quali: "e così stando le cose...", "avvenne che...", "ultimamente...", "dopo tredici anni..."a sottolineare la mancanza di elementi temporali esatti e il continuo rimando a momenti successivi.
Come si è detto poc'anzi la vicenda dura 13 anni corrispondenti agli anni del matrimonio tra Griselda e Gualtieri, raccontati in circa otto pagine. in tutto il racconto sono inoltre presenti varie ellissi e analessi che rendono la narrazione veloce e evidenziano maggiormente la non coincidenza tra tempo della storia e tempo del discorso al fine di tralasciare parti superflue e inutili.
Personaggi
A livello di personaggi i più rilevanti sono senza dubbio Griselda e Gualtieri. La giovane che passa da una condizione di poverta a ricca dama è il personaggio principale che veste i panni di un eroe in quanto le vengono proposte una moltitudine di prove alquanto iperboliche dall' "antagonista", anche se solo in un primo momento, Gualtieri, suo marito. Abbiamo poi personaggi di secondo piano come ad esempio i due figli , la massa del popolo, la parente di Bologna, il padre di Griselda e il "famigliare" inviato da Gualtieri alla moglie per portare via i figli. Quest'ultimo svolge funzione di aiutante dell'antagonista, mentre i due figli non hanno un ruolo pressochè rilevante, così come il padre di Griselda ai quali viene fatto semplicemente un accenno dall'autore.
Narratore
La seguente novella si trova a conclusione del Decamerone (X novella, X giornata). Questa volta a narrare tale storia in veste di narratore di secondo grado è Dioneo che ha la facoltà di raccontare novelle al di fuori della tematica imposta dal re della determinata giornata che in questo caso è Pamfilo. Il narratore di primo grado, come ben sappiamo, è Giovanni Boccaccio, il quale è inoltre narratore onniscente ed eterodiegetico. Per quanto riguarda la focalizzazione questa è zero.
Commento
I lettori del Decameron incontrano Griselda nella centesima novella, ossia nella decima novella della decima giornata, alla fine del capolavoro "boccaccesco". In quest'ultima giornata di novelle, nate «sotto il reggimento di Panfilo», si riflette su chi «liberalmente o vero magnificamente alcuna cosa operasse intorno a’ fatti d’amore o d’altra cosa». A narrare è Dioneo che racconta il caso di Griselda: donna plebea, mite e forte, che affronta le crudeli vessazioni che le sono inflitte dal marito Gualtieri, marchese di Saluzzo.
Fin dall'inizio della novella Dioneo mette in risalto l’estrema crudeltà del marchese, che si contrappone all’enigmatica saggezza della povera Griselda.
Gualtieri è descritto come un uomo quasi disumano (la sua è «matta bestialità»), che ha paura delle donne e, per questo, tortura la giovane con angherie sempre più crudeli. È un uomo di potere, che esercita in modo ingiusto e vigliacco il proprio vantaggio gerarchico. È un marchese che sceglie la plebea Griselda, convinto di poter dominare meglio gli eventuali rischi di un matrimonio. Lo stesso marchese chiarisce le ragioni di tale crudeltà, quando, nella rivelazione finale, confessa a Griselda il motivo del proprio accanimento: la paura. In particolare: la paura di sposare una donna che non gli si addicesse («quando venni a prender moglie, gran paura ebbi che non m’intervenisse»). La condizione di paura crea i presupposti per la manifestazione della matta bestialità, intesa come un desiderio violento, irrazionale e incontrollabile di dominio assoluto di ciò che si teme.Se la matta bestialità del marchese dipende dalla paura del matrimonio, Griselda dal canto suo dimostra una fermezza d’animo e un coraggio che annientano, la brutalità e la violenza cui viene sottoposta. Il comportamento della donna risulta incomprensibile ed enigmatico: il suo viso è sempre immobile e imperturbabile. Più volte il narratore si sofferma su questo particolare: Griselda non fa trapelare alcuna inquietudine e sopporta con fierezza ed orgoglio la propria sorte («con fermo viso si dispose a questa dover sostenere»).
Gualtieri resta prima meravigliato, poi addirittura turbato fino alle lacrime. Egli si domanda persino come tutto ciò possa essere possibile, dato che riconosce nella donna una notevole saggezza. In effetti la saggezza di Griselda si rivela nelle sue reazioni, sempre misurate e composte: a ogni tormento risponde tenendo sempre ben presente la propria posizione sociale («Signor mio», così chiama il marito). Se da un lato ha la capacità di ingentilire i suoi modi e di trasformarsi formalmente in una "Dama", dall’altro dentro di sé non dimentica mai le proprie origini. La conferma di tale aderenza alla propria realtà sociale è soprattutto nell’ultima risposta al crudele Gualtieri: con fermezza e dignità Griselda disarma il marchese, affermando che la sua unica dote è il proprio corpo, un corpo che chiede orgogliosamente di coprire, nonostante la contraria volontà di Gualtieri. In altre parole Griselda si colloca sempre su un altro piano rispetto al marchese: un piano inferiore dal punto di vista sociale, ma nettamente superiore dal punto di vista delle qualità umane, tanto che nella conclusione Dioneo definirà Griselda come uno Spirito Divino.
La novella di Griselda è l’ultima novella del Decameron: la centesima. La posizione che ha all’interno dell'opera impone una riflessione generale, che riguarda la struttura dell’intero capolavoro. La rilevante posizione di questa ultima novella ha intrigato anche il grande Petrarca, primo interprete del Decameron. Petrarca, infatti, aveva sottolineato che la novella di Griselda si trova inserita alla fine dell’opera, «dove le norme retoriche impongono di collocare le cose migliori» (Senile XVII, 3).
Egli infatti traducce in latino tale novella e ne dà un'interpretazione prettamente religiosa, presentando Griselda quasi come una santa e il rapporto che questa ha con il marito alluderebbe al rapporto creatura-creatore in cui l'uomo deve saper affrontare tutte le prove che il creatore stesso gli pone dinanzi accettandole per amore e devozione di questo e per ricevere poi il meritato premio. Infatti le sventure di Griselda potrebbero alludere a quelle patite da Giobbe. Anche alcuni critici moderni hanno dato un'interpretazione della novella in chiave religiosa sostenendo che questa con la sua umiltà e le sue virtù ricordi la Vergine. Nel disegno generale dell’opera Griselda rappresenta un insieme di virtù che Boccaccio desidera conservare per la rinascita di una nuova umanità, dopo la terribile catastrofe della peste: la fermezza, la costanza, la magnanimità, unite alla grazia e alla mitezza femminili. Contro i malvagi Griselda propone una visione del tutto opposta, che rende i due mondi assolutamente incomunicabili. La nuova visione del mondo di Boccaccio, già proiettato verso l'Umanesimo, rovescia le antiche separazioni feudali tipicamente medioevali.
Senza dubbio Boccaccio con questa novella intende consegnare al lettore un ultimo e importante messaggio, il cui significato rimane tuttavia controverso.