Riassunto:
Questa novella racconta di Bonifacio ottavo, il quale avrebbe mandato dei suoi ambasciatori sotto la tutela di Geri Spina. Ogni mattina si recavano dal miglior fornaio del paese, Cisti, il quale possedeva anche una gran quantità di vini pregiati.
Per questo voleva invitare Geri affinché potesse assaggiar un po' del suo vino, ma per una forma di cortesia, volle che fosse lui ad invitarsi da solo. Così ogni mattina, mentre Geri passava, il fornaio metteva davanti la porta delle botti di vino. Un giorno Gerri l'assaggiò, e si accorse che era veramente ottimo. Così un giorno, volendo organizzare una festa, mandò un suo schiavo a prendere un po' di quella "bevanda" squisita. Ma lo schiavo portava sempre un fiasco troppo grande per il suo vino così prezioso (in modo da averne un po' per sé, non avendolo mai assaggiato). E quando Messer Geri scopre l'errore del servo lo rimprovera e lo invia a Cisti con un fiasco contenuto, anche perché intende darne solo un bicchiere a commensale. Accettando di dargli il suo vino, Cisti va alla festa di Geri, dove era stato invitato, per scusarsi della sua insistenza, chiarendo che non voleva dare il vino non per cupidigia, ma per le dimensioni esagerate del fiasco, adatto piuttosto all'acqua. Dichiarando il dono di tutto il suo vino, di cui è solo custodia ormai, a Messer Geri, i due diventano ottimi amici nonostante il divario sociale.
Questa novella racconta di Bonifacio ottavo, il quale avrebbe mandato dei suoi ambasciatori sotto la tutela di Geri Spina. Ogni mattina si recavano dal miglior fornaio del paese, Cisti, il quale possedeva anche una gran quantità di vini pregiati.
Per questo voleva invitare Geri affinché potesse assaggiar un po' del suo vino, ma per una forma di cortesia, volle che fosse lui ad invitarsi da solo. Così ogni mattina, mentre Geri passava, il fornaio metteva davanti la porta delle botti di vino. Un giorno Gerri l'assaggiò, e si accorse che era veramente ottimo. Così un giorno, volendo organizzare una festa, mandò un suo schiavo a prendere un po' di quella "bevanda" squisita. Ma lo schiavo portava sempre un fiasco troppo grande per il suo vino così prezioso (in modo da averne un po' per sé, non avendolo mai assaggiato). E quando Messer Geri scopre l'errore del servo lo rimprovera e lo invia a Cisti con un fiasco contenuto, anche perché intende darne solo un bicchiere a commensale. Accettando di dargli il suo vino, Cisti va alla festa di Geri, dove era stato invitato, per scusarsi della sua insistenza, chiarendo che non voleva dare il vino non per cupidigia, ma per le dimensioni esagerate del fiasco, adatto piuttosto all'acqua. Dichiarando il dono di tutto il suo vino, di cui è solo custodia ormai, a Messer Geri, i due diventano ottimi amici nonostante il divario sociale.