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Riassunto: Nastagio degli onesti

Titolo: “Nastagio degli onesti” (tratta da Decameron)
Genere: novella
Autore: Giovanni Boccaccio

Riassunto:
Un giorno Nastagio stava come sempre pensando alla sua crudele donna, mentre passeggiava liberamente in un bosco. Ad un tratto vide accorrere verso sé una giovane donna nuda, inseguita da due mastini e da un cavaliere. Stava per aiutarla, quando il cavaliere lo fermò dicendogli che oramai il destino della giovane era quello di morire, poiché lui l'amava, e molto anche, come Nastagio amava la sua giovane Traversaro.
Ella però non ricambiò mai il suo amore, e pertanto il cavaliere si uccise con la stessa spada che oggi stava brandendo. In seguito anche la giovane morì, e per questo suo peccato venne mandata all'inferno, a subire, ogni venerdi alla stessa ora, questa pena, che sarebbe durata tanti anni quanti sono stati quelli in cui ella aveva rinnegato l'amore del cavaliere. Così Nastagio si prestò da parte, e lasciò il principe il dovere di uccidere la donna con la sua stessa spada.

Intreccio
La novella racconta la storia di un nobile giovane di Ravenna, Nastagio, innamorato della figlia di Paolo Traversari. La fanciulla rifiutava l’amore di Nastagio, che stava spendendo tutte le sue ricchezze per cercare di conquistare la giovane. I suoi compagni gli consigliarono di lasciare la città per dimenticarla, così Nastagio si trasferì a Chiassi. Un venerdì sera, mentre passeggiava per la pineta, vide un uomo a cavallo che insieme a due cani, inseguiva una fanciulla. Nastagio cercò di intervenire, ma fu fermato dal cavaliere. Questo gli disse che in vita lui era follemente innamorato di quella donna che lo aveva sempre rifiutato, così disperato si uccise. Adesso per l’eternità era costretto ad inseguirla e sfigurarla ogni qual volta la riusciva a raggiungere. Nastagio dopo aver ascoltato il racconto del cavaliere decise di invitare a cena la famiglia de Traversari, il venerdi successivo, cosicché tutti potessero assistere al raccapricciante spettacolo. E così fu. Tutti rimasero scioccati alla vista del cavaliere e della dama, in particolar modo la figlia di Paolo Traversari, che temendo di poter essere anche lei vittima di una condanna simile, decise di sposare Nastagio.

Fabula
1.Nastagio è innamorato della figlia di Paolo Traversari, ma non riesce a conquistarla.
2.I suoi compagni gli consigliano di lasciare la città per dimenticarla e soprattutto per non perdere tutta la sua ricchezza.
3.Nastagio va a vivere a Chiassi e riesce a dimenticare quasi del tutto la sua amata.
4.Un venerdi passeggiando per la pineta vede il cavaliere con la dama che gli rivelano il loro segreto.
5. Nastagio decide perciò di invitare a cena la famiglia dei Traversari il venerdì successivo.
6.La giovane spaventata da quanto visto decide di sposare Nastagio.

Dimensione spaziale
La vicenda è ambientata inizialmente a Ravenna, per poi spostarsi a Chiassi, altra località della Romagna. Ambientazione principale della narrazione è però la pineta, dove Nastagio incontra il cavaliere e la sua dama. La descrizione della pineta non è particolareggiata, ma serve solo a rendere l’idea del luogo in cui avvengono gli episodi. In “Nastagio degli Onesti”, così come in tutte le novelle di Boccaccio, non è presente una descrizione minuziosa, in quanto la figura dell’uomo domina su quella del particolare. Vengono descritti luoghi reali, proprio come avviene nelle altre novelle.

Dimensione temporale
Non ci sono delle indicazioni precise riguardo la condizione temporale. Inizialmente non c’è equilibrio tra tempo dello spazio e tempo del discorso, perché in poche righe viene descritta una situazione relativa a diversi mesi. Unico riferimento esplicito è quello relativo al giorno in cui Nastagio incontra il cavaliere e la sua dama, ossia un venerdì sera. Non è espresso chiaramente in quanto siano avvenuti i fatti, si tratta sicuramente di un periodo di tempo di circa 6 o 7 mesi, dal momento della partenza di Nastagio da Ravenna.

Personaggi
Il protagonista, Nastagio, è un nobile giovane di Ravenna, divenuto ricco grazie all’eredità acquisita alla morte del padre. Un ragazzo sensibile disposto a rinunciare a tutto, anche al suo inestimabile patrimonio, pur di conquistare la donna dei suoi sogni.
La giovane Traversari è una nobil donna, appartenente a una delle famiglie più ricche di tutta Ravenna, di una bellezza straordinaria ma scontrosa e ostile verso il povero Nastagio.
Il cavaliere e la dama fantasma svolgono la funzione di aiutanti nella novella: grazie alla loro vicenda Nastagio riesce a sposare la fanciulla, terrorizzata all’idea che possa accadere anche a lei una cosa simile dopo la morte. Il cavaliere è in sella a un cavallo nero, il suo volto esprime chiaramente il suo stato d’animo furioso verso colei per la quale si è ucciso e che adesso inseguirà e ucciderà per l’eternità. La dama invece viene descritta come una donna senza abiti, con i capelli in disordine, che piange e cerca di scappare dal cavaliere, implorandogli il perdono, senza essere però ascoltata.
I compagni di Nastagio rappresentano, allegoricamente, la coscienza poiché gli mostrano cosa sarebbe meglio per lui. Anche per i personaggi si ripete il discorso fatto già per la dimensione spaziale, dove la descrizione è solo di supporto alla narrazione.

Narratore
Anche nella novella di “Nastagio degli Onesti”, come in tutte le novelle di Boccaccio, il narratore è onnisciente, esterno alla vicenda e narra sempre in terza persona. Il linguaggio usato è anche in questo caso semplice, adatto alle donne che nonostante non facciano parte del ramo più acculturato della borghesia, riescono a comprenderlo.

Commento
Nella novella di “Nastagio degli onesti” viene trattato uno dei temi più presenti all’interno del Decameron, l’amore. Un amore, inizialmente, non corrisposto ma che si risolve con un lieto fine. Un amore impossibilitato dalle condizioni sociali dei due giovani, Nastagio è infatti di umili origini, mentre la fanciulla appartiene a una delle più nobili famiglie di Ravenna. Boccaccio vede l’amore come aspetto naturale della vita, a differenza di Dante che lo concepiva come strumento per giungere a Dio. Egli lo descrive in tutte le sue forme a lieto e brutto fine, impossibile, illecito. Talvolta viene giudicato anche osceno, nel momento in cui si trova a descrivere situazioni equivoche tra persone appartenenti al ramo ecclesiastico. Importante è anche il rimando che viene fatto alla legge del contrappasso della “Divina Commedia” di Dante, attraverso l’episodio del cavaliere e della dama, che in questo caso viene attuata per contrario.
In conclusione diremo che Boccaccio è riuscito a fondere in questa novella elementi propri della sua produzione e quelli di altri autori a lui antecedenti.



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