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Testo: Il Credo cristiano - Credo in un solo Dio...

Testo - Nicea-Costantinopoli:

Credo in un solo Dio,
Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo
si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
mori e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato,
secondo le Scritture, è salito al cielo,
siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa,
una santa cattolica e apostolica.

Professo un solo Battesimo
per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.



Testo - Simbolo degli Apostoli:

Io credo in Dio, Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra.

E in Gesù Cristo, suo unico Figlio,
nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.

Amen.



Breve commento:

La preghiera del "Credo" ci insegna a credere in Dio, perché egli è l'unico creatore del cielo e della terra. Noi professiamo la nostra fede e crediamo in Gesù, suo Figlio Unigenito che per noi e per la nostra salvezza si è incarnato e da Dio si è fatto uomo. Infine il messaggio che ci vuole dare è che attraverso la resurrezione con Dio avremmo la salvezza eterna.

Sia il simbolo niceno che il simbolo apostolico risalgono al IV secolo dopo Cristo (anche se l'origine del simbolo apostolico si fa risalire agli stessi apostoli). Diciamo che prima si recitava più spesso il simbolo apostolico adesso lo si sente generalmente nelle funzioni dedicate ai bambini (è più breve e più semplice) ma anche in altre occasioni. Entrambi si recitano durante la messa in piedi.
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Quali sono i 10 Comandamenti

Testo:

Io sono il Signore Dio Tuo:

1) Non avrai altro Dio fuori di me
2) Non nominare il nome di Dio invano
3) Ricordati di santificare le feste
4) Onora il padre e la madre
5) Non uccidere
6) Non rubare
7) Non dire falsa testimonianza
8) Non commettere atti impuri
9) Non desiderare la donna d'altri
10) Non desiderare la roba d'altri

LEGGI ANCHE: Spiegazione dei 10 comandamenti

Al catechismo ci insegnano la versione ridotta dei comandamenti, quelli reali sono quelli che dio ha dato a Mosé e si possono trovare nella Bibbia in Esodo 20:1-17 e sono:

Testo completo:

Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù.
1) Non avere altri dèi oltre a me.
2) Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
3) Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
4) Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.
5) Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.
6) Non uccidere.
7) Non commettere adulterio.
8) Non rubare.
9) Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
10) Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo».

Come potete notare è scomparso lo scomodo secondo comandamento, mentre il decimo comandamento è stato sdoppiato in due comandamenti per compensare il vuoto e far tornare i conti.

Perché è stato tolto il secondo comandamento?
La realtà dei fatti, è che se la chiesa cattolica non avesse tolto il secondo comandamento, non avrebbe potuto più riempire le chiese e i santuari di statue ed immagini della "madonna" e dei cosiddetti santi, insegnando i fedeli a venerarle, il che è idolatria (Dio condanna sia l'adorazione - "non li servire" - che la venerazione - "non ti prostrerai davanti a loro" - di vivi, morti, oggetti e immagini. La Scrittura dice: "A Lui solo rendi il tuo culto").
Come avrebbero potuto giustificare una tale trasgressione del secondo comandamento? Così, "hanno tolto la legge, e il reato non c'è più".
In Deuteronomio 4:2, Dio avverte: "Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo".
Come potete constatare, le differenze tra la Sacra Bibbia e il Catechismo della Chiesa Cattolica sono di vitale importanza. Le manomissioni degli insegnamenti delle Sacre Scritture (Sacra Bibbia) sono inammissibili per Dio.

Cosa sono e a cosa servono:
I comandamenti non sono consigli ma sono ordini che Dio ha dato agli uomini per difendersi dal Demonio. Sono le sole leggi perfette che funzionano contro il male, infatti quando l'uomo dimentica i comandamenti dietro suggerimenti del Demonio, l'uomo stesso diventa espressione del Demonio e compie il male cioè diventa esecutore materiale del Demonio a sua stessa insaputa. Dio ha dato quelle 10 leggi perché solo lì il Demonio non può entrare. Il Demonio si serve dell'inganno per sviare l'uomo, è abilissimo nell'insinuarsi nella mente umana e solo la persona a cui è stato rivelato lo può scorgere, per gli altri nemmeno esiste.
Per essere più chiaro faccio un esempio: quando l'uomo desidera la casa di altri esprime invidia, ed essa è una forma del Demonio. La stessa cosa accade quando c'è il tradimento perché il tradimento è un'altra forma del Demonio, quindi non è l'uomo che tradisce, ma è il Demonio che si serve dell'uomo per potersi esprimere, facendo credere all'uomo di essere padrone di certe cose in modo che l'uomo abbia l'illusione di esprimere se stesso e non sappia di essere invece il mezzo usato dal Demonio.
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Testo: Ave Maria

Traduzione italiana:
Ave, Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Testo originale in latino:
Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,
benedicta tu in mulieribus,
et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.
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Le migliori canzoni del 2014


Le più belle e le più ascoltate canzoni del 2014 inserite in ordine alfabetico. Quella più conosciuta grazie ai media che ce la ripropongono ad ogni occasione è Happy, diventata anche una mania quella di ballarla in gruppo e poi postare il video su Youtube. Mentre We are One e Dare La La La sono le due canzoni per i mondiali di calcio 2014 che si disputeranno in Brasile, la prima è stata criticata soprattutto dai brasiliani la seconda dalla sua parte ha un progetto realizzato insieme a Danone (Activia) a sostegno di una raccolta fondi contro la fame nel mondo e per l'educazione dei bambini nei paesi in via di sviluppo. La canzone dell'estate 2014 è "Summer".
  1. 1977 - Ana Tijoux
  2. 6 Words - Wretch 32
  3. 7/11 - Beyoncé
  4. A100 - Mistaman
  5. Addicted To You - Avicii
  6. Adesso Sono Qui - Ghemon
  7. Adrenalina - Jennifer Lopez & Ricky Martin
  8. All About That Bass - Meghan Trainor
  9. All Of Me - John Legend
  10. Am I Wrong - Nico & Vinz
  11. Anaconda - Nicki Minaj
  12. Animals - Maroon 5
  13. A Sky Full Of Stars - Coldplay
  14. Bailando - Enrique Iglesias
  15. Bang Bang (feat. Ariana Grande & Nicki Minaj) - Jessie J
  16. Best Friend - Foster the People
  17. Birthday - Katy Perry
  18. Black Widow (feat. Rita Ora) - Iggy Azalea
  19. Blame (feat. John Newman) - Calvin Harris
  20. Blame It On Me - George Ezra
  21. Blank Space - Taylor Swift
  22. Boom Clap - Charli XCX
  23. Break Free (feat. Zedd) - Ariana Grande
  24. Budapest - George Ezra
  25. Bump & Grind 2014 (feat. R. Kelly) - Waze & Odyssey
  26. Buonanotte Giorno - Gabry Ponte
  27. Cannonball - Lea Michele
  28. Can't Remember To Forget You feat. - Shakira e Rihanna
  29. Cassy'o - George Ezra
  30. Chandelier - Sia
  31. Change - Ensi
  32. Changing (feat. Paloma Faith) - Sigma
  33. Cheerleader - Omi
  34. Cola Song - Inna
  35. Come Get It Bae - Pharrell Williams
  36. Come Vorrei - Vasco Rossi
  37. Confident - Justin Bieber
  38. Controvento - Arisa
  39. Cool Kids - Echosmith
  40. Dangerous (feat Sam Martin) - David Guetta
  41. Dannate Nuvole - Vasco Rossi
  42. Dare (La La La) - Shakira
  43. Dark Horse - Katy Perry
  44. Di Domenica - Subsonica
  45. Domani È Un Altro Film - Dear Jack
  46. Don't - Ed Sheeran
  47. Don't Tell 'em (feat. Yg) - Jeremih
  48. Don't Wait - Mapei
  49. Do They Know It's Christmas? - Band Aid 30
  50. Eez Eh - Kasabian
  51. E' Tardi - CapaRezza
  52. Extraordinary feat. Sharna Bass - Clean Bandit
  53. Faded - Zhu
  54. Fade Out Lines - The Avener
  55. Fancy (feat. Charli XCX) - Iggy Azalea
  56. Fever - The Black Keys
  57. Flashed Junk Mind - Milky Chance
  58. Follow The Sun (feat.Xavier Rudd) - Time Square
  59. Fuori Dal Paradiso - Raige
  60. Gecko (Overdrive) (feat. Becky Hill) - Oliver Heldens
  61. Generazione Boh - Fedez
  62. Geronimo - Sheppard
  63. Ghost - Ella Henderson
  64. Giant In My Heart - Kiesza
  65. Good Kisser - Usher
  66. Habits (Stay Hight) - Tove Lo
  67. Happy - Pharrell William
  68. Headlights - Eminem
  69. Here For You (feat. Laura Welsh) - Gorgon City
  70. Hideaway - Kiesza
  71. Hold Back The River - James Bay
  72. Hold On To Me - Placebo
  73. I cowboy non mollano - Max Pezzali
  74. I Got U - Duke Dumont
  75. Il Mio Giorno Più Bello Nel Mondo - Francesco Renga
  76. Il Muro Del Suono - Ligabue
  77. I'm a Freak - Pitbull e Enrique Iglesias
  78. I'm An Albatroz - AronChupa
  79. Immagini Che Lasciano Il Segno - Tiromancino
  80. I'm Not The Only One - Sam Smith
  81. It's My Birthday (feat. Cody Wise) - Will.I.Am
  82. I Will Never Let Your Down - Rita Ora
  83. Jealous - Chromeo
  84. Jealous - Labrinth
  85. Jealous - Nick Jonas & The Administration
  86. Jungle - X Ambassadors
  87. Kisses For Breakfast (feat. Popcaan) - Melissa Steel
  88. La Cosa Più Importante - Arisa
  89. L'Amore Non Esiste - Fabi Silvestri Gazzè
  90. La Valle Dei Re - Marco Mengoni
  91. Lazaretto - Jack White
  92. Lips Are Movin - Meghan Trainor
  93. Love Never Felt So Good (feat. Justin Timberlake) - Michael Jackson
  94. Logico #1 - Cesare Cremonini
  95. Love Runs Out - OneRepublic
  96. Lovers On The Sun (feat Sam Martin) - David Guetta
  97. Lullaby (feat. Tori Kelly) - Professor Green
  98. Magic - Coldplay
  99. Maps - Maroon 5
  100. Maracana' - Emis Killa
  101. Me And My Broken Heart - Rixton
  102. Midnight In Remada - Plastic Made Sofa
  103. My Type - Saint Motel
  104. Netzwerk (Falls Like Rain) - Klangkarussell
  105. Niente Più Di Me - Marco Carta
  106. Nobody To Love - Sigma
  107. Non Devi Perdermi - Alessandra Amoroso
  108. Non È Vero Mai - Alex Britti
  109. Non Me Lo Posso Permettere - Caparezza
  110. Non Mi Ami - Giorgia
  111. On Trees and Birds and Fire (remix) - I Am Oak
  112. Outlines - Mike Mago & Dragonette
  113. Outside (feat. Ellie Goulding) - Calvin Harris
  114. Over My Head - Elen Levon
  115. Postcards - James Blunt
  116. Prayer In C - Lilly Wood & the Prick
  117. Pretty Hurts - Beyoncé
  118. Problem (feat. Iggy Azalea) - Ariana Grande
  119. Prova Microfono - Moreno
  120. Really Don't Care (feat. Cher Lloyd) - Demi Lovato
  121. Resta Ancora Un Po' - Emma
  122. Riderò - Santa Margaret
  123. Right Here - Jess Glynne
  124. Rude - MAGIC!
  125. Say Something - Karen Harding
  126. Sento Solo Il Presente - Annalisa Scarrone
  127. Senza Scappare Mai Piu' - Tiziano Ferro
  128. Shake It Off - Taylor Swift
  129. She Looks So Perfect - 5 Seconds Of Summer
  130. She Moves (feat. Graham Candy) - Alle Farben feat. Graham Candy
  131. Sing - Ed Sheeran
  132. Snap Out Of It - Arctic Monkeys
  133. Sono sempre i sogni a dare forma al mondo - Ligabue
  134. Splendida Ostinazione - Marco Carta
  135. Status - Marracash
  136. Stay With Me - Sam Smith
  137. Steal My Girl - One Direction
  138. Summer - Calvin Harris
  139. Sun Goes Down (feat. Jasmine Thompson) - Robin Schulz
  140. Superheroes - The Script
  141. Take Me To Church - Hozier
  142. Teach Me - Bakermat
  143. Tempi Moderni - Rancore & Dj Myke
  144. The Chamber - Lenny Kravitz
  145. The Days - Avicii
  146. The Hanging Tree - James Newton Howard ft. Jennifer Lawrence
  147. The Heart Wants What It Wants - Selena Gomez & The Scene
  148. The Man - Aloe Blacc
  149. The Miracle (Of Joey Ramone) - U2
  150. These Days - Take That
  151. Thinking Out Loud - Ed Sheeran
  152. T.I.N.A - Fuse ODG
  153. Ti Penso Raramente -  Biagio Antonacci
  154. Turn Down For What - DJ Snake & Lil Jon
  155. Un Amore Così Grande 2014 - Negramaro
  156. Vieni Con Me - Rocco Hunt
  157. Walk - Kwabs
  158. Wasted - Tiesto
  159. Waves - Mr. Probz
  160. We are one (Ole Ola) - Pitbull feat. Jennifer Lopez & Claudia Leitte
  161. Weekend - Club Dogo
  162. When The Beat Drops Out - Marlon Roudette
  163. Wiggle (feat. Snoop Dogg) - Jason Derulo
  164. Wrapped Up - Olly Murs
  165. x - Ed Sheeran
  166. You & I - One Direction
  167. Young Again (feat. Chris Jones) - Hardwell
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Testo: Padre Nostro

Traduzione italiana:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano;
e rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori;
e non esporci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Tuo è il regno, la potenza, e la gloria nei secoli.
Amen.

Traduzione latina:
Pater Noster qui es in cælis:
sanctificétur nomen tuum;
advéniat regnum tuum;
fiat volúntas tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum
da nobis hódie;
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimíttimus debitóribus nostris;
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a malo.
Amen.

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Testo: Segno della Croce

Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen

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Spiegazione: Padre Nostro


Fra le preghiere più conosciute dai Cristiani vi è il Padre Nostro; i Vangeli narrano che è stato lo stesso Gesù ad insegnare ai suoi discepoli questa preghiera su loro stessa richiesta che l'avevano visto allontanarsi per pregare e anche loro volevano fare lo stesso. Anche in un famoso discorso, detto della Montagna, Gesù suggerì di pregare recitando il Padre Nostro.



Spiegazione:

Padre nostro: fa riferimento alle due parole più care e dolci che siano state pronunciate, Padre e Madre. Sono le persone che ci hanno dato la vita, che si sono presi cura di noi, che ci hanno guidato verso la strada più giusta, che si sono sacrificati per farci essere felici e che ci hanno perdonato per tutte le nostre mancanze. Dio si comporta alla stessa maniera con tutti i suoi figli, gli ha donato l'intelligenza, la volontà, la salute e tanti altri doni per raggiungere la salvezza eterna, purché siano pentiti li perdona sempre ed è disposto ad aprire loro le porte del Paradiso, li ha salvati mandando il suo divin figlio a morire sulla Croce. Inoltre Gesù ha chiamato questa preghiera "Padre Nostro" e non "Padre Mio" perché tutti gli uomini sono figli di Dio e quindi fratelli che debbano amarsi fra loro perché la religione cristiana è legge di amore.

Che sei nei cieli: la religione cristiana ci ha insegnato che Dio è ovunque (sia in cielo che in terra) però il suo posto, il suo regno, è il cielo. Assieme a lui vi sono gli Angeli ed i Santi e che ci aspettano al termine della nostra vita, perché essa è un cammino, una preparazione per quello che ci sarà dopo la morte. Dopo la morte, secondo San Bonaventura i figli si riuniranno al loro padre.

Sia santificato il tuo nome: questa frase indica che il nome di Dio è un onore pronunciarlo (vedi spiegazione del 2° comandamento), quindi se non va pronunciato inutilmente sarà ancora peggio offenderlo attraverso le bestemmie dei rivoltosi. Le bestemmie sono parole che utilizzano le persone rozze senza fede, tutte le bestemmie che escono dalla bocca si possono paragonare a tanti serpenti e vipere ed altri animali immondi oppure ai rifiuti luridi e puzzolenti. Quindi tralasciando le conseguenze delle bestemmie, che rimangono un linguaggio per nulla elegante, bisogna chiedersi il perché si insulta Dio se si è comportato in maniera così buona e misericordiosa con noi.

Venga il tuo regno: in occasione della sua nascita, a Gesù, andarono a fargli visita tantissime persone, fra questi vi erano anche i tre Re Magi. Quest'ultimi non sapevano dove fosse nato Gesù e chiesero informazioni al Re Erode chiamandolo non Gesù ma il Re degli Giudei. Questi al solo sentire il nome di un altro re si spaventò così tanto, dato che non sapeva nemmeno dove si trovava il rifugio di Maria e Giuseppe che ordinò di uccidere tutti i piccoli di Betlemme per assicurarsi che in mezzo a queste tanti morti ci sarebbe stato anche il nuovo nascituro.
Non sapeva, però, che il Regno di Dio non appartiene a questo mondo e che non avrebbe mai potuto fargli concorrenza perché non regna sulla Terra ma sull'intero Universo, non regna con la forza (fucili, cannoni, soldati) ma attraverso i cuori delle persone dato che gli basta un atto di volontà per distruggere i suoi nemici. Dio non ha bisogno di dettare leggi dato che le aveva già scritte prima nelle tavole dei Dieci Comandamenti.
Se il regno di Dio è un luogo puro e accogliente, al di fuori di esso c'è il male e la morte eterna; punti di riferimento del Regno di Dio sono la Chiesa Cattolica che ha al capo il Sommo Pontefice (il papa), vicario di Cristo e successore di Pietro. I ministri sono invece i Vescovi ed i Sacerdoti, mentre il popolo è rappresentato dai fedeli.

Sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra: fa riferimento al periodo in cui S. Francesco d'Assisi era già gravemente malato; uno dei suoi discepoli vedendo soffrire gli chiese di pregare Dio per farlo soffrire meno ma lui gli spiegò che questo sofferenze non sono altro che un premio, la volontà del Signore che in quel momento gli ordinava di soffrire e che tutti debbano sottostare alle leggi di Dio perché le rispettano le stelle che brillano per deliziare i nostri occhi, il sole che da' luce e calore fino alla fase del tramonto, gli uccelli che volano nell'aria, i serpenti che strisciano per terra, i pesci che scivolano nell'acqua e le stagioni che passano ogni anno. Anche gli uomini dovrebbero comportarsi alla stessa maniera ma non sempre questo avviene specialmente quando si lasciano vincere dalle tentazioni, quando non lo pregano oppure quando lo nominano senza alcun rispetto. Quindi bisogna fare la volontà di Dio perché lui è misericordioso e se ci concede un dolore lo fa per farci cancellare con le lacrime la macchia che ci portiamo dentro, inoltre lui non vuole in alcun modo diminuire la gioia dei suoi figli tranne nel caso in cui vuole riservargliene un'altra ancora più grande.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano: il pane insieme all'acqua è uno degli elementi più essenziali nella nutrizione di ogni giorno, dicendo queste parole si invita il Signore a concederci per la vita terrena l'occorrente minimo per poterla vivere in quanto non sempre i nostri sforzi bastano per procurarci tutto ciò che occorre. Ci sono persone che vorrebbero lavorare ma non il lavoro non lo trovano, chi è indebolito a causa della malattia, oppure chi ormai è troppo vecchio e non è in grado di rendere come un tempo. Queste persone appena citate non sono e non saranno mai dimenticate dal Signore, attraverso gli altri fratelli riusciranno comunque a procurarselo il pane quotidiano.

Rimetti a noi i nostri debiti: i debiti non sono quelli economici ma i peccati, per ripagarli bisogna innanzitutto ammetterli e poi chiedere il perdono al Signore promettendo anche di chiedere il perdono anche alle stesse persone offese. La legge cristiana è una legge basata sul perdono e chi non perdona non può essere perdonato, questo è l'unico modo per ricevere la misericordia del Padre che è nei cieli, essa è indispensabile per tutti noi che commettiamo cattive azioni, che pecchiamo attraverso le bugie e disobbedienze; siamo tutti debitori verso Dio.

Non c'indurre in tentazione: tutti noi almeno una volta ci siamo fatti sopraffare su cose che non avremmo voluto compiere, queste sono le tentazioni create dallo spirito del male; hanno un aspetto bellissimo, possono travestirsi da amico, da un compagno ed è facile lasciarsi abbindolare perché le persone di per sé sono deboli e per potersi difendere devono chiedere a Dio la forza necessaria per resistere e vincerle. I mali che ci tormentano possono essere di due tipi quelli del corpo e della vita terrena (malattie, disgrazie e sventure) e quelli dell'anima (i peccati).

Ma liberaci dal male: Dio ci mette alla prova facendoci provare situazioni strane e di cattivo gusto (malattie, disgrazie e sciagure). Esse non sono punizioni gratuite ma castighi per peccati commessi in precedenza a cui non è stato chiesto il perdono. Tuttavia, anche se bisogna rassegnarsi e sopportare questi "dolori" si deve continuare a pregare il Signore affinché lui possa allontanarli nuovamente.
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Significato del Segno della Croce


Solitamente le preghiere (ad esempio il Padre Nostro o l'Ave Maria) vanno precedute dal segno della Croce. Esso si esegue portando la mano destra alla fronte, poi al petto, alla spalla sinistra, alla spalla destra ed infine congiungendo le mani; attraverso il movimento della mano si viene a formare una croce, il segno della croce.
Esso ricorda i due misteri principali della fede che sono: Unità e Trinità di Dio pronunciando le parole: in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; mentre Incarnazione, Passione e morte di nostro signore Gesù Cristo attraverso il movimento delle mani precedentemente descritto.
Il segno della Croce è il simbolo di chi segue la religione cristiana e va eseguito con calma e con molta devozione; sbagliano invece chi lo esegue troppo velocemente o in maniera distratta.
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Tesina sul Petrolio - Terza Media


Collegamenti per tesina di terza media sul petrolio.

Tecnica: petrolio e industria di raffinazione

Scienze: effetti dannosi sull'ambiente e sull'uomo correlato alla raffinazione del petrolio

Storia: Guerra del Golfo, Belle epoque

Geografia: Medio Oriente

Musica: Musica etnica, Diaframma - Blu Petrolio, Renato Carosone - Caravan Petrol Battisti,-Confusione Oro nero - Litfiba

Letteratura: Quasimodo e commento poesia "Uomo del mio tempo"

Inglese: Industrial revolution

Ed. fisica: l'alimentazione o le bevande energetiche come "carburante" del corpo umano.

Arte: Espressionismo (corrente artistica dei primi anni del 1900)

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Come e quando nacquero le regioni italiane


A partire dal Medioevo e nei secoli successivi l'Italia si trovava divisa in tanti piccoli Stati, solo nel 1861 col timore di uno sgretolamento interno si cercò di realizzare uno Stato forte e centralizzato, in cui tutti i poteri spettavano al governo centrale. Questo metodo non tenne conto delle tradizioni, della cultura, della storia, dell'economia delle varie regioni d'Italia.
Solo nel 1948 con la costituzione della Repubblica italiana si riuscì a trovare un rimedio a questo limite attraverso l'istituzione delle Regioni; gli articoli 114-127 sono quelli che regolano il loro funzionamento.
L'articolo principale è l'art. 115 che dice:"Le regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e funzioni secondo i principi fissati nella Costituzione".

Da questo articolo spicca il termine "autonomi", più in generale autonomia; questa parola deriva dal greco e significa: facoltà di darsi proprie leggi, essa si estende negli interessi locali, in campo amministrativo, economico, assistenziale, sanitario e culturale.
Vi sono anche regioni con poteri più ampi dette "a statuto speciale", esse lo possono essere per motivi storici (a causa della presenza di consistenti minoranze linguistiche) e sono: la Valle d'Aosta, il Friuli-Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige oppure per situazioni derivanti dall'insularità e sono la Sicilia e la Sardegna.
Essere una regione autonoma non vuol dire che le altre regioni siano rivali e ostili, anzi, l'art. 120 dice che la regione non può adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose fra regioni. Non può limitare il diritto dei cittadini di esercitare qualunque parte del territorio nazionale la loro professione, impiego o lavoro.
Quindi le regioni autonome non alterano in alcun modo la conquista fondamentale dell'unità d'Italia.
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La Peste Nera Riassunto


La rinascita dell'Occidente ebbe una grave battuta d'arresto all'inizio del Trecento quando si manifestarono i primi segnala di crisi e la popolazione smise di aumentare. Nonostante le innovazioni tecniche, questo accadde perché l'Europa non riusciva più dare da mangiare un certo numero di persone. Di conseguenza gli uomini cercarono di coltivare anche quei terreni considerati poco fertili, e quindi lavoravano la terra nonostante sapessero già che il raccolto sarebbe stato al di sotto delle attese.
Negli anni 1315-1316 l'Europa settentrionale fu colpita da una violentissima carestia, e fu la prima di una lunga serie dato che mediamente se ne verificava una ogni dieci anni provocando migliaia di vittime.
Coloro che riuscivano a sopravvivere alle ondate di carestie non era lo stesso di prima, risultava comunque indebolito dalla fame e facile preda delle epidemie.
Le epidemie più diffuse nel Medioevo furono il vaiolo e il tifo, nacquero come conseguenza alla denutrizione e delle pessime condizioni igieniche.
Come se non bastasse in Europa arrivò anche la lebbra arrivata attraverso i crociati che facevano ritorno dalla Terra Santa; i lebbrosi venivano emarginati dalla società urbana e costretti a vivere di elemosina in luoghi riservati solo per coloro che avevano contratto questa malattia.
Fra le tante epidemie, quella che fu la più distruttrice, tanto da essere chiamata la morte nera (anche grande morte e peste nera) fu la peste. Questa volta la colpa era dei topi neri a coda lunga (tipici dei paesi caldo-umidi), o meglio del bacillo che si sviluppava nel pelo del topo che poi le pulci succhiavano insieme al sangue e lo trasportavano e iniettavano anche alle persone.
Nel Medioevo non ci si rendeva ancora conto di cosa fosse la peste, solo alla fine dell'Ottocento con il medico Yersin si scoprì la causa della diffusione di questa malattia mortale.
Nel VI-VII secolo l'Europa venne travolta dalla peste, e nel giro di pochi anni scompariva e tornava; gli ultimi casi di morti a causa della peste di quel periodo si verificarono nel 1353, poi si fece nuovamente viva nel Cinquecento e soprattutto nel Seicento.
La peste come abbiamo già detto era dovuta ai topi neri ebbe fine, molto probabilmente, con l'arrivo dei topi grigi (provenienti dall'Asia in Europa) che erano loro predatori.
Nonostante la difficoltà di stilare una statistica sulle morti, gli storici presumono che dal 1347 al 1353 a causa della peste nera morirono oltre venti milioni di persone, cioè più di metà della popolazione europea ne è stata infetta.
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La Repubblica di Weimar Riassunto


La breve stagione della Repubblica di Weimar
All'inizio degli anni Venti, dopo la sconfitta della prima guerra mondiale, in Germania, il secondo Reich cadde e si instaurò una repubblica: la repubblica di Weimar che prese il nome del posto dove fu istituita la Costituzione. La situazione tedesca sembrava essersi stabilizzata: per la prima volta nella sua storia la Germania conosceva una democrazia parlamentare funzionante, i principali conflitti territoriali sembravano risolti e il sistema produttivo era in forte ripresa, era anche una Repubblica molto avanzata perché prevedeva il voto alle donne. In realtà si trattava di un equilibrio fragilissimo, legato, dal punto di vista economico, ai piani di aiuti di altre potenze europee e degli Stati Uniti. Appena dopo la prima guerra mondiale, quando ancora questo tipo di sostegno non si era messo in moto, i Tedeschi avevano conosciuto la peggiore crisi finanziaria della storia, innanzitutto il Marco venne svalutato (veniva usato per carta da parati), e solo una violenta repressione aveva permesso alla repubblica di Weimar di sopravvivere a numerosi tentativi di insurrezione da parte di estremisti di destra e di sinistra.

L’ascesa di Hitler
Con la crisi del ’29 e con la conseguente sospensione degli aiuti economici, la situazione precipita. I disoccupati diventavano milioni e anche tra i ceti medi si diffondeva una profonda insicurezza. Gli operai che perdevano il posto ingrossavano le fila di un combattivo e intransigente Partito comunista, mentre all’estrema destra i nazionalsocialisti raccoglievano, oltre ai voti di protesta, i consensi degli strati sociali più spaventati da un possibile sbocco rivoluzionario filosovietico. Il tentativo di costituire una democrazia liberale si scontrava così con un pesante strascico di delusioni, rancori, desiderio di rivincita, che favoriranno l’ascesa del Partito nazista, il cui leader Adolf Hitler, senza fare nulla per nascondere il suo programma decisamente autoritario, militarista e antidemocratico, diventava capo del governo dopo il grande successo del suo partito in una libera competizione elettorale.
Naturalmente, dopo la salita al potere di Hitler la democrazia durò ben poco. In meno di un anno, il Fuhrer accentrava su di sé tutto il potere e inaugurava una politica chiaramente bellicista: l’esercito venne potenziato, l’economia venne orientata alla produzione bellica, tutta la vita sociale venne organizzata gerarchicamente e le opposizioni vennero messe a tacere. Gli altri grandi Paesi europei accordavano alla nazione tedesca alcune concessioni, proprio per timore di un nuovo conflitto: il risultato fu che essi dovettero affrontare la Germania nazista nel suo momento migliore, così forte da conquistare l’Europa in pochi mesi (riferimento alla seconda guerra mondiale).
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Tesina sulla Maschera - apparenza e realtà

Collegamenti per tesina di terza media sulla maschera, apparenza e realtà.

Storia:
- Il fascismo (la propaganda che la reso forte)
- Rivoluzione russa (appare come mezzo di riscatto per coloro che sono in pessime condizioni economiche ma nella realtà si rivela una dittatura di partito, quello bolscevico.)


Italiano:
- Luigi Pirandello e la maschera (Uno, nessuno e centomila)
- Svevo e l'inetto (nasconde la sua natura agli altri)


Inglese: 
- Oscar Wilde - "The picture of Dorian Gray"


Francese:
- Baudelaire  "La Masque"
- Herlequin (la maschera di Arlecchino)


Spagnolo:
- Zorro (eroe mascherato)


Scienze:
- Le stelle (brillano di luce propria, altri corpo in cielo hanno luminosità apparente tipo la Luna)


Tecnica:
- Il cuoio (materiale per maschere).
- Il silicone (ambito chirurgia per apparire belli)


Arte:
- Pablo Picasso (per l'influenza sulle maschere africane nei suoi dipinti).


Geografia: 
- Africa,
- Brasile e Carnevale di Rio


Musica:
- Giuseppe Verdi - "Un ballo in maschera",
- La voce mascherata (camuffata dei ladri).


Ed. Fisica: 
- Mimica facciale
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Storia del nazismo dettagliata


Hitler e il Partito nazista (febbraio 1920)
In un clima arroventato dai disordini sociali e dalla grave situazione economica, si costituì a Monaco, nel gennaio del 1919, il Partito dei lavoratori tedeschi, di estrema destra, al quale nell’autunno dello stesso anno aderì un imbianchino ed ex caporale di origine austriaca, Adolf Hitler (1889-1945). Grazie alla sua intraprendenza e alle sue capacità oratorie, nel febbraio del 1920 Hitler dette vita a un nuovo movimento politico denominato nazionalsocialista e contraddistinto dal simbolo delle camicie brune e dal segno della croce uncinata o svastica sul braccio. Nell’agosto dello stesso anno il movimento si trasformò in Partito nazionalsocialista dei lavoratori, più comunemente noto nella sua forma abbreviata di Partito nazista.

Il fallito putsh di Monaco (1923)
I suoi iscritti mantennero i simboli del precedente movimento e si distinsero ben presto, seguendo l’esempio dello squadrismo fascista, per i loro metodi terroristici e per l’uso sistematico della violenza contro i militanti della sinistra, in particolare contro gli spartachisti con l’obiettivo di creare in Germania un regime autoritario e anticomunista. A tale scopo Hitler creò, insieme all’ex ufficiale dell’esercito Ernst Rohm, una struttura paramilitare particolarmente feroce, le cosiddette SA, alla testa delle quali Hitler tentò nel 1923 un colpo di Stato contro il governo bavarese. Il putsh di Monaco però fallì miseramente e Hitler fu arrestato e condannato a cinque anni di carcere; durante la prigionia egli decise di cambiare strategia prefiggendosi come obbiettivo futuro la conquista legale del potere.

La stabilizzazione dell’Economia tedesca
Nel frattempo la situazione della Germania stava lentamente migliorando, grazie all’apertura nel 1922 di relazioni diplomatiche e commerciali con l’Unione Sovietica e soprattutto all’intervento diretto degli Stati Uniti nell’economia tedesca attraverso il piano Dawes. Tale piano permise la ripresa dei meccanismi produttivi e consentì la diffusione sui mercati di merci tedesche altamente competitive, grazie anche ai bassi costi di produzione e all’inflazione. In tal modo la Germania fu nuovamente in condizioni di pagare le riparazioni di guerra alle potenze vincitrici europee, a loro volta debitrici nei confronti degli Stati Uniti.

La riconciliazione Franco-Tedesca e lo spirito di Locarno
Nello stesso tempo anche la politica internazionale cominciava a volgere in senso positivo, soprattutto per merito degli Stati Uniti, ma anche per un’inversione di tendenza da parte francese determinata dal nuovo ministro degli Esteri Aristide Briand (1862-1932). Nell’ottobre 1925 Francia e Germania, con la garanzia dell’Inghilterra e dell’Italia, firmarono nella città di Locarno un patto in base al quale diventavano definitivi alcuni punti fondamentali stabiliti dal trattato di Versailles. I Tedeschi in particolare riconobbero la cessione alla Francia dell’Alsazia e della Lorena e s’impegnarono a non modificare con le armi la nuova situazione politica. In questo modo la Germania rassicurò le altre potenze europee sulla propria affidabilità e l’hanno successivo fu ammessa alla Società delle nazioni (1926), segno inconfondibile di un concreta riconciliazione intervenuta tra vincitori e vinti (si parò allora di spirito di Locarno.

Il patto Briand Kellog
Un ulteriore passo verso la distensione dei rapporti internazionali fu fatto nell’agosto 1928, quando venne firmato il patto Briand-Kellog, così detto dai nomi del ministro francese Briand, che vi aveva contribuito in modo determinante, e del segretario di Stato americano Frank Kellog, e sottoscritto dai rappresentanti di ben sessanta Stati, tra i quali l’Inghilterra, la Germania, il Belgio, l’Italia, l’Unione Sovietica e il Giappone. Tale patto rifiutava ufficialmente la guerra come mezzo per risolvere contese fra Stato e Stato e stabiliva l’appoggio incondizionato ai Paesi aggrediti in violazione degli accordi della Società delle Nazioni o del trattato di Locarno. Purtroppo il patto Briand Kellog era destinato a restare un atto di buona volontà, visto che la sua formulazione non prevedeva di imporre le decisioni collettive dei firmatari a chi si fosse rifiutato di riconoscerle.

Il piano Young riduce i risarcimenti tedeschi
La nuova situazione internazionale favorì una sempre più rapida ripresa dell’economia tedesca. Nel 1929 il finanziere americano Owen D. Young (1874-1962), presidente della Commissione internazionale per le riparazioni di guerra, intraprese una nuova iniziativa a favore della Germania, il cosiddetto piano Young, che riduceva notevolmente la portata dei risarcimenti dovuti da Tedeschi, ma soprattutto permetteva loro di scagionarne le rate in sessant'anni; stabiliva inoltre la fine dell'occupazione della Renania da parte delle truppe franco-belghe, prevista dal trattato di Versailles.

Le conseguenze economiche e sociali della crisi del '29 in Germania
Questo nuovo modo di intendere i rapporti fra popoli non doveva però durare a lungo. Nel 1929 la grande depressione seguita al crollo sulla Borsa di Wall Street si abbatté sulla Germania: il ritiro dei capitali stranieri (in larga parte di provenienza americana), il conseguente arresto delle attività industriali, i fallimenti e la disoccupazione colpirono tutti, con conseguenze drammatiche soprattutto per i ceti medio-bassi. Rinacquero così fra le masse quegli impulsi di irrazionalità esasperata, che trovarono nuovo sfogo nella ripresa politica ed economica del nazionalismo più esacerbato.
D'altra parte anche gli ambienti aristocratici e borghesi, trovandosi a dover fronteggiare un nuovo periodo di scioperi e proteste sindacali per i licenziamenti legati alla crisi economica, iniziarono ad abbracciare posizioni di estrema destra.

Appoggio degli industriali e dell'esercito alla politica autoritaria di Hitler
In tale clima infuocato il nazionasocialismo di Adolf Hitler, uscito anzitempo dal carcere dopo aver scontato soltanto un anno della pena prevista per il fallito colpo di Stato del 1923, finì per prevalere sui partiti moderati di Weimar. Hitler riuscì infatti ad assicurarsi l'appoggio della grande industria e dell'alta finanza, dimostratesi ben disposte a fornirgli cospicui mezzi economici nella speranza di veder sorgere un regime autoritario, capace di garantire una maggiore tranquillità e una sicura protezione dei loro interessi, eliminando ogni forma di protesta sociale. Anche l'esercito, strettamente legato alla tradizione del militarismo prussiano, fu favorevole a una svolta autoritaria. D'altra parte Hitler si presentava ai milioni di combattenti delusi come il paladino del prestigio della nazione offeso dagli alleati a Versailles: a essi prometteva d riscattare il Paese dalla sconfitta subita restituendogli l'antica potenza.

Il successo nazista alle elezioni del settembre 1930 e del marzo 1932
Se per tutti gli anni Venti il nazismo aveva ottenuto un modesto seguito, già nel settembre 1930, grazie al crescente consenso e servendosi della violenza per ottenere il silenzio degli oppositori, conseguì un significativo successo elettorale, diventando il secondo partito del Paese con il 18,3% dei voti, anche se tale percentuale non gli garantiva ancora la maggioranza per governare. Due anni dopo, nel marzo 1932, Hitler si presentò addirittura come candidato alle elezioni presidenziali tedesche, ma non ebbe fortuna a causa dello straordinario ascendente goduto dall'avversario e già presidente della repubblica dal 1925, il vecchio maresciallo Paul Ludwing Hindenburg, esponente dei citi militaristi e conservatori e sostenuto anche dai cattolici e dai socialdemocratici, questi ultimi fermamente decisi a scongiurare il pericolo nazista.

Il presidente Hindnrburg affida il cancellierato a Hitler 
Come già era avvenuto per il fascismo italiano, anche le forze della destra tedesca pensavano che fosse facile strumentalizzare il forte ascendente del nazismo sulle masse, per poi riportarlo alla normalità. Dopo il successo ottenuto dal Partito nazista nelle due successive elezioni, tenutesi rispettivamente nel luglio e nel novembre 1932 a causa dell'impossibilità di costruire una solida compagine governativa, il presidente Hindenburg, su cui pesarono le pressioni degli industriali e dagli agrari, prese l'iniziativa di compiere una decisa svolta a destra. Infatti, facendosi forte del risultato delle elezioni, chiamò a formare il nuovo governo lo stesso Hitler, nominandolo cancelliere. Era il 30 gennaio 1933.

L'incendio del Reichstag (27 febbraio 1933)
A neppure un mese di distanza dalla nomina di Hitler a cancelliere, la sera del 27 febbraio, giunse improvvisa la notizia che il Reichstag, sede del Parlamento, era stato incendiato. Subito dopo si sparse la voce che l'incendio fosse frutto di un complotto comunista per impadronirsi del potere. Ebbe inizio così una vera e propria caccia all'uomo, che provocò in poche ore la morte di decine e decine di membri dell'opposizione e la reclusione di altri 4500. Fu proprio in seguito a questa gigantesca macchinazione che i nazisti riuscirono a dare inizio a una politica fondata sul terrore, infliggendo un colpo decisivo alla democrazia grazie a un decreto straordinario emanato il 28 febbraio, in base al quale venivano drasticamente limitate le libertà politiche e civili e posti sotto controllo la stampa e i partiti politici.

Dalle nuove elezioni al partito unico nazista
Così il Paese muoveva a grandi passi verso la dittatura con la passiva accondiscendenza del presidente Hindenburg, che sciolse il Parlamento e indisse nuove elezioni per il 5 marzo 1933, al fine di dare alla Germania un Reichstag meglio rispondente alla svolta storica determinata dall'ascesa del nazismo al potere. Facendo leva sulla maggioranza parlamentare raggiunta, sia pure insieme ai conservatori con le elezioni del 5 marzo, Hitler si affrettò a far votare una legge-delega (23 marzo) apparentemente finalizzata a porre fine ai disagi del popolo e dello Stato, ma nella realtà destinata a concedere per quattro anni i pieni poteri al suo governo, che ne approfittò per instaurare un regime totalitario. In breve furono messi al bando tutti i partiti esistenti (5 luglio), primo fra tutti quello comunista che fu dichiarato fuori legge, e fu vietata la formazione di nuovi movimenti politici (14 luglio), riconoscendo ufficialmente come partito unico quello nazista.

La politica del terrore
Attraverso queste leggi, Hitler, che già dal luglio 1921 aveva assunto il titolo di Fuhrer, cioè di duce, condottiero dei suoi seguaci, ebbe dunque via libera per iniziare la più spietata delle dittature, eliminando con brutalità inaudita qualsiasi forma di opposizione. Fu abolita ogni libertà di associazione e di espressione e furono soppressi, oltre ai partiti, anche i liberi sindacati. Tale regime di terrore fu messo in atto con freddezza e ferocia attraverso la polizia politica o Gestapo, e le SS, squadre armate utilizzate anche come guardia personale di Hitler e guidate da Heinrich Himmler (1900-1945). Fin dal 1933 furono inoltre organizzati dalle SA dei campi di concentramento dove rinchiudere gli avversari e gli oppositori, mentre per casi di tradimento fu creata una Suprema corte popolare. In quest'opera di distruzione della libertà e della democrazia il nuovo cancelliere incontrò la resistenza spesso eroica di minoranze borghesi e proletarie, ma non quella di tutto il popolo, ancora non abituato alla democrazia parlamentare in quanto rimasto troppo a lungo sotto il duro regime del Kaiser Guglielmo II.

L'opposizione interna: La notte dei lunghi coltelli (30 giugno 1934)
Nella sua scalata al potere, Hitler si trovò ad affrontare anche un'opposizione interna al partito, rappresentata da alcune frange delle SA di Ernst Rohm, ostili alle gerarchie militari e all'esercito regolare  e avverse agli stretti rapporti che si erano creati tra nazismo e capitalismo. Il Fuhrer al contrario era sempre più impegnato a guadagnare l'appoggio dell'esercito per assicurarsi la successione a Hindenburg: ecco perché per uscire da tale situazione procedette a una radicale epurazione del partito, accusando Rohm e il suo Stato maggiore di un immaginario complotto contro il governo e ordinandone la soppressione fisica. Ebbe luogo così il 30 giugno 1934 la notte dei lunghi coltelli, durante la quale Rohm e i suoi collaboratori vennero uccisi dalle fedelissime SS mentre dormivano in un albergo.

La nascita del Terzo Reich (1934)
Da allora Hitler non ebbe oppositori di sorta, né ebbe più difficoltà a stringere quell'unione indissolubile con l'esercito, sulla quale da sempre aveva fatto affidamento. Così alla morte di Hindenburg, nell'agosto del 1934, Hitler ottenne il potere assoluto, riunendo illegalmente nelle proprie mani le due cariche supreme dello Stato, quelle cioè da cancelliere supremo e di presidente del Terzo Reich. La Germania venne trasformata da Stato federale in Stato unitario con una serie di leggi emesse fra il 1933 e il 1934, che prevedevano lo scioglimento di Parlamenti, governi e organi giudiziari dei vari Stati tedeschi (Lander), le cui competenze vennero affidate a funzionari di sicura fede nazista.

Il culto della personalità di Hitler e l'azione della propaganda
Il passaggio venne condotto con l'unanime plauso della popolazione, per cui le elezioni divennero da allora una vera e propria farsa. Puramente formali divennero anche le riunioni del Reichstag, ridotto a un'assemblea delegata ad approvare passivamente i decreti governativi o ad ascoltare con grandi ovazioni i discorsi di un capo che aveva sempre ragione e che per ogni buon nazista era considerare un dono di Dio e come tale al di sopra di qualsiasi giudizio e della stessa legge in quanto personificazione di essa (la legge e la volontà del Fuhrer sono tutt'uno!). Ecco perché ben presto il suo nome venne ripetuto in ogni circostanza (Heil Hitler!) come una formula d'obbligo accompagnata dal saluto a braccio teso. A consolidare il regime contribuì notevolmente l'efficace azione di propaganda, affidata a Joseph Goebbels e condotta massicciamente attraverso la stampa, l'editoria e i nuovi mezzi di comunicazione di massa, come la radio e il cinema. La popolazione attiva inoltre fu sottoposta a un rigido inquadramento nelle organizzazioni del Partito nazista, guidato prima di Rudolf Hess e poi da Martin Bormann.

I successi in campo economico
La principale ragione del consenso del popolo tedesco al programma hitleriano deve essere cercata nei buoni risultati ottenuti in campo carismatico fu consacrata infatti dai suoi effettivi successi in politica interna, grazie ai quali egli tra l'altro seppe ricostruire la coscienza dell'identità e dell'orgoglio del popolo tedesco. Hitler era infatti riuscito a risollevare le sorti economiche del Paese mediante una politica fortemente autarchica, i cui punti di forza erano: la presenza imprenditoriale dello Stato nel campo dei lavori pubblici, delle infrastrutture e dell'industria pesante; la concentrazione dei capitali; una rigorosa proibizione dello sciopero; la facile acquisizione sul mercato internazionale di materie prime indispensabili, offerte a condizioni assai convenienti a causa della caduta generale dei prezzi dopo la crisi del 1929. Nello stesso tempo la Germania rinunciava non solo all'importazione delle materie prime non strettamente necessarie o sostituibili con prodotti sintetici, ma anche all'importazione dei prodotti agricoli, mentre il risparmio veniva massicciamente convogliato nell'industrializzazione con risultati eccezionali, che permisero di ridurre il preoccupante fenomeno della disoccupazione, quasi del tutto eliminato già nel 1938.

Razza e ineguaglianza, principi base dell'ideologia nazista
I fondamentali dell'ideologia nazionalsocialista vennero delineati dallo stesso Hitler nella sua opera Mein Kampf (La mia lotta), che egli dettò al suo amico e collaboratore Rudolf Hess durante la prigionia per il fallito putsh di Monaco: pubblicato nel 1925, il testo divenne immediatamente la base del movimento nazista, con il contributo di teorici del partito quali Dietrich Eckart e Alfred Rosemberg. La dottrina politica hitleriana, permeata dall'ambizioso quanto assurdo miraggio di ottenere una palingenesi del mondo con un'efficacia non diversa rispetto a quella avuta dal cristianesimo nell'età antica, era basata su una specie di sentimento mistico, su uno strano miscuglio di aspirazioni nazionalistiche, di principi liberaleggianti e di teorie eugenetiche, che avevano come punto di raccordo due elementi fondamentali: quello della razza, considerata essenza della storia e della società, e quello dell'ineguaglianza, ritenuta legge fondamentale della natura come tale motivo determinante della sottomissione delle masse ai capi e delle razze inferiori a quelle superiori.

La teoria della superiorità della razza ariana
Il nazismo sosteneva infatti la teoria della superiorità assoluta e indiscutibile della cosiddetta razza ariana, alla quale andava attribuito il merito esclusivo del progresso dell'umanità e la cui purezza doveva essere difesa contro ogni pericolo di inquinamento. Dato che secondo Hitler la razza ariana si identificava nella razza germanica, compito principale e fondamentale dello Stato nazista doveva essere quello di dare corso a un intenso processo di purificazione, allo scopo di ricreare un solido gruppo razziale tedesco, destinato a esercitare un incontrastato predominio sulle altre razze impure e inferiori.

L'antisemitismo e le leggi di Norimberga
Più in particolare il razzismo nazista individuò il principale nemico del popolo ebraico, considerato come l'origine di tutti i mali del mondo, compresi quelli della Germania. Secondo Hitler l'ebraismo era una vera e propria malattia, da cui discendevano il liberalismo, la democrazia, il marxismo, tutti pericoli che dovevano essere eliminati. Ne conseguì una politica che mirava a una progressiva e spietata persecuzione degli Ebrei, ritenuti una razza impura, anzi una vera e propria antirazza. In principio vi furono provvedimenti discriminatori tesi a impedire la frequenza scolastica, l'esercizio di libere professioni e di altre particolari attività. La persecuzione divenne poi sistematica con la promulgazione delle leggi di Norimberga (15 settembre 1935): attraverso questi provvedimenti gli Ebrei furono privati della cittadinanza tedesca, fu loro vietato contrarre matrimoni con altri cittadini tedeschi e furono obbligati a esibire sugli abiti la stella gialla di David, in modo da essere ben riconoscibili in pubblico.

La notte dei cristalli (9-10 novembre 1938)
Nella notte fra il 9 e il 10 novembre 1938 come misura di ritorsione in seguito all'uccisione di un funzionario nazista da parte di un ebreo in molte città tedesche vennero devastati negozi appartenenti agli Ebrei, sinagoghe, abitazioni; 36 Ebrei inoltre vennero uccisi e 20.000 arrestati. Poiché furono infrante le vetrine dei negozi e le vetrate delle sinagoghe, quest'azione venne definita notte dei cristalli. Appena due giorni dopo veniva definitivamente stabilita l'esclusione degli Ebrei dal commercio e dalle professioni e la messa fuori delle organizzazioni ebraiche (12 novembre 1938).

Le motivazioni economiche dell'antisemitismo
Il deciso antisemitismo predicato e praticato dal nazismo aveva un fondamento ideologico, anche se in alcuni casi rappresentava piuttosto un pretesto, una copertura delle ragioni sociali ed economiche. Gli Ebrei, infatti, costituivano una comunità molto coesa, dotata di una solida identità e pertanto non integrabile nel progetto totalitario di Hitler. Inoltre occupavano posizioni di rilievo in importanti settori della finanza e potevano quindi ostacolare i piani economici del nazismo.

I condizionamenti della propaganda
Per quanto riguarda aberranti, tali teorie trovarono il consenso di quasi tutto il popolo tedesco e, più tardi, almeno in parte, europeo: il che deve far riflettere sia sulla forza propagandistica dei regimi totalitari, sia sulla propensione umana a individuare un capro espiatorio su cui scaricare le proprie frustrazioni e, in definitiva, a farsi manipolare. Sta di fatto che nel giro di pochi anni la persecuzione antisemita varcò i confini della Germania e nel corso della seconda guerra mondiale culminò nel genocidio di sei milioni di Ebrei, disperati protagonisti e vittime innocenti di una terrificante tragedia.

L'aggressivo espansionismo
Il nazismo ebbe sin dai suoi esordi un carattere decisamente aggressivo anche in politica estera, prima di tutto nei confronti dei Paesi naturalmente tedeschi, come l'Austria e il territorio dei Sudeti in Cecoslovacchia. Non tenendo conto dei trattati internazionali, Hitler riteneva che questi Paesi costituissero uno spazio vitale (Lebensraum) irrinunciabile per la Germania, ma soprattutto considerava l'acquisizione di questi territori come la prima tappa di un processo di espansione che avrebbe portato i Tedeschi ad avere un'unica grande patria germanica (pangermanesimo): era infatti sua ferma convinzione che se una razza dominante necessitava di uno spazio vitale, avesse pienamente il diritto di occuparlo, eliminando o riducendo in schiavitù le razze locali.

L'atteggiamento dell'Europa verso il nazismo
L'europa purtroppo sottovalutò l'avvento del nazismo per diverse ragioni. Da una parte Hitler realizzò il proprio programma con meditata lentezza, anche se con progressione inarrestabile, facendo ricorso alle misure più drastiche solo molto tardi, durante il secondo conflitto mondiale, quando ormai l'attenzione del popolo era concentrata sulle vicende belliche (si pensi all'annientamento degli Ebrei, divenuto totalizzante in tutte le sue manifestazioni più disumane dal 1942 in poi). Inoltre l'avvento di una dittatura non costituiva per l'Europa una novità, visto che analoghi regimi totalitari si erano insediati e consolidati anche in altri Paesi, come in Italia con Mussolini e in Spagna con Primo de Rivera. A ciò bisogna aggiungere che movimenti di indirizzo fascista nacquero ed ebbero seguito anche in alcuni Stati retti da regimi liberali e parlamentari, tra i quali la Francia e la stessa Inghilterra. Infine la grande avversione che da sempre Hitler manifestò verso il comunismo bolscevico gli valse non poche simpatie sia in campo nazionale sia in quello internazionale, ambedue dominati ormai dalla psicosi del pericolo rosso.
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Storia del Fascismo al potere

Situazione generale
Negli anni Trenta l’espansione imperiale diviene uno dei temi favoriti del governo fascista di Mussolini, il quale aspira a fondare un impero sullo stile di quello romano.
Fra i possedimenti coloniali dell’Italia vi è anche la Libia, annessa nel 1911-1912 in seguito alla guerra con l’impero ottomano intrapresa dal governo Giolitti.
L’Abissinia o Etiopia, un Paese ricco di risorse naturali, è l’unico Stato, insieme alla Liberia, ancora indipendente in Africa. Una sua eventuale invasione non avrebbe dovuto provocare, in teoria, nessun intervento internazionale. Invece la condanna della Società delle Nazioni comporta l’uscita dell’Italia da questa istituzione e il suo avvicinamento alla Germania di Hitler.
La vicinanza dell’Etiopia agli altri possedimenti italiani, l’Eritrea e la Somalia italiana avrebbe determinato la creazione di un’importante zona d’influenza italiana

Le leggi fascistissime 
Nell'arco dei pochi anni successivi alla marcia fascista su roma, Mussolini procedette metodicamente alla costruzione di uno Stato totalitario, fondato cioè su una dittatura personale e su un partito unico, che intendeva regolamentare tutte le attività dei cittadini.
L'opera di consolidamento del regime ebbe inizio con la promulgazione delle leggi fascistissime, ispirate dal giurista Alfredo Rocco (1925-1926). Attraverso queste leggi venne definitivamente soppressa la libertà di parola e di associazione, mentre la stampa si trovò rigidamente sottoposta al controllo della polizia. A tale scopo furono ampliati i poteri dei prefetti, che potevano a loro discrezione sciogliere associazioni, enti, istituti, partiti, gruppi e organizzazioni politiche. Fu stabilito inoltre l'allontanamento del servizio di tutti i funzionari pubblici che rifiutavano di prestare giuramento di fedeltà al regime e fu istituito il confino come sanzione principale nei confronti dei soggetti apertamente ostili al regime. Mussolini intervenne anche in materia costituzionale trasformando il capo del governo in Segretario di Stato, nominato e revocato dal re e responsabile del proprio indirizzo di governo solo di fronte al re e non più di fronte al Parlamento. Tale legge mirava chiaramente ad abolire la distinzione dei poteri, caposaldo della democrazia liberale, assegnando l'esercizio del potere legislativo all'esecutivo. Venne inoltre modificato l'ordinamento municipale attraverso l'eliminazione del consiglio comunale e del sindaco (entrambi elettivi), a cui subentrò il podestà (di nomina governativa), che esercitava le funzioni sia del sindaco, sia della giunta, sia del consiglio comunale. Il 25 novembre 1926 fu emanato infine il provvedimento per la difesa dello Stato le cui sentenze erano immediatamente esecutive e inappellabili. Fu così che in soli ventiquattro mesi, dal 3 gennaio 1925 alla fine del 1926, il fascismo si trasformò in un vero e proprio regime aprendo una nuova pagina nella storia istituzionale italiana.

La nuova riforma elettorale
La tappa successiva di tale processo fu la nuova riforma elettorale varata nel 1928: in base a essa l'elettore era chiamato ad approvare o respingere, per la Camera dei deputati (il Senato era sempre di nomina regia), una lista unica nazionale di candidati scelti dal Gran consiglio del fascismo. Nel 1928, fra l'altro, il Gran consiglio era diventato un organo costituzionale, arrogandosi il diritto sia di nominare il capo del governo, sia addirittura di giudicare sulla successione al trono.

Il plebiscito del 1929 e lo svuotamento dei poteri del parlamento
Nel 1929 quindi, in seguito a tale riforma, al posto di regolari elezioni politiche si svolse una consultazione plebiscitaria: i cittadini, infatti, dovevano limitarsi a votare con un si o con un no l'unica lista compilata dal governo, sapendo che il loro voto non era più né segreto, né libero in quanto la scheda del si era facilmente riconoscibile dall'esterno perché tricolore, mentre quella del no era bianca e chi la votava diventava oggetto di violenze. Ciò spiega i risultati usciti dalle elezioni del 24 marzo 1929, nel corso delle quali la lista unica ottenne 8.506.576 voti favorevoli, mentre solo 136.198 furono i contrari. La Camera uscita da queste elezioni vide profondamente snaturato il proprio ruolo, che non fu più quello di votare le leggi in una libera e autonoma dialettica parlamentare, bensì solo quello di collaboratore con il governo: il Parlamento perdeva inoltre la sua essenziale funzione rappresentativa, essendo i nuovi eletti espressione del partito unico al potere, non del popolo. Nel 1938 la Camera dei deputati fu addirittura soppressa e sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni. E' evidente che da un organo di tal genere c'era da attendersi soltanto una liturgia del consenso. Mussolini, del resto, si preoccupò di chiamare e far parte del governo e dell'apparato direttivo della burocrazia statale e dell'esercito soltanto elementi di provata fede politica, anche se incompetenti.

Dissensi ed epurazioni all'interno del Partito Fascista
La realizzazione della dittatura passava non solo attraverso l'esautorazione e lo smantellamento del sistema parlamentare liberale, ma anche attraverso una politica repressiva del dissenso che poteva provenire dall'interno stesso del movimento fascista, dove esisteva una notevole varietà di posizioni, spesso contrastanti: vi era infatti una corrente più conservatrice, secondo la quale il fascismo si era completamente realizzato; una rivoluzionaria moderata, che chiedeva una politica più aperta alle esigenze della società; una rivoluzionaria intransigente, che esigeva una fascistizzazione più radicale della politica e della società. Mussolini sostanzialmente non appartenne a nessuna delle tre correnti: egli era troppo preoccupato di conservare il potere per aderire alle richieste dei moderati, ma era avverso soprattutto agli intransigenti, fonte di continui problemi per l'ordine pubblico. egli procedette così in poco tempo a un'epurazione del partito: in tale quadro si colloca il suo tentativo di estromettere peraltro senza successo l'ex segretario generale Roberto Farinacci (1892-1945), uomo duro del fascismo.

Propaganda e culto della personalità
Per accrescere il consenso e consolidare ulteriormente il regime, Mussolini fece ampio ricorso a una martellante propaganda, attuata dalla stampa, dal cinema, dalla radio, dalle organizzazioni di partito: tale azione di manipolazione e indottrinamento del popolo italiano era finalizzata a distruggere ogni ricordo delle libertà civili nelle generazioni più anziane e a sopprimere la coscienza critica in quelle più giovani, così da ottenere un'obbedienza cieca, assoluta, totalizzante al nuovo regime, continuamente esaltato in tutti i suoi aspetti. Mussolini si preoccupò particolarmente di alimentare il culto della propria immagine: per questo iniziò a farsi chiamare duce, ovvero condottiero, un termine che voleva sottolineare il suo ruolo di guida, di capo assoluto per la nazione, e contemporaneamente costituiva un richiamo al mondo della Roma antica, considerato dall'ideologia fascista il periodo di massima espressione della grandezza italiana, Sulle facciate degli edifici pubblici e delle abitazioni private comparvero ben presto gigantesche iscrizioni inneggianti al duce, indicato come il salvatore della patria, il restauratore dell'ordine, l'uomo della provvidenza (Duce tu sei la luce).

Il controllo totale della società
La propaganda del regime si rivolgeva in particolare alle giovani generazioni e il fascismo individuò proprio nella scuola uno dei terreni più importanti in cui imporre la propria ideologia. In questa direzione era stata attuata già nel 1923 una riforma della scuola, a firma del filosofo Giovanni Gentile (1875-1944), che prevedeva una struttura centralizzata e gerarchica ispirata all'ideologia fascista e dava all'organizzazione scolastica un'impronta fortemente militarista. La riforma fu completata nel 1926 con la creazione dell'Opera nazionale Balilla (Onb), un'istituzione parascolastica dedita all'istruzione ginnico-sportiva e pre-militare dei ragazzi dai 6 ai 18 anni. L'Opera Dieci anni più tardi (1937), un organo appositamente costituito, il Ministero della cultura popolare (Minculpop) perfezionò e completò tale opera di fascistizzazione soprattutto attraverso l'introduzione della censura e un rigido controllo della stampa.

Gli strumenti della repressione
L'Italia sembrò diventare così un'imminente caserma, in un'atmosfera di passiva esaltazione degli atti e delle parole del duce. Chiunque infatti avesse espresso un parere contrario a qualche gerarca o avesse osato rifiutare il saluto fascista (il braccio destro teso in alto), o salutare con una stretta di mano oppure usando il lei invece del voi (reso obbligatorio da Mussolini) poteva essere emarginato e privato di casa e lavoro o addirittura condannato a violenze fisiche e psicologiche. Fra l'altro non era più possibile aver alcun impiego pubblico, senza una regolare iscrizione al partito. Tra il 1927 e il 1930 fu creata una polizia segreta, l'Ovra (Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell'Antifascismo), che si dimostrò uno dei più efficaci strumenti per la ricerca e la repressione degli antifascisti, facilitando il lavoro del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Tuttavia, nonostante il clima di intimidazione instaurato, l'opposizione al fascismo continuava a farsi sentire per mezzo di opere scritte e diffuse clandestinamente o attraverso iniziative e movimenti perseguitati con durezza.

Gli oppositori al fascismo
Fra i capi e gli esponenti dei partiti antifascisti che vennero messi a tacere ricordiamo Antonio Gramsci, fondatore nel 1921 e segretario dal 1924 del Partito comunista italiano, che morì nel 1937 dopo undici anni di carcere; Alcide De Gasperi, del Partito popolare, arrestato mentre tentava di espatriare e rinchiuso per un certo tempo in prigione; Giovanni Amendola e Pietro Gobetti, che perirono in seguito alle percosse subite dagli squadristi. Altri oppositori, come i socialisti Filippo Turati o il fondatore del Partito popolare don Luigi Sturzo, furono costretti a vivere in esilio all'estero, soprattutto in Francia. Tuttavia neppure l'esilio bastava a garantire la vita: significativo a tal riguardo il caso dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, assassinati nel 1937 da sicari francesi al soldo del governo italiano. Contro la dittatura si era espressa anche una resistenza in campo intellettuale, legata soprattutto alla figure del filosofo liberale Benedetto Croce, al quale si deve la stesura del Manifesto degli Intellettuali antifascisti, pubblicato il 1° maggio 1925 in risposta al Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto da Giovanni Gentile e apparso il 21 aprile.
Il deciso atteggiamento di opposizione assunto da Croce trovò ampio riflesso nelle sue opere, improntate a un'aperta difesa degli ideali di giustizia e di libertà. Su questa posizione si schierarono alcuni insigni docenti universitari, come gli storici Gaetano Salvemini e Gaetano De Sanctis, che rinunciarono alla cattedra pur di non giurare fedeltà al regime.

L'attentato a Mussolini e l'incursione di Bassanesi
In tale cima repressivo suscitarono grande clamore nel Paese alcune azioni antifasciste particolarmente audaci, come l'attentato a Mussolini compiuto il 31 ottobre 1926 a Bologna e attribuito al quindicenne Anteo Zamboni, immediatamente ucciso dai fascisti. L'avvenimento offrì al governo l'occasione di emettere una lunga serie di severi provvedimenti, quali l'annullamento dei passaporti, la soppressione di tutte le associazioni e pubblicazioni contrarie al regime, il confino di polizia per gli oppositori. Atto di grande risonanza fu anche quello compiuto dal maestro Giovanni Bassanesi, convinto seguace del movimento Giustizia e Libertà, il quale, provenendo dalla Svizzera, l'11 luglio 1930 riuscì con un piccolo aereo a lanciare 100.000 manifestini antifascisti su Milano.

La soppressione dei diritti sindacali e il Codice di rocco (1926)
Prima ancora di avere posto fine a ogni forma di libertà, da quella personale a quella sindacale, da quella culturale a quella associativa, il regime imboccò decisamente la via di un aperto appoggio all'alta finanza e alla grande borghesia capitalistica, industriale e agraria, evitando di colpirne gli esponenti con forti tasse, ma soprattutto soffocando le rivendicazioni di operaie attraverso l'abolizione delle commissioni interne delle fabbriche, del diritto di sciopero e dei liberi sindacati, stabilita con il patto di Palazzo Vidoni (1925) e divenuta legge con l'entrata in vigore del codice Rocco, redatto dal maggio teorico della dottrina nazionalista dello Stato, Alfredo Rocco.

Le corporazioni
I liberi sindacati vennero sostituiti nel febbraio 1934 da sindacati fascisti, inquadrati nelle corporazioni, organizzazioni che riunivano i datori di lavoro e i lavoratori di tutte le categorie di produzione. Le corporazioni erano veri e propri organi di Stato fascista, preposti al controllo delle forze produttive e alla conciliazione di eventuali controversie fra capitale e lavoro. Le corporazioni si fondavano sul principio della collaborazione fra le classi sociali, in opposizione alla lotta di classe socialista: il che significava anche subordinare le spirazioni dei singoli al raggiungimento degli interessi della comunità nazionale. Tale collaborazione venne sancita ufficialmente fin dal 1927 con la pubblicazione della Carta del lavoro dello Stato fascista. Di qui l'abolizione della festa del lavoro del 1° maggio e la sostituzione con quella fascista del 21 aprile, anniversario della fondazione di Roma. Le corporazioni dunque non furono libera espressione degli associati; inoltre tutte le questioni finirono per essere decise dall'alto e per essere generalmente risolte a beneficio delle classi padronali. Ecco perché, anche se in un primo momento qualche positivo risultato fu raggiunto (ad esempio, la giornata lavorativa di otto ore per tutti), questi nuovi organismi costituirono ben presto una soffocante macchina burocratica, che contribuì a bloccare ogni rivendicazione dei lavoratori.

Dal liberismo al protezionismo
Anche la politica economica conobbe un radicale mutamento, seguendo il modello basato sull'intervento diretto dello Stato. Fin dal 1925, infatti, il ministro delle Finanze Giuseppe Volpi abbandonò il liberismo economico messo in atto dal predecessore De Stefani e imboccò la via del protezionismo, mediante un consistente inasprimento dei dazi sui cereali, la creazione di ostacoli di ogni genere all'investimento dei capitali esteri in Italia e un pesante aumento delle tariffe doganali. Veniva inoltre riconosciuta al ministro delle Finanze la facoltà di fissare divieti d'importazione ritenuti di volta in volta opportuni o indispensabili. Questa strategia rispondeva alla precisa necessità di limitare la dipendenza dall'estero, ma anche a un'esigenza di prestigio nazionale oltre che di ordine interno, visto che il risanamento avrebbe contribuito alla definitiva stabilizzazione del regime.

La rivalutazione della lira 
Il governo fascista aveva preso l'impegno di rivalutare la lire, una simile rivalutazione risultò però non corrispondente alla reale capacità produttiva dell'Italia, generando così gravi scompensi. Una moneta sopravvalutata provoca, infatti, una scarsità di moneta circolante e di conseguenza limita la richiesta di merci. Di qui il rallentamento della produzione, un consistente aumento dei costi, un pesante calo delle esportazioni, nonché minori guadagni e nuovi freni per lo sviluppo delle imprese industriali e per l'ammodernamento del settore agricolo. Si determinò così un improvviso ristagno, caratterizzato da una brusca riduzione delle importazioni e delle esportazioni. I prezzi a loro volta aumentarono e la disoccupazione finì per triplicarsi, mentre le difficoltà aziendali costringevano gli industriali a operare tagli ai salari nell'ordine del 10-20% del loro valore reale. Anche se la crisi fu causa di nuovi conflitti con il proletariato industriale, la piccola borghesia trasse dei benefici dalla rivalutazione della lira, in quanto garantì la stabilità dei loro risparmi. La situazione di ristagno poté inoltre considerarsi parzialmente risolta all'inizio del 1929, proprio mentre si annunciava la crisi di portata mondiale legata alle vicende economiche degli Stati Uniti.

L'economia autarchica
Il principio del dirigismo statale venne applicato in campo economico soprattutto con l'imposizione dell'autarchia. Tale politica si proponeva di mettere l'Italia in condizione di produrre da sola tutto ciò che le occorreva, indipendentemente dall'alto prezzo e dalla scadente qualità dei prodotti nazionali: e cioè di soddisfare in modo autonomo le esigenze della popolazione, senza dipendere dalle importazioni di materie prime e di manufatti dall'estero. Ora, anche se le prime manifestazioni di una politica autarchica si erano avute sin dal 1925, fu soprattutto dopo il 1937 che si cercò di realizzarla concretamente. Una simile economia d'isolamento ebbe effetti negativi sul livello della vita dei cittadini, anche se contribuì in parte a potenziare l'apparato industriale. Vi sono state le battaglie del fascismo, la più famosa la battaglia del grano a proposito della campagna per lo sviluppo della produzione cerealicola, condotta per ridurre il disavanzo commerciale della bilancia dei pagamenti con l'estro; di battaglia della palude nei riguardi dell'opera di risanamento delle zone incolte e malsane; di battaglia demografica in riferimento ai provvedimenti (come, per esempio, la tassa sul celibato) che volevano favorire l'aumento della popolazione, nella convinzione che la potenza militare di una nazione dipendesse soprattutto dal numeri dei cittadini idonei alle armi.

I Patti lateranensi
Si giunse così, dopo lunghe trattative, ai Patti lateranensi sottoscritti l'11 febbraio 1929 da Mussolini, per lo Stato italiano, e dal cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato a nome di Pio XI, succeduto a Benedetto XV proprio al momento dell'avvento del fascismo al potere. Questi accordi, con i quali si poneva fine alla questione romana apertasi il 20 settembre 1870, erano formati da un trattato, da una convenzione finanziaria e da un Concordato. Con il trattato il pontefice riconosceva Roma come capitale del regno d'Italia, mentre il governo italiano ammetteva la religione cattolica quale unica religione dello Stato e concedeva al papa piena sovranità al nuovo Stato della Città del Vaticano. Si esoneravano i sacerdoti dal servizio militare, si introduceva l'insegnamento religioso nelle scuole e si riconoscevano effetti civili al matrimonio religioso.

Le leggi razziali
Il nuovo Asse Roma Berlino venne rafforzato da una serie di provvedimenti persecutori nei confronti degli Ebrei, con cui l'Italia si allineò alla politica razzista e antisemita di Hitler. Si tratta di una pagina particolarmente triste e controversa del periodo fascista, su cui il dibattito degli storici è ancora aperto. Secondo alcuni studiosi, negli anni venti per il fascismo il problema ebraico non esisteva, anzi Mussolini così si era espresso sulla questione sulla razza: Noi fascisti non intendiamo farci banditori di odi razziali. Io già dissi che non ci sono razze. Si tratta di una illusione dello spirito, un sentimento. I primi germi dell'antisemitismo cominciarono invece a manifestarsi dopo l'ascesa del nazismo in Germania, quando su diversi giornali apparvero articoli che accusavano gli ebrei di volere conquistare il potere mondiale. Da allora fu un crescendo di segnali antiebraici, che culminarono con le leggi del 1938, un insieme di decreti e di documenti in cui il fascismo abbracciava una visione razzista della questione ebraica.

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