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Sonetti dei mesi di Folgore da San Gimignano


Le rime di Folgore sono state composte tra il 1309 e il 1317: la prima corona di sonetti, detta dei «mesi», descrive il programma di un ideale e festoso anno da trascorrere insieme. Il poeta sceglie con cura gli ambienti e le cose d'ogni stagione: d'inverno un fuoco allegro e i giochi nella neve; in primavera, la campagna fiorita dove cantare, danzare e correre con cavalli docili al freno; d'estate, la freschezza dei cedri e delle valli; d'autunno la caccia agli uccelli, le acque termali e, col nuovo dicembre che viene, il piacere d'una bella casa.
Folgore è un felice illustratore di scene dal vero che traspaiono dalla stilizzazione e dalla prospettiva fantastica in cui sono poste: il suo ottimismo è un modo di scoprire le fonti gaie della vita.
Il sonetto introduttivo è dedicato alla «brigata nobile e cortese»: ne fanno parte, accanto al suo animatore, Niccolò di Nisi, sei cittadini di Siena: Tengoccio - forse uno dei Tolomei -, Mini di Tengo, Ancaiano, Bartolo, Mugèvero «del Balza», Fainotto de Squarcialupi, tutti prodi cavalieri nella finzione poetica.
Folgore, anche per questi richiami, ha un posto a parte tra i rimatori comico realistici: i modi dell'arte sua s'accostano, da un lato alla vita del popolo grasso - la ricca borghesia - e dall'altro alla tradizione cortigiana.

Sonetti dei mesi:

All'inizio del XIII secolo ha anche scritto i Sonetti della settimana.

Questi sonetti, anni più tardi, furono parodiati dal giullare di corte Cenne da la Chitarra. Per saperne di più leggete Risposta per contrari ai sonetti dei mesi di Folgore da San Geminiano.



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