Scuolissima.com - Logo

Levante, Ungaretti: parafrasi, analisi, commento

Appunto di letteratura sulla poesia Levante di Giuseppe Ungaretti: testo, parafrasi, spiegazione, figure retoriche e commento della poesia.
Levante

Levante è una poesia scritta da Giuseppe Ungaretti che porta la dicitura "Milano 1914/1915" e che si trova nella raccolta L'Allegria, nella sezione Ultime.





Levante di Giuseppe Ungaretti

In questa pagina trovate tutto ciò che riguarda la poesia Levante di Vincenzo Cardarelli: testo, parafrasi, analisi del testo, figure retoriche e commento.

Titolo Levante
Autore Giuseppe Ungaretti
Genere Poesia
Raccolta Opere
Corrente letteraria Ermetismo
Data 1914-1915
Temi trattati Il viaggio in nave di Ungaretti da Alessandria a Parigi
Frase celebre «A poppa emigranti soriani ballano. A prua un giovane è solo»




Testo

La linea
vaporosa muore
al lontano cerchio del cielo

Picchi di tacchi picchi di mani
e il clarino ghirigori striduli
e il mare è cenerino
trema dolce inquieto
come un piccione

A poppa emigranti soriani ballano

A prua un giovane è solo

Di sabato sera a quest'ora
Ebrei
laggiù
portano via
i loro morti
nell'imbuto di chiocciola
tentennamenti
di vicoli
di lumi

Confusa acqua
come il chiasso di poppa che odo
dentro l'ombra
del
sonno



Parafrasi

Nel cerchio lontano del cielo, svanisce una sottile linea di vapore.

Mentre si sentono colpi di tacchi e battiti di mani,
il chiaro suono di un clarino risuona acuto,
e il mare appare grigio cenere è dolcemente agitato
come un piccione inquieto.

Sulla poppa, emigranti soriani ballano spensierati,
mentre a prua un giovane sta da solo.

È sabato sera a quest'ora,
Ebrei laggiù, portano via i loro defunti,
attraverso il lungo percorso a spirale,
tra incertezze di vicoli e luci.

L'acqua confusa è come il rumore di poppa che sento,
nell'oscurità della notte.



Analisi del testo

La poesia è costituita da sei strofe e alcuni versi sono formati da una sola parola. Segue lo stile ermetico e, quindi, non è presente la punteggiatura ma ci sono degli spazi bianchi che hanno lo scopo di separare i periodi. La sua scrittura si caratterizza per l'uso di un linguaggio essenziale, con parole scelte con grande cura e per la capacità di evocare emozioni e immagini profonde attraverso una sintassi spesso asimmetrica.

È una poesia sulla quale Ungaretti ha dedicato molto tempo essendoci stati due stesure, la prima nel 1915 e la seconda nel 1931, anno in cui è stata pubblicata per la prima volta nella celebre rivista "L'Italia letteraria".

Il titolo della poesia "Levante" sta a significare che la rotta del viaggio parte da est, cioè dall'Oriente.

La poesia inizia con un'immagine evocativa della linea vaporosa che muore nel lontano cerchio del cielo, probabilmente riferendosi alla scia di vapore lasciata dalla nave mercantile.

La seconda strofa presenta una serie di suoni ritmici e onomatopeici, come "Picchi di tacchi picchi di mani / e il clarino ghirigori striduli," che sembrano richiamare un'atmosfera frenetica o di festa. Inoltre, il mare è descritto come "cenerino" e "tremante dolce inquieto come un piccione," aggiungendo un colore grigio e uno stato d'animo opposto alla serenità.

Nella terza parte della poesia, il poeta fa riferimento a un gruppo di emigranti soriani che ballano a poppa di una nave e in contrapposizione a loro vi è un giovane solo a prua. Qui emerge l'elemento dell'emigrazione e della solitudine, temi ricorrenti nella poesia di Ungaretti.

L'ultima parte della poesia è forse la più enigmatica. Fa riferimento ai cortei funebri degli ebrei di Alessandria tra i vicoli tortuosi e illuminati da lampioni su una collina con la forma di un imbuto rovesciato.

Il verso finale richiama nuovamente l'immagine del mare, ma qui sembra suggerire anche uno stato di incertezza e confusione, evocando l'immagine onirica del mare come rumore indistinto udito nell'ombra del sonno dal poeta. Veniamo a sapere che l'uomo che se ne sta solo è Ungaretti perché nell'ultima strofa usa il verbo "odo" coniugato alla prima persona singolare.



Figure retoriche

In questa poesia sono presenti diverse figure retoriche, tipiche dello stile poetico di Giuseppe Ungaretti, che contribuiscono a enfatizzare le immagini e le emozioni evocate attraverso un linguaggio suggestivo e carico di significati. Ecco una lista delle principali figure retoriche presenti: 
  • Similitudine = "trema dolce inquieto / come un piccione" (vv. 7-8).
  • Metafora = "il mare è cenerino" (v. 6). Potrebbe essere interpretato come una metafora per descrivere un mare dal colore grigio o buio.
  • Allitterazione della C e della I = "Picchi di tacchi picchi di mani" (v. 4).
  • Allitterazione della R e della I = "clarino ghirigori striduli" (v. 5)
  • Onomatopea = "clarino ghirigori striduli" (v. 5), richiama il suono di un clarinetto.
  • Personificazione = "Confusa acqua" (v. 20). Personifica l'acqua dando l'idea che sia confusa.
  • Enjambement = "linea vaporosa" (vv. 1-2); "portano via / i loro morti" (vv. 14-15); "tentennamenti di vicoli" (vv. 17-18); "dentro l'ombra / del / sonno" (vv. 22-24).



Commento

Ungaretti, con la sua maestria poetica, riesce a catturare la molteplicità delle emozioni umane in un momento cruciale della vita del poeta, il suo viaggio da Alessandria d'Egitto fino alla Francia. Fa emergere la complessità dell'esperienza migratoria, carica di tristezza e speranza, ed invita il lettore a riflettere sulla propria identità, sulle proprie radici e sul coraggio necessario per abbracciare l'ignoto.
Da mettere in evidenza è la contrapposizione tra il poeta nostalgico e i passeggeri spensierati ed euforici. Altrettanto rilevante è il distacco dalla città natale che richiama al poeta il pensiero della morte sia per i funerali ebrei sia per l'atmosfera della sera.



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies