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Guerra tra Ucraina e Russia: spiegazione facile

Appunto di storia sulla guerra in Ucraina: perché la Russia ha invaso l'Ucraina, le armi utilizzate, i motivi della guerra, genocidio e conseguenze.

L'invasione russa dell'Ucraina del 2022, più comunemente chiamata "Guerra in Ucraina", è una guerra iniziata il 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l'Ucraina. Si tratta della più grande guerra in Europa dalla seconda guerra mondiale. In questo appunto troverete una breve e facile spiegazione sulla guerra in Ucraina e la situazione generale, le motivazioni del presidente russo Vladimir Putin, le dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky, il ruolo dell'ONU, della NATO, degli altri paesi europei, della Cina, della Chiesa, le armi utilizzate, le risorse che Italia ed Europa importano dall'Ucraina e dalla Russia, l'uso del termine genocidio e il rischio della Terza Guerra Mondiale.



Indice




Antefatto

Sebbene sia passato inosservato, esisteva già un forte contrasto fra Russia e Ucraina iniziato molto prima dell'invasione in Ucraina che ha sconvolto il mondo intero, più precisamente nel febbraio 2014, e il termine che veniva adoperato per descrivere questa situazione era "crisi russo-ucraina".

Di solito le crisi si chiamano tali perché finita la fase acuta si può ragionare sul trovare un modo per risolverle o stabilizzarle. Nel caso in questione la situazione è assai complicata.


Le proteste Euromaidan

Tutto ebbe inizio quando l'allora presidente ucraino Viktor Janukovyč si rifiutò di firmare un accordo di associazione dell'Ucraina all'Unione europea (UE). Ciò mise in risalto la sua natura filo-russa: pare che il presidente russo Vladimir Putin l'abbia corrotto arricchendo la sua famiglia e acquistanto titoli di stato dell'Ucraina per 15 miliardi di dollari, per legare ancor di più l'Ucraina alla Russia. Tale decisione scatenò violenti proteste proeuropee in Ucraina, dette Euromaidan, che ebbero una durata di circa mesi. Durante questa fase di protesta vi furono numerose morti (tra cui anche agenti di polizia) e molti feriti. L'ONU e gli Stati Uniti ritennero responsabile di questa situazione il presidente ucraino Janukovyč, e quest'ultimo era appoggiato solamente dall'alleata Russia, che invece sosteneva che le proteste non erano altro che un tentativo di golpe, ovvero un colpo di stato voluto da paesi stranieri dell'occidente.
Alla fine la spuntarono i proeuropeisti: il parlamento ucraino ha votato per le dimissioni di Janukovyč, che era già fuggito da Kiev, e mediante un'apparizione TV ha affermato di aver subito un colpo di Stato con metodi nazisti.


La Crimea

La Russia ha risposto occupando la Crimea, territorio filorusso, nel marzo 2014.
In Crimea si è tenuto un referendum che ha stabilito il distaccamento dall'Ucraina e l'annessione alla Russia (come "Repubblica di Crimea"). Attualmente Ucraina, ONU, Unione Europea, Stati Uniti considerano illegale il referendum sull'autodeterminazione della Crimea del 2014, cioè quel principio che consente al popolo di ribellarsi qualora sia sottoposto a dominazione straniera.


Guerra del Donbass

Nel Donbass, territorio (Oblast') dell'Ucraina orientale, la popolazione ha cercato di emulare quanto accaduto in Crimea organizzando un referendum per distaccarsi dall'Ucraina. Sebbene anche questo referendum non sia riconosciuto da alcuna organizzazione, sono nate la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk, che proclamarono la loro indipendenza.


Il Protocollo di Minsk

Nel 2014 è stato firmato un piano di pace per l'Ucraina orientale: il protocollo di Minsk. Esso prevedeva un cessate il fuoco immediato, lo scambio dei prigionieri e l'impegno, da parte dell'Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Doneck e Lugansk. Dato che i combattimenti sono proseguiti, nel 2015 i leader di Francia, Germania, Ucraina e Russia hanno concordato un nuovo cessate il fuoco e un pacchetto di misure per l'attuazione degli accordi di Minsk: l'accordo di Minsk II. Da allora i progressi sono stati scarsi. Lungo la linea di contatto si sono verificate continue violazioni del cessate il fuoco, il numero dei morti è salito a 13 000, il numero delle persone ferite a 30 000 persone, con 1,4 milioni di persone sfollate e 3,4 milioni che necessitano aiuti umanitari.



Invasione russa dell'Ucraina del 2022

Con un lungo messaggio alla nazione trasmesso alla tv di stato il presidente russo, Vladimir Putin, ha riconosciuto l'indipendenza della Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk, ovvero le due regioni ucraine del Donbass che hanno dichiarato l'indipendenza dall'Ucraina con un referendum che fino a quel momento non era riconosciuto da nessun'altro Paese. La decisione rappresenta una svolta pesante nella crisi in corso ormai da mesi al confine orientale dell'Europa. Quindi il leader russo invia le proprie forze armate a presidiarne il territorio delle due Repubbliche. Riprende così la guerra del Donbass, anche se adesso è diversa rispetto a prima perché la violenza della guerra è ben maggiore e anche per la presenza di truppe russe nel territorio a favore delle due Repubbliche separatiste.

Il piano iniziale di Vladimir Putin prevedeva un blitz di 2-3 giorni per prendere Kiev ed eliminare il presidente Zelensky. In questo modo l'Ucraina senza alcun leader che coordina le operazioni militare sarebbe stata molto più facile da occupare. L'Ucraina, supportata dall'intelligence americana, si è dimostrata all'altezza della situazione, e ha saputo bloccare prontamente l'offensiva russa a Kiev. Metà dei 4 milioni di abitanti ucraini lascia la capitale e si calcola che tra militari e volontari vi siano in Ucraina oltre 200.000 combattenti pronti a difenderla. Fallita la "guerra lampo" di Putin, questi ha cambiato programma di guerra concentrando le forze militari in altre aree come Kharkiv (la seconda città del Paese), Mariupol, Chernihiv e le cittadine minori del Donbass con lo scopo di minacciare Kiev.

Nel corso della guerra, l'incrociatore Movska (la più potente nave militare russa) è stata abbattuta dagli Ucraini.



Perché Putin ha invaso l'Ucraina?


Motivazioni ufficiale di Putin

Lanciando l'invasione il 24 febbraio, il presidente russo Vladimir Putin ha detto al suo popolo che il suo obiettivo era "smilitarizzazione e de-nazificazione dell'Ucraina", per proteggere le persone soggette a quelli che ha definito otto anni di bullismo e genocidio da parte del governo ucraino. Come avevamo già accennato in precedenza, anche l'ex presidente filorisso Janukovyč uso l'espressione "metodi nazisti" riguardo al modo in cui è stato cacciato via dal governo.

Il leader russo ha rifiutato di definirla un'invasione o una guerra, e chiunque non si attiene alla legge commette un reato penale. Ha anche detto che il termine corretto è solo uno: "operazione militare speciale", e l'ha definita una causa nobile.

Le affermazioni dei nazisti e il genocidio in Ucraina sono del tutto infondate ma fanno parte di una propaganda ripetuta dalla Russia per anni. Mosca ha persino accusato l'Ucraina di stare costruendo una bomba sporca a base di plutonio. Ma è la Russia che ora è accusata dalla comunità internazionale di compiere atrocità e diversi paesi, inclusi Stati Uniti e Canada, vanno oltre e lo definiscono genocidio.


Motivazioni non ufficiali di Putin

Per il leader russo l'alleanza militare difensiva di 30 membri dell'Occidente (la NATO) ha un solo obiettivo: dividere la Federazione Russia e alla fine distruggerla.

Secondo Putin, l'Occidente aveva promesso nel 1990 che la Nato si sarebbe allargata "non un centimetro a est", ma ritiene che lo ha fatto comunque. Quindi ritiene sia un suo diritto puntare ad avere uno stato cuscinetto fra Russia e area Nato.

Per mettere fine alla guerra il leader russo chiede il riconoscimento della Crimea come russa, il Donbass indipendente, la neutralità dell'Ucraina oltre che un cambio di governo più filorusso in Ucraina. Inoltre chiede anche che Svezia e Finlandia non debbano entrare a far parte della NATO.

Inoltre il Donbass è ricco di miniere per l'estrazione del carbone, di ferro ma anche metano, manganese, cobalto e quei metalli rari che sono sempre più preziosi per lo sviluppo tecnologico.



Cosa chiede Zelensky

Il leader ucraino Zelensky ha già accettato il fatto che il suo Paese non sarà ammesso alla Nato. Ha chiesto l'intervento della NATO in Ucraina e la no-fly zone, ma entrambe le sue richieste non sono state accolte in quanto lo stesso presidente statunitense Joe Biden ha amesso che ciò avrebbe portato alla Terza guerra mondiale. Zelensky ha affermato che, nonostante le atrocità commesse dalle truppe russe sul suolo ucraino, continuerà a portare avanti i negoziati di pace.

Kiev ha proposto queste condizioni:
  • L'Ucraina diventa uno stato "non in blocco (o non allineato) e non nucleare", senza basi militari o contingenti stranieri sul suo territorio.
  • In caso di guerra, per proteggere la neutralità ucraina, dovrebbero poter intervenire in sua difesa anche Regno Unito, Cina, Stati Uniti, Turchia, Francia, Canada, Italia, Polonia e Israele.
  • Entro tre giorni gli stati garanti dovrebbero tenere consultazioni e venire in difesa dell'Ucraina.
  • L'Ucraina deve avere la possibilità di entrare nell'Unione Europea.
  • L'Ucraina non entra in alleanze politico-militari e per qualsiasi esercitazione internazionale deve essere richiesto il consenso degli stati garanti.
  • La cessione della Crimea e del Donbass devono essere discussi da un vertice per il cessate il fuoco.

Il problema è che Putin afferma che la Crimea appartiene già della Russia e che lo sarà presto anche il Donbass. In altre parole la Russia è disinteressata alla negoziazione, o perlomeno sarebbe pronta a negoziare solo dopo aver occupato queste due aree.



Le reazioni degli altri Paesi

Dal momento che l'Ucraina non è membro della NATO, quest'ultima non può combattere insieme all'Ucraina. Attualmente, la nazione è solamente membro della Politica di Vicinanza Europea, ovvero non è ancora un vero e proprio membro dell'Unione Europea.

Gli Stati Uniti e i loro alleati europei stanno fornendo equipaggiamento militare all'Ucraina e hanno introdotto sanzioni e altre misure per infliggere un danno economico alla Russia al fine di di placare il suo modo di agire aggressivo:
  • La banca centrale russa ha subito il congelamento dei suoi beni e spicca la misura finanziaria di esclusione dallo Swift, che è il più usato sistema internazionale per trasferire denaro.
  • Gli Stati Uniti hanno vietato le importazioni di petrolio e gas russi; l'UE mira a ridurre di due terzi le importazioni di gas entro un anno; e il Regno Unito mira a eliminare gradualmente il petrolio russo entro la fine del 2022.
  • La Germania ha sospeso l'approvazione del gasdotto russo Nord Stream 2, un importante investimento sia della Russia che delle società europee.
  • Alle compagnie aeree russe è stato vietato lo spazio aereo su UE, Regno Unito, Stati Uniti e Canada.
  • Sanzioni personali sono state imposte al presidente Putin e alle sue figlie, al ministro degli Esteri Sergei Lavrov, agli oligarchi e a molte altre persone vicino a Putin.

Il presidente statunitense Joe Biden ha accusato Putin di crimini di guerra e ha descritto l'invasione come un "genocidio", affermando che il leader russo è un "macellaio" che "sta cercando di spazzare via l'idea di essere ucraino". D'altra parte il Cremlino ha definito le sue osservazioni inaccettabili.
Inoltre Biden ha anche detto che l'alternativa alle pesanti sanzioni sarebbe la Terza Guerra Mondiale.

La Cina, invece, vorrebbe che questo conflitto si fermasse ma allo stesso tempo ammette che si è arrivata a questa situazione anche a causa della NATO.

La Bielorussia è l'alleato più vicino alla Russia. La la Corea del Nord di Kim Jong-un potrebbe essere un sostenitore della Russia, ma anche Cuba e Iran sono vicini alla Russia sebbene attualmente non abbiano preso una posizione. Dalla Siria sono giunti in Ucraina mercenari a sostegno della Russia.

La Nuova Zelanda ha invece deciso di restare neutrale e di non inviare aiuti all'Ucraina. La stessa posizione la tiene il Brasile di Bolsonaro, che però è tra i sostenitori di Putin.

Alle sanzione, la Russia ha risposto chiedendo il pagamento in rubli ai paesi considerati ostili per continuare la fornitura di gas. Oltre al gas, la Russia è un importante esportatore di petrolio e grano. La preoccupazione per i Paesi europei (incluso l'Italia) è quella di dover trovare nuovi esportatori a prezzi competitivi, ma anche quella di riorganizzarsi in tutta fretta iniziando da una attenta politica di gestione delle risorse e di investire maggiormente sulle fonti di energia rinnovabile o addirittura sul nucleare.



Il ruolo dell'ONU

L'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha raccolto prove di bombardamenti indiscriminati, esecuzioni e abusi sui civili a Bucha (città ucraina che è stata temporaneamente occupata dalle forze armate russe).

Il ruolo dell'Onu è quello di mediare per arrivare a un accordo di pace e potrebbe anche essere quello di piazzare i caschi blu, i soldati delle forze di pace dell'ONU, nelle aree contese in modo da evitare che accordi di pace come quello di Minsk evolvano in nuove guerre.



Armi usate da Ucraina e Russia

Nel conflitto contro l'Ucraina, la Russia sta mostrando il suo nuovo arsenale composto da missili ipersonici (difficili da intercettare), Kalibr da crociera e anche bombe termobariche. Tutte armi usate per la prima volta o poche altre volte in una guerra.

L'arsenale a disposizione dell'esercito ucraino sono droni telecomandati Bayraktar TB2, grazie ai quali l'esercito ucraino è riuscito a neutralizzare molti carri armati avversari e si stanno rivelando fondamentali anche i missili Javelin e gli Stinger.

Nella città ucraina Bucha pare siano state utilizzate le "flechettes", ovvero dardi in miniatura simili a chiodi arrugginiti o piccole frecce lunghe meno di 3 centimetri e trasformate in veri e propri proiettili mortali.



Il ruolo della Chiesa

Dalla guerra in Ucraina è emerso una diversità di pensiero fra la Chiesa cristiana cattolica e la Chiesa cristiana ortodossa.

Da un lato vi è il papa cattolico, Papa Francesco, che invoca la pace ma diversamente da quando hanno fatto i politici non fa nomi, ovvero non nomina mai Vladimir Putin e nemmeno la Russia. Papa Francesco ha spiegato senza troppi giri di parole che "Un Papa non nomina mai un capo di Stato, tanto meno un paese, che è superiore al suo capo di Stato".

Dall'altro lato tutto appare rovesciato, il leader ortodosso Kirill (Cirillo I, in italiano) affronta il tema della guerra apertamente sostenendo che la Nato ha ignorato le preoccupazioni della Russia, che a causa loro sta crescendo una russofobia senza precedenti e che hanno lavorato per rendere nemici due popoli fratelli, ovvero Ucraina e Russia.



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