Leopardi, nei suoi idilli, fa riferimento alla vita quotidiana e a quelli che sono i suoi personaggi. Nel caso de “Il sabato del villaggio” i personaggi sono:
1) La donzelletta: cioè la ragazzina che nel giorno di festa (domenica) è solita mettere dei fiori nei capelli e nella camicetta.
2) La vecchiarella: cioè la vecchietta che sta seduta con le vicine a filare guardando il tramonto (metafora con la vecchiaia) e a chiacchierare del bel tempo che fu (metafora con la gioventù).
La campana del villaggio inizia a suonare a festa e quel suono rincuora il cuore.
3) I fanciulli: cioè i ragazzini allegri che saltano e fanno un lieto rumore.
4) Lo zappatore: cioè il contadino che torna alla sua semplice cena e tra sé e sé pensa al giorno del riposo.
Da quando dice “poi” c’è un salto temporale: spenta ogni luce, silenzio ovunque si sente il martello picchiare, la sega del falegname, insomma fervono i lavori per finire tutto prima che arrivi l’alba, cioè il giorno nuovo.
Il sabato è il più gradito fra i sette giorni: è pieno di speranza e di gioia, domani invece (cioè il giorno di festa) ci saranno tristezza e noia perché ciascuno dentro di sé penserà al giorno successivo e al lavoro a cui dovranno far ritorno.
L’ultima parte di questo idillio si rivolge ai giovani, così come l’inizio. Leopardi dice che l’adolescenza è come un giorno pieno di allegria che anticipa la piena maturità. La morale, in soldoni, è “goditela, ora e subito”, perché questa è la stagione più felice. Infine aggiunge “anche se la maturità tarda a venire, non intristirti perché adesso è il momento della felicità, dopo scoprirai l’inganno della natura, cioè la verità sul nostro triste destino”.