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Figure retoriche: La quiete dopo la tempesta di Giacomo Leopardi

Che figura retorica è piacer figlio d'affanno? E cosa è amore cortese? Eccovi tutte le figure retoriche della poesia La quiete dopo la tempesta.
Quiete

C'è stata una tempesta a Recanati, un acquazzone accompagnato da vento e fulmini, ma è appena cessata. Il cielo è ritornato limpido e la gente del paese è ritornata a uscire fuori svolgendo umili azioni di vita quotidiana. Sembrano ancor più felici di prima, come se il timore del cattivo tempo gli avesse donato una gioia che prima non avevano. Ciò fa riflettere il poeta, ovvero che la cessione del dolore è vissuta come una gioia per l'uomo. E solo con la morte è possibile guarire da tutti questi dolori che caratterizzano la vita dell'uomo.





Tutte le figure retoriche

Le figure retoriche più presenti nella poesia La quiete dopo la tempesta sono l'anastrofe, l'iperbato, l'antifrasi anche detta ironia e la domanda retorica. In questo appunto le abbiamo individuate e spiegate per filo e per segno. Invece, per parafrasi e commento consultate l'appunto La quiete dopo la tempesta - Leopardi.



Anastrofe

Le prime parole del primo verso iniziano con un'inversione, anche detta anastrofe. Questa scelta fa riflettere, infatti dice che la tempesta è passata, ma è passata davvero? L'inversione delle parole serve a sottolineare questo concetto, ovvero che le sofferenze non finiscono mai. L'ordine corretto delle parole sarebbero dovuto essere: "la tempesta è passata".
Passata è la tempesta

Nel v.25 l'ordine corretto sarebbe dovuto essere: "Ogni core si rallegra".
Si rallegra ogni core

Nel verso 31 l'ordine corretto sarebbe dovuto essere: "men si ricorda de' mali suoi".
de’ mali suoi men si ricorda

Nel verso 47 è presente l'ultima anastrofe. L'ordine corretto sarebbe dovuto essere: "tu spargi pene".
pene tu spargi



Allitterazione

Allitterazione della F (v.2)
far festa

Allitterazione della R (vv. 9-10)
risorge il romorio torna il lavoro

Allitterazione del gruppo GL (v.21; v.23; v.24)
famiglia;
sonagli;
ripiglia.



Metafora

Nel verso 5 viene attribuito al sereno il verbo rompere, ma in realtà è una metafora perché il significato del verbo è quello di "irrompere", cioè entrare di forza spaccando le nuvole grigie che caratterizzano il cielo quando c'è brutto tempo.
il sereno rompe



Iperbato

Come abbiamo già detto, in questa poesia sono presenti numerosi iperbati. Il primo iperbato si trova nel v.7. E chiaro il fiume appare nella valle, così sarebbe dovuto essere scritto.
e chiaro nella valle il fiume appare

Nei versi 23-24, la frase sarebbe dovuta essere: "il carro del passegger stride"
il carro stride / del passegger

I versi 38 e 39 vedono i due verbi "sudar" e "palpitar" che dovrebbero stare insieme, separati tra loro dal termine "le genti".
fredde, tacite, smorte / sudar le genti e palpitar

Nei versi 53-54 l'ordine corretto sarebbe dovuto essere: "beata se te risana d'ogni dolor (la) morte".
Beata se te d’ogni dolor morte risana



Anadiplosi

La ripetizione di "ogni" con lo scopo di dargli maggiore evidenza crea la figura retorica dell'anadiplosi.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato

Nel verso 19 è presente la ripetizione di "ecco".
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride

Nei versi 20-21 vi è la ripetizione del verbo "apre".
Apre i balconi, / Apre terrazzi



Sineddoche

Nel verso 8 il poeta usa la parola cor, abbreviazione di core, che sta per cuore, per indicare l'uomo. Questa figura retorica che indicare una parte (cuore) per fare riferimento al tutto (persona) è chiamata sineddoche. Si tratta dell'unica sineddoche presente in questa lirica.
ogni cor



Personificazione

Nel verso 19, il Sol è l'abbreviazione di "sole" ed è scritto in lettera maiuscola perché è influenzato dalla figura retorica della personificazione.
il Sol

Sempre nello stesso verso, al sole viene attribuito il verbo sorridere, che è un movimento delle labbra, capacità che ovviamente non può appartenere al sole bensì alle persone.
sorride



Onomatopea

L'onomatoa presente nel verso 23 è un suono breve e squillante che fa riferimento al cigolio del carro.
tintinnio



Anafora

Tutte le anafore si trovano nei versi che contengono delle domande.
Quand'è (v.27).
Quando (v.28);
Quando (v.31).



Epifonema

L'espressione nel verso 32 è un'epifonema perché ha un significato simile a quello dei proverbi. Ma è allo stesso tempo anche una metafora dal momento che il termine "figlio" ha senso in questa espressione solamente in senso metaforico.
piacer figlio d'affanno



Climax

Nel verso 38 si fa riferimento al timore delle persone nel vedere la tempesta. Sono diventate fredde (impietrite), poi anche tacite (silenziose, hanno perso la parola) e infine smorte (estremamente pallide per lo sgomento). In questo caso il climax è ascendente perché la paura delle persone tende ad aumentare.
fredde, tacite, smorte

Nel verso 41 sono elencati i fulmini, le nuvole e il vento. Come potete notare la parte più pericolosa e spaventosa sono i fulmini e sono posti per primi, mentre il vento diciamo che tra i tre è il meno spaventoso ed è posto per ultimo. Perciò si tratta di un climax discendente.
Folgori, nembi e vento



Antifrasi

Nel verso 42 qualifica la natura con l'aggettivo cortese, ma per Leopardi è totalmente l'opposto. Il termine cortese sta a significare essere gentili, di buona educazione, perché dona un qualcosa... ma il poeta è ironico dal momento che la natura dona dolore in abbondanza. Tuttavia, tra la fine di un dolore e l'inizio di un altro l'uomo ha un breve tempo per gioire.
natura cortese

Nel v.44 il termine "diletti" è usato per fare riferimento a qualcosa che porta gioia e godimento, ma il termine è stato scelto proprio per ironizzare, dal momento che si stava riferendo al dolore che dona gioia quando esso cessa.
diletti

Nel verso 50-51 ironizza dicendo che gli eterni (gli Dei) ci tengono a noi esseri umani.
Umana Prole cara agli eterni



Apostrofe

Nel verso 42, Leopardi si rivolge direttamente alla natura. Questa figura retorica è chiamata apostrofe.
o natura cortese



Chiasmo

Nel verso 43 si viene crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole nel caso in questione cambia la posizione del verbo essere (sono) e dell'aggettivo dimostrativo (questi).
son questi i doni tuoi, / questi i diletti sono



Domanda retorica

Nel testo sono contenute delle domande ma che non rappresentano una vera e propria richiesta di informazioni.
Sì dolce, sì gradita / quand’è, com’or, la vita? (vv. 26-27)
Quando con tanto amore / l’uomo a’ suoi studi intende? (vv. 28-29)
o torna all’opre? o cosa nova imprende? (v. 30)
quando de’ mali suoi men si ricorda?" (v. 31)



Enjambement

Di seguito trovate tutti gli enjambement contenuti nel testo, ovvero quei versi che anziché concludersi nel verso stesso si prolungano nel verso successivo.
sereno / rompe (vv. 4-5)
dell'acqua / della novella (vv. 14-15)
lontano / tintinnio (vv. 22-23)
il carro stride / del passeggier (vv. 23-24)
frutto del passato (vv. 33-34)
vedendo / mossi (vv. 39-40)
Uscir di pena / è diletto (vv. 45-46)
il duolo / spontaneo (vv. 47-48)
umana / prole (vv. 50-51)
lice / d'alcun dolore (vv. 52-53)



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