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Figure retoriche: Il tuono di Giovanni Pascoli

Individuazione e spiegazione di tutte le figure retoriche contenute nella poesia Il tuono di Giovanni Pascoli: dalla similitudine all'onomatopea.
Tuono

In occasione delle serate caratterizzate dal brutto tempo, è possibile notare che il lampo (il bagliore) è visibile prima del rumore del tuono e ciò è dovuto al fatto che la luce viaggia ad una velocità notevolmente maggiore a quela del tuono. Perché stiamo parlando di tematiche scientifiche su un argomento di letteratura? Perché le poesie di Pascoli, "Il lampo" e "Il tuono" vanno lette con questo ordine, dove nella prima sono presenti molte immagini visive e nella seconda molte immagini uditive. La poesia in questione parla del violentissimo fragore del tuono che rimbomba e poi il silenzio che cala per fare spazio al dolce canto di una madre e al cigolìo della culla del suo bambino mosso appunto da lei per tranquillizzarli così che possa nuovamente ritornare a dormire. È un tema ricorrente nelle poesie di Pascoli descrivere il mondo esterno come pericoloso, mentre le mura interne della casa vengono descritte sempre positivamente come un luogo sicuro, a maggior ragione se è presente anche la figura della madre.





Tutte le figure retoriche

In una poesia così breve Pascoli è riuscito a inserire numerose figure retoriche, infatti ci sono più figure retoriche (8) che versi (7). Tra le figure più importanti vi sono l'allitterazione, l'onomatopea e la similitudine, ma in questa pagina abbiamo inserito tutte le altre che solitamente passano inosservate nei libri di letteratura. Per maggiori informazioni riguardanti la parafrasi e il commento della poesia vi invitiamo a continuare la lettura della sezione principale: Il tuono - Pascoli.



Allitterazione

Avete notato che nel primo verso di questa poesia sono presente ben quattro parole consecutive che hanno come lettera iniziale la N? Si tratta dell'allitterazione della N.
Nella notte nera nulla

È presente un'altra allitterazione nei versi 2-3. Stavolta riguarda i verbi legati al fragore del tuono. In questo caso si tratta dell'allitterazione della R.
Tratto, fragor d'arduo dirupo frana



Similitudine

La notte è descritta con l'aggettivo qualificativo "nera" e generalmente il nulla è rappresentato proprio con questo colore, da qui la scelta dell'autore di creare una similitudine che accosta il colore nero al nulla.
Nera come il nulla



Onomatopea

Quando le parole sembrano produrre dei suoi, significa che ci troviamo dinnanzi a una onomatopea, e in questa poesia ne è presente una al verso 3 che richiama il fragore del tuono.
Rimbombò



Sinestesia

Nel verso 4 è presenta la sinestesia perché i tre verbi non appartengono alla stessa sfera sensoriale: rimbombò (sfera uditiva), rimbalzo (sfera visiva), rotolò (sfera visiva).
Rimbombò, rimbalzò, rotolò



Enumerazione

I tre verbi consecutivi che si trovano nel verso 4 sono elencati senza nemmeno la congiunzione "e" che separata il secondo verbo dal terzo. Questo tipo di enumerazione è detta per asindeto.
Rimbombò, rimbalzò, rotolò

Nel quinto verso, invece, la congiunzione "e" è molto presente. Questo tipo di enumerazione è detta per polisindeto.
E tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì



Iperbato

Nel verso 6 la parola "allora" sta nel mezzo a separare due parole che dovrebbero stare vicine. L'ordine corretto delle parole sarebbe dovuto essere "Allora un soave canto".
Soave ... un canto



Anastrofe

Tra il verso 6-7 è presente una complessa anastrofe perché s'incastra con una parola dell'iperbato che si trova appena prima dell'anastrofe. L'ordine corretto delle parole sarebbe dovuto essere "canto di madre s'udì".
canto / S'udì di madre



Enjambement

Nel testo sono presenti due enjambement, cioè due interruzioni del verso che continuano in quello seguente.
Dirupo / che frana (vv. 2-3)
Canto / S'udì (v. 6-7)



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