Con un tocco di malinconia, nostalgia e follia, Aldo Palazzeschi dapprima dice cosa non è e poi dipinge sé stesso e il ruolo del poeta come un saltimbanco dell'anima, ovvero un artista di strada che per vendere la sua arte si deve mettere anche in ridicolo per pochi soldi, contrariamente a quanto accadeva ad altri poeti come D'Annunzio e Pascoli che vivevano in un'epoca in cui la poesia era più tutelata e rispettata. Tuttavia, possiamo notare che preferiva sminuirsi e restare libero piuttosto che conformare il suo stile poetico.
Chi sono?: tutte le figure retoriche
In questa pagina trovate tutte le figure retoriche contenute nella poesia Chi sono? di Aldo Palazzeschi. Tra le figure retoriche più importanti vi sono l'anafora e la metafora. Per leggere testo, parafrasi e commento vi rimandiamo alla sezione principale → Chi sono? - Palazzeschi.Anafora
Nei versi v.1, v.6, v,16 viene ripetuto sempre lo stesso verbo essere all'inizio del verso.son
Personificazione
Nel verso 3 conferisce alla sua anima la capacità di scrivere.scrive
Metafora
Quasi tutte le metafore fanno riferimento all'anima del poeta, che ha una penna, una tavolozza e una tastiera (s'intende quella del pianoforte).la penna dell’anima mia (v.4)
la tavolozza dell'anima mia (v.9)
nella tastiera dell'anima mia (v.14)
Chiaramente non si può mettere una lente d'ingrandimento davanti al proprio cuore per mostrarlo alle altre persone... anche questa è una metafora.
Io metto una lente davanti al mio cuore per farlo vedere alla gente (vv. 17-19)
Il saltimbanco dell'anima mia è una metafora. Come un saltimbanco, cioè come un acrobata mostra la sua arte nelle piazze, così il poeta mostra la propria arte della poesia. (dell'anima mia perché l'arte della poesia esprime la propria anima).
Il saltimbanco dell'anima mia (v. 21)
Allitterazione
Nei versi che vanno dal 9 al 12 (inclusi) sono presenti numerose parole che contengono la consonante M in rapida successione. Questa figura retorica è detta allitterazione della M.anima, mia, malinconia, musico, nemmeno