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Riassunto Vita: Filippo Tommaso Marinetti

La vita, le opere e il pensiero di Filippo Tommaso Marinetti in sintesi.
Marinetti nacque ad Alessandria d'Egitto, da genitori italiani; nella città africana studiò in un collegio di gesuiti. Nel 1893 andò a Parigi, dove conseguì il baccellierato in lettere; la sua famiglia si trasferì a Milano, e Marinetti iniziò a spostarsi tra Milano e Parigi. Per compiacere il padre, s'iscrisse a legge a Pavia, ma si laureò a Genova nel 1899.

Il suo esordio letterario avvenne nell'incandescente clima culturale dell’avanguardia parigina. Marinetti collaborò a varie riviste e compose in francese le prime opere: I vecchi marinai (1898, un poemetto in versi liberi con cui vinse un concorso poetico parigino), La conquista delle stelle (1902), Distruzione (1904), Re Baldoria (1905, una tragedia satirica rappresentata a Parigi nel 1909, con l’immagine finale del vampiro che sputa sangue sul pubblico); seguì nel 1908 La città carnale. Sono opere che celebrano la lotta, lo scontro, la modernità tecnologica, scritte in un linguaggio ipersimbolista, fatto di analogie, metafore e immaginazione senza fili, come più tardi Marinetti la chiamò.
Nel 1905 fondò a Milano, con Sem Benelli e Vitaliano Ponti, la rivista Poesia, che nello stesso anno promosse un’inchiesta internazionale sul verso libero. Marinetti teneva conferenze, letture poetiche, iniziative editoriali. Il 20 febbraio 1909 pubblicò in Francia, su Le Figaro, il Manifesto del Futurismo, cui seguì nell’ottobre 1909 un secondo manifesto (dal titolo Uccidiamo il chiaro di luna!, pubblicato da Poesia) e poi, nel 1912, il Manifesto tecnico della letteratura futurista.
Applicò la nuova poetica in diverse opere: tra queste, il romanzo di colore africano Mafarka il futurista (1910, scritto originariamente in francese), che esalta la guerra, la volontà di potenza, il disprezzo della donna; La battaglia di Tripoli (1912), originato dalle corrispondenze giornalistiche sulla guerra di Libia per un quotidiano francese; il poemetto Zang Tumb Tumb (1914), parole in libertà nate dalla sua attività d’inviato speciale in Turchia, durante la seconda guerra balcanica.

A Milano, dove si era trasferito, Marinetti fu il leader indiscusso di un gruppo di giovani intellettuali con i quali approfondì la poetica del Futurismo, estendendola alle varie arti.
Le loro chiassose serate futuriste degenerarono spesso in rissa e venivano interrotte dalla polizia. Nel gennaio-febbraio 1914 si recò in Russia per una serie di conferenze, accolte con successo. Nel 1915 sollecitò l’intervento italiano nella Prima guerra mondiale (Guerra sola igiene del mondo, 1915) e si arruolò volontario, dando ripetute prove di coraggio.

Nel 1919 fu tra i fondatori dei Fasci di combattimento: il Futurismo incarnava l’anima rivoluzionaria del fascismo. Già nel 1920, però, accusò il fascismo di difendere le tradizioni e la chiesa. Nel 1924 si riaccostò al regime di Mussolini, suo amico personale, nel 1929 venne perciò nominato accademico d’Italia. Nel 1923 aveva sposato la scrittrice e pittrice Benedetta Cappa. Nel 1935 partecipò alla guerra d’Etiopia, che celebrò con il Poema africano (1937); rifiutò però di condannare il blocco l’arte borghese degenerata, come pretendeva il fascismo. Nel 1942 raggiunge le truppe italiane in Russia; nel 1943 rientrò, stanco e malato, in Italia. Morì a Bellagio, sul lago di Como, il 2 dicembre 1944, per una crisi cardiaca.
L’ultimo Marinetti aveva rielaborato la poetica futurista in opere più complesse e ambiziose, scritte in un linguaggio ricchissimo d’immagini, vicino al Surrealismo (v. il poemetto Spagna veloce e toro surrealista, 1931).
Molto moderni sono anche i racconti di Novelle con le labbra tinte (1930), che propongono finali diversi, che il lettore deve scegliere ai vari intrecci proposti. Un godibile romanzo d’appendice è Lo Zar non è morto (1929).

La città carnale
Pubblicato in francese nel 1908, La città carnale non appartiene, di per sé, alla fase propriamente futurista dell’autore, anche se la prepara da vicino. L’opera si compone di una serie di testi poetici (ditirambi, poemetti ecc.) ispirati ai nuovi temi della modernità; il più famoso è All’automobile da corsa.



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