Commento:
Il tema trattato qui dal poeta è opposto a quello delle liriche precedenti in cui si dice che l’esistenza è dolore ed è un miracolo potersi distogliere chiudendosi nella propria solitudine e indifferenza. Però, a ben pensare, il tema <<la felicità raggiunta>> è venato dal solito pessimismo montaliano: è una felicità fragile, instabile, è camminare <su fil di lama>; è simile al guizzo vacillante della candela o all’incrinarsi del ghiaccio sotto il piede. Quando la felicità rischiara l’animo triste, è come un’alba che risuona dei cinguettii festosi dei rondini che sporgono dai nidi posti sotto i cornicioni (cimase) delle case. Ma guai attaccarsi alla felicità perché, una volta perduta, si prova un dolore immenso pari a quello di un bimbo che si è visto sfuggire di mano il palloncino.