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Riassunto I Malavoglia per capitoli

Riassunto:
Il romanzo narra le disavventure di un'umile famiglia di pescatori di Acitrezza (Catania) che cercarono di migliorare le loro condizioni economiche. Infatti il capofamiglia, padron 'Ntoni, compra a credito un carico di lupini per rivenderlo a Riposto con un modesto guadagno. Ma la barca, la Provvidenza, fa naufragio, causando la perdita dei lupini e la morte dii Bastianazzo, il figlio di padron 'Ntoni, che lascia la moglie Maruzza e cinque figli. D'ra in poi la malasorte si accanisce contro i Malavoglia che per pagare il debito sono costretti a vendere la casa. Di li a poco Luca muore nella battaglia di Lissa. Muoiono anche Maruzza e il nonno. Il primogenito 'Notni, che da quando ha fatto il servizio militare in continente non si rassegna alla miseria dei pescatori, si dà al contrabbando e finisce in galera dopo aver ferito un doganiere. Lia, la sorella minore, abbandona il paese e non tornerà più. Mena dovrà rinunciare a sposarsi con Alfio e rimarrà in casa ad accudire i figli di Alessi, il minore dei fratelli che continuando a fare il pescatore, ricostruirà la famiglia e potrà ricomprare la <<casa del nespolo>> che era stata venduta. Quando 'Ntoni, uscito di prigione, tornerà al paese, si renderà conto di non poter restare perchè si sente indegno del focolare domestico di cui ha profanato le leggi e la sacralità.


Lista riassunti capitolo per capitolo
Capitolo 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15


Analisi I Malavoglia

Romanzo corale
I fatti sembrano narrati non dallo scrittore, ma dalla viva voce degli abitanti di Acitrezza di cui rispecchiano la mentalità. Questo modo narrativo è reso più colorito dal linguaggio; la vigorosa nobiltà della lingua parlata si adatta a certe intonazioni dialettali, esprimendo bene il modesto livello culturale dei personaggi e la loro umile condizione di popolani; una lingua, quindi, che ben si adatta alla psicologia degli umili che la parlano. Anche questo fa parte del programma verista del Verga.

Romanzo degli umili
Il Verga porta sulla scena le classi più umili della socieà e osserva la loro sofferenza con desolata commiserazione, vedendo in essa la legge inesorabile della vita. Manca al Verga la fede cristiana del Manzoni e la vita gli appare dominata da un cieco destino di miserie e dolori: non c'è provvidenza, ma un rassegnato fatalismo.

Il poema della fedeltà alla casa
Chi cerca di cambiare costumi, abitudini, ambiente, è destinato a perdersi e a scatenare la catastrofe. Il giovane 'Ntoni, infatti, che aveva aspirato ad una vita migliore, torna sconfitto; Alessi, invece, che piegando la schiena agli eventi è rimasto fedele alla legge delle tradizioni, riesce a risollevare la famiglia dalla desolazione, e a ricostruire il focolare domestico per la stessa legge di fatalità per cui i Malavoglia erano caduti in rovina. E la vita continua con leggi immutabili.

I Personaggi
Padron 'Ntoni è il nonno, capofamiglia.
Bastianazzo, figlio di padron 'Ntoni, muore in mare.
Maruzza(detta la Longa), moglie di Bastianazzo.

Figli di Bastianazzo
'Ntoni, figlio maggiore, abbandona la casa in cerca di fortuna;
Mena, innamorata dal carrettiere Alfio;
Luca, muore soldato nella battaglia di Lissa;
Lia, abbandona il paese e si lascia traviare dalla città;
Alessi, ricompra la casa del nespolo e sposa Nunziata.


LA TRAMA
Il romanzo è costituito da 15 capitoli, raggruppabili in tre grandi parti.
La prima parte, introduttiva, occupa i capitoli dal I al IV e scorre con un ritmo narrativo lento; il tempo del racconto occupa un arco temporale che va dal dicembre 1863 al settembre 1865. Viene anzitutto presentata la famiglia Toscano, da tutti chiamati Malavoglia, che è costituita da padron 'Ntoni, Luca, Lia, Alessi e Mena. Abitano nella casa del nespolo e sono pescatori. Nel dicembre del 1863 il giovane 'Ntoni parte soldato; dopo qualche tempo, per necessità di guadagno, il nonno acquista a credito una partita di lupini dallo zio Crocifisso, l'usuraio del paese, con la meditazione del sensale Piedipapera. Bastianazzo carica i lupini sulla barca (la Provvidenza) per andare a venderli a Riposto. Il II capitolo è occupato dalle chiacchiere che si fanno in paese su tale negozio azzardato dei lupini. Segue nel III capitolo il naufragio della barca Provvidenza, raccontato non direttamente, ma attraverso le reazioni che suscita ad Aci Trezza; nel IV si celebrano i funerali del povero Bastianazzo.
La seconda parte del romanzo occupa i capitoli dal V al IX; il tempo del racconto interessa una quindicina di mesi, dall'autunno 1865 alla fine del 1866. I Malavoglia cercano di saldare il debito, di ottenere dallo zio Crocifisso una dilazione fino alla raccolta delle olive. Non manca qualche segnale positivo: viene ritrovata la Provvidenza, data a riparare a mastro Zuppiddu; inoltre 'Ntoni ritorna dalla leva (al suo posto parte il giovane Luca) e, seppure senza entusiasmo, per guadagnarsi da vivere affianca il nonno nel lavoro come pescatore a giornata. A Catania l'avvocato Scipioni consiglia di non onorare il debito, ma il vecchio padron 'Ntoni intende rispettare a ogni costo la parola data. Tornati ad Aci Trezza, i Malavoglia pattuiscono la casa. 'Ntoni s'invaghisce di Barbara, figlia di mastro Zuppiddu, e inizia a corteggiarla, inimicandosi altri pretendenti: Vanni Pizzuto, il barbiere, e don Michele, il brigadiere.
Ingannata da don Silvestro, rivale in amore del giovane 'Ntoni, la Longa rinuncia all'ipoteca dotale e permette così a zio Crocifisso di mettere le mani sulla casa del nespolo. Poiché non riescono a risarcire il dovuto, i Malavoglia devono trasferirsi nella casa del beccaio. Questa scelta ha delle serie ripercussioni sui nipoti: la Mena, che ama il carrettiere Alfio Mosca, era stata promessa dal nonno a Brasi, figlio di padron Cipolla, ma questi ora non vuole che il figlio si sposi con una nullatenente, e viene rotto il fidanzamento; e anche Barbara viene negata a 'Ntoni. In paese i Malavoglia sono abbandonati da tutti e isolati. A conclusione di questa parte, due soldati portano la notizia che Luca è morto nella battaglia di Lissa.

Il X capitolo, dedicato al secondo naufragio della barca, ha una funzione di raccordo con la terza parte del racconto, che va dall'XI al XV capitolo e che copre gli anni dal 1867 al 1877 (o 1878). In questa parte il tempo cronologico si dilata parecchio (a ogni capitolo corrispondono diversi mesi se non addirittura qualche anno), mentre il racconto si concentra attorno al giovane 'Ntoni, che si ribella alla vita di Aci Trezza e parte a cercar fortuna. Nel capitolo XII lo vediamo ritornare in paese, lacero e senza un soldo; egli conduce una vita sregolata e a nulla valgono i rimproveri del nonno o il pianto delle sorelle: vive all'osteria e dà al contrabbando. La Longa si ammala di colera e muore; Padron 'Ntoni e Alessi, invece, continuano a impegnarsi nel tentativo di riscattarsi e, venduta la barca, si mettono alle dipendenze di padron Cipolla.
Intanto il brigadiere don Michele inizia a corteggiare Lia: tramite Mena, fa sapere al giovane 'Ntoni di conoscere i suoi traffici illeciti. All'osteria i due vengono alle mani. In una notte di pioggia 'Ntoni è sorpreso nei suoi loschi affari insieme a Rocco Spatu, a Cinghialenta e al figlio della Locca; fuggono dalle guardie, ma 'Ntoni colpisce don Michele con una coltellata: è arrestato e finisce in carcere. Padron 'Ntoni, senza badare alle spese, ricorre all'avvocato Scipioni; al processo costui imposta la difesa sul delitto d'nore ('Ntoni avrebbe accoltellato il brigadiere don Michele per tutelare l'onore della sorella Lia). Il risultato è che 'Ntoni è condannato a cinque anni di prigione e Lia, sconvolta e disonorata, scappa di casa per andare a perdersi in città (capitolo XIV). Padron 'Ntoni, ferito a morte nei suoi sentimenti più profondi, cade in una sorta di istupidimento; finisce i suoi giorni nell'ospedale di Catania, solo e abbandonato da tutti.
Alessi, che ha riscattato con il suo duro laoro la casa del nespolo, sposa la Nunziata; con loro va a vivere la sorella minore Mena: una sera 'Ntoni ritorna così mutato che il fratello non lo riconosce. Ripartirà all'alba colla sua sporta sotto il braccio, per andarsene per sempre, mentre il paese al risveglio si avvia alle faccende di ogni giorno.

Lutto in casa dei Malavoglia
In casa dei Malavoglia si piange per la morte di compare Bastianazzo e per la perdita del carico di lupini, scomparso in mare. La gente del paese, alla notizia della tragedia, è accorsa alla <<casa del nespolo>> per portare conforto a quei poveretti che hanno perduto il più valido sostegno della famiglia e la speranza di un buon guadagno. Ma in quel coro di voci ben poche sono le parole di comprensione e di conforto: prevale un conservare impersonale e distaccato in cui ciascuno sembra porre attenzione soltanto a sè stesso e ai proprio guai, chiuso nel più arido egoismo. I Malavoglia piangono <<da due giorni come fontane>>, senza conforto.
Il brano si impone per l'espressività del suo stile, dialogato, spontaneo: un coro di voci confuse o distinte che descrivono un'atmosfera e tanti stati d'animo. La morte di BAstianazzo è una realtà che ognuno commenta a suo modo, senza mai parlarne direttamente, e quella che dovrebbe essere una veglia di lutto si risolve in un ameno parlare fra conoscenti, consapevoli di compiere un obbligo, ma egoisticamente sordi ad una partecipazione profonda. In quell'azione corale i discorsi divagano in tutte le direzioni: le tasse, la politica, il progresso..., ma poi ci accorgiamo che tutti avevano un solo punto di riferimento, i Malavoglia e la loro condizione di cui, alla fine, anche noi conosciamo più ampi particolari.
Il Verga non ha narrato diretamente, ma in disparte ha lasciato che parlassero quelle stesse comparse che hanno animato la scena. E' quindi una narrazione oggettiva, tipica del naturalismo e del verismo, l'autore è come un fotografo: ritrae che gli sta davanti.

Relazione sui Malavoglia
I Malavoglia scritti da Giovanni Verga, furono pubblicati nel 1881, al loro apparire furono accolti male dal pubblico, ma in seguito toccò loro un' invidiabile destino letterario. La sua affermazione graduale procede di pari passo alla comprensione, adesso si afferma sempre più la convinzione che costituiscono insieme a I Promessi Sposi il maggiore contributo italiano alla grande stagione del romanzo europeo.
L'autore nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di origini nobiliari e tradizioni liberali. Seguì gli studi nella sua città, dove si iscrisse alla facoltà di legge, ma non li terminò tutto preso dalle vicende storiche del suo tempo e da una precoce attività letteraria. Nel 1865 insofferente della vita di provincia si trasferì a Firenze e dopo a Milano dove si inserì nei più brillanti e dinamici ambienti letterari. In questo periodo continua la sua carriera di scrittore con romanzi che riproponevano gli ambienti ricco-borghesi e le vicende di esasperato romanticismo. L'incontro con Luigi Capuana di cui condivise le teorie del Verismo, lo indirizzò verso una più concreta osservazione della realtà, tanto che con idee rinnovate scrisse le sue opere maggiori, ispirate proprio alla poetica verista. La realtà diventa per lo scrittore molla di ispirazione infatti osserva fatti e personaggi con occhio obiettivo, quasi scientifico, senza lasciarsi coinvolgere a esprimere giudizi personali. protagonisti delle nuove opere verghiane sono gli umili, studiati e descritti con linguaggio scarno ed espressivo, nella spesso inutile lotta del vivere quotidiano. Il Verga è convinto che la vita sia dominata dal fato, una forza cieca e incontrollabile alla quale gli uomini o qualunque ceto sociale appartengono, non possono opporsi perché risultano dei Vinti. I Malavoglia è il primo romanzo della serie dei Vinti. E' un romanzo corale, i fati sembrano narrati non dallo scrittore ma dalla viva voce degli abitanti di Acitrezza. Questo modo narrativo è reso colorito dal linguaggio, la vigorosa nobiltà della lingua parlata si adatta a certe intonazioni dialettali esprimendo bene il modesto livello culturale dei personaggi e la loro umile condizione di popolani (Al Verga manca la fede cristiana ed è per questo che la vita dei suoi personaggi, cioè gli umili appare dominata da un cieco destino di miseria e dolore). Inoltre è il poema di fedeltà alla casa perché chi cerca di cambiare costumi, abitudini, ambiente è destinato a perdersi e a scatenare una catastrofe. Il giovane 'Ntoni che aveva aspirato ad una vita migliore, torna sconfitto, Alessi invece piegando la schiena agli avanti è rimasto fedele alle tradizioni, riesce a risollevare la famiglia dalla desolazione e a ricostruire il focolare domestico.
II personaggi principali sono: padron 'Ntoni, nonno e capofamiglia, Bastianazzo figlio di padron 'Ntoni, muore in mare, Maruzza detta la Longa, moglie di Bastianazzo, muore di colera. I figli di Bastianazzo cinque e in ordine decrescente sono 'Ntoni, figlio maggiore che abbandona la casa in cerca di fortuna, Mena innamorata del carrettiere Alfio, Luca muore soldato nella battaglia di Lissa, Lia abbandona il paese e si lascia traviare dalla città e Alessi che ricompra la casa del nespolo e sposa Nunziata. Il romanzo narra le disavventure di un'umile famiglia di Pescatori di Acitrezza che cercano di migliorare le loro condizioni economiche. Infatti, il capofamiglia Padron 'Ntoni compra a credito da zio Crocifisso un carico di lupini da vendere a Riposto ma la barca, la Provvidenza, fa naufragio, causando la perdita dei lupini e la morte di Bastianazzo, il figlio di padron 'Ntoni che lascia Maruzza e i 5 figli, d'ora in poi la malasorte si accanisce contro i Malavoglia che per pagare il debito sono costretti a vendere la casa. DI li a poco Luca muore nella battaglia di Lissa. Maruzza muore di colera e dai tanti dispiaceri che aveva dentro sé e dopo molto tempo il nonno. Il primogenito 'Ntoni che da quando ha fatto il servizio militare in continente non si rassegna alla miseria dei pescatori e si dà al contrabbando e finisce in galera dopo aver finito il doganiere don Michele. Lia la sorella abbandona il paese per non ritornare più. Mena rinuncia a sposarsi con compare Alfio e rimarrà ad accudire i figli di Alessi, il minore dei fratelli che continuando a fare il pescatore ricostruirà la famiglia e potrà ricomprare la casa del nespolo, che era stata venduta. Quando 'Ntoni uscito di prigione, tornerà al paese si renderà conto di non poter restare perché si sente indegno del focolare domestico di cui ha profanato le leggi e la sacralità. La parte che mi ha colpito maggiormente sono state le ultime pagine che parlano dell'addio di 'Ntoni. Vi predominano sentimenti elementari e profondi dove è espresso chiaramente il culto della famiglia, dell'onore e della tradizione. Si ha l'impressione che ci infranga le regole imposte da millenarie consuetudini e destinato all'esclusione e all'espiazione. 'Ntoni lo sa e lo sanno anche gli altri che non lo trattengono, perché andarsene è il suo dovere. Secondo me, il ritorno di 'Ntoni è solo un atto di tenera nostalgia, il bisogno di trovare un punto di riferimento ora che si sente solo ed escluso, in quei pochi momenti imprime nella memoria tutto quello che può di quei luoghi che suscitano in lui affettuosi ricordi e infine l'addio.
Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo soprattutto per i suoi contenuti anche se pessimistici è triste vedere una famiglia così unita come quella dei Malavoglia disgregarsi per colpa del destino, ma anche dalla mentalità dei suoi componenti, c'è un contrasto tra chi vuole rimanere nelle tradizioni e chi vuole cambiare. Secondo me, il cambiamento è qualcosa di positivo entro certi limiti, però in questo caso ha portato allo sbandamento della famiglia. Inoltre quello che proprio non ho capito è come mai Mena abbia rinunciato a sposarsi con Alfio Mosca che l'amava davvero, lei sosteneva che era vecchia ma 26 anni non sono tanti, forse Mena è stato il personaggio rimasto in vita, che ha subito in quella vicenda e cerca di nascondere il suo dolore allevando i figli di Alessi.



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