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Figure retoriche: Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi

Appunto di italiano sulle figure retoriche nella poesia Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi: metafora, metonimia, similitudine, ossimoro.
Campagna

Tra le opere più celebri del Leopardi, che ricordiamo è uno dei più grandi poeti italiani del XIX secolo, vi è la poesia "Il Sabato del Villaggio". In questi 51 versi descrive la tipica vita degli abitanti di un piccolo villaggio durante un tranquillo sabato pomeriggio. Il poeta osserva la gente del villaggio piena di gioia perché finalmente domani arriva la domenica, che è un giorno festivo, e perciò invece di lavorare per loro sarà possibile trascorrere il tempo svolgendo attività piacevoli come stare in famiglia, riposarsi, spostarsi. Tuttavia, l'autore fa notare che la gioia delle persone è adesso, che è ancora sabato, ma l'indomani, quando sarà domenica, questa gioia si tramuterà in tristezza e noia perché ritorneranno a pensare al lavoro che ripredenderà il giorno seguente. Perciò si rivolge a un fanciullo (che rappresenta un po' tutta la categoria dei giovani), che aspetta con impazienza la domenica, avvertendolo di godersi il presente (il sabato) anziché pensare oltre, che già il tempo scorre velocemente di suo e non bisogna velocizzarlo ulteriormente perché la giovinezza è il periodo più bello, non quello che viene dopo (l'età matura).





Tutte le figure retoriche

La poesia "Il sabato del villaggio" contiene numerose figure retoriche come metafore, metonimie e persino un ossimoro e una similitudine. Sebbene le avevano già elencate nella sezione principale dedicata a Il sabato del villaggio, in questa pagina vogliamo spiegarle nel dettaglio per apprezzare al meglio tutti i significati, anche quelli più nascosti e difficili da interpretare.



Allitterazione

Nel testo sono presenti numerose parole che contengono il raddoppio della consonante L, quindi si viene a creare la figura retorica chiamata allitterazione.
donzelletta, vecchierella, novellando, sulla, bella, ella, snella, colli



Iperbato

Nel testo sono presenti tre iperbati, che ricordiamo è quella figura retorica nel quale due parole che dovrebbero stare vicine sono invece separate da altre parole.

Nel primo iperbato presente nei versi 6-7 le parole che dovrebbero restare vicine sono "ella si appresta il petto e il crine", cioè si adorna il seno / petto e i capelli.
tornare ella si appresta / dimani, al dì di festa, il petto e il crine

Nel secondo iperbato presente nei versi 41-42 le parole che dovrebbero restare vicine sono "farà ritorno al travaglio usato", cioè farà ritorno al suo solito lavoro.
ed al travaglio usato / ciascuno in suo pensier farà ritorno

Nel terzo iperbato presente nei versi 50-51 le parole che dovrebbero restare vicine sono "la tua festa non ti sia grave", cioè l'autore spera che l'età adulta non gli pesi al fanciullo quando arriverà anche per lui.
ma la tua festa / ch'anco tardi a venir non ti sia grave;



Anastrofe

Sono presenti anche due anastrofi, cioè parole vicine scritte in ordine invertito.

Nel verso 11 l'ordine corretto sarebbe dovuto essere "vien novellando", cioè viene fischiettando.
novellando vien

Nel verso 45 l'ordine corretto sarebbe dovuto essere "pieno d'allegrezza", cioè un giorno carico di gioia.
d'allegrezza pieno



Metafora

Al verso 44 vi è il sostantitivo "età" che è è associato all'aggettivo "fiorita", che è un termine usato per i fiori che sbocciano con accostamento alla stagione primaverile (giovinezza) in contrasto con l'inverno che spesso in poesia è una stagione associata alla morte.
età fiorità

Vengono usate anche altre tre espressioni per indicare la giovinezza.
"suo buon tempo" (v.11)
"età più bella" (v.15)
"stagion lieta" (v.49)

Qui vengono usate due espressioni per indicare l'età adulta attraverso un sostantivo inusuale.
festa di tua vita (v.47)
la tua festa (v.50)



Endiadi

Al verso 15 troviamo un endiadi formata da due aggettivi qualificati usati per descrivere la vecchierella quando era ancora giovane e in salute, ovvero l'opposto di adesso.
sana e snella



Ossimoro

Al verso 27 è presente un ossimoro perché di norma il rumore crea fastidio all'udito invece qui è descritto come un suono lieto perché è un rumore creato dai fanciulli spensierati che ancora non hanno passato le sofferenze dell'età adulta.
lieto romore



Enumerazione

L'enumerazione è al verso 36 ed è per polisindeto per la presenza della congiunzione "e".
e s'affretta, e s'adopra



Anadiplosi

L'anadiplosi è una figura retorica che consiste nella ripetizione dell'ultimo elemento di una proposizione all'inizio della seguente per metterlo in maggiore evidenza. Nel testo di questa poesia sono presenti due anadiplosi.

nei versi 45-46 nel quale si ripete il sostantivo "giorno"
è come un giorno d'allegrezza pieno, / giorno chiaro, sereno,

e nel verso 33 nel quale si ripete il verbo "odi".
odi il martel picchiare, odi la sega



Preterizione

Nel penultimo verso, il verso 50, l'autore scrive che non vuole dire altro su questo argomento, quasi come se non volesse aggiungere ulteriori preoccupazioni al fanciullo. In realtà continua avvertendo il fanciullo a non affrettare il suo tempo, che è un altro modo per dire "goditi il presente".
Altro dirti non vo'



Climax

La disposizione dei personaggi nella poesia sembra creare due tipi di climax.

Il climax è crescente perché si passa dalla gioventù all'età adulta.
la donzelletta (gioventù) e la vecchierella (età adulta)

Il climax è decrescente perché si passa dall'età adulta alla gioventù.
lo zappatore (età adulta) e il garzoncello (gioventù)



Enjambement

L'enjambement è la spezzatura del verso, cioè un verso che continua nel verso successivo.
reca in mano / un mazzolin (vv 3-4)
si appresta / dimani (vv. 6-7)
con le vicine / su la scala (vv. 8-9)
la squilla dà segno / della festa (vv. 20-21)
odi la sega / del legnaiuol (vv. 33-34)
s'adopra / di fornir (vv. 36-37)
diman tristezza e noia / recheran l'ore (vv. 40-41)
cotesta età fiorita / è come un giorno d'allegrezza pieno (vv. 44-45)
ma la tua festa / ch'anco tardi a venir (vv. 50-51)



Apostrofe

Al verso 43 l'autore si rivolge a un giovane spensierato, che non è a conoscenza della durà realtà che si scopre solo diventando adulti, raccomandandogli di godersi il presente.
Garzoncello scherzoso



Similitudine

Nei versi 44-45 è presente una similitudine che paragona la gioventù a un giorno pieno di gioia. La gioventù dura molti anni ma per Leopardi è così di breve durata che quantifica la sua durata in un singolo giorno.
cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno



Metonimia

L'autore utilizza la figura retorica della metonimia sostituendo un termine con un altro che ha con il primo una relazione di vicinanza.

Le prime due metonimia sono del tipo "l'effetto per la causa".
"il sereno" (v.17), per indicare il cielo
"or la squilla" (v.20) per indicare il suono della campana

La terza metonimia è del tipo "il contenitore per il contenuto".
"parca mensa" (v.28) per indicare la modesta cena



Sineddoche

La sineddoche in questo caso è del tipo "la parte per il tutto", infatti l'autore dice che le ombre scendono dai colli e dai tetti, ma i tetti sono solo una parte della casa.
"tetti" (v.18) per indicare le case



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