Scuolissima.com - Logo

Il sabato del villaggio, Leopardi: parafrasi, analisi e commento

Di cosa parla la poesia Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi? Troverete tutte le risposte che stavate cercando nella nostra analisi e commento.
Donzelletta

Il sabato del villaggio è una poesia scritta da Giacomo Leopardi nel 1829 e pubblicata nell'edizione dei Canti del 1831. In questa poesia l'autore celebra la semplicità e la gioia della vita di campagna, ma allo stesso tempo, suggerisce una riflessione sulla fugacità della felicità e sull'inevitabile scorrere del tempo.





Il sabato del villaggio: scheda poesia

In questa pagina trovate tutto ciò che riguarda la poesia di Giacomo Leopardi intitolata "Il sabato del villaggio": testo originale, testo parafrasato da noi, l'analisi del testo con tutte le figure retoriche e infine un commento personale.

Titolo Il sabato del villaggio
Autore Giacomo Leopardi
Genere Poesia lirica
Raccolta Canti
Corrente letteraria Romanticismo
Data 1829
Temi trattati Le illusioni giovanili e le disillusioni dell'età adultà
Personaggi la donzelletta, la vecchierella, i fanciulli, lo zappatore




Testo

La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch’ebbe compagni dell’età più bella.
Già tutta l’aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
Giù da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l’altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s’affretta, e s’adopra
Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
È come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.



Parafrasi

Al tramonto del sole la giovane contadina torna dalla campagna con il fascio d'erba e con in mano un mazzetto di rose e viole, con le quali si prepara per ornarsi domani, il giorno di festa, il petto e i capelli.
Una vecchietta è seduta con le sue vicine a filare all'entrata di casa sua, rivolta verso il tramonto; racconta della sua giovinezza e di quando anche lei nei giorni di festa si ornava con i fiori, e ancora sana e snella era solita danzare la sera in mezzo a quelli che erano i suoi compagni di gioventù.
L'aria si fa scura, e il cielo ora ritorna azzurro cupo e le ombre si allungano, giù dai colli e dalle case, alla luce biancheggiante della luna apparsa da poco.

Ora la campana annuncia la festa del giorno seguente; e diresti che quel suono sembra confortare il cuore.
I fanciulli, ritrovatosi sulla piccola piazza, gridando e saltando qua e là fanno un lieto rumore: e intanto torna il contadino fischiando, fa ritorno nella sua dimora per consumare la sua umile cena e fra sé e sé pensa al giorno di riposo che lo aspetta.

Poi quando intorno ogni luce è spenta, e tutto il resto tace, sento il martello picchiare, sento la sega del falegname, che lavora nella bottega alla luce di un lume ad olio, e si affretta e si dà da fare per completare il suo lavoro prima dell'alba.

Questo (sabato) è il più gradito giorno della settimana, pieno di speranza e di gioia: domani col passare del tempo subentreranno tristezza e noia, poiché ognuno ritornerà ritornare a pensare alla ripresa delle fatiche del proprio lavoro.
Fanciullo spensierato, questa tua giovane età è come un giorno pieno di gioia, un giorno luminoso, sereno, che precede la la feda della tua vita (l'età adulta).
Approfitta fanciullo mio di questa condizione beata, questa è un'età felice.
Non voglio dirti altro; ma non ti pesi se la tua festa e l'età adulta tardano a giungere.



Analisi del testo

Schema metrico: 4 strofe con versi liberi di endecasillabi e settenari.

Il sabato del villaggio fa parte dei "grandi idilli", ovvero quei canti che Leopardi compose nel periodo tra il 1828 e il 1830 ed è stato scritto immediatamente dopo un'altra sua importante opera poetica: La quiete dopo la tempesta.

Il titolo "Il sabato del villaggio" scandisce il tempo e il luogo in cui è ambientata la poesia. È sabato e l'attenzione del poeta è rivolta non a tutte le persone ma a quelle più umili che vivono in un villaggio e la loro vita è collegata alla campagna. Sono il ritratto di quel tipo di persone che è felice anche con poco ma l'autore ci rivela che anche questo poco è destinato a durare poco.

In questo poesia, il poeta ci mostra una serie di scene di vita di campagna che si verificano verso la fine del giorno (al tramonto del sole), in particolare durante il sabato, il giorno che precede la domenica. Durante il sabato, le persone del villaggio, lavoratori e non, si preparano felicemente per la festa della domenica, che porta con sé molte aspettative di gioia.
Il poeta cattura molti aspetti di questa attesa nei gesti più semplici e condivide l'eccitazione e l'illusione di felicità che essa porta. Il punto chiave è che, secondo il poeta, la vera gioia risiede nell'attesa stessa, cioè nel sabato, che è considerato migliore della domenica. La domenica, con tutte le sue reali aspettative e realtà, può portare delusioni e sconfitte, mentre il sabato, con la sua anticipazione di gioia, è fonte di speranza e felicità. In sostanza, l'attesa spensierata è più piacevole della realtà stessa, e questa è la lezione che il poeta trae dal sabato del villaggio.

Quindi mette in contrasto il presente con il futuro, la sera con il giorno, la felicità e la tristezza, lo svago e la noia, la spensieratezza con la faticosa routine, la fanciullezza con l'età adulta.

Da notare la presenza di immagini visive legate al cielo e alle azioni delle persone del villagio ed immagini uditive che, però, non descrivono alcun suono proveniente dalla natura, come ad esempio il cinguettio degli uccelli, ma solo suoni e rumore creati dalle persone, come le grida, il suono della campana, il fischiettare, i rumori provenienti dalla bottega del falegname.

Per quanto riguarda il linguaggio usato non passa inosservato l'uso del vezzeggiativo nelle seguenti parole: donzelletta, vecchiarella, garzoncello, che manifestano un sentimento di tenerezza nell'autore nell'affrontare questa tematica.


I personaggi

I personaggi della vita quotidiana presenti in questa poesia sono:
  • La donzelletta: cioè la giovane che nel giorno di festa (domenica) è solita mettere dei fiori nei capelli e nella camicetta.
  • La vecchiarella: cioè l'anziana signora che sta seduta sulla scala con le vicine a filare guardando il tramonto (metafora della vecchiaia) e a chiacchierare del bel tempo che fu (metafora della gioventù).
  • I fanciulli: cioè i ragazzini allegri che saltano e fanno un lieto rumore.
  • Lo zappatore: cioè il contadino che torna alla sua modesta cena e tra sé e sé pensando al giorno del riposo.



Figure retoriche

Le figure retoriche presenti nel testo sono le seguenti:
  • Allitterazione della L = "donzelletta, vecchierella, novellando, sulla, bella, ella, snella, colli".
  • Iperbato = "tornare ella si appresta / dimani, al dì di festa, il petto e il crine" (vv. 6-7);
    "ed al travaglio usato / ciascuno in suo pensier farà ritorno" (vv. 41-42);
    "ma la tua festa / ch’anco tardi a venir non ti sia grave" (vv. 50-51);
  • Anastrofe = "novellando vien" (v.11); "d’allegrezza pieno" (v.45);
  • Metafore = "suo buon tempo" (v.11); "età più bella" (v.15), "età fiorita" (v.44), "stagion lieta" (v.49) per indicare la giovinezza;
    "festa di tua vita" (v.47); "la tua festa" (v.50), per indicare l'età adulta.
  • Endiadi = "sana e snella" (v.15).
  • Ossimoro = "lieto romore" (v.27).
  • Enumerazione per polisindeto = "e s’affretta, e s’adopra" (v.36);
  • Anadiplosi = "giorno... giorno" (vv. 45-46); "Odi... odi" (v.33);
  • Preterizione = "altro dirti non vo'" (v.50). Lascia intendere che Leopardi non vuole continuare a dare informazioni per non demoralizzare i giovani con le cattive notizie, ma poi continua ugualmente;
  • Climax = I personaggi sembrano essere disposti dapprima con un climax crescente: "la donzelletta e la vecchiarella" (gioventù e vecchiaia) e successivamente con un climax decrescente: "lo zappatore e il garzoncello" (età adulta e gioventù);
  • Enjambement = vv 3-4; vv. 6-7; vv. 8-9; vv. 33-34; vv. 36-37; vv. 40-41; vv. 44-45; vv. 50-51.
  • Apostrofe = "garzoncello scherzoso" (v.43);
  • Similitudine = "cotesta etá fiorita è come un giorno d’allegrezza pieno" (vv. 44-45);
  • Metonimia = "il sereno" (v.17), per indicare il cielo; "or la squilla" (v.20) per indicare il suono della campana; "parca mensa" (v.28) per indicare la modesta cena.
  • Sineddoche = "tetti" (v.18), per indicare le case.



Commento

La poesia ha un'atmosfera serena e descrive scene di vita di campagna in modo affettuoso e nostalgico. È sabato, ovvero l'ultimo giorno della settimana in cui si lavora e tutti nel paese sono già con il pensiero giorno successivo, la domenica, ovvero il giorno di festa nel quale non ci si riposa e si può godere il tempo libero coi propri cari e in totale spensieratezza.
L'aria che si respira il sabato è carica di gioia e speranza e ciò fa sembrare magico anche le azioni quotidiani: la donzelletta, la vecchierella, le rumorosità dei giovani, il falegname, l'azzurro cielo, i rintocchi della campana, il martello che picchia. Sono immagini e suoni di tutti i giorni che acquistano importanza nella mente del poeta che osserva gli altri vogliosi che il sabato finisca e che subentri la tanto attesa domenica.
Tutto dovrebbe lasciar pensare al meglio e, invece, non va dimenticato che una caratteristica distintiva della poesia di Leopardi è il pessimismo, presente anche ne Il sabato del villaggio.
Dal testo viene rivelato che il sabato, rappresenta le illusioni della vita come la speranza, i sogni e la giovinezza e porta con sé una delusione perché la realtà del giorno successivo non sarà così entusiasmante come ci si aspettava. Il poeta fa notare che il piacere umano è sempre proiettato verso il futuro, e questo desiderio costante di felicità può portare a delusioni quando la realtà non corrisponde alle nostre aspettative.
Nel caso in questione la domenica, l'atteso giorno festivo all'insegna dello svago e del riposo, diventa un giorno in cui si ripensa al lavoro faticoso che l'indomani ricomincerà. Nel corso dell'intera nostra vita succede che la fanciullezza, lieta per le tante speranze, è simile al sabato, un giorno chiaro e sereno, seppure breve dell'esistenza, ma l'età più adulta, che subito la segue, distrugge quei sogni giovanili, quelle felici illusioni, che scomparendo, cedono il posto alla tristezza e alla noia. Questo è in sostanza quello che il poeta ci vuole comunicare dopo la descrizione serena nel villaggio dei primi versi. In conclusione il poeta consiglia a un immaginario fanciullo (a noi lettori) di godere delle speranze e delle gioie del momento (= il presente) senza avere fretta di crescere e affrontare la realtà (= futuro), cioè non dobbiamo velocizzare il tempo per far sì che arrivi la nostra domenica, perché questa fase di attesa e speranza è la parte più bella della vita, d'altra parte la fase della vita che deve ancora arrivare è invece caratterizzata da tristezza e noia.

Oggigiorno si può dire che giovani e adulti abbiano imparato questa importante lezione di vita, difatti sempre più spesso preferiscono dedicare il divertimento già durante il Sabato sera piuttosto che aspettare l'arrivo della Domenica, che non è altro che un giorno spesso usato per attività più riposanti e per riorganizzare le idee e prepararsi al meglio fisicamente e mentalmente per il Lunedì. Ecco perché il Lunedì è considerato il giorno più odiato della settimana e il sabato quello più atteso!



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies