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Figure retoriche: San Martino di Giosuè Carducci

Che figure retoriche ci sono nella poesia San Martino di Giosuè Carducci? Quali sono gli enjambement? Che figura retorica è urla e biancheggia il mar?
nebbia-irti-colli-mare-borgo

Probabilmente la prima volta che avete avuto modo di leggere la poesia San Martino di Carducci non eravate nemmeno a conoscenza di cosa fossero le figure retoriche, perché frequentando le elementari non sempre viene affrontato questo argomento o comunque non con la giusta importanza che merita. Quel che contava di più per le poesie famose come questa era impararle a memoria! Col passare degli anni però, avanzando nel proprio percorso di studio, può capitare di ritrovare le stesse poesie e di doverle analizzare più nel dettaglio. Dunque, nella prima parte dell'opera, Giosuè Carducci descrive un ambiente campagnolo triste e cupo, con nebbia e vento. Ma poi, nella seconda parte, descrive un borgo festoso e sereno nel giorno di San Martino, salvo poi ritornare a scrivere usando lo stesso tono iniziale.





San Martino: figure retoriche

In questa pagina trovate tutte le figure retoriche della poesia San Martino di Giosuè Carducci. Tra le figure retoriche più importanti contenute nel testo vi sono la sinestesia, la similitudine e la personificazione. Per saperne di più consultate la sezione dedicata alla poesia San Martino.



Personificazione

Nel v.4 il poeta dona al mare una capacità umana, nello specifico quella di urlare.
urla ... il mare



Allitterazione

Allitterazione della R (vv. 4-7), ovvero quei versi dove viene descritta l'euforia per la festa di San Martino in paese.
per, borgo, ribollir, aspro, odor, rallegrar



Metonimia

Nel v.6 è presente una metonimia perché ribolle il mosto e non i tini (= catini). Dunque, il poeta usa il contenente per il contenuto.
ribollir de tini



Anastrofe

Nella struttura normale nei vv. 6-7 la frase sarebbe dovuta essere: "l'aspro odor de i vini va dal ribollir de' tini", ma Carducci sceglie di invertire l'ordine per enfatizzare il ribollire del mosto come causa dell'odore aspro dei vini.
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini

Nei vv. 9-10 è presente un'anastrofe perché l'ordine dei versi dovrebbe essere invertito. Cioè: "lo spiedo scoppiettando gira su' ceppi accesi"
Gira su' ceppi accesi / lo spiedo scoppiettando



Sinestesia

Nel v.7 il l'aggettivo aspro è riferito alla sfera sensoriale del gusto, mentre il sostantivo odor è riferito alla sfera sensoriale dell'olfatto. Dunque, appartengono a due sfere sensoriali diverse.
aspro odor



Metafora

Nel v.1 è usato l'aggettivo irti in senso metaforico, nel senso che sui colli sono presenti degli alberi ormai privi di foglie, quindi li associa a qualcosa di pungente.
irti colli

Nel v.15 i pensieri sono definiti esuli. Il termine esule è riferito a chi va o vive in esilio. Senza l'effetto metaforico, i pensieri in questo caso potrebbero essere definiti "vaganti".
esuli pensieri



Similitudine

Tra versi vv. 14-15 è presente una similitudine che paragona uno stormo di uccelli neri a quei pensieri vaganti, che adesso sono presenti ma che poi vanno via, e che rappresentano uno stato di irrequietezza.
stormi d'uccelli neri, com'esuli pensieri



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