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I miei giorni sono fette di melone, Nazim Hikmet

Appunto di letteratura italiana contenente testo, parafrasi, analisi, figure retoriche e commento della poesia I miei giorni sono fette di melone.
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I miei giorni sono fette di melone è il titolo di una poesia dello scrittore turco Nazim Hikmet, scritta nel 1960 e contenuta nella raccolta poetica intitolata "Poesie d'amore".





Testo

I miei giorni sono fette di melone
profumato di vita
grazie a te
i frutti si protendono verso la mia mano
come se fossi sole
grazie a te
grazie a te
succhierò solo il miele della speranza
anche le mie serate più solitarie sorridono
come un tappeto d'Anatolia
appeso sulla parete
grazie a te
al termine della mia strada che non entra in città
mi sono riposato in un giardino di rose
grazie a te
grazie a te
non lascio entrare la morte vestita di veli molli
che bussa alla mia porta cantando le sue canzoni
e invitandomi al gran riposo.



Parafrasi

I miei giorni sono come fette di melone, profumati di vita, grazie a te. I frutti si tendono verso di me come se fossi il sole. Grazie a te, grazie a te. Assaporerò solo il dolce miele della speranza. Anche le serate più solitarie sorridono come un tappeto colorato appeso alla parete. Grazie a te. Alla fine della mia strada che non porta in città, mi riposo in un giardino di rose, grazie a te, grazie a te. Non permetto alla morte, vestita di veli morbidi, di entrare, bussando alla mia porta e intonando le sue canzoni, invitandomi al sonno eterno.



Analisi del testo

La mancanza di punteggiatura dà alla poesia un ritmo veloce, come se la gioia facesse parlare il poeta senza sosta e senza possibilità di prendere fiato. I versi sono di diversa lunghezza perché trasmettono la gioia e l'allegria sincera e spontanea del poeta innamorato che ringrazia costantemente la sua donna. Il testo è musicalmente incantevole dato che l'amore è uno de temi più belli che l'uomo può provare e descrivere nella poesia.



Figure retoriche

  • Metafora = "I miei giorni sono fette di melone" (v.1); "profumato di vita" (v.2); "il miele della speranza" (v.8).
  • Similitudine = "come se fossi sole" (v.5); "come un tappeto d'Anatolia" (v.10).
  • Personificazione = "serate più solitarie sorridono" (v.9); "la morte" (vv. 17-19);
  • Anafora = "grazie a te" (v.3; v.6; v.7; v.12; v.15; v.16).
  • Allegoria = "un giardino di rose" (v.14).
  • Climax ascendente = "non lascio entrare" (v.17); "bussa alla mia porta" (v.18); "invitandomi" "v.19".
  • Iperbato = "non lascio entrare la morte ... che bussa" (vv. 17-18)
  • Enjambement = vv. 1-2; vv. 4-5; vv. 10-11.



Commento

Questa poesia è tra le più belle di Nazim Hikmet, nel quale esprime tutto il suo amore e la sua gioia in forma poetica per la moglie Vera. L'ha scritta quando si trovava insieme a lei a Mosca nel 1960, e questo è il suo picco di felicità, infatti i giorni trascorsi insieme a lei li paragona alle fette di melone: colorati, vivaci e dolci. Tuttavia, in quegli anni, era costretto a viaggiare per l'Europa per provava un profondo dolore ogni volta che doveva separarsi da lei per viaggi di lavoro in Europa. Questo dolore lo portava a scrivere poesie nel quale mescolava sentimenti di amore e tristezza, malinconia e solitudine per la distanza e il distacco da Vera, rimpiangendo il calore dell'amore condiviso con Vera. Dunque, il poeta ci mostra l'importanza dell'amore nella sua vita e l'impatto che ha in tutti noi. L'amore illumina tutto, aggiungendo sapore, freschezza e gioia ai nostri giorni, proprio come una fetta di melone in estate. È un invito a vivere intensamente l'amore in un mondo di luce che nemmeno la morte potrà oscurare.



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