Un padre di famiglia la cui vita è segnata dalle dicerie della gente che lo considera un portatore di sfortuna, invece di denunciare chi lo ha insultato pubblicamente, sceglie di accettare questa maschera imposta dalla società con lo scopo di ottenere la patente di iettatore.
La patente: figure retoriche
In questa pagina trovate tutte le figure retoriche presenti nella novella La patente di Luigi Pirandello. In realtà, l'unica figura retorica contenuta nel testo è la similitudine e ce ne sono solamente tre. Per maggiori informazioni su questa novella, ritornate alla sezione principale → La patente - Pirandello.Similitudine
Il giudice D'Andrea ha un aspetto stanco perché ha pensato molto al caso del signor Chiarchiaro. L'autore lo paragona a una persona che sembra reggere con rassegnazione un enorme peso sulle spalle.come chi regge rassegnatamente su le spalle un peso insopportabileIn questo caso la similitudine serve a creare un gioco di parole, cioè il giudice d'Andrea è sbilenco, storto (aspetto fisico), ma nessuno riga più dritto di lui (moralità).
andava per via di traverso, come i caniIl giudice d'Andrea si appisolava sulle scartoffie del lavoro come un baco da seta che non viene portato in tempo nel bosco per fare il bozzolo sull'albero; quindi in modo improduttivo perché bastava un minimo rumore per ritornare a pensare a quelle scartoffie.
attrappandosi come un baco infratito