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Figure retoriche: Temporale di Giovanni Pascoli

Quali sono le figure retoriche contenute nella poesia Temporale di Giovanni Pascoli? Che tipo di figura retorica è bubbolìo? Qual è la similitudine?
Temporale

Il brutto tempo diventa fonte di ispirazione poetica per il poeta Giovanni Pascoli, che scrive una delle sue poesie più belle e brevi intitolata "Temporale". Descrive ciò che vede e sente durante un temporale estivo, come il rumore dei tuoni, i diversi colori del cielo e del mare. Tutto ciò che si riesce a vedere oltre l'incombere di un imminente temporale è un casolare (casa di campagna) e un gabbiano. Tuttavia, osservando con più attenzione ciò che stiamo leggendo possiamo notare che gli elementi del paesaggio naturale riflettono simbolicamente lo stato d'animo inquieto ed angosciato del poeta.





Tutte le figure retoriche

Nella poesia Temporale di Giovanni Pascoli sono contenute figure retoriche di suono, di ordine e di significato ma le più importanti sono l'onomatopea, la similitudine e l'analogia. Se oltre le figure retoriche vorreste conoscere altre informazioni su questa poesia, vi suggeriamo di leggere l'appunto Temporale - Pascoli.



Onomatopea

Nel v.1 appare un sostantivo che agisce come una parola onomatopeica, dal momento che tutte quelle lettere "B" contenute nella stessa parola fanno pensare a qualcosa che borbotta, brontola. Dal momento che l'argomento trattato è il temporale, si sta facendo riferimento al brontolio dei tuoni, ma anche il poetà brontola dentro di sé perché è sopraffatto da un senso di tristezza.
bubbulìo



Allitterazione

Nel primo verso è presente un'altra figura retorica di suono, l'allitterazione della O e della L, per l'accostamento di due parole vicine che le contengono. La scelta di queste parole serve ad allungare il rumore del brontolìo e anche per far brontolare perfino a noi lettori che le leggiamo.
bubbolìo lontano



Anastrofe

La regola della grammatica italiana è quella di scrivere prima il soggetto e poi il verbo, ma in poesia invertire di posizione il soggetto e il verbo è permesso e questa operazione è chiamata anastrofe, cioè è una figura retorica di ordine. L'ordine corretto nel v.2 sarebbe dovuto essere: "L'orizzonte rosseggia".
Rosseggia l'orizzonte



Similitudine

Nel v.3 è presente una similitudine e ciò è evidente per la presenza della congiunzione "come", che paragona il colore rosso dell'orrizonte a qualcosa di infuocato che sembra un'incendio e che è localizzato in direzione del mare. Tutta questa luce rossastra indica che si tratta di un paesaggio caldo (è un temporale estivo).
come affocato



Metafora

Nel v.4 descrive il cielo di un color nero come se fosse costituito da pece, materiale liquido ricavato dal bitume o catrame. Dal momento che la pece non è qualcosa che si può trovare nel cielo, in questo verso è presente una metafora, infatti il verso ha senso solo a livello metaforico.
nero di pece

Nel verso successivo, nel v.5, è presente un'altra metafora, stavolta riguardante le nubi che le descrive con la parola "stracci", ma le nuvole non si possono stracciare come un pezzo di carta. Il termine "stracci" l'ha usato per indicare che alcune nubi - in mezzo a tutto quel nero - fossero di colore chiaro.
stracci di nubi



Analogia

Nei vv. 6-7 vi è l'analogia fra il casolare e l'ala di gabbiano. Ma in cosa consiste l'analogia? L'analogia fra questi due elementi nasce dal fatto che entrambi si trovano nel "nero" ma è possibile distinguerli da esso per il loro colore molto chiaro rispetto ad esso, probabilmente bianco come gli "stracci i nubi".
un casolare:
un’ala di gabbiano.



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