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Guerra di baci, Giambattista Marino: parafrasi, analisi, commento

Appunto di letteratura sulla poesia Guerra di baci di Giambattista Marino: testo spiegato, analizzato e commentato.
Baci

Guerra di baci è una poesia del XVII secolo scritta da Giambattista Marino che ha come tema principale il sentimento d'amore e, in particolare, l'atto del baciarsi, spiegato insolitamente usando termini legati alla guerra.





Guerra di Baci - Giambattista Marino

In questa pagina trovate tutto ciò che riguarda la poesia Guerra di baci di Giambattista Marino: il testo, la versione parafrasata, l'analisi del testo, le figure retoriche e un commento personale.

Titolo Guerra di baci
Autore Giovan Battista Marino
Genere Poesia
Raccolta La lira
Corrente letteraria Letteratura barocca
Data XVII secolo
Temi trattati Il potere terapeutico del bacio
Frase celebre «Sian saette le lingue e piaghe i baci»




Testo

Feritevi, ferite,
viperette mordaci,
dolci guerriere ardite
del Diletto e d'Amor, bocche sagaci!
Saettatevi pur, vibrate ardenti
l'armi vostre pungenti!
Ma le morti sien vite,
ma le guerre sien paci,
sian saette le lingue e piaghe i baci.



Parafrasi

Infliggetevi danno, infliggetevi,
piccole vipere pronte a mordere,
coraggiose guerriere del Piacere e dell'Amore, bocche astute!
Lanciatevi pure, scagliate con passione
le vostre armi affilatissime!
Ma le morti diventino vite,
le guerre si trasformino in pace,
le frecce siano lingue e le ferite i baci.



Analisi e commento

In questa poesia le parole dicono una cosa ma il loro significato è totalmente opposto, ad esempio nel primo verso l'autore invita due persone a ferirsi, ma in realtà non intende promuovere la violenza. Il poeta sta invitando queste due persone a baciarsi reciprocamente con piacere (diletto) e amore, come allo stesso modo si mordono a vicenda due vipere e stringendosi forte in un abbraccio come due coraggiose guerriere si avvinghiano forte durante la lotta a mani nude. Questo lo si può intuire inizialmente dal titolo "Guerra di baci": sì, fa riferimento alla guerra ma l'espressione è da intendere come "raffiche di baci". Quindi è un'espressione dolce e amorevole.
Nella parte centrale del testo (vv.5-6), il poeta continua ad utilizzare la terminologia di guerra. Egli dice che questi due amanti debbano colpirsi a vicenda con le loro armi pungenti, ma con passione (ardenti) e desiderio, in quanto è un invito a dirsi parole e a lanciarsi sguardi seducenti.
Negli ultimi tre versi (vv.7-9) il poeta dà il suo punto di vista per quanto riguarda il concetto di amore, sempre adottando termini di guerra. Egli afferma che possono esserci delle guerre e anche dei morti (metaforicamente s'intendono i conflitti, i litigi e le incomprensioni) ma queste non devono abbattere i due amanti in quanto è normale che queste situazioni pima o poi arrivano e che bisogna affrontarle e superarle (paci), così la relazione diventerà ancora più solida e viva (vite).
Il verso conclusivo sovrappone le due immagini, le frecce sono le lingue e le ferite i baci, cioè rivela il significato delle sue parole senza ulteriori giri di parole. Se si vuole "aggiustare" una relazione amorosa si deve ritornare a baciarsi anche più di prima.



Figure retoriche

Di seguito trovate le figure retoriche contenute nel testo.
  • Figura etimologica = "feritevi, ferite" (v.1).
  • Allitterazione della R = "guerriere ardite" (v.3).
  • Anastrofe = "l'armi vostre pungenti!" (v.6) invece di "le vostre armi pungenti".
  • Antitesi = "morti - vite" (v.7); "guerre - paci" (v.8); "saette - lingue" (v.9); "piaghe - baci" (v.9).



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