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Poesie di Vincenzo Cardarelli: più belle e celebri

Appunto di letteratura riguardante le poesie più belle e celebri dello scrittore italiano Vincenzo Cardarelli: poesie d'amore, poesie sull'amicizia...
Cardarelli

Vincenzo Cardarelli, pseudonimo di Nazareno Caldarelli (1887-1959), è stato un poeta, critico letterario e saggista italiano. Ha fatto parte della corrente letteraria del Novecento. Più specificamente, è stato associato al movimento letterario denominato "Avanguardia" e successivamente al classicismo. È stato spesso soprannominato il "Leopardi del Novecento" per la profondità e complessità delle sue poesie, il suo approccio riflessivo alla vita e alle emozioni che descrive e che riportano alla mente l'opera del grande poeta italiano del XIX secolo.



Quali sono le poesie più famose di Cardarelli?

Queste sono solo alcune delle poesie più belle e celebri di Vincenzo Cardarelli, ma la sua raccolta poetica è ricca di altre liriche di grande bellezza e profondità.


Poesie di Cardarelli: testo delle più celebri

In questa pagina trovate i testi di tutte le poesie più celebri di Vincenzo Cardarelli, i cui titoli sono disposti per popolarità, e riportano anche la data di pubblicazione e una breve sintesi del tema trattato. Cliccando sul titolo di ciascuna poesia presente nella descrizione si aprirà una nuova pagina contenente il testo, la parafrasi, l'analisi del testo, le figure retoriche e il commento.



Gabbiani

Gabbiani (1932): in questa poesia l'autore dipinge un'immagine poetica di gabbiani che volano nel cielo, creature libere e solitarie in grado di spaziare attraverso l'immensità del mare e del cielo. Si viene a creare un paragone fra i gabbiani e l'autore, simili ma con destini diversi.
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.



Sera di Liguria

Sera di Liguria (1928): in questa poesia descrive una scena della "sera di Liguria", evocando l'atmosfera e le immagini caratteristiche della costa ligure. Tuttavia, oltre alla descrizione del paesaggio, la poesia esprime anche una sensazione di malinconia e di riflessione interiore.
Lenta e rosata sale su dal mare
la sera di Liguria, perdizione
di cuori amanti e di cose lontane.
Indugiano le coppie nei giardini,
s'accendon le finestre ad una ad una
come tanti teatri.
Sepolto nella bruma il mare odora.
Le chiese sulla riva paion navi
che stanno per salpare.



Autunno

Autunno (1931): in questa poesia la stagione autunnale fa da sfondo a un tema che prima o poi tutti dovremo affrontare: la vecchiaia.
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.

Ora passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.



Aprile

Aprile: in questa poesia l'autore descrive una giornata piovosa d'aprile in cui sullo sfondo vi è il tema di un amore ricambiato e delle lacrime versato a causa di questo dolore.
Quante parole stanche
mi vengono alla mente
in questo giorno piovoso d'aprile
che l'aria è come nube che si spappola
o fior che si disfiora.
Dentro un velo di pioggia
tutto è vestito a nuovo.
L'umida e cara terra
mi punge e mi discioglie.
Se gli occhi tuoi son paludosi e neri
come l'inferno
il mio dolore è fresco
come un ruscello.




Attesa

Attesa: in questa poesia l'autore descrive l'attesa dell'amata che però non si presenterà all'appuntamento e perciò stiamo parlando di un amore non destinato a sbocciare. Il poeta deluso quando pensa all'amore precisa che è un'alternanza fra pensieri dolci e pensieri brutti.
Oggi che t'aspettavo
non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice,
la tua assenza che tumultuava
nel vuoto che hai lasciato,
come una stella.

Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s'annuncia e poi s'allontana,
cosí ti sei negata alla mia sete.
L'amore, sul nascere,
ha di questi improvvisi pentimenti.

Silenziosamente
ci siamo intesi.
Amore, amore, come sempre,
vorrei coprirti di fiori e d'insulti.



Amicizia

Amicizia: in questa poesia il tema trattato non è effettivamente quello dell'amicizia, ma di un amore che è stato sempre evitato e tenuto distante proprio per mantenere saldo il rapporto di amicizia. Tuttavia l'autore afferma che qualcosa è venuto a mancare nella relazione gestendola in questo modo.
Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
che, perduti nel tempo, c'incontrammo,
alla nostra incresciosa intimità.
Ci siamo sempre lasciati
senza salutarci,
con pentimenti e scuse da lontano.

Ci siam rispettati al passo,
bestie caute,
cacciatori affinati,
a sostenere faticosamente
la nostra parte di estranei.
Ritrosie disperanti,
pause vertiginose e insormontabili,
dicevan, nelle nostre confidenze,
il contatto evitato e il vano incanto.

Qualcosa ci è sempre rimasto,
amaro vanto
di non ceduto ai nostri abbandoni,
qualcosa ci è sempre mancato.



Tempo che muta

Tempo che muta: in questa poesia l'autore si sofferma sul passaggio dall'estate all'autunno. L'estate sembrava essere una stagione senza finite e invece adesso è terminata ed è subentrato l'autunno. Allo stesso modo anche gli stati d'animo delle persone cambiano nel tempo.
Come varia il colore
delle stagioni,
così gli umori e i pensieri degli uomini.
Tutto nel mondo è mutevole tempo.

Ed ecco, è già il pallido,
sepolcrale autunno,
quando pur ieri imperava
la rigogliosa quasi eterna estate.



Estiva

Estiva (1915): scritta nell'anno della prima guerra mondiale, uno dei periodi più bui della storia, l'autore ha voluto descrivere l'estate, la bella stagione, caratterizzata da calore, dalla luminosità, dalla costante presenza del sole.
Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell'albe senza rumore –
ci si risveglia come in un acquario –
dei giorni identici, astrali.

Stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca.

Stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che procede
qualche cadenza dell'indugio eterno.



Abbandono

Abbandono (1936): in questa poesia l'immagine della colomba che vola via è quello della donna amata dal poeta del quale restano solo i ricordi dei luoghi dove sono stati insieme.
Volata sei, fuggita
come una colomba
e ti sei persa là, verso oriente.
Ma son rimasti i luoghi che ti videro
e l'ore dei nostri incontri.
Ore deserte,
luoghi per me divenuti un sepolcro
a cui faccio la guardia.



Alla deriva

Alla deriva (1913): in questa poesia viene trattato il tema dell'alienazione, della solitudine e di smarrimento dettati dall'ansia e dall'insicurezza che si ha nel mondo moderno. La sensazione è quella di essere una nave alla deriva senza un porto sicuro dove approdare.
La vita io l'ho castigata vivendola.
Fin dove il cuore mi resse
arditamente mi spinsi.
Ora la mia giornata non è più
che uno sterile avvicendarsi
di rovinose abitudini
e vorrei evadere dal nero cerchio.
Quando all'alba mi riduco,
un estro mi piglia, una smania
di non dormire.
E sogno partenze assurde,
liberazioni impossibili.
Oimè. Tutto il mio chiuso
e cocente rimorso
altro sfogo non ha
fuor che il sonno, se viene.
Invano, invano lotto
per possedere i giorni
che mi travolgono rumorosi.
Io annego nel tempo.



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