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Aprile, Cardarelli: parafrasi, analisi, commento

Di cosa parla la poesia Aprile di Vincenzo Cardarelli e quali sono i temi trattati? Eccovi la parafrasi, l'analisi del testo e il commento.
Aprile

Aprile è una poesia scritta da Vincenzo Cardarelli e contenuta nella raccolta intitolata "Poesie". La poesia descrive le emozioni e le sensazioni dell'autore durante una giornata piovosa mentre riflette sulla fragilità, sul rinnovamento, sulla connessione con la natura e sul suo dolore.





Aprile di Vincenzo Cardarelli

In questa pagina trovate tutto ciò che riguarda la poesia Aprile di Vincenzo Cardarelli: testo, parafrasi, analisi del testo, figure retoriche e commento.

Titolo Aprile
Autore Vincenzo Cardarelli
Genere Poesia
Raccolta Opere
Corrente letteraria Avanguardia
Data //
Temi trattati Una giornata piovosa d'Aprile e la sofferenza d'amore del poeta
Frase celebre «Quante parole stanche mi vengono alla mente in questo giorno piovoso d'aprile»



Testo

Quante parole stanche
mi vengono alla mente
in questo giorno piovoso d'aprile
che l'aria è come nube che si spappola
o fior che si disfiora.
Dentro un velo di pioggia
tutto è vestito a nuovo.
L'umida e cara terra
mi punge e mi discioglie.
Se gli occhi tuoi son paludosi e neri
come l'inferno
il mio dolore è fresco
come un ruscello.



Parafrasi

In questo giorno piovoso d'aprile
la mia mente si riempie
di parole che non comunicano nulla
e l'aria è come una nuvola frantumata
o come un fiore che va sciupandosi.
Sotto lo strato di pioggia
tutto riprende vitalità.
L'umidità dell'amata terra
mi stimola e mi rende libero.
Se i tuoi occhi sono scuri e profondi
come l'inferno
il mio dolore è fresco
come un ruscello.



Analisi del testo

Vi sono termini legati all'acqua: pioggia, ruscello, nube, che fanno riferimento sia alla limpidezza della primavera sia al pianto.



Figure retoriche

Nella poesia, sono presenti diverse figure retoriche. Ecco quelle che abbiamo individuato:
  • Metafora: "nube che si spappola" (v. 4) per descrivere l'aria; "fior che si disfiora" per rappresentare la fragilità e la durata limitata delle cose che sono destinate a cadere o a perire.
  • Similitudine: "Se gli occhi tuoi son paludosi e neri / come l'inferno" (vv. 10-11) nel quale confronta gli occhi dell'altro con l'oscurità dell'inferno e l'aspetto torbido di una palude. L'altra similitudine è "il mio dolore è fresco / come un ruscello" (vv. 12-13) che crea un paragone tra la freschezza del dolore dell'autore al flusso vivace di un ruscello.
  • Personificazione: "L'umida e cara terra / mi punge e mi discioglie" nella quale personifica la terra come se fosse in grado di interagire con l'autore pungendolo e facendolo sciogliere.
  • Paronomasia = "fior - disfiora" (v. 5.)



Commento

Questa poesia descrive le sensazioni e le emozioni dell'autore in una giornata piovosa d'aprile. La mente dell'autore si riempie di parole stanche ed esauste, probabilmente perché vanno a riflettersi con la sua tristezza e la sua malinconia, stati d'animo che possono essere associati a un giorno piovoso. La condizione emotiva dell'autore viene descritta attraverso le metafore della nuvola che si spappola e dei fiori che disfiorano, che suggeriscono un senso di fragilità e decadenza. Tuttavia, nonostante la tristezza e la malinconia, il poeta vede anche un senso di rinnovamento e di rinascita nella pioggia (tutto è vestito di nuovo), in quanto la pioggia dona nuova vita alla terra rendendola umida. L'autore si sente coinvolto fisicamente ed emotivamente (mi punge e mi discioglie) dall'ambiente circostante e in particolare dalla terra umida che la ritiene cara

Nell'ultima parte della poesia, attraverso le due similitudini, l'autore fa riferimento agli occhi dell'altro, che vengono descritti come paludosi e neri come l'inferno, come se stessero suggerendo un profondo dolore e sofferenza. Tuttavia, l'autore riconosce anche il proprio dolore paragonandolo a un fresco ruscello, in quanto sente che il suo dolore è ancora vivo e in movimento.

La poesia sembra parlare di un amore non ricambiato, dove lo sguardo dell'altro è talmente scuro e paludoso che non vede chi ha di fronte. Inoltre la pioggia potrebbe rappresentare le lacrime versate dall'autore per il fatto di non essere amato, o almeno notato, e il ruscello è il risultato di tutte le lacrime che scendono dal suo viso.



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