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Figure retoriche: Veglia di Giuseppe Ungaretti

Appunto di italiano sulle figure retoriche nella poesia Veglia di Giuseppe Ungaretti: allitterazione, enjambement, assonanza, metonimia, metafora.
Veglia

Tra le poesie di guerra più celebri del poeta italiano Giuseppe Ungaretti vi è Veglia. Questa poesia tratta dalla raccolta "L'allegria" è tra le più scelte dagli studenti come argomento di letteratura per la realizzazione della propria tesina di terza media o di maturità, in quanto è facilmente adattabile per tematiche come la guerra, la vita o la morte, l'assurdità e la follia.





Tutte le figure retoriche

In un altro appunto abbiamo ampiamente parlato della poesia Veglia, invece in questa pagina vogliamo spiegare le figure retoriche presenti nel testo in modo più semplice, argomentando anche il perché di questa scelta dell'autore. Tra le figure retoriche presenti vi sono l'allitterazione, l'assonanza, la metonimia, la metafora e l'enjambement.



Allitterazione

Nei versi vv. 1-2 l'autore inserisce tre parole che contengono dei suoi duri generati dall'allitterazione della t, proprio per dare sin da subito al lettore un anticipo della crudeltà della scena successiva (il compagno morto).
Un'intera nottata
buttato vicino

Nel verso 13 l'autore inserisce tre parole contenenti molte vocali "e", che donano al testo un tono dolce e rasserenante.
lettere piene d'amore



Assonanza

L'assonanza si ha quando l'ultima sillaba di due o più parole messe a confronto possiede le stesse vocali ma consonanti diverse. Come potete notare in questa poesia l'assonanza viene utilizzata per tre volte e in tutti e tre i casi riguarda le vocali "a" e "o".
buttato, compagno, massacrato
bocca, volta
stato, tanto



Metonimia

Nei versi vv 8-9 l'autore adotta la metonimia per mettere in evidenza le mani del soldato caduto. Avrebbe dovuto scrivere "le sue mani congestionate", cioè contratte a causa del freddo e, invece, dispone le parole in modo diverso cosicché la parola "congestione" diventa un sostantivo anziché un aggettivo qualificativo da usare per descrive le mani.
con la congestione
delle sue mani



Metafora

Nei versi 10-11 l'autore inserisce una metafora quando dice che la congestione delle mani del soldato morto si è inserita nel suo silenzio. Perché è una metafora? Prima di tutto perché il silenzio è astratto e non può essere penetrato, tantomeno dall'intorpidimento delle mani di un cadavere. Attraverso questa metafora l'autore vuole trasmettere al lettore la sua sofferenza nel vedere il corpo straziato dalla guerra e il silenzio è dovuto al fatto che non ha parole per descriverlo a voce (ci riesce solo attraverso la poesia).
penetrata
nel mio silenzio



Enjambement

La spezzatura del verso attraverso l'enjambement è presente in quasi tutti i versi di questa poesia. I versi 7-8 e 11-12 continuano col verso successivo ma non c'è una vera e propria spezzatura e si possono leggere in entrambi i modi. Invece, è abbastanza evidente che tra il verso 13-14 non vi è alcun enjambement perché l'autore inizia la terzina finale con la lettera maiuscola.
vv. 1-2; 2-3; 3-4; 4-5; 5-6; 6-7; 8-9; 9-10; 10-11; 12-13; 14-15; 15-16.



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