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Purgatorio Canto 26 - Figure retoriche

Tutte le figure retoriche presenti nel ventiseiesimo canto del Purgatorio (Canto XXVI) della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Qui di seguito trovate tutte le figure retoriche del ventiseiesimo canto del Purgatorio. In questo canto ambientato nella VII Cornice, Dante, Stazio e Virgilio sono collocati i lussuoriosi divisi in due schiere: eterosessuali e omosessuali che incontrandosi si baciano costantemente (tra questi Guido Guinizelli che si macchiò di sodomia, e Arnaldo Daniello). Per una migliore comprensione del testo vi consigliamo di leggere la parafrasi del Canto 26 del Purgatorio.


Le figure retoriche

Omero destro = sineddoche (v. 4). Cioè: "il lato destro, o la spalla destra", la parte per il tutto.

Tutti questi n’hanno maggior sete che d’acqua fredda Indo o Etïopo = similitudine (vv. 20-21). Cioè: "tutti questi penitenti avvertono sete maggiore di quanta non ne abbiano di acqua fresca gli abitanti dell'India o dell'Etiopia ne abbiano di acqua fredda".

Fai di te parete al sol, pur come tu non fossi ancora di morte intrato dentro da la rete = similitudine (vv. 22-24). Cioè: "fai ombra come chi non è ancora caduto nella rete della morte".

Poi, come grue ch’a le montagne Rife volasser parte, e parte inver’ l’arene, queste del gel, quelle del sole schife = similitudine (vv. 43-45). Cioè: "Poi come le gru che volano alcune verso i monti Rifei e altre verso i deserti, per fuggire le une il gelo e le altre il sole, così una schiera di anime se ne va e l'altra procede in senso opposto".

Sicure / d’aver = enjambement (vv. 52-53).

Le membra mie = anastrofe (v. 56). Cioè: "le mie membra".

Col sangue suo = anastrofe (v. 57). Cioè: "col loro sangue".

Donna è di sopra che m’acquista grazia = perifrasi (v. 59). Cioè: "più su c'è una donna che mi procura la grazia", per indicare Beatrice.

Rozzo e salvatico = endiadi (v. 69). Cioè: "rozzo e selvatico".

Offese di ciò per che già Cesar, triunfando, ‘Regina’ contra sé chiamar s’intese = perifrasi (vv. 76-78). Cioè: "commise lo stesso peccato (sodomia) per cui Cesare, durante il trionfo, si sentì rivolgere l'appellativo di 'Regina'". Per indicare il peccato di sodomia.

Umana legge = anastrofe (v. 83). Cioè: "legge umana".

Seguendo come bestie l’appetito = similitudine (v. 84). Cioè: "seguendo l’istinto sessuale come bestie".

Il nome di colei che s’imbestiò ne le ’mbestiate schegge = perifrasi (vv. 86-87). Per indicare Pasifae.

Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec’io = similitudine (vv. 94-96). Cioè: "Come i due figli (di Isifile), a causa della crudeltà del tiranno Licurgo, corsero ad abbracciare la madre, così mi trovai anch'io".

Padre / mio = enjambement (vv. 97-98).

Dolci e leggiadre = endiadi (v. 99).

Pasciuto fui = anastrofe (v. 103). Cioè: "fui soddisfatto".

Ti cerno / col dito = enjambement (vv. 115-116).

Quel di Lemosì = perifrasi (v. 120). Cioè: "il poeta del Limosino", per indicare Giraut de Bornelh.

Andare al chiostro nel quale è Cristo abate del collegio = perifrasi (vv. 128-129). Per indicare il Paradiso.

Disparve per lo foco, come per l’acqua il pesce andando al fondo = similitudine (vv. 134-135). Cioè: "sparì attraverso il fuoco come sparisce nell’acqua il pesce che si dirige verso il fondo".



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