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Stella - Ungaretti: parafrasi, analisi e commento

Appunto di letteratura riguardante la poesia "Stella" di Giuseppe Ungaretti: testo, parafrasi, analisi del testo, figure retoriche e commento.

La poesia "Stella" è stata scritta da Giuseppe Ungaretti e fa parte della raccolta Dialogo, nella sezione Ungà.



Indice




Testo

Stella, mia unica stella,
Nella povertà della notte, sola,
Per me, solo rifulgi,
Nella mia solitudine rifulgi;
Ma, per me, stella
Che mai non finirai d'illuminare,
Un tempo ti è concesso troppo breve,
Mi elargisci una luce
Che la disperazione in me
Non fa che acuire.



Parafrasi

Stella, la mia personale stella,
nella desolata notte
risplendi solo per me
e per riempire il mio vuoto;
Sebbene la tua luce durerà in eterno,
il tempo che ti è concesso per far luce su di me
è troppo breve.
Mi doni una luce
che non fa altro che
aumentare la mia
disperazione.



Analisi del testo e commento

Metrica: versi liberi di varia lunghezza.

Nella raccolta Dialogo sono contenute tutte le poesie dedicate a Bruna Bianco, ragazza brasiliana amata da Ungaretti negli anni della vecchiaia, con la quale si scambiava numerose corrispondenze di travolgente passione.

Lo stile è diverso da quello che ha usato nella sua raccolta più famosa, L'allegria, non avviene la distruzione del verso con continui a capo, oppure versi formati da una sola parola e spazi bianchi.

Il poeta si sente solo e disperato, per questo la notte per lui è "povera", perché sa che non ha più nulla da offrirgli. Evidentemente le bellezze della natura non gli ispirano più nulla, non gli sono più di conforto.
Gli rimane però una stella (è la speranza?) che gli sembra brilli solo per lui, per illuminare e consolare un po' la sua solitudine.
Ma anche questa è solo un'illusione.
Le stelle sono immortali (non è vero, ma... i poeti le vedono così) e anche la "sua" stella brillerà per l'eternità, lassù, nell'impassibile infinito della volta celeste, mentre lui è destinato a morire, come tutto ciò che è umano e terreno, perciò la stella "per lui" brillerà per troppo poco tempo.
Il pensiero di questa brevità gli è intollerabile e arriva ad annullare il conforto che gli dà la luce di quella stella "personale". Anzi - dice - peggiora la sua disperazione e rende ancora più acuto il suo dolore.

Da segnalare che alla parola stella corrisponde la sua giovane donna (Bruna) e alla parola luce corrisponde il sentimento dell'amore. Ungaretti ha ritrovato l'amore negli ultimi anni della sua vita, lei bella e giovanissima (e poetessa), lui vecchio e debole... non gli basta avere l'amore, perché sa già che durerà troppo poco. In questa poesia è come se volesse dire (ma non lo dice, lo lascia solo sottintendere) che avrebbe voluto conoscerla molto tempo prima, quando era meno vecchio, così avrebbe potuto trascorrere più tempo insieme a lei.



Figure retoriche

Metafora = "nella povertà della notte" (v. 2).

Figura etimologica = "sola" (v. 2) e "solo" (v.3).

Antitesi = "mai non finirai" (v. 6) e "un tempo ti è concesso troppo breve" (v. 7).

Anafora = "che...che" (v. 6 e v. 9).

Epifora = "stella" (v.1 e v.5).

Epifora = "rifulgi" (v.3 e v.4).



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