Per Hegel la storia è storia dello Spirito che si realizza. Lo Spirito (inteso come Spirito della Ragione, ma anche come Assoluta Ragione) non ha altro scopo che ritrovare se stesso: è questo il fine della storia. Questo significa che tutti i fatti storici sono assolutamente necessari e che a noi appaiono contingenti perché il nostro punto di vista è limitato, ed incapace di cogliere con lo sguardo il Tutto. Tale Tutto è visibile solo dal punto di vista dello Spirito che ha realizzato se stesso e la cui realizzazione comporta la fine stessa della storia. Nelle "Lezioni di filosofia della storia" Hegel spiega quali rapporti lo Spirito intrattenga con gli individui singoli. Essi credono di essere protagonisti della storia, ma in realtà sono solo mezzi di cui lo Spirito si serve per realizzare i propri scopi: tali individui, cui lo Spirito concede temporaneamente di emergere, sono gli "eroi", cioè dei veggenti capaci di incarnare, in quel dato periodo storico, lo Spirito della Ragione: ad una simile personalità i popoli non possono che inchinarsi e questo spiega il motivo della fortuna che questi eroi hanno avuto nella storia (Alessandro, Cesare, Napoleone); ma essi sono solo pedine che giocano in un mondo di regole già date, e cioè date dallo Spirito. Non a caso sono i popoli che incarnano al meglio il Concetto, l'Idea, che sono i dominatori, mentre gli altri popoli vengono messi da parte (ad es. Hegel pensava che l'America sarebbe stata la nuova potenza cui l'Europa si sarebbe dovuta inchinare). Questa storia allora, è per Hegel una storia provvidenziale, portatrice di una razionalità che annulla i singoli individui per trovare nella sua realizzazione il concetto più elevato di umanità.