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Uno, nessuno e centomila analisi del testo

TRAMA:
Luigi Pirandello, in questo romanzo psicologico narra la storia di un uomo ordinario, di nome Vitangelo Moscarda. Egli aveva ereditato una banca dal padre, ma questa veniva gestita da Quantorzo e Firbo, due suoi dipendenti.
Un giorno, la moglie Dida gli fece notare che il suo naso era leggermente storto. Non essendosi mai accorto di questo particolare, il protagonista pensò a quante altre cose lui non poteva vedere, ma quelli che lo circondavano osservavano in lui continuamente. Quindi Vitangelo ebbe una crisi di identità, che avrebbe sconvolto la sua vita e lo avrebbe portato alla pazzia. Pensava che ognuno sia formato da più entità che “abitano” lo stesso corpo, ognuna delle quali viene costruita dalla persona che gli si trova d’avanti. Per esempio sua moglie, che lo soprannominava Gengè aveva un’immagine di lui, che non era quella vera e ogni altra persona che conosceva lo vedeva in modo diverso, così come lui vedeva in modo diverso ogni persona. Dunque ciascuno di noi è nessuno perché nessuna entità prevale sulle altre, uno, perché tutte vivono nello stesso corpo e centomila, perché tanti sono i punti di vista delle persone con cui ci si relaziona.
Queste riflessioni profonde iniziarono a tormentare giorno e notte Vitangelo Moscarda che decise di non voler essere più visto dagli altri come un usuraio. Perciò, messosi contro Firbo, Quantorzo, il suocero e la moglie regalò una casa ad un uomo di strada, che si chiamava Marco di Dio e decise di rinunciare all’attività di banchiere, ritirando tutti i suoi soldi dalla banca. In seguito ad una lite, la moglie va via di casa, mentre il suocero e Quantorzo, dopo le testimonianze di diverse persone vollero accusare Vitangelo di essere pazzo e quindi non adatto a prendere decisioni sulla gestione della banca. In seguito il protagonista incontra Anna Rosa, un’amica di sua moglie che sembra condividere le sue filosofie di vita, ma che poi lo ferisce con un colpo di pistola.
In tribunale Anna Rosa viene assolta anche grazie alle testimonianze di Vitangelo, che dopo questa triste vicenda finisce in un ospizio abbandonato da tutti.

EVOLUZIONE DEL PROTAGONISTA:
Vitangelo Moscarda, è il protagonista del romanzo, un uomo di mezza età che si pone per la prima volta delle domande sulla sua esistenza e cerca di darne una spiegazione. Le sue riflessioni e le sue ipotesi, che lo fanno sembrare pazzo agli occhi degli altri, lo portano a compiere azioni inaspettate. Allo stesso tempo pero prende in mano la sua vita e decide di darle una svolta perché non vuole più sentirsi chiamare usuraio, ma fare qualcosa per aiutare anche gli altri. I suoi tentavi falliscono in quanto le persone che lo circondano non accettano un tale cambiamento e lo attribuiscono alla pazzia. Tuttavia Vitangelo non rinuncia mai a credere nelle sue idee e arriva a rovinarsi la vita: la moglie lo abbandona, perde il controllo sulla banca e rimane da solo.

COMMENTO:
Il libro è stato alquanto interessante, perché l’autore ha analizzato perfettamente tutti i tratti psicologici del protagonista. Tuttavia, anche se il romanzo era scorrevole e la trama abbastanza semplice, non mi ha coinvolto in modo particolare, dato che considero ingiusto e inopportuno rovinasi una vita tranquilla per delle semplici considerazioni sull’esistenza e sulle relazioni di ogni persona con gli altri. Non nego comunque che questa vicenda mi ha fatto anche riflettere sulla veridicità e la complessità delle idee di Moscarda.

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