Riassunto:
E' la storia di Cesira, una donna intraprendente, dinamica, intrepida di un coraggio che proviene dall'ignoranza. Proveniente dalla campagna si inserisce abbastanza bene nella Roma del periodo fascista, vive, lavorando in un negozio suo. Il marito, un uomo rozzo, vecchio e losco come lei stessa lo descrive, muore presto, lasciandola insieme alla figlia di fronte alla vita di cui presto scopre di essere inesperta.
Sa' sbrigarsela con i clienti, si da, a volte, alla borsa nera; pensa a se, al negozio e alla figlia, il resto non importa e sa appena che c'è la guerra (2° guerra mondiale) perché sente volare sopra la sua testa gli aerei. Del resto per lei la guerra è un fattore anche positivo, sembra assurdo, perché ha conosciuto solo quello, infatti può darsi alla borsa nera e arricchirsi, per lei quello conta. Ma sarà proprio la guerra a maturare madre e figlia, a distruggere beni e valori, a far sorgere speranze.
Partono come sfollate per un paesino di montagna dove scoprono la miseria vera e propria, fatta di abiti arrangiati, ciocie e sporcizia, e la povertà intellettuale visibile negli argomenti trattati: cibo e mangiare, sia quando bastava (assurdo dire abbondava) sia quando scarseggiava. Incontrano miriade di contadinotti e altri sfollati, così diversi nella manifestazione della loro povertà, ma così meschinamente accomunati da essa da farne uomini o meglio bestie tutte uguali. Ma l'incontro più importante è quello con Michele, appellato il professore, l'unico che si renda conto di problemi più vasti e complessi, l'unico che abbia ideali per cui combattere, l'unico che riconosce dagli amici i nemici sia pure mascherati da uno spirito di altruismo che da una espressione compassionevole. Da Michele, Cesira imparerà tante cose e di lui serberà come ricordo la certezza di aver conosciuto un vero uomo.
Rosetta è il terzo personaggio su cui gravita tutta la storia. Differentemente dalla madre è estremamente religiosa e timida, di una bontà come solo i Santi ne hanno una simile; la madre la paragona ad una pecorella e come una pecorella questa sarà violentata addirittura in una chiesa; vittima di una guerra che le fa orrore, sconvolta si abbandona alla dissoluzione di valori che in altri tempi non avrebbe osato intaccare: diventa più o meno una prostituta.
Cesira a questo punto sente che la sua autorità di madre è stata violata insieme a tutto il resto, speranza e disperazione si alternano. Ma la vicenda ha fatto maturare Cesira e Rosetta che dopo la guerra, subito lo shock della morte di Michele assassinato dai tedeschi, ritornano a Roma più donne entrambe, riabilitate da quelli che riconoscono effetti della guerra.
Lo stile del Moravia mi è piaciuto. Anche l'espressione è molto vivace, per cui colpisce e risulta interessante.
E' la storia di Cesira, una donna intraprendente, dinamica, intrepida di un coraggio che proviene dall'ignoranza. Proveniente dalla campagna si inserisce abbastanza bene nella Roma del periodo fascista, vive, lavorando in un negozio suo. Il marito, un uomo rozzo, vecchio e losco come lei stessa lo descrive, muore presto, lasciandola insieme alla figlia di fronte alla vita di cui presto scopre di essere inesperta.
Sa' sbrigarsela con i clienti, si da, a volte, alla borsa nera; pensa a se, al negozio e alla figlia, il resto non importa e sa appena che c'è la guerra (2° guerra mondiale) perché sente volare sopra la sua testa gli aerei. Del resto per lei la guerra è un fattore anche positivo, sembra assurdo, perché ha conosciuto solo quello, infatti può darsi alla borsa nera e arricchirsi, per lei quello conta. Ma sarà proprio la guerra a maturare madre e figlia, a distruggere beni e valori, a far sorgere speranze.
Partono come sfollate per un paesino di montagna dove scoprono la miseria vera e propria, fatta di abiti arrangiati, ciocie e sporcizia, e la povertà intellettuale visibile negli argomenti trattati: cibo e mangiare, sia quando bastava (assurdo dire abbondava) sia quando scarseggiava. Incontrano miriade di contadinotti e altri sfollati, così diversi nella manifestazione della loro povertà, ma così meschinamente accomunati da essa da farne uomini o meglio bestie tutte uguali. Ma l'incontro più importante è quello con Michele, appellato il professore, l'unico che si renda conto di problemi più vasti e complessi, l'unico che abbia ideali per cui combattere, l'unico che riconosce dagli amici i nemici sia pure mascherati da uno spirito di altruismo che da una espressione compassionevole. Da Michele, Cesira imparerà tante cose e di lui serberà come ricordo la certezza di aver conosciuto un vero uomo.
Rosetta è il terzo personaggio su cui gravita tutta la storia. Differentemente dalla madre è estremamente religiosa e timida, di una bontà come solo i Santi ne hanno una simile; la madre la paragona ad una pecorella e come una pecorella questa sarà violentata addirittura in una chiesa; vittima di una guerra che le fa orrore, sconvolta si abbandona alla dissoluzione di valori che in altri tempi non avrebbe osato intaccare: diventa più o meno una prostituta.
Cesira a questo punto sente che la sua autorità di madre è stata violata insieme a tutto il resto, speranza e disperazione si alternano. Ma la vicenda ha fatto maturare Cesira e Rosetta che dopo la guerra, subito lo shock della morte di Michele assassinato dai tedeschi, ritornano a Roma più donne entrambe, riabilitate da quelli che riconoscono effetti della guerra.
Lo stile del Moravia mi è piaciuto. Anche l'espressione è molto vivace, per cui colpisce e risulta interessante.