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Tema su Eugenio Montale

Tema svolto:

Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896, in una famiglia agiata, sesto figlio di Giuseppina Ricci e di Domenico, commerciante di prodotti chimici. Nella città ligure compie i primi studi; a partire dal 1905 trascorre le estati della sua giovinezza nella casa di famiglia di Monterosso, un paese delle Cinque Terre. Per motivi di salute deve abbandonare gli studi tecnici al terzo anno; li riprende in seguito da autodidadatta, con l’aiuto della sorella Marianna. Dopo essersi diplomato ragioniere nel 1915, comincia a lavorare nella ditta paterna e anche a studiare canto operistico, deciso a diventare un cantante professionista. Intanto legge molto, frequentando le biblioteche genovesi.
Nel mentre scoppia la Prima guerra mondiale. Montale viene arruolato nel 1917 e inviato prima alla scuola ufficiali di Parma (dove conosce il critico e poeta Sergio Solmi, che gli resterà amico per tutta la vita) e poi (1918) sul fronte di Vallarsa, in Trentino.
Congedatosi nel 1920, può fare ritorno a Genova. Frequenta artisti e letterati e riprende lo studio del canto. Comincia a scrivere articoli di letteratura: il primo è una recensione dedicata a Trucioli del poeta ligure Camillo Sbarbaro. Conosce la giovane Anna degli Uberti, che successivamente canterà in versi con lo pseudonimo di Arletta (o Annetta): prima di una serie di figure femminili destinate ad abitare le sue poesie a leggere scrittor nuovi come Svevo, Kafka, Musil. Escono intanto le sue prime poesie sulla rivista torinese Primo tempo, diretta da Sergio Solmi e Giacom Debenedetto Croce. In quello stesso anno esce il suo primo volume di versi, Ossi di seppia, pubblicato dal giovane editore torinese Piero Gobetti; l’edizione è sostenuta da un contributo economico del padre del poeta.
Per rendersi economicamente indipendente, si trasferisce nel 1927 a Firenze, assunto come redattore dall’editore fiorentino Bemporad. Poco dopo, nel 1929, sempre a Firenze, viene chiamato a dirigere come bibliotecario una prestigiosa istituzione culturale, il Gabinetto G.P. Vieusseux.
Sul piano letterario, sono anni fecondi e pieni d’incontri per Montale, che frequenta il caffè delle Giubbe Rosse in piazza Vittorio, punto di ritrovo dei giovani poeti ermetici e degli scrittori di Solaria. Nel 1933 conosce la giovane studiosa americana Irma Brandeis (poi cantata con lo pseudonimo poetico di Clizia) e la futura moglie Drusilla Tanzi (ribattezzata la Mosca), all’epoca sposata con il critico d’arte Matteo Marangoni. Compie anche alcuni viaggi all’estero.
Nel dicembre del 1938 Montale viene licenziato dal Vieusseux perché non iscritto al partito fascista; si guadagna allora da vivere come traduttore di scrittori stranieri (Shakespeare, Eliot, Cervantes). Nel 1939 esce a stampa il suo secondo libro di versi, dal titolo Le occasioni.
Trascorre gli anni della Seconda guerra mondiale a Genova, tra molte difficoltà e ospitando anche amici profughi (Umberto Saba, Carlo Levi e altri). Nel 1943 esce a Lugano, in edizione semiclandestina, La bufera e altro (1956). Nel 1945 aderisce al Partito d’azione, di orientamento antifascista, laico e repubblicano.
Dal 1946 Montale comincia a collaborare in qualità di critico musicale al Corriere d’informazione. Due anni dopo prende a scrivere sul Corriere della Sera; il suo primo articolo è un prestigioso editoriale sulla morte di Gandhi. Nel 1951 si trasferisce stabilmente a Milano: nella redazione del Corriere divide la sua stanza con Indro Montanelli.
Nel 1956 esce il suo terzo libro di versi, La bufera e altro, seguito dalle prose poetiche della Farfalla di Dinard. A quest’epoca risale l’amicizia con la poetessa Maria Luisa Spaziani, da lui cantata con lo pseudonimo della Volpe. Nel 1963 sposa con doppio rito, religioso e civile, Drusilla, che però pochi mesi dopo muore, in seguito a una caduta accidentale.
Nel 1967 il presidente della Repubblica Saragat nomina Montale senatore a vita per i suoi altissimi meriti nel campo letterario e artistico. Escono intanto libri che raccolgono il meglio dei suoi scritti giornalistici: Auto da fé nel 1966 e Fuori di casa nel 1969.
La società italiana è attraversata, in quegli anni, dal boom economico, dalla diffusione dei mass-media ma anche dal fenomeno della contestazione giovanile: Montale guarda con ironia e amarezza al mondo massificato che lo circonda e nel quale la poesia sembra avere perduto il proprio ruolo. Il suo silenzio poetico è interrotto nel 1971 da un nuovo libro di versi, Satura, che abbassa, rivoluzionandoli, i temi e il linguaggio precedenti.
Nel 1973 cessa la sua collaborazione con il Corriere della Sera, per il quale ha scritto, tra firmati e non firmati, ben 1505 articoli. Nel 1975 ottiene il premio Nobel per la letteratura, quinto italiano dopo Carducci (1906), Grazia Deledda (1926), Pirandello (1934) e Quasimodo (1959). Nel dicembre 1980 l’editore Einaudi pubblica l’edizione critica di tutte le sue poesie. Montale muore a Milano nel 1981.



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