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Riassunto: Il Deserto dei Tartari

di Dino Buzzati
Riassunto:

Pubblicato nel 1940 con grande successo, il romanzo costruisce una narrazione fantastica, almeno nella sua cornice: si ambienta in una lontana fortezza, nel deserto, in un luogo e in un'epoca imprecisati; così come misteriosi sono i Tartari, i nemici sempre attesi e che non giungono mai. Il protagonista, l'ufficiale Giovanni Drogo, trascorre quasi tutta la sua vita in tale inutile attesa. Nessuno sa esattamente dove sia situata la Fortezza Bastiani, come e perché i Tartari attaccheranno, né per quanto tempo durerà l'attesa. Ognuno dei militari della Fortezza, però nasconde a se stesso e agli altri l'irragionevolezza di questa condizione. Drogo invecchia in questa vana attesa, anche se quasi cessa di credere nella temuta invasione. Nel frattempo viene promosso prima capitano e poi maggiore; infine si ammala di un esaurimento fisico e nervoso. Ma proprio allora l'evento sembra accadere: dal deserto i Tartari avanzano, o così almeno pare, contro la Fortezza Bastiani; Drogo però è troppo ammalato: deve lasciare i compagni e morire in solitudine, in città.
Il significato del romanzo è che la vita umana rappresenta una perenne attesa, che si scioglie con il sopraggiungere della morte. Solo la speranza, o meglio l'illusione, può sostenere l'esistenza (un tema vicino all'esistenzialismo filosofico). Ma, afferma Buzzati, alla fine nulla più resta, se non la realtà della morte. Essa giunge come condanna definitiva e, insieme, come liberazione dalla frustante attesa e dall'angoscia del vivere. Tali motivi ricorrono in molte altre pagine di Buzzati, per esempio nei racconti che danno vita alla raccolta I sette messaggeri (1942).
Ad accrescere la carica di assurdo della vicenda concorrono gli elementi di contorno del romanzo: anzitutto il paesaggio desertico che fa da cornice, simbolo d'indefinitezza e solitudine; poi la Fortezza Bastiani, una costruzione gialla, imponente, inutile e misteriosa; e infine la vita militare che in essa si svolge. Con i suoi cerimoniali e il suo regolamento, rigido e un po' grottesco, la routine della guarnigione genera apatia e assuefazione, o induce ad accarezzare vani e ingannevoli progetti di possibili imprese eroiche.



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