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Riassunto: Il Ritratto di Dorian Gray

Riassunto:
Uscì nel 1890 su rivista (il Lippincott’s Monthly Magazine) e l’anno seguente, in una versione molto accresciuta, in volume.. A differenza di Huysmans, che aveva scritto un romanzo saggio, Wilde si preoccupò di costruire un intreccio interessante, inserendo le riflessioni di stampo estetico in una trama tra il giallo e il fantastico. Base dell’opera è una filosofia di vita immorale, tutta incentrata sul raggiungimento del piacere. Ma il piacere a cui aspira Dorian Gray non è un piacere banale, perché tende al Bello assoluto. Wilde si difese dall’accusa di avere scritto un libro immorale con il famoso aforisma incluso nella prefazione del 1891: Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
Il pittore Basil Hallward ha dipinto per il giovane e bellissimo amico Dorian Gray un ritratto e glielo ha regalato. Dorian esprime un desiderio: gli piacerebbe che fosse quella figura a invecchiare al posto suo.
Per magia, è proprio così che accade. Ma prima di accorgersene, il protagonista intraprende una vita dissoluta, da perfetto dandy, influenzato da Lord Henry Wotton. Comincia con l’abbandonare la fidanzata Sybil, un attrice che aveva avuto l’unico torto di recitare male Shakespeare. Sul volto del ritratto compaiono i primi segni della crudeltà di Dorian: egli capisce che il suo desiderio si è avverato.
L’impunità esteriore lo convince a praticare tutti i vizi, senza ritegno; rimane però bellissimo, mentre l’immagine del quadro diventa sempre più vecchia e ripugnante. Basil cerca di ammonire l’amico, ma Dorian non sopporta i rimproveri e perciò uccide il pittore. Il cadavere viene fatto sparire da un chimico di sua conoscenza, che poi si suicida.
Si fa vivo il fratello di Sybil, che vorrebbe punire Dorian; ma un mortale incidente di caccia lo toglie di mezzo. Per Dorian quel quadro che gli ricorda la sua malvagità è insopportabile. Una notte colpisce il ritratto con un coltello, ma subito cade a terra trafitto. I servi accorsi vedono alla parete l’immagine dipinta del padrone, sfolgorante di giovinezza; ai loro piedi giace un orribile rugoso, riconoscibile solo grazia ai suoi anelli.

Temi trattati: il culto della bellezza, l’esaltazione della giovinezza, unica età della bellezza, l’odio verso il tempo, che distrugge giovinezza e bellezza.
Anno: 1890.

La rivelazione della bellezza, da Il ritratto di Dorian Gray, capitolo II
L’anziano Lord Henry, tipico esteta, e Dorian si trovano in giardino; al loro dialogo assiste il pittore Basil Hallward, che sta eseguendo il ritratto del bellissimo Dorian.
Più che di un dialogo si tratta di un monologo di Lord Henry. Egli comincia con l’esortare il giovane Dorian a non esporsi troppo al sole, perché potrebbe sciupare la sua bellezza; poi sviluppa l’idea proclamando il primato di bellezza e giovinezza e il dovere di goderne finché si può. Tale discorso turba molto il suo giovane interlocutore.
Di fronte all’inevitabile avvicinarsi della vecchiaia e della morte, abbiamo, dice l’esteta Lord Wottom, un’unica possibilità di salvezza: vivere in pienezza la nostra esistenza, ricercando continuamente nuove sensazioni. Solo l’esasperato godimento dei sensi può ovviare a quella precarietà che è tipica dell’esperienza umana. Ora, godere dei sensi significa ricercare sempre qualcosa di nuovo, di bello: significa cioè costruire la propria esistenza come un’opera d’arte preziosa, secondo i dettami dell’estetismo decadente.
Vivere di piaceri, di bellezza, di sensazioni eccezionali, significa porsi molto al di sopra della sensibilità comune. Perciò l’anziano Lord mette in guardia Dorian dalla banalità della gente noiosa e mediocre. L’esteta si configura come persona superiore alla massa, di sensibilità straordinaria, padrone della propria vita, di cui è artefice raffinato. Ma proprio per percezione della realtà è incomunicabile, non condivisibile a causa della sua superiorità sulla massa della gente comune.
Il monologo di Lord Wotton utilizza un lessico di tono elevato, adeguato ai suoi contenuti estetizzanti. Ricorre a figure retoriche, come la metafora conchiglia argentea, per indicare la luna, o l’iperbole la bellezza è la meraviglia delle meraviglie.
Elaborato è anche il lessico con cui si definiscono gli aspetti della natura (stelle purpuree, verde notte delle sue foglie, un’ape vellutata).
La sintassi è prevalentemente paratattica: l’estetismo si affida alle fuggevoli sensazioni, non ai ragionamenti, e non ha perciò bisogno di ricorrere a una sintassi elaborata. Si riscontrano numerose interrogative ed esclamazioni, per accompagnare gli inviti rivolti al giovane Dorian: Ah! Approfitti della giovinezza… Non sprechi l’oro dei suoi giorni… Deve vivere! Vivere la vita meravigliosa che è in lei! Non lasci perdere nulla! Cerchi sempre sensazioni nuove! Non abbia paura di nulla…

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