di Salvatore Quasimodo
Analisi del testo:
Salvatore Quasimodo lancia un appello perché un futuro di pace, di umana fratellanza possa prospettarsi alle giovani generazioni. L’uomo di oggi - egli dice - nella sua antica abitudine all’odio e alla violenza, è ancora quello dell’epoca delle pietra, e della fionda. Anzi, gli strumenti di morte di cui oggi si avvale, grazie ai progressi della scienza e della tecnica, sono molto più efficaci. L’uomo di oggi uccide ancora, come sempre; il suo cuore è rimasto duro e feroce come quello di Caino quando uccise il fratello Abele. Ma se i figli, cioè i giovani di oggi, riusciranno a dimenticare il sangue fatto scorrere dai loro padri, a cancellare l’odio verso i loro fratelli lasciato loro in eredità, rinasceranno tempi nuovi, di serenità e di pace. L’uomo a cui si rivolge il poeta nel titolo della poesia, è un uomo delle generazioni passate, che hanno portato morte, distruzione e barbarie; infatti, il poeta che compone questa poesia ha sotto gli occhi gli orrori della seconda guerra mondiale, che hanno sconvolto il suo animo. Nella poesia, l’argomento principale (e di cui vuole renderci partecipi il poeta) è quello di superare l’odio, le barbarie e la distruzione dell’uomo del passato e creare un futuro di pace e fratellanza. Il testo poetico è stato scritto dopo la fine Seconda guerra mondiale, infatti il poeta fa riferimento alle terribili armi che sono state utilizzate in questo conflitto e alla scienza che è stata piegata allo sterminio. La lirica è facilmente divisibile in due parti: la prima dal verso uno al verso tredici, mentre la seconda da questo punto alla fine. Nella prima parte il poeta rivolge la poesia a tutti gli uomini del passato, partendo da Caino, il primo uomo ad uccidere, ed arrivando fino alla Seconda grande guerra. I tempi qui utilizzati sono il presente indicativo, l’imperfetto indicativo, il passato prossimo e il passato remoto. Nella seconda parte, invece, la poesia è scritta per noi uomini di oggi. Il poeta esorta vivamente noi giovani a dimenticare i nostri padri e riesce a fare ciò attraverso l’uso dell’imperativo presente. Anche gli scienziati, secondo il poeta, sono degli uomini da dimenticare nei loro sepolcri, il quanto hanno piegato la scienza, creandone una loro, attua allo sterminio. La poesia si rivolge a tutti gli uomini del nostro tempo, chiedendoci di dimenticare gli scempi, per creare una società migliore, serena e pacifica. Nelle strofe quattro e cinque abbiamo la ripetizione delle parole: t’ho visto, questo serve per dare più forza alla sua affermazione. Anche nei versi sette e otto viene ripetuto il verbo: uccidere; l’effetto che ne riceviamo è quello della gravità e della frequenza con cui l’uomo ha portato morte sulla faccia della terra.nella poesia ci sono diverse metafore che hanno i seguenti significati.
Analisi del testo:
Salvatore Quasimodo lancia un appello perché un futuro di pace, di umana fratellanza possa prospettarsi alle giovani generazioni. L’uomo di oggi - egli dice - nella sua antica abitudine all’odio e alla violenza, è ancora quello dell’epoca delle pietra, e della fionda. Anzi, gli strumenti di morte di cui oggi si avvale, grazie ai progressi della scienza e della tecnica, sono molto più efficaci. L’uomo di oggi uccide ancora, come sempre; il suo cuore è rimasto duro e feroce come quello di Caino quando uccise il fratello Abele. Ma se i figli, cioè i giovani di oggi, riusciranno a dimenticare il sangue fatto scorrere dai loro padri, a cancellare l’odio verso i loro fratelli lasciato loro in eredità, rinasceranno tempi nuovi, di serenità e di pace. L’uomo a cui si rivolge il poeta nel titolo della poesia, è un uomo delle generazioni passate, che hanno portato morte, distruzione e barbarie; infatti, il poeta che compone questa poesia ha sotto gli occhi gli orrori della seconda guerra mondiale, che hanno sconvolto il suo animo. Nella poesia, l’argomento principale (e di cui vuole renderci partecipi il poeta) è quello di superare l’odio, le barbarie e la distruzione dell’uomo del passato e creare un futuro di pace e fratellanza. Il testo poetico è stato scritto dopo la fine Seconda guerra mondiale, infatti il poeta fa riferimento alle terribili armi che sono state utilizzate in questo conflitto e alla scienza che è stata piegata allo sterminio. La lirica è facilmente divisibile in due parti: la prima dal verso uno al verso tredici, mentre la seconda da questo punto alla fine. Nella prima parte il poeta rivolge la poesia a tutti gli uomini del passato, partendo da Caino, il primo uomo ad uccidere, ed arrivando fino alla Seconda grande guerra. I tempi qui utilizzati sono il presente indicativo, l’imperfetto indicativo, il passato prossimo e il passato remoto. Nella seconda parte, invece, la poesia è scritta per noi uomini di oggi. Il poeta esorta vivamente noi giovani a dimenticare i nostri padri e riesce a fare ciò attraverso l’uso dell’imperativo presente. Anche gli scienziati, secondo il poeta, sono degli uomini da dimenticare nei loro sepolcri, il quanto hanno piegato la scienza, creandone una loro, attua allo sterminio. La poesia si rivolge a tutti gli uomini del nostro tempo, chiedendoci di dimenticare gli scempi, per creare una società migliore, serena e pacifica. Nelle strofe quattro e cinque abbiamo la ripetizione delle parole: t’ho visto, questo serve per dare più forza alla sua affermazione. Anche nei versi sette e otto viene ripetuto il verbo: uccidere; l’effetto che ne riceviamo è quello della gravità e della frequenza con cui l’uomo ha portato morte sulla faccia della terra.nella poesia ci sono diverse metafore che hanno i seguenti significati.