Analisi del testo:
L'intensità del linguaggio ermetico è particolarmente esemplificabile in questi versi di Quasimodo; ogni parola ha una funzione precisa, pregnante di significatoo e di suggestione. Analizziamola.
1. <<ognuno>>: il pronome indefiniti, così in posizione dominante, diventa la parola chiave di tutta la lirica. In essa sentiamo sottolineata la solitudinenon solo dell'uomo, ma di ogni essere terrestre. Il poeta, infatti, non dice <<ogni uomo>>, ma lascia indefinito il termine a dare maggiore rilievo al dramma della solitudine.
2. <<sta>>: questo verbo ci esprime la sua intensa simbologia. Ogni essere, attonito e smarrito, è come in attesa. Di che cosa? di capire il mondo in cui si trova; di dare un senso a ciò che lo circonda; di cercare il fine a cui la sua esistenza mira; di affrontare le prove che lo aspettano.
3. <<solo>>: lo smarrimento dell'attesa è intensificato dalla solitudine; nessuno può delegare ad altri la scelta della sua vita, né può sfuggire alle sue responsabilità.
4. <<sul cuore della terra>>: nessuno è marginale o meno importante: nell'economia dell'universo ogni essere è un piccolo cosmo al centro della terra, sul cuore stesso della terra, madre di tutti.
5. <<trafitto...sole>>: c'è per ogni essere il balenìo felice della folgorazione che indica la strada. Un pungente raggio di sole che scuote ogni abbandono, stimola l'immobilità, indica finalmente il cammino che si cercava.
Simbolicamente la maturità della vita ci fa capire il senso del vivere. Ma è un intuizione fuggevole!
6. <<ed è subito sera>>: troppo in fretta arriva il tramonto in cui il raggio svanisce e la vita si ferma (non ti sei reso conto di vivere che già devi morire). Tutto ciò che è terreno è caduco e la sua durata nel tempo è breve.
Ti abbiamo suggerito una delle possibili interpretazioni di questi versi, ma tu stesso puoi darne una spiegazione più ampia e diversa, per esempio, questa che segue o un'altra del tutto diversa.
Questo messaggio poetico si articola in tre versi intonati a tre momenti della vita: l'esistenza triste e solitaria; qualche breve attimo di gioia; la vecchiaia. Proviamo ad analizzarli.
Ognuno sta solo sul cuor della terra. E' una concezione pessimistica: tutti gli esseri umani trascorrono la vita chiusi nella loro solitudine, ma ognuno la vive e sopporta a modo suo, secondo il suo carattere e le sue scelte (quell'Ognuno, così disposto in principio di verso, campeggia e sottolinea l'individualità dell'uomo: in una vita tanto uniforme e solitaria, comune a tutti, <<ognuno sta solo>>).
trafitto da un raggio di sole. un raggio di gioia in tanto squallore, un guizzo breve come una <<trafittatura>>, un lampo che ravviva la vita. Ma anche in questa nota di luce serena riaffiora il pessimismo del poeta: la durata della gioia è breve, è appena un <<raggio di sole>> nel deserto dell'esistenza.
ed è subito sera. bellissima immagine e tanto profonda! Vi è condensata una tragica realtà: tutto passa veloce, la felicità e la vita stessa, ed ecco subito la sera, vecchiaia, talvolta ancora più tetra e solitaria, e la fine.
SCHEMA METRICO: tre versi liberi. Il primo si presenta come un doppio senario, il secondo è un novenario e il terzo (sul quale converge l'intero ritmo del componimento) un settenario. La scelta dei versi ha una funzione anche visiva:
il primo, un lungo e lento dodecasillabo, evidenzia la stupefazione e l'attesa;
il terzo, breve e rapido settenario, accende il precipitare della drammatica conclusione.