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Verismo in Italia: definizione, caratteristiche, esponenti

Che cos'è il verismo italiano? Quali sono le caratteristiche principali del verismo e quali esponenti o autori ne fanno parte?
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Il Verismo è stato un movimento letterario nato in Italia nella seconda metà dell'Ottocenteo, più precisamente tra il 1875 e il 1895. Era influenzato dal Positivismo, che poneva fiducia totale nella scienza e nel metodo sperimentale, e traeva ispirazione dal Naturalismo, movimento letterario nato in Francia nello stesso periodo.





Verismo: scheda informativa

Cosa Il Verismo
Quando Tra il 1875 e il 1895
Dove Italia
Chi Giovanni Verga e Luigi Capuana
Perché Per rappresentare una realtà oggettiva



Verismo italiano: riassunto

In questo pagina andremo a vedere la definizione di Verismo, le sue caratteristiche principali, gli autori veristi più famosi e come e quando esso si è concluso e cosa è venuto dopo di esso.



Verismo: definizione

Con il termine Verismo si fa riferimento a un movimento che è basato sul vero, cioé che aderisce pienamente alla realtà, rappresentandola in modo oggettivo, ovvero senza lasciarsi influenzare dai pregiudizi e affrontando anche le tematiche più crude.



Verismo: caratteristiche principali

Le principali caratteristiche del Verismo sono:
  • Diffondere il vero: narrare situazioni reali, la vita quotidiana della gente, le problematiche economiche e sociali del sud Italia rimasto arretrato all'indomani dell'Unità d'Italia (1861), come una forma di denuncia per dare visibilità a coloro che, appartenenti a classi sociali povere, non hanno voce in capitolo. Ad esempio, i protagonisti sono personaggi umili come contadini, minatori, pescatori, accomunati da misere condizioni di vita.
  • Principio dell'impersonalità: l'autore deve mantenersi distaccato, cioè deve agire in terza persona e sempre in modo oggettivo, evitando di fare commenti e intrusioni che possano influenzare il pensiero del lettore su uno specifico personaggio. Ad esempio, Verga era solito servirsi della voce altrui come quella dei tanti abitanti anonimi del paese.
  • I personaggi: sono descritti per come appaiono esternamente, piuttosto che per i loro sentimenti interni. Perciò alle loro emozioni si preferisce rivolgere maggiore attenzione alle loro parole, ai loro gesti e alle loro espressioni facciali.
  • Linguaggio: dato che i personaggi delle opere veriste sono gente umile, poco colta e addirittura analfabeta, il linguaggio adottato è molto semplice e utilizza forme dialettali e modi di dire.
  • Il pessimismo: "Chi nasce tondo non può morire quadrato" recita un noto proverbio poco ottimistico. Allo stesso modo i personaggi delle opere veriste iniziano da una situazione di miseria e insoddisfazione e concludono la storia allo stesso modo o ancora peggio di come avevano iniziato. Il loro destino sembra essere già segnato ancora prima di cominciare, come se tra loro e la felicità vi fosse una barriera invalicabile.



Principali esponenti del Verismo

Il principale scrittore verista è Giovanni Verga (1840-1922), ma i fondamenti della poetica del verismo sono stati stabiliti da Luigi Capuana (1839-1915).

Luigi Capuana divulga il Naturalismo in Italia e il suo primo romanzo verista s'intitola "Giacinta" (1879).

Tra i principali capolavori del Verismo scritti da Giovanni Verga vi sono: le novelle "Vita dei campi" e "Novelle rusticane", e i romanzi "I Malavoglia" e "Mastro-don Gesualdo", nei quali applica il principio di impersonalità.

Il Verismo giunge al termine con Federico De Roberto, che narra il ciclo delle vicende di un'aristocratica famiglia siciliana, gli Uzeda, nei tre romanzi: "L'illusione", "I Viceré", "L'Imperio". Tuttavia, rispetto a Verga che focalizzava la sua attenzione sui ceti più umili, De Roberto trasferisce l'attenzione ai ceti più nobili.



La fine del verismo: quando e perché

Tra la fine dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento, lo scrittore entra in crisi in quanto non riesce a rappresentare la vita quotidiana come avrebbe voluto. L'intento era quello di descrivere i fatti in modo distaccato e oggettivo (che è lo stile verista), ma si sente escluso e si chiude in sé stesso. Dunque, perde fiducia nella ragione e si interessa al mondo misterioso che si nasconde dietro la realtà. Si diffonde un senso di sconfitta tra di loro: nasce così il Decadentismo, sviluppatosi dapprima in Francia e poi diffusosi nel resto d'Europa.



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