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Parafrasi: La primavera hitleriana

di Eugenio Montale
Parafrasi:


[Versi 1-7] Lo sciame bianco delle farfalle impazzite gira nell'aria (turbina) intorno agli smorti lampioni e sui muretti, distende a terra uno strato (coltre) sul quale i piedi scricchiolano, come sullo zucchero; l'estate che sta giungendo adesso emana il gelo notturno che era contenuto nei nascondigli (cave) segreti dell'inverno (la stagione morta), negli orti che dal paese Maianosi susseguono fino a queste rive sabbiose (renai da rena=sabbia).

[Versi 8-19] Da poco tempo è passato in fretta (a volo) sul corso (di Firenze) un messaggero dell'inferno (Hitler), tra un grido di saluto dei seguaci (scherani= fascisti), un golfo mistico tutto illuminato (acceso) e addobbato di croci uncinate (il simbolo del nazismo) lo ha acolto e inghiottito, sono state chiuse le vetrine dei negozi, con scarse merci e inoffensive, benchè piene di cannoni e altri giocattoli di guerra, il macellaio (beccaio) che adornava (infiorava) di bacche il muso dei capretti uccisi ha chiuso, la festa degli assassini borghesi (i sostenitori del fascismo) che ancora non presagiscono il sangue si è trasformata in un volgare balletto (sozzo trescone) di ali spezzate (quelle delle farfalle), di larve d'insetto sugli argini (golene), mentre l'acqua continua a consumare (rodere) le sponde e nessuno più, ormai, è senza colpa.

[Versi 20-30] Tutto è stato dunque inutile? sia i fuochi d'artificio (le candele romane) nel giormno di San Giovanni, che illuminavano (sbiancavano) l'orizzonte con lentezza, sia le promesse (i pegni) e i prolungati commiati, che hanno avuto l'intensità delle consacrazioni (forti come un battesimo), mentre la folla (l'orda) luttuosamente attendeva Hitler: ma una stella cadente (una gemma) attraversò il cielo proiettando, sui ghiacci e le coste (riviere) delle tue regioni (lidi), i sette angeli di Tobia, la semina del futuro; sia i girasoli (gli eliotropi) sorti dalle tue mani, Clizia tutto, dunque, bruciato e divorato (arso e succhiato) dalle farfalle (letteralmente: un polline bianco) che muoiono stridendo come un falò e sono gelate come il vento di sinibbio...

[Versi 30-32] Oh la primavera ferita (piagata) è comunque una festa, sa sa trasformare nel gelo della morte questa morte (prodotta dalla visita di Hitler).

[Versi 32-37] Clizia, tu che, pur essendoti trasformata (mutata), conservi (serbi) amore non cambiato, guarda ancora verso l'alto, è il tuo destino, fino a quando l'amore segreto che rechi in te stessa non si abbagli in Dio e non si annulli, in Dio, per noi tutti.

[Versi 37-43] Forse i suoni delle sirene, i rintocchi che festaggiano fascisti e nazisti (i mostri) nella sera di questo loro incontro diabolico, già si mescolano con il suono che, inviato (slegato=liberato) dal cielo, scnede sulla Terra e vince con il sopraggiungere di un'alba chiara ma senza le ali raccapriccianti, che rispunti nel futuro per tutti gli uomini, sulle rive bruciate del sud...



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