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Purgatorio Canto 23 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del ventitreesimo canto (canto XXIII) del Purgatorio dantesco.
Incontro con Forese Donati, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: martedì 12 aprile 1300, dopo mezzogiorno

Luogo: cornice VI. Sulla cornice si ergono due strani alberi a forma di abete rovesciato, dai frutti dolci e profumati. Dalla parete di roccia sgorga un’acqua limpida che si spande sulle foglie.

Personaggi: Dante, Virgilio, Forese Donati, Stazio

Penitenti e pena: Golosi. Si abbandonarono al raffinato piacere di mangiare e bere e ora, orribilmente smagriti, passano sotto alberi carichi di frutti profumati e freschi d’acqua, senza poterli toccare, soffrendo così la fame e la sete. Tra le fronde dei due alberi della cornice si odono voci che gridano esempi di temperanza e di gola punita.



Sintesi

Sesta cornice: tra i golosi
Dante guarda incuriosito tra le fronde dell'albero da cui proviene la voce che grida esempi di sobrietà, ma Virgilio lo esorta a riprendere il cammino. Si ode intanto levarsi il canto Signore, apri le mie labbra, accompagnato dal pianto delle anime penitenti. Dietro ai poeti avanza una schiera di spiriti pallidi e magrissimi, con gli occhi incavati e la pelle secca e squamosa.


Forese Donati
Dante sta ancora chiedendosi la ragione del loro aspetto così sofferto quando uno di essi, felice di incontrarlo, gli rivolge la parola: è l'amico Forese Donati, a tal punto sfigurato dalla magrezza, da essere irriconoscibile al poeta se non dalla voce. Forese vuole sapere come mai Dante si trovi vivo nel Purgatorio e chi siano i suoi compagni, e il poeta, sopraffatto dall'emozione, lo prega di svelare che cosa consumi quelle anime.


La magrezza dei golosi
Forese gli spiega che la magrezza dei golosi dipende dal desiderio insoddisfatto di bere e di mangiare provocato dall'odore dei frutti dell'albero e dalla visione dell'acqua che bagna la sua chioma. Dante chiede ancora all'amico come sia accaduto che, pentitosi solamente in punto di morte, si trovi nel Purgatorio, a distanza di soli cinque anni dalla sua morte.


Nella, moglie di Forese
Forese dichiara che il merito è della moglie Nella, la quale con il pianto e con le preghiere assidue ha abbreviato la sua permanenza nell'Antipurgatorio. Oggi la moglie, che egli ha molto amato, è isolata nel ben operare, in mezzo alla sfacciata impudicizia delle donne di Firenze. Tocca a Dante ora spiegare all'amico del suo viaggio ultraterreno insieme a Virgilio, che lo accompagnerà fino a quando Beatrice non lo prenderà sotto la sua tutela; poi gli indica l'anima di Stazio, che ha appena concluso l'espiazione della sua colpa.


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