di Eugenio Montale
La prima strofa ritrae la nuvola di falene impazzite che stende sulle strade di Firenze e sulle sponde dell'Arno una coltre di ali bianche, sinistramente scricchiolanti sotto il piede. E' primavera, ma l'improvvisa nevicata, che pare provenire dal ventre segreto dell'inverno appena trascorso, getta su ogni cosa un presagio di morte.
La seconda strofa rivela l'occasione storica da cui la lirica nacque. E' giunto in visita un messo infernale, Hitler; la città lo accoglie tutta adorna di croci naziste e di segni che alludono all'imminente tragedia della guerra. I bravi borghesi festeggiano, senza saperlo o senza volerlo ammettere, il male e più nessuno è incolpevole (v.19).
La terza strofa pone una domanda: fu dunque inutile l'amore di Clizia per il poeta e di lui verso lei? Egli ricorda momenti e situazioni che furono di gioia: una stella cadente solcò il cielo indicando il nord, meta della donna, e suggerendo segni di speranza; dalle mani di Clizia fioriscono girasoli. Ma tutto, ora sembra vanificato dal polline gelato che sta nevicando in città.
La quarta strofa apre uno spiraglio: eppure nei segni stessi dal negativo si può indovninare una speranza; forse la primavera di morte annuncia la morte del male. La renderà possibile Clizia, colei che guarda fissamente nel Sole-Amore, pronta a sacrificarsi per tutti. E' Clizia a inaugurare un'alba migliore, in questo sud dove vive il poeta.
SCHEMA METRICO: quattro strofe di diversa lunghezza. Le prime due sono costituite da versi endecasillabi e doppi ottonari (ma spesso l'ottonario è sostituito da un settenario o da un novenario). Nella terza e quarta strofa gli endecasillabi (molto più numerosi) si alternano liberamente a doppi settenari. Poche le rime e le assonanze.
Analisi del testo:
La prima strofa ritrae la nuvola di falene impazzite che stende sulle strade di Firenze e sulle sponde dell'Arno una coltre di ali bianche, sinistramente scricchiolanti sotto il piede. E' primavera, ma l'improvvisa nevicata, che pare provenire dal ventre segreto dell'inverno appena trascorso, getta su ogni cosa un presagio di morte.
La seconda strofa rivela l'occasione storica da cui la lirica nacque. E' giunto in visita un messo infernale, Hitler; la città lo accoglie tutta adorna di croci naziste e di segni che alludono all'imminente tragedia della guerra. I bravi borghesi festeggiano, senza saperlo o senza volerlo ammettere, il male e più nessuno è incolpevole (v.19).
La terza strofa pone una domanda: fu dunque inutile l'amore di Clizia per il poeta e di lui verso lei? Egli ricorda momenti e situazioni che furono di gioia: una stella cadente solcò il cielo indicando il nord, meta della donna, e suggerendo segni di speranza; dalle mani di Clizia fioriscono girasoli. Ma tutto, ora sembra vanificato dal polline gelato che sta nevicando in città.
La quarta strofa apre uno spiraglio: eppure nei segni stessi dal negativo si può indovninare una speranza; forse la primavera di morte annuncia la morte del male. La renderà possibile Clizia, colei che guarda fissamente nel Sole-Amore, pronta a sacrificarsi per tutti. E' Clizia a inaugurare un'alba migliore, in questo sud dove vive il poeta.
SCHEMA METRICO: quattro strofe di diversa lunghezza. Le prime due sono costituite da versi endecasillabi e doppi ottonari (ma spesso l'ottonario è sostituito da un settenario o da un novenario). Nella terza e quarta strofa gli endecasillabi (molto più numerosi) si alternano liberamente a doppi settenari. Poche le rime e le assonanze.