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Analisi: Caro piccolo insetto

di Eugenio Montale
Analisi del testo:


La moglie del poeta, Drusilla Tanzi, era morta il 20 ottobre del 1963, dopo una dolorosa malattia, compagna della sua vita, l’indimenticabile Mosca. E nel 1964 Montale comincia a scrivere le poesie in ricordo di lei e incomincia un dialogo con lei assente. Sono componimenti in genere brevi e brevissimi, che trovano la loro occasione in eventi apparentemente comuni, o minimi, o in fulminei ricordi, o in una battuta di dialogo.

Il poeta avverte presso di sé la presenza silenziosa della moglie. È una sera ed egli è immerso nella lettura di un testo biblico. L'atmosfera è di solitudine: il poeta è solo nella stanza e legge quasi al buio.

Torna il tema delle pupille offuscate e degli occhiali con il luccichio. Come la “mosca” pur entrata nel mondo dei defunti, riappare al poeta, così la poesia per la quale sembrano non esserci più spazi nella moderna società dei consumi, torna a vivere nonostante tutto.

Egli sente che una barriera invisibile lo separa dalla moglie e dal colloquio con essa. Ella non può vederlo perché è senza occhiali e il poeta non può vederla perhé non c'è il luccichio delle lenti che gli permetta, come quando era in vita, di riconoscerla nella penombra della sera.

Rimane quindi solo nella foschia, nel buio dell’esistenza, sperduto senza la guida della moglie, che chiamavano «mosca» e il poeta ancora si chiede perché.



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