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Capitolo 15 I Promessi Sposi - Riassunto

Riassunto del quindicesimo capitolo (cap. XV) del romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.


Dove: a Milano.

Quando: la sera dell'11 novembre e la mattina del 12 novembre 1628.

Chi: Renzo, l'oste della luna piena, la moglie dell'oste, il notaio criminale, due sbirri, la folla.



Sintesi

Renzo è portato a letto dall'oste
L'oste, vedendo che Renzo non si regge in piedi, decide di condurlo a letto. Accorgendosi che possiede ancora un po' di lucidità, tenta di persuaderlo a fornirgli le generalità, ma Renzo protesta vivacemente e l'oste si arrende. Riesce però a farsi pagare il conto, prima che il giovane crolli profondamente addormentato. L'oste allora dà istruzioni alla moglie su come regolarsi in sua assenza, quindi esce per raggiungere il palazzo di giustizia.


L'oste va al palazzo di giustizia a denunciare Renzo
Lungo il tragitto, l'oste si sfoga mentalmente contro Renzo che, con il suo comportamento da ingenuo sprovveduto, rischia di causargli problemi con la giustizia. La filosofia di vita dell'oste è infatti quella del badare al proprio interesse ed è questo che lo spinge denunciare Renzo. Al palazzo di giustizia, l'oste fa quindi la sua denuncia a un notaio criminale, badando bene a correggere tutte l'affermazioni di costui che possano significare una qualche sua complicità con Renzo.


Al risveglio, Renzo è arrestato
All'alba del giorno successivo, Renzo è bruscamente svegliato dal notaio criminale che, insieme a due sbirri, è venuto per arrestarlo. Stupisce nel sentirsi chiamare per nome e cognome, in quanto non ricorda affatto di aver mai dichiarato la propria identità. Dopo una battuta che rivela ancora molta ingenuità (chiede infatti di esser condotto da Ferrer, che considera suo amico), Renzo gradualmente inizia a rendersi conto della situazione. Capisce che il notaio criminale nasconde, dietro un linguaggio cortese e un tono paternalistico, la paura di essere sorpreso da nuovi tumulti, annunciati dal crescente ronzio di folla proveniente dalla strada. Renzo viene ammanettato e finge di acconsentire alle raccomandazioni del notaio che gli suggerisce di camminare disinvolto, perché il suo onore non risulti infangato dalla formalità dell'arresto; ma in realtà egli studia il modo per fuggire.


Renzo fugge
In strada, Renzo cerca di attirare l'attenzione dei passanti con cenni e colpi di tosse. Nel momento in cui gli sbirri danno una stretta ai manichini, si mette a gridare, appellandosi alla solidarietà di coloro che, come lui, hanno partecipato al tumulto del giorno prima. Una piccola folla si raduna intorno agli sbirri che preferiscono darsela a gambe; il notaio criminale cerca di cavarsi d'impiccio fingendo di trovarsi lì per caso; Renzo approfitta della situazione per fuggire.


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