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Libro I Iliade - Analisi temi e personaggi

Analisi dei temi trattati e descrizione dei personaggi del primo libro dell'Iliade.

Temi trattati

Il primo libro si apre con l’invocazione alla Musa, chiamata a ispirare il poeta, e la parola-chiave degli eventi presentati, l'ira, in primo luogo di Achille, e poi di Apollo.
La vicenda nel suo complesso, infatti, è segnata dallo sdegno dell’eroe: il suo ritiro dalla battaglia, in seguito al litigio con Agamennone e all'affronto subito, è causa di grandi difficoltà per i Greci (d’altra parte Teti, per sottolineare la gravità dell’assenza del figlio, ottiene da Zeus che i Troiani prevalgano nei combattimenti). Analogamente, l’ira del dio Apollo, offeso nella persona del suo sacerdote, è causa delle sofferenze che spingono Calcante alla profezia e Agamennone alla restituzione di Criseide. Mentre l'ira di Apollo è placata dal sacrificio e dalla restituzione della fanciulla, quella di Achille verrà superata solo dopo la morte dell’amico Patroclo, per vendicare il quale l’eroe ritornerà a combattere. il ritiro di Achille dalla battaglia è giustificato dall'affronto subito: infatti, come la concessione di una parte del bottino dopo la battaglia rappresenta il riconoscimento visibile del valore dell’eroe, la sottrazione di tale bene equivale alla negazione di esso, e al disconoscimento del ruolo dell’eroe in quella società guerriera.
Nel lamento di Achille con la madre emerge un altro tema fondamentale: la brevità della vita eroica; la vita dell’eroe è infatti destinata a essere breve e a concludersi, mentre egli è nel fiore delle forze, con la morte in battaglia; in cambio di ciò l’eroe conseguirà la gloria immortale e resterà nel ricordo dei posteri grazie al canto dei poeti.

L'aggettivo "divino" è riferito ad Achille .

Viene usato in due casi il "patronimico", ovvero il nome o cognome derivato dal nome del padre per mezzo di un suffisso. La prima volta è riferito ad Achille, cioè "Pelide" perché figlio di Peleo; una seconda volta Atride (figlio di Atreo) viene usato per indicare l'antagonista Agamennone.



Il narratore

Il narratore, pur parlando in prima persona, non esprime il suo modo di vedere le cose poiché vera fonte della narrazione è la Musa, la quale è depositaria della memoria dei fatti narrati e li racconta al cantore. L'opera del poeta antico, inoltre, presuppone un pubblico di ascoltatori, non lettori, per quali la narrazione delle gesta degli eroi è celebrazione del passato mitico, già noto nei suoi fatti fondamentali. II poeta, rivelatore del passato, è in un certo senso figura parallela al profeta, che ispirato dal Dio, rivela il futuro, chiarisce gli eventi del presente, getta luce su vicende e personaggi della storia.


Lo spazio

Nel primo libro la scena si svolge nell'accampamento acheo, all'interno del quale si individuano alcuni spazi minori: la spiaggia dove si trovano le navi, il luogo dell'assemblea, la tenda di Achille; quest'ultima assume, nel corso della vicenda, un rilievo sempre più marcato, poiché diventa il luogo dell'esilio forzato di Achille, in opposizione al resto dell'accampamento e al campo di battaglia. Un altro spazio significativo è l'Olimpo, sede degli Dèi, che abbandonano per visitare sulla terra gli uomini, o, contravvenendo agli ordini di Zeus, addirittura per combattere a fianco degli eroi; è un luogo remoto e "separato" dal mondo dei mortali, nel quale essi non entrano e non agiscono.


Il tempo

La narrazione omerica inizia quando ormai sono trascorsi nove anni di guerra ed è già iniziato il decimo: l'azione prende le mosse dall'episodio dell'ira di Achille, senza alcun preambolo (= premessa), poiché questo rappresentava un preciso segmento del patrimonio mitico tramandato dal Ciclo epico, noto al pubblico di Omero.


L'ordine della narrazione

L'arrivo di Crise all'accampamento è narrato secondo un procedimento di analessi, si tratta cioè di un fatto anteriore a quanto il poeta sta narrando: la pestilenza, di cui è l'origine.
La profezia di Atena, che assicura ad Achille che i Greci gli tributeranno onore imperituro, e quella di Teti, che prevede la morte prematura del figlio, costituiscono un'anticipazione del futuro, cioè una prolessi, secondo un procedimento tipico della poesia epica, in cui grande rilievo hanno appunto le profezie.



Personaggi

Nel primo libro si delineano alcune figure fondamentali, che tuttavia non sono scritte nell'aspetto fisico: i tratti caratteristici degli eroi sono dati dagli epiteti formulari (epiteto), attributi ricorrenti, formule con funzione di richiami mnemonici per la narrazione orale. I personaggi, perciò, si caratterizzano, più che per il loro apparire, per il loro agire.

Achille è l’eroe inflessibile, il più valoroso in guerra, che agisce secondo un codice di comportamento ben preciso.

Agamennone, meno valoroso in battaglia, ha un prestigio particolare dovuto al fatto di essere, sia pure con alcuni limiti, il capo della spedizione; proprio dal potere egli è accecato e, non rispettando gli Dei, commette una grave colpa, macchiandosi di hybris, un errore dovuto a superbia, che è causa della pestilenza fra i Greci. Agamennone si oppone ad Achille, pur essendo schierato della stessa parte, mentre il ritiro di Achille ne fa una protagonista assente, che proprio con la sua assenza condiziona la situazione in battaglia.

Un personaggio del tutto diverso è l'anziano Nestore, portatore di buon senso e di moderazione, ispirato dall'esempio degli avi: il suo tentativo di mediazione, saggio e generoso è destinato a fallire e a lasciar svolgere una trama già scritta dal destino.


Gli dei assumono funzioni opposte

Apollo è il dio vendicatore, motore della pestilenza che opprime l'esercito greco: egli punisce la colpa di Agamennone e spiega l'esistenza del male, attraverso l'intervento soprannaturale.

Le altre divinità intervengono soprattutto in aiuto di Achille; in particolare, il rapporto fra Atena e Achille, molto forte nel corso del poema, fin da questo primo libro rivela che l'eroe omerico è limitato nelle sue capacità di iniziativa: Atena infatti interviene per trattenere Achille, che, senza il suo aiuto, compirebbe un'azione irreparabile.

Teti rappresenta l'affetto materno, che è anche un sentimento divino, e nello stesso tempo vuole indirizzare gli avvenimenti, quando chiede a Zeus di favorire i Troiani per mettere in luce il valore del figlio.

Di Era sappiamo che è la moglie di Zeus e che è preoccupata per il destino degli Achei, quando prova a intromettersi tra Teti e Zeus per curiosare il loro piano, viene zittita bruscamente dal marito.



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