Scuolissima.com - Logo

Autoritratto - Solcata ho fronte, Ugo Foscolo: parafrasi, analisi, commento

Appunto di letteratura sulla poesia Autoritratto - Solcata ho fronte di Ugo Foscolo: testo, parafrasi, analisi, figure retoriche, commento.
Autoritratto

Il sonetto Autoritratto, anche nota come "Solcata ho la fronte" (le prime tre parole del primo verso) è stata scritto da Ugo Foscolo nel 1802 e fu pubblicato dapprima nel "Nuovo giornale dei Letterati" di Pisa, e in seguito nella raccolta "Poesie di Ugo Foscolo". Si tratta di una descrizione dell'autore stesso, con il suo aspetto fisico, i tratti del carattere e le sfaccettature della sua personalità. Esprime sentimenti di avversità verso il mondo e una lotta interiore tra ragione e passione.





Autoritratto - Solcata ho la fronte: Ugo Foscolo

In questa pagina trovate tutto ciò che riguarda la poesia Autoritratto - Solcata ho la fronte di Ugo Foscolo: la scheda della poesia, il testo originale, la parafrasi e l'analisi del testo, con l'individuazione di tutte le figure retoriche e, infine, un commento personale.

Titolo Autoritratto
Autore Ugo Foscolo
Genere Sonetto
Raccolta Poesie di Ugo Foscolo
Corrente letteraria Romanticismo
Data 1802
Temi trattati Una descrizione dell'autore stesso
Frase celebre «Di vizi ricco e di virtù, do lode alla ragion, ma corro ove al cor piace»




Testo

Solcata ho fronte, occhi incavati intenti,
crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto,
labbro tumido acceso, e tersi denti,
capo chino, bel collo, e largo petto;

Giuste membra; vestir semplice eletto,
ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti;
sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
avverso al mondo, avversi a me gli eventi.

Talor di lingua, e spesso di man prode;
mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
pronto, iracondo, inquieto, tenace:

Di vizi ricco e di virtù, do lode
alla ragion, ma corro ove al cor piace:
morte sol mi darà fama e riposo.



Parafrasi

Ho la fronte rugosa, occhi infossati e penetranti,
capelli rossastri, volto pallido e smunto, aspetto rispettabile,
labbra carnose [dal colorito vivo] e denti bianchi,
Testa bassa, un bel collo e spalle larghe

Proporzionato nel corpo, modo di vestire semplice ma accurato
Camminata veloce come i pensieri, il modo di agire e di parlare;
Sono semplice, sensibile, leale, generoso e sincero;
Sono sempre in contrasto col mondo, i cui eventi mi sono sempre avversi.

Abile sia nell'uso della parola, sia nell'agire
Per la maggior parte del tempo malinconico e solo, spesso pensieroso,
Sono pronto, iracondo, inquieto e tenace:

Ricco di vizi e di virtu, esalto
la ragione, ma agisco con il cuore:
Solo la morte mi darà pace e fama.



Analisi del testo

Forma metrica: Sonetto di due quartine e due terzine, a schema ABAB, BABA; CDE, CED.

Il titolo di questa poesia è "Autoritratto" perché l'autore non fa altro che descrivere se stesso fisicamente e caratterialmente, come già prima di lui avevano fatto altri autori letterari, fra i quali Vittorio Alfieri (sonetto CLXVII, 9 giugno 1786) e Alessandro Manzoni (Ritratto di se stesso).

Il primo verso (Solcata ho fronte) contiene l'anagramma del nome di Foscolo (un gioco di parole tipico della letteratura petrarchesca).

Nel testo è presente più volte l'epiteto, ovvero l'aggiunta di un aggettivo che sottolinea una caratteristica di un sostantivo, ad esempio: "ardito aspetto," "bel collo," "largo petto," "giuste membra."

Forse l'autocritica (iracondo, inquieto, ricco di vizi) si riferisce ai sentimenti contrastanti nel suo animo che lo rendono uomo tormentato e irrequieto (è un uomo che ascolta la ragione, ma che agisce secondo i sentimenti e la passione) elementi questi che anticipano l'uomo romantico.



Figure retoriche

In questa poesia di Ugo Foscolo, possiamo individuare diverse figure retoriche che contribuiscono ad arricchire l'espressione poetica. Ecco le principali figure retoriche presenti nel testo:
  • Anastrofe = "Solcata ho fronte" (v. 1 - ho la fronte solcata); "Mesto i più giorni e solo" (v. 10 - mesto e solo i più giorni); "Di vizi ricco" (v. 12).
  • Sineddoche = "emunte guance" (v. 2). La parte per il tutto, ovvero guance pallide invece di viso pallido.
  • Assonanza = "Ratti / passi" (v. 6). Uguali vocali ma consonanti diverse.
  • Enumerazione per asindeto = "Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti" (v. 6).
  • Epanalessi = "Avverso al mondo, avversi a me gli eventi" (v. 8). Per la ripetizione di "avverso".
  • Parallelismo = "Talor di lingua, e spesso di man prode" (v. 9).
  • Ossimoro: "Pronto / inquieto" (v. 11); "semplice eletto" (v. 5). Accostamento di due parole con significati contrastanti.
  • Climax = "Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto" (v. 7); "Pronto, iracondo, inquieto, tenace" (v. 11).
  • Enjambement = "do lode / alla ragione" (vv. 12-13).
  • Latinismi = intenti (v. 1), eletto (v. 5), umano (v. 7).



Commento

In questa poesia il poeta descrive se stesso attraverso una serie di caratteristiche fisiche e tratti del carattere.
La descrizione fisica contiene informazioni come la fronte solcata, gli occhi incavati ma con sguardo attento, i capelli fulvi, il viso bianco, labbra carnose e di colore vivo, i denti bianchi, un bel collo e un petto ampio. Queste descrizioni ritraggono un individuo di bella presenza.
Subito dopo la descrizione si sposta sul suo comportamento e personalità ed afferma di avere una corporatura proporzionata, un modo di vestirsi semplice ma accurato e che agisce con decisione e prontezza. Si definisce sobrio, umano, leale, generoso e sincero ma anche critico nei confronti del mondo perché spesso gli eventi della vita non gli sono favorevoli.
Continua la descrizione rivelando ulteriori sfaccettature della sua personalità. Egli afferma che ci sa fare con le parole, ma che è capace di dimostrare coraggio e forza anche con le azioni. Ci dice che spesso è triste, solitario e molto pensieroso. Si definisce pronto, talvolta si arrabbia ed è inquieto ma è tenace nel perseguire i suoi scopi.
L'autore si descrive come una persona con vizi e virtù. Riconosce di avere dei difetti ma che possiede anche qualità positive. Egli dà importanza alla ragione, ma ammette di essere spinto dal cuore e dai sentimenti in alcune occasioni.
La poesia si conclude con una riflessione sulla morte (tema ricorrente nella poesia foscoliana): solo attraverso la morte l'autore potrà ottenere popolarità e serenità, suggerendo una visione pessimistica e un senso di sofferenza o insoddisfazione della vita.



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies