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Figure retoriche: Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi

Che figure retoriche ci sono nel Cantico delle Creature? Quale figura retorica della ripetizione caratterizza gran parte del componimento?
Cantico-delle-creature-analisi-retorica

In quello che è considerato il più antico testo poetico di cui si è a conoscenza del nome dell'autore, in questo caso San Francesco d'Assisi, il celebre santo esprime tutto la sua devozione verso Dio e la natura. Nel Cantico della creature, San Francesco ringrazia Dio per le sue creazione come il sole, la luna, il vento e la terra. Inoltre, affronta altre tematiche come l'umiltà, la gratitudine, l'accettazione della morte, l'affrontare la sofferenza con serenità.





Cantico delle creature

In questa pagina trovate tutte le figure retoriche della poesia Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi, ben spiegate e analizzate, tra le quali le più importanti sono l'anafora e la personificazione. Per una comprensione migliore del testo vi rimandiamo alla scheda principale → Cantico delle Creature - San Francesco.



Allitterazione

Allitterazione della U
nullu, dignu (v. 5)


Allitterazione della L
laudato, luna e le stelle: celu l’ài; clarite; belle (vv. 10-11)
per lo quale enallumini la nocte / et ello è bello (vv. 17-18)


Allitterazione della R
per sora nostra matre Terra (v. 20)



Anafora

Nei versi vv. 5, 10, 12, 15, 17, 20, 23, 27, 32 viene ripetuta la stessa espressione per esaltare la lode verso Dio per ogni sua creazione.
Laudato si', mi' Signore




Anastrofe

Nel v.14 l'ordine delle parole è invertito. Nel caso specifico l'ordine corretto sarebbe dovuto essere: "per lo quale, dài sustentamento a le Tue creature".
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento




Personificazione

Sono presenti numerose personificazioni, cioè la figura retorica con il quale si conferiscono qualità umane a cose o entità astratte. L'uso che San Francesco ne fa è quello di aggiungere gradi di parentela.
messer lo frate Sole (v. 6)
sora Luna e le stelle (v. 10)
frate Vento" (v. 12)
sor’Acqua" (v. 15)
frate Focu" (v. 17)
sora nostra madre Terra (v. 20)
sora nostra Morte corporale (v. 27)




Enumerazione

In tutti i casi l'enumerazione è per polisindeto per l'uso ripetuto delle congiunzioni "e" ed "et".
la gloria e l’onore et omne benedictione (v. 2)
clarite et preziose et belle (v. 11)
et per aere et nubilo et sereno et omne tempo (v. 13)
utile et humile et preziosa et casta (v. 16)
bello, et iocundo et robustoso et forte (v. 19)
sustenta et governa, / et produce (vv. 21-22)
et sostengo infirmitate et tribolazione (v. 24)
laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate / e serviateli cum grande humilitate (vv. 32-33).




Climax

Nel v.11 l'autore utilizza tre aggettivi qualificativi disposti in ordine di crescente intensità.
clarite et pretiose et belle



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